Titolo originale | Happy Days |
Anno | 1974 |
Genere | Commedia |
Produzione | USA |
Regia di | Jerry Paris, Frank Buxton, Herb Wallerstein, Mel Ferber, George Tyne |
Attori | Ron Howard, Henry Winkler, Tom Bosley, Marion Ross, Erin Moran Anson Williams, Don Most, Al Molinaro, Scott Baio, Pat Morita, Rita Wilson. |
MYmonetro | Valutazione: 4,00 Stelle, sulla base di 1 recensione. |
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Ultimo aggiornamento martedì 7 marzo 2017
Undici anni di vita di un gruppo di amici tra crisi in famiglia, amori e relazioni sentimentali.
CONSIGLIATO N.D.
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I favolosi anni ’50. Gli anni dei jukebox, del rock’n’roll, della musica di Buddy Holly ed Elvis Presley; gli anni della “grease” sui capelli, dei balli universitari di fine anno, delle pomiciate nei drivein; dei giubbotti di pelle con il bavero alzato, del chewinggum schiacciato sotto il banco, dei primi televisori accesi nei salotti. I giorni di un’America politically correct, di una provincia americana sana e rassicurante dove si respirava il profumo delle torte di mele fatte in casa e dove i cattivi s’impomatavano di brillantina e si facevano chiamare “Teddy boys”. Nato nella stagione 1974’75 sull’onda di un revival degli anni ’50 che stava contaminando produzioni cinematografiche e televisive, il serial doveva da principio raccontare la vita dell’All American boy Richie Cunningham (Ron Howard), ingenuo e goffo studentello della Jefferson High School di Milwaukee, nello stato del Wisconsin. Ma il successo raccolto da un personaggio di “contorno” spinge i produttori ad allargare il campo di ripresa su un’America apparentemente felice, dove non esiste la “guerra fredda” e dove l’omicidio Kennedy non sarebbe mai potuto avvenire. E così, nel giro di poche puntate, l’eroe della serie diventa Arthur Fonzarelli detto Fonzie (Henry Winkler, che per questo ruolo ha vinto due Golden Globes): giubbotto di pelle, duro ma con il cuore d’oro, pollice alzato o verso per decretare l’ok o il diniego, questo meccanico dai modi spicci (soprattutto con le ragazze che gli cadono ai piedi) si rivela essere il “maestro di vita” per Richie, i suoi amici “pivelli” e, un po’, per tutti i telespettatori. Ma il successo di Happy Days va cercato anche nei personaggi secondari: la famiglia Cunningham, perbene fino alla nausea, è composta dai coniugi Howard (Tom Bosley) e Marion (Marion Ross), nonché dalla sorellina Joanie (Erin Moran) detta “sottiletta”; l’idiota Potsie Weber (Anson Williams); il ridanciano Ralph Malph (Donny Most), che si autodefinisce “l’uomo più divertente del mondo”; Arnold alias Matsuo Takahashi (Pat Morita), di origini giapponesi, il proprietario di Arnold’s, il dinerin forse più famoso dell’immaginario, dove le cameriere prendono le ordinazioni sugli schettini con l’immancabile cicca in bocca e la matita dietro l’orecchio; Alfred DelVecchio detto “Al” (Al Molinaro), destinato a prendere il posto di Arnold nella gestione del locale al centro delle vicende. Successivamente entra a far parte del cast Scott Baio nei panni di Charles Arcola detto “Chachi”, il cugino di Fonzie che s’innamora di Joanie e la trascina in un serial tutto loro (Jenny e Chachi); il telefilm ideato da Garry Marshall ha dato vita ad altri due spin-off: Laverne e Shirley (1976), dove si accendono i riflettori sulle due protagoniste del titolo, operaie in una fabbrica di tappi di bottiglie di birra e Mork e Mindy (1978), in cui l’extraterrestre MorkRobin Williams, mandato sulla terra per rapire Richie, acquista una sitcom tutta sua. Quando Ron Howard e Donny Most decisero di lasciare la serie la produzione