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John MalkovichEssere (colpiti al cuore da) John MalkovichNome: John Gavin Malkovich67 anni, 9 Dicembre 1953 (Sagittario), Christopher (Illinois - USA) |
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![]() "Folle volere troppo... Un uomo non può possedere più di quello che il suo cuore può amare".
dal film Educazione siberiana (2013)
John Malkovich Nonno Kuzja
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È stato il più grande regalo dell'America all'Europa. Non certo ricordato per i suoi ruoli da "bravo ragazzo" (difficili trovarli nella sua lunga filmografia), John Malkovich è l'indimenticabile maestro di quella recitazione che è incastrata in un gioco di specchi, fra bene e male, che si riflettono in un unico corpo. Caldo e polveroso per Bertolucci, gelido per Frears, è una combinazione di personaggi ricchi di incomprensioni, senza identità, senza integrazione, che talvolta prendono a spallate il politicamente corretto. Non si esce dai labirinti della mente di John Malkovich, ma come ci ha insegnato Spike Jonze ci si può entrare. Un volto che nasconde una tensione palpabile, che regala forza e verità, sdegno e passione, confusione e magnetismo.
Origini, formazione
Figlio di due editori di origini croate, studente ateo alla Benton Consolidated High School (compagno di classe dell'attrice Joan Allen), poi alla Eastern Illinois University e alla Illinois State University, John Malkovich non ha mai partecipato agli spettacoli teatrali scolastici o universitari, preferendo lo sport (per entrare nella squadra di football della scuola fece una ferrea dieta per eliminare i chili in soprappeso) e la musica (è un eccezionale suonatore di tuba).
Con l'idea di seguire le orme del padre, esperto di problemi ambientali, vuole laurearsi in Scienze dell'Ambiente, idea che però presto abbandona per frequentare corsi di recitazione. Nel 1976 lascia definitivamente l'università e si trasferisce a Highland Park (Chicago) dove, con il suo amico, l'attore Gary Sinise, mette su un teatro nei sotterranei di una chiesa: la Steppenwolf Theater, con tanto di compagnia teatrale che ottiene col tempo un certo successo e della quale è anche regista.
Nei sei anni successivi, è attivissimo in ben cinquanta spettacoli, fino a quando, trasferitosi a New York, recita con grande successo a Broadway, nel dramma di Sam Shepard "True West".
Il debutto sul grande e sul piccolo schermo
La sua prima esperienza cinematografica è nel 1978, in una scena (tagliata) di Un matrimonio di Robert Altman, mentre il debutto sul piccolo schermo è tutto per il film televisivo World of Honor di Mel Damski con Karl Malden. Nel frattempo, sempre negli anni Ottanta, sposa l'attrice Glenne Headly e partecipa alla pellicola con Sally Field Le stagioni del cuore (1984) di Robert Benton, dove interpreta la parte di un cieco in una maniera così perfetta che l'Academy decide di premiarlo con una nomination come Miglior Attore non protagonista.
Successi e grandi nomi
La sua carriera prosegue apparendo al fianco di Dustin Hoffman in Morte di un commesso viaggiatore per la regia di Volker Schlöndorff, poi in Urla del silenzio di Roland Joffé, mentre l'attore Paul Newman lo vuole fra i protagonisti del suo film da regista Lo zoo di vetro (1987) e il re di Hollywood Steven Spielberg gli affida una parte in L'impero del sole (1987).
Ancora fortemente legato all'amico Sinise, sarà l'interprete di alcuni dei suoi film da regista: Gli irriducibili (1988), pellicola drammatica con Richard Gere, e Uomini e topi (1992).
Gli amori nati sul set
Ma galeotti saranno i set cinematografici nella sua vita: nel 1988, mentre girava Le relazioni pericolose (mai titolo fu più adatto) di Stephen Frears, allaccia un flirt con l'attrice Michelle Pfeiffer, per la quale divorzierà dalla moglie.
Mentre sul set de Il tè nel deserto (1990) di Bernardo Bertolucci si invaghisce e si innamora (e poi sposa) dell'italiana Nicoletta Peyran, aiutoregista di Bertolucci, dalla quale avrà due figli: Amatine e Lorwy.
I ruoli importanti e i registi celebri
Woody Allen lo inserirà nel megacast di Ombre e nebbia (1991), ma sarà il ruolo dello psicopatico assassino politico di Nel centro del mirino (1993) di Wolfgang Petersen che gli farà avere una seconda candidatura all'Oscar come miglior attore non protagonista.
