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Riparte la saga con un capitolo curioso. Ma sono troppi i luoghi comuni. Azione, Fantascienza - USA2024. Durata 145 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un nuovo capitolo della saga de Il pianeta delle scimmie, che riprenderà molti anni dopo la conclusione del film del 2017 The War - Il pianeta delle scimmie. Espandi ▽
Sono passate generazioni dalla morte del primo leader delle scimmie senzienti, Cesare, e ora i primati hanno il controllo del mondo, ma non hanno sviluppato una società particolarmente evoluta. Noa vive infatti in una piccola comunità rurale. La specializzazione del suo clan è addestrare aquile, di cui rubano le uova per crescerle in modo che rispondano al canto delle scimmie. Questa comunità viene razziata dal vicino regno di Proximus Caesar. Gli aggressori cercano una giovane donna.
Riparte la saga del Pianeta delle scimmie con un netto salto temporale in avanti e però pure un villain e un protagonista troppo generici. L'ultimo atto apre prospettive interessanti per il futuro, ma ci arriva con fatica. Due ore e venti minuti, costellati di luoghi comuni, di simbologie fin troppo trasparenti e di dialoghi stentati.
Wes Ball realizza alcune buone sequenze spettacolari e le città ridotte ad antiche rovine coperte di vegetazione sono uno scenario affascinante. Non sempre la logica degli eventi è però convincente, ci sono le tipiche scorciatoie del cinema avventuroso e pure qualche drammatizzazione di troppo. Recensione ❯
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Un film che segna una svolta nel sottogenere cibo-cinema: non più competizione ma condivisione di sapere. Drammatico, Francia2023. Durata 145 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
La storia di Eugenie, stimata cuoca, e di Dodin, il raffinato gourmet con cui ha lavorato negli ultimi 20 anni. Espandi ▽
Sul finire del XIX secolo in Francia Eugenie, cuoca sopraffina, e Dodin-Bouffant, famoso gastronomo, lavorano fianco a fianco da vent’anni. Il loro è un rapporto di reciproca fiducia che progressivamente si è trasformato in una relazione sentimentale. Eugenie però si ritrae dinanzi all’idea che si consolidi in un matrimonio. Lui però non ha intenzione di arrendersi e si muove, per ottenere il risultato desiderato, sul terreno che li accomuna: la cucina. Il rapporto tra cinema e cibo è ormai di lunga data ma un film come quello diretto da Tran Anh Hung segna decisamente una svolta in quello che è diventato quasi un sottogenere. Fin dalle prime inquadrature, e per l’intera durata del film, vegetali, carni e tutto ciò che contribuisce alla riuscita di un piatto (ivi compreso un profluvio di pentole in rame) sono al centro dell’inquadratura e vengono portati sullo schermo grazie ad uno sguardo che è al contempo tecnicamente attento e sensorialmente partecipe. Su questo pentagramma sensoriale si sviluppano le note di un autunno della vita che vede due persone (una delle due preferisce l’estate mentre l’altra finisce con l’amarle tutte) comunicarsi sentimenti attraverso l’attenzione che mettono nella preparazione dei piatti. Recensione ❯
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Guadagnino dirige un'esplorazione - maliziosamente - seduttiva del desiderio. Che rimbalza come una pallina da tennis. Drammatico, USA2024. Durata 131 Minuti.
Luca Guadagnino dirige un film ambientato nel mondo del tennis ma incentrato sulla rivalità (anche amorosa) tra tre ragazzi. Espandi ▽
Art e Patrick sono amici da quando avevano 12 anni, ed entrambi giocano a tennis sognando una carriera da professionisti. Ma quando in campo scende Tashi, la giocatrice più brillante della sua generazione, la loro amicizia viene messa alla prova dalla competizione per le sue attenzioni. Anni dopo, quando Art, che nel frattempo è diventato una star del tennis (ma sta ancora inseguendo il sogno di vincere gli US Open), partecipa a un challenger, ovvero un incontro di livello inferiore nel mondo dei tornei professionistici, si trova di fronte proprio Patrick, che nel frattempo si è perso per strada, riducendosi a dormire nella sua automobile. E sarà sempre Tashi l'ago della bilancia fra quei due sfidanti.