inventò che Richie e Ralph si erano arruolati in Marina; il giovane Cunningham si fa vivo saltuariamente per telefono con la neomogliettina Lori Beth (Lynda Goodfriend), destinata a dare alla luce Richie jr.. Non mancano le apparizioni nelle vesti di guest stars di numerose rockstar, come quella di Suzi Quatro nei panni di Leather Tuscadero, una diva del rock; Tom Hanks appare in un cameo nella puntata 216; tra gli altri ospiti di passaggio si fanno notare Frankie Avalon nei panni di sé stesso, Cheryl Ladd, Dick Van Patten, Morgan Fairchild, Larry Poindexter, Katherine Kelly Lang. Prima della fine, Richie torna a Milwaukee per poi tentare fortuna come scrittore a Hollywood mentre Lori Beth è in attesa di un altro figlio, Fonzie compra casa – abbandona il monolocale sopra il garage dei Cunningham – e adotta un orfano; Joanie e Chachi finalmente si sposano; Howard e Marion, con entrambi i figli accasati, ringraziano i telespettatori di aver fatto parte della loro famiglia. Thomas L. Miller, Edward K. Milkis e lo stesso Marshall firmano da produttori esecutivi. L’idea del film American Graffiti venne a George Lucas quando vide la puntata-pilota del serial, in onda in America il 25 febbraio del 1972 con il titolo Love and the Happy Day all’interno dell’antologia Love, American Style: nel primo “giorno felice” Howard Cunningham era interpretato da Harold Gould, mentre “sottiletta” Joanie aveva il volto di Susan Naher. La scelta di ambientare la storia negli anni ’50 è stata spiegata così da Marshall: “Se metti in piedi una trasmissione sui giovani senza parlare di spinelli e sesso, la gente dice che non è realistica. Ambientando tutto nel passato ti puoi permettere di non affrontare certi temi. È stato un grande vantaggio. Quando Richie si limita a desiderare di dare il bacio della buonanotte, diventa credibile perché a quei tempi il senso morale era diverso”. Di notevole impatto anche la colonna sonora fifties curata da Charles Fox, dalla canzone “Happy Days” cantata da Pratt&McClain, Brother Love e da Anson Williams (che vendette 120.000 copie in sole due settimane e raggiunse il quinto posto delle classifiche di “Billboard” nel 1976) alla versione originale di “Rock Around the Clock”di Bill Haley & His Comets, senza dimenticare gli hit anni ’50 e ’60 di Fats Domino, Connie Francis, Johnnie Ray, Kay Starr. La casa della famiglia Cunningham è situata a Los Angeles, al 565 di Cahuenga Boulevard. Nel 1983 tutto il cast del telefilm ha fatto visita in parata a Milwaukee, alla presenza di 150 mila cittadini; a Tom BosleyHoward Cunningham sono state consegnate le chiavi della città. Nel corso della serie, Fonzie passa con disinvoltura dal sellino dell’Harley Davidson, di casa a Milwaukee, a quello di una Triumph, il modello che gli permette di compiere il record nel salto di bidoni (14). Nel 1998 l’attento fan club italiano ha scovato un ciclo “fantasma” – il decimo, il penultimo – mai trasmesso in Italia, successivamente programmato da Canale 5. Nel 1999 ha debuttato a Londra l’Happy Days Musical, con Henry Winkler quale consulente creativo. A riprova del successo evergreen del serial emergono due titoli significativi attribuiti dal sondaggio dell’Accademia dei Telefilm nel 2004, in occasione dei 50 anni della tv italiana e a 30 dal debutto della serie: Fonzie è risultato “il personaggio più indimenticabile dei telefilm di tutti i tempi”, mentre i Cunningham sono stati scelti come “la famiglia preferita di sempre”.
HAPPY DAYS disponibile in DVD o BluRay |
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€12,64 | – |
La più bella serie televisiva!
Indubbiamente uno dei più grandi telefilm di tutti i tempi!