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Ultimo aggiornamento lunedì 26 marzo 2018
Un gruppo di bambini di sei anni scopre un mondo di possibilità nelle lunghe giornate assolate delle vacanze estive. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Premi Oscar, 1 candidatura a BAFTA, 3 candidature e vinto un premio ai Critics Choice Award, 1 candidatura a SAG Awards, 2 candidature a Spirit Awards, Il film è stato premiato a AFI Awards, In Italia al Box Office Un sogno chiamato Florida ha incassato 337 mila euro .
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CONSIGLIATO SÌ
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Moonie, Scooty e Jancey vivono in Florida, in una zona degradata tanto vicina a Disneyland quanto lontana dal suo gioioso e spensierato benessere. Ma i tre hanno circa sei anni, e riescono ancora a trasformare una realtà fatta di fast food, trash televisivo e quotidiana miseria in un'avventura alla Tom Sawyer e Huckleberry Finn. Le tre simpatiche canaglie abitano in quei terrificanti motel coloratissimi ma squallidi che popolano le periferie della Florida, e i genitori dei bambini (anzi, le mamme, perché i padri sono del tutto assenti) non hanno un lavoro stabile, campano alla giornata, bevono, fumano e smignottano. Non sono madri snaturate, perché continuano ad amare i propri figli e qualcuna si adopera per tenerli lontani dai pericoli e dalla perdita di dignità cui loro stesse sono quotidianamante sottoposte. Ma Halley, la giovane mamma di Moonie, cammina pericolosamente lungo il confine fra legalità e crimine, fra rispetto di sé e perdita di ogni decoro.
A cercare di tenere insieme ogni cosa è Bobby, il manager (cioè il supervisore) del Magic Castel Hotel dove vivono Moonie e Scooty: un tipo semplice molto credibilmente interpretato da Willem Dafoe (unico nome noto fra gli attori) che non ha dimenticato l'umana decenza anche se deve costantemente fare la voce grossa con madri e figli per arginare le loro malefatte.
Sean Baker, il regista indipendente che ha raggiunto la notorietà (almeno all'interno dei circuiti indie) con il precedente Tangerine, affronta la storia di Un sogno chiamato Florida senza pietismi e con una gran dose di allegria, scegliendo il punto di vista dei bambini e mettendo la cinepresa letteralmente alla loro altezza.
Scooty, Jancey e soprattutto l'irresistibile Moonie vivono ogni difficoltà come un'occasione per creare scompiglio e farsi due risate, anche se ci sarebbe poco da ridere per alcuni loro atti vandalici. Ma poiché c'è ancora meno da ridere per la situazione senza speranza delle loro madri (e nonne), Baker identifica correttamente nello spirito iconoclasta dei tre bambini l'unica loro possibilità di salvezza, l'unico filtro ad una realta' di per se' intollerabile.
Il regista, che è anche cosceneggiatore e montatore del film, lavora bene sul contrasto visivo fra colori vivaci ed esistenze miserabili, fra quel mondo di fantasia perpetuato dall'architettura esagerata e grottesca della Florida e la realtà in cui vivono i suoi abitanti dei quartieri più poveri, vedendosi sbattutto in faccia quotidianamente l'imperativo di continuare a credere alla favola disneyana.
Baker segue i suoi personaggi con la stessa energia irrequieta, vitale ma sotto sotto disperata, con cui i tre bambini e gli adulti che vivono con loro affrontano le loro giornate vuote e scombinate, ed è molto bravo a ricreare quel microcosmo ai confini del mondo - il mondo Disney, si intende - che alla fine i bambini cercheranno di varcare, rompendo il muro dell'ipocrisia che li circonda, e andando a vedere per sé se davvero i sogni son desideri che possono avverarsi.