Challengers, scritto dal drammaturgo e romanziere Justin Kuritzkes e diretto da Luca Guadagnino, è una esplorazione geometrica del desiderio che rimbalza come una pallina da tennis e colpisce gli avversari a 200 chilometri all'ora, quasi la velocità del proiettile.
Nella sua voglia di giocare con la natura volubile e feroce del desiderio e con le dinamiche del dominio e della sottomissione, il film ha in sé qualcosa di ludicamente, e maliziosamente, seduttivo. Recensione ❯
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I cittadini del Bhutan si devono confrontare con le prime elezioni democratiche. Espandi ▽
Bhutan 2006. Il re rinuncia a parte dei suoi poteri decidendo di indire per la prima volta elezioni democratiche. Alcuni funzionari statali vengono mandati nei villaggi per spiegare direttamente le dinamiche elettorali. In uno di essi un Lama decide di dotarsi di almeno un fucile per 'mettere le cose a posto'…
Al suo secondo film Pawo Choyning Dorji affronta le tematiche legate al suo popolo con uno stile diverso rispetto a Lunana - Il villaggio alla fine del mondo. Dal punto di vista occidentale un corpo elettorale formato da unità familiari e non da individui non può costituire un esempio di democrazia completamente attuata ma il film riesce ad offrire, con semplicità ma anche con sguardo acuto, la lettura di quali fossero le aspettative della monarchia e quanta confusione regnasse tra i sudditi.
Ci viene chiesto di interrogarci, senza che nessuno pretenda di farci la morale, su scelte e valori molto differenti dai nostri. Recensione ❯
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Tra ironia e buone trovate, è il miglior film di David Leitch. Con Ryan Gosling che fa la parte del leone. Azione, Drammatico, Thriller - USA2024. Durata 126 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
La storia di uno stuntman che si ritrova a indagare sul caso di una persona scomparsa. Espandi ▽
Colt Seavers è uno stuntman innamorato di Jody Moreno, un'assistente alla regia. Quando subisce un grave incidente sul set, si convince a lasciare la professione e pure l'amata. Rassegnatosi a fare il parcheggiatore riceve un'inattesa chiamata dalla producer Gail, con una proposta che non può rifiutare: partecipare agli stunt di Metalstorm, il primo film da regista della sua ex. Ma c'è un equivoco, perché non è stata Jody a volerlo sul set, bensì Gail, che gli affida l'incarico di ritrovare la star del film, inspiegabilmente scomparsa, ossia quel Tom Ryder di cui Colt è stato per molti anni la controfigura.
Il merito della riuscita del film è anche dell'incalzante sceneggiatura di Drew Pierce, che movimenta i momenti di quiete con un fuoco di fila di battute e con personaggi secondari caratterizzati da efficaci tormentoni.
Ovviamente la parte del leone la fa Ryan Gosling, che sempre più dimostra di funzionare in ruoli in cui non si prende sul serio. Lo spalleggia con buona alchimia Emily Blunt, che alterna severità e complicità secondo gli schemi della commedia romantica. Ben congegnato anche il finale che mantiene il tocco ironico e inanella tre buone trovate. Recensione ❯
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Un thriller psicologico hitchcockiano che affascina e colpisce nel segno. Drammatico, Thriller - USA2024. Durata 94 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Jessica Chastain e Anne Hathaway al centro di un intenso thriller psicologico di influenza hitchcockiana. Espandi ▽
Alice e Celine sono due vicine di casa, ma soprattutto due care amiche. Si frequentano, organizzano feste insieme ai loro mariti, guardano i figli crescere e giocare insieme. Almeno finché il bambino di una delle due precipita dal terrazzo, davanti agli occhi increduli dell'altra. Nulla sarà più come prima, e una spirale di sospetti, sensi di colpa, paranoie e delitti comprometterà per sempre la loro amicizia.
