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Frank SinatraUno degli artisti più popolari del nostro secoloNome: Francis Albert SinatraData nascita: 12 Dicembre 1915 (Sagittario), Hoboken (New Jersey - USA) Data morte: 14 Maggio 1998 (82 anni), Los Angeles (California - USA) |
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![]() Come va, pidocchio?
dal film Da qui all'eternità (1953)
Frank Sinatra Il soldato Angelo Maggio
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Uno degli artisti più rappresentativi del secondo dopoguerra americano. Cantante di fama immensa (detto appunto The Voice per le sue doti vocali) annovera canzoni celeberrime come I'll Never Smile Again, Night and Day, Nature Boy, Laura, Lonesome Road. Figlio di emigrati siciliani, nell'anteguerra divenne popolarissimo alla radio e alla televisione. Nel 1941 si accostò al cinema cantando con l'orchestra di T. Dorsey in Las Ve gas Nights, di R. Murphy e nel 1943 ottenne il primo ruolo come protagonista in Highen and Higher, di T. Whelan. Nel 1945 divenne uno dei più popolari interpreti di film musicali con Due marinai e una ragazza, di G. Sidney, in cui cantò e ballò in coppia con G. Kelly, e nello stesso anno ottenne uno speciale premio Oscar per la sua interpretazione di The House that I live in, un documentario sulla tolleranza. Nel periodo tra il 1943 e il 1950 passò di musical in musical, spesso in coppia con G. Kelly Facciamo il tifo insieme!, 1949; Un giorno a New York, 1949, di G. Kelly). A questo fortunato periodo, seguì una pausa fino al 1953, anno in cui S. ritornò alla ribalta con una splendida caratterizzazione drammatica in Da qui all'eternità, di F. Zinnemann, che gli valse l'Oscar per il miglior attore non protagonista. Seguirono, sempre in chiave drammatica: Gangsters in agguato, 1954, di R. Sale; Nessuno resta solo, 1955, di S. Kramer; L'uomo dal braccio d'oro, 1956, di O. Preminger, (la sua maggiore performance, nei panni di un drogato e giocatore di professione); Qualcuno verrà, 1959, di V. Mmnelli; Va' e uccidi, 1962, di J. Frankenheimer; I quattro del Texas, 1963, di R. Aldrich; Il colonnello von Ryan, 1965, di M. Robson; Combattenti della notte, 1966, di M. Shavelson. Da ricordare, tra le sue interpretazioni nel genere sofisticato e musicale: Bulli e pupe, di J.A. Mankiewicz e Il fidanzato di tutte, 1955, di C. Walters; Il giro del mondo in 80 giorni, 1957, di M. Anderson; Pal Joey, 1958, di G. Sidney; Alle donne ci penso io, 1963, di B. Yorkin. Negli anni Sessanta lavorò come produttore limitandosi a interpretare soggetti di genere poliziesco come L'investigatore, sul detective Tony Roma (1967) o al western come I quattro del Texas, (1964) e Dingus, uno sporco individuo (1970).
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Chi ha incastrato Roger Rabbit
continua»
Genere Fantastico, - USA 1988. |
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Da qui all'eternità
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Genere Drammatico, - USA 1953. |
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Il giro del mondo in 80 giorni
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Genere Avventura, - USA 1956. |
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Bulli e pupe
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Genere Musicale, - USA 1955. |
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L'uomo dal braccio d'oro
Genere Drammatico, - USA 1955. |
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La proposta di Cinema ritrovato – Fuori sala, in streaming su MYmovies fino al 21 aprile, è selettiva ma ben articolata. Offre titoli di “corti”, o “cortissimi”, e classici fondamentali. Kid auto races at Venice (Charlot ingombrante) del 1914, dura 6 minuti ma assume un’enorme importanza storica; è la prima volta che appare Charlot. The Rounders (Charlot si diverte) (14’ 1914) racconta le gag di Charlot e del suo antagonista Roscoe (Fatty) Arbukle, comico già noto allora, che stazionano sullo stesso pianerottolo. I due non apparvero più insieme. Chaplin non intendeva dividere con nessuno la sua leadership.