Trama Parlare della trama ? ce la si può sbrigare facile; mi è sufficiente rimandare al commento reale di una signora prima del mio ingresso in sala : “non credo ti piacerà, è un film su una madre che fuma tutto il giorno e dei figli scoppiati che urlano e basta”. Sembra un po' superficiale no? Sfido chiunque a non pensarlo, salvo poi assistere [...] Vai alla recensione »
Il film rappresenta il mondo attuale visto attraverso gli occhi dei bambini. Questa operazione ricorda i pionieri del cinema e i grandi scrittori; ad esempio D.W. Griffith quando girava in esterno portava sempre con sé una copia di “David Copperfield” di Charles Dickens. Ma ricorda anche il mondo di Charles M. Schulz con “Peanuts”, solo che lì erano bravi bambini [...] Vai alla recensione »
Il Magic Castle Inn è un residence dipinto in un incredibile rosa confetto, a due passi da Orlando (Florida) dove si trova Disney World. Bobby (Willem Dafoe) è il factotum-sorvegliante che fatica a riscuotere le pigioni; ripristina la linea elettrica quando cade, pulisce la piscina e controlla che nessuno importuni con malefiche intenzioni i bambini che giocano.
Un bel film sulla vitalità, la capacità di adattamento e la resilienza dei bambini anche in situazioni che a noi appaiono senza orizzonti e senza speranza. Un affetto, un grande margine di libertà e la felice complicità di uno o più amici possono creare un miracoloso equilibrio (finché dura). Mooneee Halley, la sua sbandata, graziosa, [...] Vai alla recensione »
Non mi sento di esprimere un giudizio del tutto negativo ma non posso fare mistero del fatto che il film non mi ha entusiasmato. Ambientazione periferica, situazioni di marginalità, colori ipersaturi e molta camera a mano ci portano dalle parti di molto cinema indipendente made in US che attraverso la riduzione delle elaborazioni narrative e formali mira ad avvicinarsi alla realtà [...] Vai alla recensione »
Consigliato: a chi ha a cuore le tematiche degli emarginati nei sobborghi USA e ai piacevoli ritmi lenti del cinema indipendente americano.Sconsigliato: agli amanti dei film di Hollywood.Sinossi : A qualche miglia da Disneyworld sorgono dei coloratissimi residence per turisti. La crisi o forse calcoli sbagliati li hanno svuotati costringendoli a riadattarsi come motel a basso costo per emarginati e [...] Vai alla recensione »
Un sogno chiamato Florida, diretto dal regista indipendente Sean Baker, ci mostra lo spaccato di vita di alcune famiglie in una zona di periferia della Florida. Non troppo lontano dai grandi parchi di divertimento che caratterizzano quella parte degli Stati Uniti, ma immensamente distante dal punto di vista economico e sociale. Il tutto è rappresentato dal punto di vista dei bambini, che [...] Vai alla recensione »
È difficile riuscire a spiegare con le parole cosa questo "The Florida Project" faccia provare allo spettatore anche perché è difficile riuscire ad identificare e riconoscere immediatamente queste emozioni. In anzitutto si tratta di un film visivamente bellissimo, grazie alla splendida fotografia ingiustamente snobbata agli Oscar di questo anno, i suoi colori [...] Vai alla recensione »
La povertà non è tutta uguale ma tra le esistenti quella americana è la più riprovevole. Perché voluta, perché creata da un sistema economico sostenuto da leggi inaccettabili. Il tenace rifiuto a una qualsiasi proposta di welfare che invece caratterizza l’Europa, si fonda sulla convinzione che è il singolo che deve fare ricorso alle proprie [...] Vai alla recensione »
Il film mescola documentarismo e finzione come metodo d’indagine dello spazio urbano e dell’odierno tessuto sociale americano. Un film ricco di contrasti, di entusiasmi infantili e di rassegnazioni quotidiane, di ingenua poesia e di consapevole prosa. Un ritratto tenero e puntuale del nuovo sottoproletariato e dei suoi figli dove si rende immediatamente visibile e facilmente leggibile [...] Vai alla recensione »