Pur avendo a disposizione poco tempo (poco più di tre settimane) e un budget contenuto (per quelli che sono gli standard delle due attrici), il risultato è un thriller psicologico hitchcockiano e patinato che deve tutto all'affiatamento delle due dive Jessica Chastain e Anne Hathaway.
La riflessione che scaturisce dal film è importante: perdere un figlio diventa più che un inimmaginabile trauma personale, diventa anche una perdita di ruolo, di senso sociale. Se una donna non è più madre allora chi è? Che cosa resta di lei?
Il tema freudiano del doppio è sempre interessante, quando poi è combinato con il tema dell'emancipazione femminile nell'America degli anni Sessanta e sviluppato da un regista esperto di fotografia sa affascinare e colpire nel segno. Recensione ❯
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Un film multi-mediale, multi-piattaforma, multi-generazionale su un artista che ama l'anonimato. Documentario, Animazione - Italia2024. Durata 90 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un film che unisce immagini dal vero e animazione per raccontare l'evoluzione di un'artista straordinario: Liberato. Espandi ▽
C'è un artista in tour per l'Europa - Berlin', Parigg', Londr' - con la sua crew che è una comitiva che è una compagnia, e ad ogni tappa ci si deve fare una foto con la sciarpa del Napoli calcio sotto gli skyline metropolitani per liberarli. Ci sono e' cumpagn di questa posse che vanno in giro assieme da anni e che da anni coprono un segreto, però sono liberi di parlare di tutto il resto, di come sono arrivati lì, di quello che sapevano, di quello che hanno imparato e anche di quello che non sanno di avere davanti.
C'è un ragazzo che nun tene padrone tranne la musica che vorrebbe fare e che ancora non gli esce fuori, nonostante la bacchetta del nonno, la band del liceo, l'amore di una mangaka. Ci sono 'o sang' 'e San Gennaro, ll'ov' sott' 'o Castiell', 'o Munaciell', Pulecenell'. E poi c'è Liberato, che è tutte queste cose assieme e nessuna di queste.
La paranza di Lettieri e Liberato è multi-mediale, multi-piattaforma, multi-generazionale. E non sembra avere altre convergenze nel panorama italiano. Recensione ❯
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Un documentario sull'artista Anselm Kiefer e sulla sua ultima, imponente creazione. Espandi ▽
Come approcciare l’opera proteiforme di Anselm Kiefer che evolve costantemente e mette in discussione con altrettanta costanza l’oscuro passato della Germania? Artista tedesco, nato l’8 marzo del 1945, due mesi prima della capitolazione nazista, è cresciuto in un Paese devastato dalla guerra che lo ossessiona e diventa il suo soggetto di predilezione. Soltanto Wim Wenders, che ha conosciuto come lui il pesante silenzio del dopoguerra e poi la ricostruzione e infine la riunificazione, poteva anche solo immaginare di farne un ritratto. Il percorso del regista nell’arte degli altri, prosegue e si installa in Francia e in quell’atelier gigantesco che è Barjac, immenso terreno di sperimentazione e luogo che testimonia la ricerca demiurgica di Kiefer.
Dopo Présence, mediometraggio presentato alla Biennale d’arte contemporanea di Venezia, consacrato all’opera dell’artista francese Claudine Drai, e dopo Pina, elegia in rilevo alla memoria di Pina Bausch, Wenders tenta di nuovo l’impresa del 3D, girando un film sontuoso, una vera ‘installazione’ destinata ai musei e alle sale.
Per comprendere l’opera intimidente di Kiefer, per i mezzi che richiede e la quantità di questioni che solleva, l’autore evoca i luoghi e le circostanze. Wenders non sceglie la cronologia, dall’infanzia dell’artista ai nostri giorni, ma tesse piuttosto un’andata e ritorno stordente tra passato e presente, partendo direttamente dalle opere. Recensione ❯
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Un'originale e riuscita avventura fuori dai comfort casalinghi del gattone più amato del grande schermo. Animazione, Avventura, Commedia - USA2024. Durata 101 Minuti. Consigli per la visione: Film per tutti
Un lungometraggio d'animazione ispirato al pigro gattone rosso innamorato delle lasagne, creato da Jim Davis. Espandi ▽
Garfield, il pigro gattone che odia il lunedì (giorno del bagnetto) e che fagocita le adorate lasagne, incontra inaspettatamente il trasandato gatto di strada Vic che si rivela essere il padre che lo aveva abbandonato da cucciolo. Insieme a lui, e al fedele amico canino Odie, sarà costretto a lasciare le comodità di casa per lanciarsi in un'esilarante rapina ad alto rischio.