Vestirà poi i panni di Kurts nella trasposizione televisiva del romanzo Cuore di tenebra (1993) e dopo essere stato diretto da Manoel De Oliveira in Il convento (1995), ne diverrà attore feticcio, spesso presente in altre pellicole dell'autore come: I misteri del convento (1996), Ritorno a casa (2001) e Un film parlato (2003).
Antonioni, Campion, ancora Frears, Wallace, ma soprattutto Raoul Ruiz ne confermano la maestria nella recitazione di ruoli ambigui, suadenti e contraddittori, spesso venati da sottile perfidia, mentre sempre incatenato al teatro dirigerà la piecé inglese "Hysteria" nel 1999.
Essere John Malkovich
Spike Jonze gli dedica la strana trama del film Essere John Malkovich, ambigua storia di un uomo che scopre una porta dalla quale si può accedere per diventare l'attore e, da sempre appassionato di storie anomali, lo si ritrova in uno dei suoi ruoli più belli dopo quelli del visconte libertino, sbruffone e cinico Valmont de Le relazioni pericolose: quelle del regista in L'ombra del vampiro (2000) di E. Elias Merhige, nonché nel film diretto da Mike Figgis Hotel (2001). Passa anche alla regia cinematografica dirigendo il grande Javier Bardem e la nostra Laura Morante in Danza di sangue (2002), mentre si farà dirigere dalla nostra Liliana Cavani per Il gioco di Ripley (2002).
Fantasy e avventura
Continua ad alternare teatro e cinema, senza lasciarsi sfuggire qualche piccola e simpatica digressione come il corto prodotto dalla Pirelli The Call (2006) diretto da Antoine Fuqua, dove interpreta un esorcista contro il demone Naomi Campbell. Molto attratto dal fantasy, soprattutto in ruoli malvagi, lo si ritrova nel cast di Eragon (2006) e del Beowulf (2007) diretto da Robert Zemeckis.
Dopo aver recitato accanto all'affascinante Angelina Jolie in Changeling, diretto da Clint Eastwood, è nel cast di Transformers 3, in Red, accanto a Bruce Willis e Morgan Freeman e nel drammatico Un anno da ricordare, con Diane Lane. Nel 2013 è nel cast dello zombie movie di Jonathan Levine Warm Bodies e in quello di Educazione siberiana di Gabriele Salvatores. Dopo l'esperienza come doppiatore in I pinguini di Madagascar, lo rivedremo nel film d'azione Deepwater Horizon di Peter Berg e in
Codice Unlocked - Londra sotto attacco di Michael Apted.
Un talento eccezionale
Talmente naturale nella sua recitazione da sembrare violento (forse perché porta un po' della sua esperienza personale nei suoi personaggi), John Malkovich è un attore che sa bene cosa sia il processo di trasformazione che investe un interprete nel momento in cui passa da un ruolo all'altro e lo mette in scena con impressionante verità, sia nel volto che nel corpo. Sceglie la settima arte come linfa vitale e con il suo sguardo che vaga obliquo tra vissuto e immaginario e fra drammi umani, costruisce qualcosa di stravagante, irriverente, imprevedibile, tragico che si inserisce nella pelle dei suoi ruoli abbandonati, traditi e respinti. Ecco come si rimane colpiti al cuore da John Malkovich.
Aggiungendo sesso e musica, però.
L’uso delle musiche fa parte di un approccio stilistico che di volta in volta ha un significato diverso - e a volte non ha proprio significato. Il sesso c’è dappertutto, fa parte della vita degli individui, e sarebbe ipocrita pensare che non ci sia anche in Vaticano. Partendo dal presupposto che un racconto di finzione vuole provare a riprodurre le cose della vita, il sesso ne deve fare parte.
Che tipo di sfide pone la scrittura seriale?
Dipende dallo sceneggiatore. Io tendo a scrivere più di quanto serva, di conseguenza quando scrivo un film mi devo trattenere e mi sforzo di tagliare. Tuttavia non scrivo così tanto da riempire una serie, dunque in quel caso devo sforzarmi di aggiungere. La mia misura ideale è un film o una serie da tre ore. Peccato che i film durino due ore e le serie dieci.
Perché in The New Pope c’è più attualità rispetto a The Young Pope?
Perché nella prima serie avevamo un Papa che predicava la chiusura, dunque era sufficiente raccontare il Vaticano dall’interno. Invece The New Pope comincia con un Papa che dice: “Apriamo le porte”, quindi tutte le questioni di fuori dovevano entrare dentro.
Il nuovo Papa predica la fragilità.