Le scorribande della piccola Moonie e dei suoi due amici del cuore, animano la monotona estate di un motel dormitorio alla periferia di Orlando, tra l'economia di sussistenza di un indotto commerciale di Disney World e la precarietà di ragazze madri che tirano a campare. A vigilare su di loro, come un angelo custode che tutto vede e tutto comprende, solo il compassionevole manager della struttura, [...] Vai alla recensione »
Se non fosse per qualche ridondanza, l'avrei definito un vero capolavoro: impianto scenico, scenggiatura, attori - bambini compresi - sono da eccellenza. All'inizio sembra un banale film per giovani madri alle prese con delizie, dolori e doveri verso la prole. Ma poi si intravvede presto dove vuole parare l'autore: è una denuncia tragicomica (!) di certa realtà postmoderna [...] Vai alla recensione »
Come vivono la propria infanzia i bambini? Sognando e facendo volare la fantasia in mondi immaginari e fantastici. Ed è quello che fa la piccola protagonista di "Un Sogno Chiamato Florida" che vive con una giovanissima mamma (del padre non si ha notizia) la quale vive alla giornata, arranggiandosi. Al fine di mantenere se stessa e la figlioletta, infatti, questa mamma-ragazza [...] Vai alla recensione »
Sean Baker deve essere encomiato, per farci vedere la vera faccia dell'america, degli Stati Uniti dei pochi, ma elettori, di Trump, dove non c'è posto per gli ultimi, la di gran lunga maggioranza, e dove alligna la miseria e la malattia mentale. Dove non c'è posto per la speranza, ma solo nera disperazione e una coatta assenza di proggettualità.
Operetta a-morale d'impronta squisitamente indie, uno di quei film spazzatura, in crosta di Sundance. Non mi dilungherò stavolta, non c'è niente da definire più di tanto. E' un diorama bambinesco della vitaccia sboccata e puberale della perfieria della Florida, con tanto di pedofili rimbambiti che gironzolano nei giardinetti (probabilmente la scena che ha fatto invaghire [...] Vai alla recensione »
Un film coloratissimo per descrivere una realtà che non molti conoscono: la vicenda madre-figlia raccontata mi ha profondamente colpita e commossa, Non mancano anche momenti divertenti che vedono protaogonisti questo ruppo di bambini scatenati. Imperdibile!
Bellissimo. Vedere una bambina in lacrime, nei film, mi fa sempre una grandissima tenerezza e ogni volta va a finire che piango anche io. Da vedere.
Questo film, girato in pieno stile indie da uno dei registi indie migliori in circolazione è davvero un piccolo capolavoro. Protagonisti una bambina e sua madre totalmente indifferente verso i doveri che il suo ruolo genitoriale le impone. Baker segue le storie dei piccoli personaggi piazzando la macchina da presa ad altezza bambino e crea un film intenso, ironico, divertente e struggente il [...] Vai alla recensione »
È un film che racconta la storia di un gruppo di bambini indisciplinati che vivono in un motel perchè hanno alle spalle genitori che non sono all’altezza del ruolo pur impegnandosi. Moonee è la miccia del gruppo, costretta a vivere nel limbo tra infanzia e adultità. La pellicola è uno spaccato di vita di una realtà dura, spesso presa in [...] Vai alla recensione »
Nonostante lo spaccato e la riconoscibilità tipica di diversi film che raccontano la vita nelle periferie americane, in Un sogno chiamato Florida ci si immedesima. Qui l'ambientazione è un motel dipinto di viola, non tanto diverso dai condomini delle città del Mondo. Chi non ha vissuto le avventure piene di immaginazione delle vacanze estive ? Chi non ha conosciuto situazioni [...] Vai alla recensione »
Un film davvero bello: la semplicità con cui il tempo scorre, colori e personaggi indimenticabili. Il giudizio morale resta fuori quando ci si rende conto che non siamo nella posizione di giudicare nessuno, solo di tifare per loro, per gli ultimi, per quelli che si adattano, per quelli che si ribellano, per quelli che in silenzio vigilano.