Diretto da Mark Dindal, regista di Le follie dell'imperatore di cui qui ritroviamo anche il cosceneggiatore David Reynolds, Garfield: una missione gustosa è una riuscita commedia che conserva il dna surreale dell'amato felino arancione accordandolo con divertenti elementi della contemporaneità.
Il merito va sicuramente all'impianto produttivo. Ma anche all'animazione che è perfettamente funzionale alla rappresentazione del mondo morbido e ovattato di Garfield. Recensione ❯
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Quando un gruppo di amici viola incautamente la sacra regola della lettura dei Tarocchi, scatenano inconsapevolmente un male indicibile intrappolato nelle carte maledette. Espandi ▽
Un gruppo di sette amici si ritrova in una vecchia villa isolata, appositamente affittata, per un weekend spensierato. L’occasione è data dal compleanno di una di loro, Elise. Ma, finita anzitempo la birra, i ragazzi perlustrano la villa alla ricerca di alcolici e finiscono con lo scovare, in una stanza in cui sarebbe interdetto l’ingresso, un vecchio mazzo di tarocchi. Usando il misterioso mazzo di tarocchi, gli sprovveduti vacanzieri si mettono in guai molto seri, causati da un’antica maledizione. La profezia del male crea una classica situazione di pericolo partendo da una premessa molto semplice - la lettura dei tarocchi - che consente di dare il via a una serie di siparietti mortali. La prevedibilità di una simile costruzione è evidente ed è anche una circostanza molto comune nell’horror. Qui i personaggi sono in genere poco interessanti ed è anche poco interessante il loro destino, ma le scene clou presentano una buona vivacità e sono realizzate con una certa inventiva e l’ausilio di apprezzabili effetti speciali in modo da garantire una buona resa spettacolare. Recensione ❯
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Luchetti ritrova Starnone e realizza il suo film più complesso e maturo. Dietro il thriller c'è molto di più. Drammatico, Italia2024. Durata 136 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Pietro è un professore di liceo che ha una relazione, una volta diplomata, con Teresa una sua ex studentessa. Un giorno lei gli propone di confessarsi vicendevolmente un segreto mai detto a nessuno. Dall'omonimo romanzo di Domenico Starnone. Espandi ▽
Pietro, professore di liceo amato dai suoi studenti, trova l’amore, nel senso pieno del termine, con Teresa, un’ex studentessa. Da quando lei gli propone di confidarsi reciprocamente un segreto mai rivelato a nessuno le cose cambieranno profondamente. Luchetti torna ad occuparsi di un romanzo di Starnone e realizza il suo film più complesso e ricco di sollecitazioni nei confronti dello spettatore. Il regista (e dietro di lui Starnone e Piccolo) è molto abile nel non cadere nelle trappole narrative made in USA modello Attrazione fatale. Qui non ci sono coniglietti bolliti e Teresa non è una pazza alla ricerca di vendetta. È qualcosa di più e di diverso. È la rappresentazione fisica della cattiva coscienza di Pietro. È in questa capacità di approfondire anche le minime sfumature che Luchetti ci mostra la solidità e la totale capacità di immergersi nella narrazione della sua regia. Sarebbe troppo semplicistico leggere questo film come un thriller. È molto di più. Recensione ❯
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Quando la gente di Littlehampton inizia a ricevere lettere scandalose e oscene, il sospetto cade immediatamente sulla focosa Rose, che potrebbe perdere la custodia della figlia. Espandi ▽