Charlot usuraio del 1916, in 32 minuti racconta una storia compiuta. Charlot gestisce un banco dei pegni e litiga in continuazione col collega Henry Bergman, l’attore che gli sarà da spalla per decenni. Anche A woman (Charlot signorina) (32’ 1916) assume un significato non banale. Chaplin fa la donna. L’idea non fu bene accolta, a indossare panni femminili ci provò altre due volte, poi dovette rinunciare. L’America di allora era... bigotta.
La musica
I classici. Sono titoli ultrapopolari, raccontati in tutti i registri. Intendo privilegiare quello della musica.
Bing Crosby, Frank Sinatra, Dean Martin, Elvis Presley, Nat King Cole, Julio Iglesias, Michael Jackson, Michael Bublé, Robert Downey, Judy Garland, Dalida, Barbra Streisand, Diana Ross, Céline Dion: sono solo alcuni, fra i mille, degli artisti che hanno cantato "Smile", la canzone di Charlie Chaplin, il genio che rientra in tutte le categorie del cinema, compresa la musica.
Chaplin (1889-1977) compose il brano, strumentale, nel 1936 per Tempi moderni, un film dove ancora il grande mimo non parlava.
"Smile" identificava dunque Tempi moderni, come colonna, con grande suggestione, e divenne, seppure solo strumentale, un tema di enorme successo. Anche perché l’autore aveva fatto le cose in grande, aveva affittato gli studi di registrazione della Fox con 64 elementi dell’orchestra. Assumendo come direttore Alfred Newman, il primatista assoluto di Oscar delle colonne sonore, con 11 statuette. Tuttavia, in quel film, Charlot fece sentire, per la prima volta la sua voce, cantando la famosa Titina, con parole inventate all’istante.
Poi, nel 1954, arrivò Nat King Cole che ottenne di poter cantare "Smile". Dopo di lui... tutti quelli detti sopra. È notorio che in assenza della parola, la musica assumesse in quegli anni un ruolo decisivo e Chaplin era il primo a saperlo e intervenne personalmente in quel senso, e da quel genio completo che era compose melodie che fanno parte dell’antologia più preziosa del cinema.
Nel 1931, sempre in Charlot-muto, scrisse, produsse e diresse, tutto come suo costume, Luci della città. Considerato uno dei suoi titoli di vertice. Protagonista è una fioraia cieca che Charlot, nel suo piccolo, cerca di aiutare. Chaplin adottò la celebre Violetera di José Padilla ma creò un suo adattamento, tale da accreditarsi la paternità della musica quasi come l’autore.
Contenitore
Luci della ribalta (Limelight), del 1952 è uno straordinario contenitore di musiche. Chaplin non era più Charlot. Parlava come tutti gli attori. Il tema portante, Limelight Opening – Terry’s Thema, è una delle più belle musiche del Novecento. Ma l’autore, ancora una volta... ancora legato al suo grande amore “muto”, non volle che fosse contaminata da parole. Invece canta molte canzoni del repertorio di Calvero, il personaggio protagonista. Charlie ha così modo di riproporre certe performance che facevano parte del suo antico repertorio, prima di diventare il massimo del cinema. È la storia di un grande artista in declino che sogna di avere un’ultima occasione. Ce l’ha in una irresistibile sequenza con Buster Keaton. Cade malamente alla fine del numero, ha un infarto. Morente, chiede di vedere la sua protetta Terry, danzatrice, che sta incantando il pubblico.
Monsieur Verdoux, del 1947, racconta di quest’uomo, bancario licenziato, che per mettere al riparo dalla rovina economica la moglie e il figlio, corteggia ricche vedove, le sposa e poi le uccide intascandone l’eredità. Lo stratagemma dura per anni, finché, quando la moglie e il figlio muoiono, Verdoux si costituisce. Viene condannato a morte. Chaplin non rinuncia ai grandi annunci che tanto gli stavano a cuore e alla fine fa notare che, a confronto delle spaventose stragi di cui è capace la guerra moderna, il suo delitto è ben poca cosa. Chaplin non gradiva quando gli chiedevano quali delle sue opere privilegiasse. Non rispondeva in termini di assoluti, ma lasciava intendere che “Verdoux” era un personaggio nel quale si identificava e che amava molto.