È un tema che mi commuove, un uomo che rivendica per sé e per gli altri il diritto al non farcela rispetto alle aspettative degli altri: penso che sia una cosa da cattolici, nel senso più bello del termine. Nella serie Malkovich fa un discorso che riscuote un consenso enorme, perché stabilisce che la sua fragilità è esattamente quella di tutti quanti noi, ci riguarda tutti e ha differenti gradazioni e motivazioni, a seconda anche del fatto che si sia maschio o femmina, giovane o vecchio.
Sicuramente c’è bisogno di figure che possiamo stimare e considerare autorevoli, che sappiano guidarci in questo diritto ad essere fragili e vulnerabili, al non farcela, e al sentirci a disagio.
Quando scrive sa già quello che vuole aggiungere o togliere?
So di non essere interessato a fare qualcosa di provocatorio, irriverente o trasgressivo: è troppo semplice, rispetto a un’istituzione seria e ingessata, comportarsi da spregiudicato. È un gioco antico e infantile.
The New Pope racconta un attentato al Vaticano: un argomento tabù che lei ha affrontato senza nemmeno far vedere l’esplosione.
Intanto non le so fare le esplosioni: ci sono scene che so che non sono proprio in grado di girare, e poi le esplosioni non mi piacciono neanche tanto. Ma credo che si possa raccontare tutto: come si racconta poi è un tema un po’ più complicato. In The New Pope raccontare un attentato in Vaticano è anche un modo per esorcizzare quel pericolo, per sperare che non succeda mai.
Attraverso il personaggio di Lenny Berardo emerge la connessione fra due opposti: santità e divismo.
Non per essere irriverente, ma io non vedo le due cose molto distanti fra loro. Nella prima serie Pio XII diventa un divo perché attua una strategia mediatica legata all’unico grande obiettivo che c’è nella Chiesa, ovvero l’incremento del numero dei fedeli.
Come ha gestito il risveglio di Lenny Berardo?
Sono ripartito dall’evoluzione del carattere di Jude Law alla fine della prima stagione: un uomo più dolce, meno intransigente, cambiato rispetto alle posizioni radicali dell’inizio, con più dubbi e meno sicurezze.
C’è un altro film su Netflix che si chiama I due Papi. È una strana coincidenza che nel parlare di due figure papali l’accento sia sulla dualità.
Non ho visto il film di Meirelles, purtroppo, e posso rispondere solo per me, ma sicuramente il fatto che all’improvviso un giorno abbiamo visto due Papi anziché uno è stravagante, un po’ come quando abbiamo visto la pecora Dolly. E questo ha stimolato l’inventiva degli sceneggiatori.
Avevo cominciato a scrivere il suo personaggio ma non ero soddisfatto. Poi ho incontrato John e ho riscritto completamente non solo il suo personaggio ma l’intera serie. Siamo stati una sera e buona parte della notte a parlare – è un parlatore importante, Malkovich - e ho trovato affascinante quell’ambiguità che conoscete tutti, ma anche il suo modo di essere rassicurante. A me delle persone affascinano le contraddizioni, un po’ come nelle relazioni sentimentali: quando qualcosa ti spiazza cominci a diventare sensibile. Malkovich è così, spiazzante in maniera positiva, è leggero ma sa anche dare importanza alle cose, è ironico ma sa anche essere molto serio, ha un’eleganza naturale: man mano che lo osservavo pensavo che la mia fantasia sul suo personaggio era più debole di ciò che è lui, e mi sono detto: “Sai che c’è di nuovo? Mi prendo quello che percepisco di lui e lo faccio diventare il personaggio”.
I suoi Papi fanno testimonianza di Fede?
Essendo inevitabilmente anche dei politici, nel corso del racconto i due Papi prendono consapevolezza del fatto che, per il bene sia della Chiesa e dei fedeli, si può prendere in considerazione senza sforzo, anzi, con gioia, la possibilità di togliersi di mezzo, di fare un passo indietro. In questo senso sono ammirevoli, sanno rinunciare al personalismo, alla vanità, alla voglia di esserci: sanno fare quello che i politici forse non sanno più fare, cioè rendersi conto che noi e il nostro bene dovremmo essere più importanti di loro. Invece lo dimenticano sistematicamente: lo vediamo tutti i giorni, si ostinano a rimanere anche quando il mondo dice loro: “Non c’è bisogno che resti, fatti da parte”.
The New Pope affronta anche il tema delle donne nella Chiesa.