Fare commedia in modo arguto, sottile, raffinato, è arte sempre più rara. Appartiene di sicuro alla penna di Johnny Sweet e alla maestria registica di Thea Sharrock, che firmano un’opera deliziosa, scorretta e imperdibile. Al centro c’è un mistero da risolvere: lettere oscene piene di insulte dal mittente sconosciuto. Siamo nel primo ventennio del Novecento, le donne non sono ben viste in società, e Sharrock ne sottolinea con amara ironia a più riprese la realtà ingiustamente subalterna. L’ironia con cui Sharrock porta sullo schermo tutta questa narrazione è feroce e politicamente scorretta, ma soprattutto colpisce tutte e tutti indiscriminatamente. A tutto questo si aggiunge l’umorismo marcato, e amaro al tempo stesso, con cui si affronta in maniera narrativamente ammirevole il fenomeno contemporaneo degli “haters”, attraverso questa storia “più che vera” (avvertono i titoli di testa). Recensione ❯
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Un'opera prima che non fa sconti a nessuno e affronta con empatia i diversi aspetti della discriminazione. Drammatico, Italia, Francia2023. Durata 110 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Una storia di amicizia e di emancipazione in un tempo e un luogo dominati ancora da una radicata cultura patriarcale. Espandi ▽
La seconda guerra mondiale è finita ma in un piccolo paese della Calabria nulla sembra essere cambiato se non sul piano politico. Marta, che ha avuto un bambino da un ragazzo morto successivamente in guerra, dovrebbe sposare un vedovo che non ama. Lorenzo è il sacrestano del parroco il quale, pur consapevole della sua omosessualità, si avvale della sua professionalità. I pregiudizi però non mancano sia ne i confronti dell’uno che dell’altra che, per di più, cerca una strada nel mondo del lavoro. L’opera prima di Daniela Porto, che ha scritto e diretto il film con Cristiano Bortone, affronta con empatia i diversi aspetti della discriminazione. Il loro è un film che non fa sconti a nessuno prendendo le mosse dal libro omonimo di Daniela Porto. Recensione ❯
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Victor vuol sposare Victoria, ma la sua sarà invece una sposa cadavere. Tim Burton inanella nella sua filmografia una nuova perla, un altro regalo ai bambini di 40 anni che da piccoli avevano paura del buio, ma non riuscivano a fare a meno di perdercisi. Espandi ▽
Victor sposerà Victoria alla cieca, lui figlio di borghesi arricchiti, lei di nobili decaduti. Alle prove per il matrimonio Victor palesa tutta la sua goffaggine ma Victoria si innamora lo stesso di lui, ricambiata. Il giovane si rifugia nel bosco per esercitarsi con la formula di matrimonio, e preso dall'enfasi infila l'anello in un ramo che spunta dal terreno. Il ramo è in realtà il dito di Emily, la sposa cadavere, che reclama ora Victor come suo legittimo marito. A Victoria, intanto, i genitori hanno già trovato un nuovo sposo, il misterioso Lord Barkis. Recensione ❯
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Antonio Albanese è ancora una volta all'altezza, in una favola sulla solidarietà umana. Sorprendente Virginia Raffaele. Commedia, Italia2024. Durata 113 Minuti.
Cercare in tutti i modi di salvare una scuola speciale. Antonio Albanese torna protagonista di una commedia diretta da Riccardo Milani. Espandi ▽
Michele Cortese è un maestro elementare che chiede l'assegnazione provvisoria presso una scuola di Rupe, un paesino sperduto dell'alta Val di Sangro, nel cuore del Parco nazionale dell'Abruzzo, che conta 378 anime - anzi, 364 perché l'anno prima ci sono state "14 dipartite e nessuna nascita". Quando Michele arriva alla scuola del nuovo incarico scopre che dovrà insegnare ad una pluriclasse di soli sette bambini fra prima, terza e quinta elementare. E in breve scoprirà anche che il preside del comprensivo di una cittadina più grande ha tutto l'interesse a che la scuola di Rupe chiuda i battenti. Toccherà al maestro Cortese e alla vicepreside Agnese, insieme al personale scolastico, ai bambini e agli abitanti di Rupe, tentare di salvare il proprio presidio educativo con un escamotage davvero audace.