Meraviglioso! si ride, ci si commuove e si scopre il volto nascosto di un'America che mai avremmo creduto potesse essere nell'assolata Florida. Ho amato "Tangerine", ma questo nuovo film di Baker è ancora più bello.
Penso che sia un buon film, pero troppe pressioni, focalizzate sempre li, esco con un po di mal di testa, idem maggior parte dei clienti, contenti ma perplessi.
Ho avuto la fortuna di vedere questo gioiello al Festival di Torino e, per fortuna, il 22 marzo arriverà anche al cinema. Un film che racconta il volto nascosto dell'America, attraveros una storia commovente che tocca il cuore, impreziosita da una incredibile fotografia. Da non perdere!
Ho trovato in questo film una dolcissima descrizione della vera maternità ed un elogio della povertà come valore e via verso la felicità.I bambini non hanno bisogno di cose ma di vero amore materno, di essere amati per quello che sono senza assurde pretese di successo, ed i bambini amano i loro genitori per quello che sono, non necessariamente per la loro ricchezza che spesso li allontana.
Venerdì sera in un cinema "affollato" da una manciata di spettatori, assistiamo alla proiezione in un clima simile alla Corazzata Potemkin di Fantoziana memoria. Sullo schermo scorrono immagini (bella fotografia), di vita vuota di persone vuote in non-luoghi vuoti di un america vuota. Il tutto condito dalle stridule grida assordanti di una microscopica tribù di bambinelli [...] Vai alla recensione »
I bambini al cinema sono una questione politica. Al contrario di quanto si può pensare, ovvero all'infanzia come tema di facile identificazione da parte del segmento famigliare degli spettatori, nella storia del cinema i bambini hanno dato vita a vere e proprie rivoluzioni dello sguardo. Secondo filosofi come Gilles Deleuze, per esempio, il neorealismo deve molto alla scelta di riprendere il mondo all'altezza dei piccoli, corrispettivo di una speranza verso nuovi codici con cui guardare (e costruire) l'Italia. Ma sono moltissimi gli autori che hanno identificato nell'infanzia o nella prima adolescenza il momento-chiave per inventare nuove forme, di vita e di cinema: guarda caso un'altra rivoluzione artistica, la Nouvelle Vague, nasce con le peripezie di Antoine Doinel nei 400 colpi. E tanti altri sono i capolavori, mai pietisti né superficiali, che sanno dire la verità sul momento vitalistico, contraddittorio, formidabile e terribile dell'essere bambini, da Ozu a Kiarostami, passando per i capolavori di Loach, Tarkovskij, Vigo.
E proprio a Zero in condotta sembra guardare Sean Baker con il suo Un sogno chiamato Florida (guarda la video recensione), che magari non ha intenzione (né i mezzi artistici) per fare rivoluzioni cinematografiche ma almeno la capacità di osservare con grande onestà quel che racconta.
Tutto infatti ruota intorno alla capacità di questi piccoli personaggi (e di questi piccoli attori) di fornire una dimensione politica senza nemmeno saperlo. L'idea di base, decisamente riuscita, di esemplificare le disparità mostruose dell'America attraverso una contraddizione esplicita (il non-luogo dorato di Disneyworld contro il confinante motel-formicaio dei reietti) funziona perfettamente e Un sogno chiamato Florida può calare i suoi protagonisti con una certa precisione antropologica in questo contesto.