Tutte le volte che mi sono potuto aggrappare al femminile l’ho fatto, ma parlando del Vaticano, che è un mondo molto chiuso e molto maschile, gli spazi sono risicati. In The New Pope ho affrontato il tema delle richieste o rivendicazioni da parte delle suore nei confronti degli alti prelati affinché ci sia una maggiore parità, che arrivano fino al Papa, in uno scenario purtroppo ancora non molto realistico nella Chiesa, ma verosimile. Sono abbastanza sicuro che questa sarà la prossima grande questione all’interno della Chiesa, una volta che si risolveranno quelle più pressanti legate alla pedofilia. È un processo irreversibile, così come è irreversibile ciò che sta accadendo nel rapporto fra uomini e donne. La Chiesa si muove sempre un po’ a rilento ma arriverà sicuramente anche là, e questa serie prova ad occuparsene.
The New Pope, una serie originale Sky creata e diretta dal Premio Oscar Paolo Sorrentino, prodotta da The Apartment - Wildside, parte di Fremantle. Dal 10 gennaio in esclusiva su Sky Atlantic e NOW TV.
Ieri pomeriggio John Malkovich era in collegamento da Firenze con Simona Ventura durante la trasmissione di Quelli che il Calcio per presentare una linea di abbigliamento disegnata da lui stesso per Pitti Uomo. Durante l'intervista la Ventura ha chiesto a Malkovich del suo coinvolgimento in Spider-man 4, al momento sospeso dallo studio fino a data da destinarsi. L'attore non solo non ha negato la sua partecipazione alla pellicola nei panni di Avvoltoio, ma ha confermato di essere in attesa che gli venga spedita la sceneggiatura finale una volta completata. Malkovich ha confermato che il film è stato sospeso ed ha aggiunto che spera che le riprese comincino il prima possibile.
Al momento non si trovano online delle clip riguardanti l'intervista o una trascrizione completa, ma quanto detto dall'attore conferma le voci di quasi un mese fa che riportavano che Raimi voleva Malkovich come interprete di Avvoltoio. La Sony ovviamente non ha confermato il coinvolgimento dell'attore e non ha fatto alcun cenno sul fatto che Avvoltoio potrebbe essere il cattivo del film.
THR riporta invece oggi che Malkovich sostituirà l'attore John C. Reilly nel thriller d'azione Red di Robert Schwentke, l'adattamento cinematografico dell'omonimo comic della DC Comics creato da Warren Ellis. Malkovich interpreterà un imprevedibile agente della CIA in pensione e paranoico che crede che tutti stiano cercando di ucciderlo. Quando finalmente corregge le sue preoccupazioni, si unisce alla ricerca del personaggio interpretato da Bruce Willis nel scoprire chi li vuole morti.
Le riprese cominceranno questa settimana a Toronto e Malkovich si unirà al nutrito cast formato da Morgan Freeman, Helen Mirren, Mary-Louise Parker, Julian McMahon, Richard Dreyfuss, Ernest Borgnine e Brian Cox. La pellicola uscirà nei cinema americani il 22 ottobre.
Bello, bravo, preparato: John Malkovich rappresenta l'aristocrazia intellettuale di Hollywood con i suoi studi raffinati, la sua passione per il teatro e anche l'attitudine anticonformista nei confronti della politica. Infatti, contrariamente a molti suoi colleghi, è un acceso sostenitore della pena di morte, tanto da organizzare uno champagne – party per l'esecuzione di John Wayne Gacy e spesso ha scosso l'opinione pubblica con i suoi giudizi sul Medio Oriente. Tanto influente e carismatico è Malkovich che Spike Jonze gli ha dedicato un film, Essere John Malkovich, in cui i personaggi letteralmente impazziscono alla possibilità di poter entrare nei suoi panni per almeno 15 minuti. Un po' quello che deve aver provato l'attore dell'Illinois quando, durante le riprese de Le relazioni pericolose, perse la testa per Michelle Pfeiffer, lasciò la moglie e per mesi divennero una delle coppie più "hot" di Hollywood. Sebbene in questo caso non gli si possa veramente dare torto, da quell'epoca Malkovich è scampato un po' più saggio, ritornando a coltivare l'amore per il suo piccolo teatro fondato negli anni dell'università insieme all'amico e collega Gary Sinise, e sposando Nicoletta Peyran una studiosa di cultura orientale.
Oggi Malkovich ha imparato forse a prendersi meno sul serio e rompere la nebbia da asceta e attore impegnato concedendosi a innocenti evasioni come Guida galattica per autostoppisti o Eragon. Intanto ce lo godiamo al fianco di Angelina Jolie nell'ultimo e attesissimo film di Clint Eastwood, Changeling.
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