Riccardo Milani torna a scegliere Antonio Albanese come suo alter ego, con cui condivide le caratteristiche di generosità d'animo, impegno civile e comune decenza. Un mondo a parte è una favola intenzionata a tradurre in forma di commedia popolare un depauperamento tangibile e lo spettro di una generale rassegnazione "a perdere una cosa dopo l'altra", riconducendoci ad un principio base di solidarietà umana.
Albanese è come al solito all'altezza del ruolo, ma sorprende per efficacia Virginia Raffaele sia per la capacità di calarsi a fondo, lei romana, nell'accento di sua madre, sia per quella di impersonare in modo riconoscibile una delle tante figure scolastiche che combattono una quotidiana battaglia. Recensione ❯
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L'incontro tra due solitudini in un film che chiude una quadrilogia sul lavoro iniziata nel lontano 1986. Commedia, Finlandia2023. Durata 81 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Due persone sole che si incontrano per caso nella notte di Helsinki mentre sono alla ricerca del primo amore della loro vita. Espandi ▽
Nella notte di Helsinki si incontrano due solitudini, quella di un operaio meccanico e di una cassiera di supermercato. Entrambi hanno il desiderio di conoscersi meglio ma un numero di telefono scritto su un foglietto viene perduto e quindi l’incontro viene rinviato mentre la loro situazione sul versante sociale non sta affatto migliorando. Soprattutto per lui che non riesce a smettere di bere alcolici. Aki Kaurismaki chiude con questo film una quadrilogia sul lavoro iniziata nel lontano 1986 con Ombre in paradiso in cui il netturbino Nikander e la cassiera di supermercato Llona non ottenevano l’ascesa sociale sperata. Sembrava dovesse trattarsi di un percorso ormai concluso nel 1989. Invece, trentaquattro anni dopo, la situazione sociale (finlandese e purtroppo non solo) richiede di tornare sul tema. I due protagonisti appartengono con pieno diritto alla galleria di personaggi che il regista ci ha fatto incontrare nel corso degli anni con la loro malinconia profonda, con dei nodi nell’animo difficili da districare ma anche, o forse proprio per questo, con il desiderio di avere qualcuno che comprenda non tanto le loro parole quanto i loro silenzi. Recensione ❯
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Bocciata per il ruolo di Giulietta, una giovane attrice ritenta sotto falsa identità per dimostrare il suo talento. È così che si trasforma in Otto Novembre, si propone per il ruolo di Romeo e ottiene la parte. Cosa fare a quel punto? Espandi ▽
Vittoria è un'attrice che ha commesso un grosso errore: spacciare per proprio un testo teatrale, ricavandone un'accusa di plagio e l'impossibilità di presentarsi ai casting. Federico Landi Porrini è un regista teatrale geniale ma intrattabile. Vittoria, miracolosamente arrivata ad ottenere un provino per la parte di Giulietta, viene allontanata malamente da Landi Porrini. La giovane donna allora decide di imbastire un imbroglio ai danni del regista, travestendosi da uomo e proponendosi per il ruolo di Romeo. Inaspettatamente Federico viene conquistato proprio da quel Romeo sui generis, e Vittoria rinuncerà temporaneamente a svelare l'inganno, prendendo gusto alla possibilità di calcare di nuovo le tavole del palcoscenico.
Un po' Shakespeare in Love, un po' Tootsie, molto Victor Victoria (di cui la protagonista ha anche il nome), e ovviamente "La dodicesima notte" scespiriana, Romeo è Giulietta è una commedia degli equivoci gradevole e ben scritta da Pilar Fogliati, Nicola Baldoni e Giovanni Veronesi, che dirige con mano più leggera del solito, rispettando l'afflato gentile del testo.