Il primo piano di un muro di cemento, un po' scrostato e slavato, ma di un lilla acceso. I titoli di Un sogno chiamato Florida scorrono su questa immagine-simbolo che dà subito il tono del film. Ci troviamo nei sobborghi di Orlando. Florida, fuori dalla città fatata di Disneyworld, tra motel squallidi, case abbandonate, chioschi e diner a poco prezzo popolati di gente che cerca di tirare avanti più [...] Vai alla recensione »
Sean Baker deve aver letto il romanzo Cani smarriti, senza collare di Gilbert Cesbron, dal quale Jean Delannoy trasse nel 1956 il film omonimo con Jean Gabin, raccontando - con tatto e senza moralismi - l'infanzia e l'adolescenza disagiate della Francia postbellica. Non dev'essere casuale che il film di Baker, Un sogno chiamato Florida, sia apparso nella "Quinzaine des réalisateurs" durante il Festival [...] Vai alla recensione »
In quel piccolo mondo inquieto di bambini, Bobby è l'unica figura maschile e paterna in Florida, terra delle arance, paradiso delle vacanze, ogni anno milioni di turisti accorrono per lasciarsi incantare dal Walt Disney World, dagli immensi parchi tematici, dalle illusioni tecnologiche, dalle magie infantili; alberghi a tema anche lussuosi, campi da golf, spettacoli, sole, safari, dinosauri, fantasmi [...] Vai alla recensione »
Arriva dall'America un sorprendente film che per temi e sensibilità avrebbe potuto dirigere il nostro Vittorio De Sica. I protagonisti sono tre bambini di sei anni, Mooney, Scooty e Jancey, che vivono in un motel tutto rosa, accanto ad altre case colorate, perché a due passi c'è Disneyland. Ma il mondo in cui vivono è tutt'altro che da fiaba: i loro padri sono assenti, mentre le loro madri si arrabattano [...] Vai alla recensione »
Moonee (Brooklynn Prince) e Scooty (Christopher Rivera) hanno sei o sette anni e abitano al Magic Castle Inn and Suites, un motel color rosa confetto. Al Future Hotel, poco distante e tutto celeste, abita la loro amica Jancey (Valeria Cotto). I nomi degli alberghi promettono molto, ma non ci si fermano che i turisti poveri, giunti a Orlando per visitare il paradiso di Disney World.
Quando Steven Soderbergh presentò alla Berlinale il suo "Unsafe", il critico collettivo sentenziò che era il primo film indipendente girato con uno smarthpone. Dimenticando, tra i tanti, il glorioso precedente diretto da Sean Baker e intitolato "Tangerine" (il film non ha girato molto, fuori dai festival, ma parliamo di gente che i festival li frequenta).
Amaro dramma, attorno a un'America miseranda, a due passi dal turismo di massa. Un paese degradato, anche nel linguaggio, visto con gli occhi Innocenti di tre bambini. Come la piccola Moonee, sei anni, che vive in un motel fatiscente alla periferia di Orlando, In Florida, con la mamma sbandata Halley e scorrazza senza controllo con due coetanei. Magnifici la mini esordiente Brooklyn Prince e Willem [...] Vai alla recensione »
Povera, lontana, disastrata dalle speculazioni bancarie e dalla fuga dei posti di lavoro, in Un sogno chiamato Florida, di Sean Baker, l'America «lasciata indietro» che ha nutrito la scalata al potere di Donald Trump è un paesaggio surreale di bassi fabbricati, palme sparute, prati aridi striati dalle superstrade, una wasteland meridionale, in slow motion verso il postapocalittico del romeriano Day [...] Vai alla recensione »
Le giornate avventurose di un gruppo di bambini lasciati a se stessi dai genitori assenti, e di un custode che li deve sorvegliare suo malgrado. Il Florida Project del titolo originale è letteralmente l'altra faccia di Disneyland, quella che si trova a pochi passi dal Paese delle Meraviglie. Nelle intenzioni, la periferia intorno al megaparco dei divertimenti di Orlando avrebbe dovuto diventare un'area [...] Vai alla recensione »
Moonee, Scooty, Jancey e gli altri. La rumorosa e saltellante comunità di piccoli protagonisti di Un sogno chiamato Florida è una delle cose più belle dell'annata cinematografica 2017/2018. Un gruppo di monelli che corre, sputa, urla e letteralmente danza sotto il cielo luminoso della Florida. Kissimmee, sobborgo a sud di Orlando che sembra un paese di marzapane.