Il film racconta bene la peculiarità del mondo degli artisti teatrali che "tengono più al ruolo che all'orgoglio", che sono disposti anche a truffare pur di rimanere in scena, che non conoscono altra vita che quella del palcoscenico e fanno del proprio narcisismo una bandiera. Recensione ❯
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Il mélo classico viene attualizzato in un'opera raffinata che regala suggestioni non solo agli irrecuperabili sentimentali. Drammatico, USA2023. Durata 106 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Due amici di infanzia si perdono e si ritrovano. Seguiamo l'evolversi della loro relazione in tre archi temporali. Espandi ▽
Come rendere la materia più antica e apparentemente distante dal pragmatismo odierno viva e pulsante? Come farla parlare alla generazione del terzo millennio? Quesito che Celine Song non sembra porsi, trovando la più semplice delle soluzioni possibili, ossia un racconto in parte autobiografico e in parte romanzesco, a cui fornire una struttura narrativa insolita. Quella di Celine Song, drammaturga al debutto nel lungometraggio, è una riflessione a tutto tondo sul relativismo dell’amore e su come questo sia inevitabilmente condizionato dal caso e dal destino, da avvenimenti anche ordinari o da coincidenze imprevedibili. È evidente l’amore cinefilo di Song per il mélo classico e moderno ma è altrettanto chiara, e tutt’altro che ovvia, la sua rielaborazione in forma contemporanea. Un’attualizzazione che attraversa linguaggio e contenuti e che tiene conto dei cambiamenti radicali sopraggiunti durante l’arco temporale della vicenda. Recensione ❯
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Kassovitz osserva la banlieue senza paura di sporcarsi le mani, in un film folgorante, che non dà tregua. Drammatico, Francia1995. Durata 95 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +16
Gioellino del cinema francese, da molti considerato un vero e prorpio capolavoro, si è aggiudicato il premio per la regia al Festival di Cannes 1995. Espandi ▽
In un quartiere periferico parigino (i francesi li chiamano le cité), scoppia il vento della rivolta dopo il pestaggio del sedicenne Abel da parte della polizia. I giovani della banlieu scendono in strada e si battono tutta la notte con gli agenti. Tra loro ci sono tre amici: l'ebreo Vinz, il maghrebino Said e il nero Hubert, un trio di sfigati, disoccupati, arrabbiati e senza futuro. La giornata balorda dei tre giovani disperati ha inizio quando Vinz, che ha trovato una pistola d'ordinanza persa da uno sbirro durante gli scontri, decide di usarla. Diretto da Matthieu Kassovitz, un venticinquenne di talento, in un bianco e nero splendido, e parlato con un dialetto non facile da tradurre, L'odio è un film durissimo che ha totalizzato milioni di spettatori in Francia, ottenendo anche il premio per la miglior regia a Cannes nel 1994. Recensione ❯
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Un rispettoso e romantico ritratto di Amy Winehouse, dove la musica è la grande protagonista. Biografico, Drammatico, Musicale - USA2024. Durata 122 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Il film su Amy Winehouse, la cantante britannica scomparsa prematuramente all'età di 27 anni nel 2011. Espandi ▽
Nata e cresciuta a Londra, famiglia di origini ebraiche, genitori divorziati, Amy Jade Winehouse è una giovane donna libera, con un amore spiccato per la musica jazz, sense of humour e gusto per l'imprecazione. Amy ha voce potente, estensione, groove, è cresciuta ascoltando musica afroamericana. Nessuno sa tenerle testa e nessun uomo sa starle vicino come lei vorrebbe. Tutto cambia quando al "The Good Mixer" di Camden entra Blake Fielder-Civil, tossicomane che la seduce mimando Leader of the Pack delle Shangri-Las. È colpo di fulmine, inizio di una relazione devastante per entrambi.
Il film si focalizza sulla storia d'amore tra Amy e Blake perché è dell'amore non corrisposto, di quel black vischioso, quel back to us che segue ad ogni fine, che Winehouse ha sempre cantato, conquistando i pubblici di tutto il mondo.
Marisa Abela, anche dal punto di vista vocale, è una Winehouse accattivante e convincente. Più che una ricostruzione verosimile, un ritratto più rispettoso possibile di una donna lasciata sola a combattere con ferite forse troppo antiche. Recensione ❯
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Un cast affiatato e ben diretto, al servizio di una storia famigliare che rimanda a Monicelli e Scola. Drammatico, Italia2024. Durata 103 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Una commedia corale che esplora le tensioni familiari di sei fratelli nati dallo stesso padre e da madri diverse. Espandi ▽
Guido, Marco, Leo, Gaelle e Mattia sono, in ordine di età, i cinque figli di Manfredi Alicante, padre egoista e narciso che si è appena tolto la vita. All'apertura del suo testamento i cinque figli scopriranno di avere anche una sorella, Luisa. I sei litigano fra di loro, alcuni anche a causa di antiche ruggini, e trovare un'intesa su come gestire l'allevamento di ostriche che hanno collettivamente ereditato, e che il padre ha trasformato in una utopistica coltivazione di perle, non è facile. Ci saranno discussioni e rappacificazioni, intese e ostilità nella cornice di Bordeaux, ultima residenza del padre e della terza moglie francese.
Sei fratelli, scritto da Luca Infascelli e Simone Godano e diretto da Godano stesso, parte da una buona premessa e va a toccare un tema eminentemente cinematografico, ovvero la complessità del rapporto fra fratelli e sorelle, soprattutto all'interno di una famiglia allargata.
Se da un lato è divertente osservare le interazioni di un cast affiatato di attori abili e ben diretti, dall'altro si sente la mancanza di un maggiore coraggio nell'esporre le piccinerie e le contraddizioni che fanno parte della natura umana, in particolare all'interno delle dinamiche famigliari. Recensione ❯
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Il film riporta il pubblico alla stagione calcistica 2022/2023, iniziata con la diffidenza e il malumore dei tifosi rapidamente trasformata in entusiasmo per una squadra costruita magistralmente e allenata con grande autorevolezza da Luciano Spalletti. Espandi ▽
"Sarò con te" è una reunion per tutti i tifosi per celebrare, ancora una volta, una vittoria e una città in festa rivivendo sul grande schermo una gioia attesa per 33 anni, raccontata attraverso lo sguardo e le parole di giocatori come il Capitano Giovanni Di Lorenzo, Frank Anguissa, Piotr Zielinski, Khvicha Kvaratskhelia, Kim Min Jae, Giovanni Simeone, Juan Jesus, Eljif Elmas, Victor Osimhen, Mario Rui, Hirving Lozano, Giacomo Raspadori, Alex Meret, Mathias Olivera, Stanislav Lobotka, Matteo Politano, di personaggi del mondo dello sport, dello spettacolo e del giornalismo come Fabio Cannavaro, Geolier, Toni Servillo, Silvio Orlando, Maurizio de Giovanni, Salvatore Esposito, Luisa Ranieri, Marco D'Amore, Diletta Leotta, Paolo Condò, Robert Del Naja, Federica Zille, Pierluigi Pardo, Fabrizio Roncone, Francesco Repice, allenatori, di direttori sportivi e staff del Napoli, come Luciano Spalletti e Cristiano Giuntoli, Giuseppe Santoro e Nicola Lombardo e del Presidente della SSC Napoli, Aurelio De Laurentiis. Recensione ❯
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Ninetta è una donna anziana affetta da Alzheimer. Sua figlia, che la ama profondamente, ne racconta il passato. La prima regia cinematografica di Lina Sastri, tratto dal suo omonimo libro, già adattato in spettacolo teatrale. Espandi ▽
Lucia è un’attrice che raggiunge la città in cui è nata e cresciuta, Napoli, per andare a trovare l’anziana madre Ninetta che è affetta dal morbo di Alzheimer ed è accudita da ben tre badanti. Mentre si trova nella casa materna Lucia ripercorre la propria infanzia leggendo la non facile vita familiare della madre. Nonostante questo la donna aveva saputo conservare una straordinaria vitalità. Lina Sastri trova con questo film la versione definitiva della narrazione del proprio rapporto con la figura materna. Nato inizialmente come un racconto pubblicato in forma di libro e divenuto poi un monologo teatrale il legame profondo tra l’attrice la madre ha trovato ora la forma cinematografica. Il cinema ci ha sicuramente guadagnato perché può ora annoverare un’attrice che sa fare la regista. Recensione ❯
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