Anno | 2023 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Francia |
Durata | 93 minuti |
Regia di | Jean-Baptiste Durand |
Attori | Anthony Bajon, Raphael Quenard, Galatéa Bellugi, Dominique Reymond, Bernard Blancan Nathan Le Graciet (II), Mike Reilles, Mathieu Amilien, Evelina Pitti, Kader Bouallaga, Marysole Fertard, Thibaut Bayard, Maia Dennehy, Tommy Lee Baïk, Fayssal Djedoui, Antoine Rodriguez, Viktor Gkoritsas, Johan Adam. |
Uscita | giovedì 23 maggio 2024 |
Tag | Da vedere 2023 |
Distribuzione | No.Mad Entertainment |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,34 su 8 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 21 maggio 2024
In un piccolo paese a Sud della Francia, due amici d'infanzia vedono le loro abitudini e il loro rapporto perturbati dall'arrivo di una ragazza. Il film ha ottenuto 7 candidature e vinto 2 Cesar, 2 candidature e vinto un premio ai Lumiere Awards, In Italia al Box Office Chien de la casse ha incassato 21,7 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Antoine e Damien sono amici da sempre, e da sempre vivono a Le Pouget, piccolo borgo dell'Herault francese dove i (pochi) giovani si incontrano ogni sera nella stessa piazza. Il rapporto fra i due ragazzi è ben codificato e quasi simbiotico, nel senso anche tossico del termine: Antoine, che tutti chiamano con il cognome Mirales, è dominante e tratta Damien, soprannominato Dog, alla stregua del suo vero cane, Malabar. E Dog si lascia offendere e umiliare senza reagire, come un cane fedele, finché a Le Pouget arriva Elsa, una ragazza di città che ha scelto di trasferirsi per un mese lontano dal caos della vita urbana: ed Elsa, curiosamente, comincia una relazione proprio con Damien, il quale di fatto si allontana da Antoine. Ovviamente l'amico gradasso la prende male, e il conflitto fra i due non tarderà ad esplodere, rompendo la quiete apparente (ma anche la monotonia) della vita del paese.
Chien de la casse è il lungometraggio di esordio dello sceneggiatore e regista francese Jean-Baptiste Durand e ha vinto sia il César come Miglior film d'esordio che quello per il Miglior attore esordiente, quel Raphael Quenard che è stato anche protagonista del film di Quentin Dupieux Yannick - La rivincita dello spettatore.
Durand è il mattatore di Chien de la casse nel ruolo sfaccettato e contraddittorio di Antoine Mirales, capace di trattare l'amico Damien come una pezza da piedi ma anche di correre in suo soccorso nel momento del bisogno, apparentemente rozzo e prepotente e in realtà avido consumatore di cultura alta - da Montaigne a Hesse - e abile cuoco.
Antoine parla con il matto del paese Bernard, cucina biscotti per la vicina e si prende cura di sua madre, una pittrice in preda alla depressione. Ma nei confronti di Damien ed Elsa è crudele e villano, invadente e fuori luogo. Dal canto suo Damien tiene fede al suo soprannome seguendo passivamente gli ordini tanto dell'amico quanto della nuova fidanzata, e non risponde nemmeno alle provocazioni dei bulli del paese. È una vittima designata e ha sempre vissuto (e subìto) la vita sempre uguale del suo paese, in cui ognuno ha un ruolo definito dal quale non si può mai emancipare. In realtà è in procinto di partire per il servizio militare, mentre Mirales, che vorrebbe andarsene per imbarcarsi in qualche grande impresa, è incatenato a Le Pouget.
Il rapporto fra questi due amici in qualche modo rimanda a quello fra i protagonisti di Gli spiriti dell'isola, perché è basato su un bisogno reciproco che ha molto a che fare con l'affermazione della propria identità maschile: ognuno è lo specchio (deformante) dell'altro, e quando uno dei due si allontana dalla relazione, l'altro non riesce più a vedere riconfermata la propria immagine virile, rassicurante nella sua prevedibilità. Oltretutto i due aspetti della mascolinità rappresentati da Chien de la casse sono davvero archetipici: Antoine è il miles gloriosus, Damien il parassita. Ma la metafora dominante, a cominciare dal titolo, resta quella cinofila, e Malabar è il terzo vertice di un triangolo degno di un'area cani più che di un paesino occitano. Chi la spunterà, chi soccomberà e chi riuscirà a scappare dal recinto?
Senza grandi voli pindarici ma con un'adesione totale ai suoi personaggi e ad un ambiente che evidentemente conosce molto bene, Durand racconta con calma la sua storia, lasciando ad Antoine tutto lo spazio per giganteggiare alla Gassman de Il sorpasso e a Damien quello di manifestare attraverso minime espressioni del viso il proprio dolore nel subire da sempre le prevaricazioni dell'amico. Il vero dramma sta nel fatto che questi due ragazzi si vogliono bene sul serio, e hanno legato a doppio filo le proprie esistenze perché in certe piccole comunità la mancanza di alternative crea relazioni blindate. Dunque la tristezza che si legge nello sguardo di Dog non è solo quella del cane bastonato, ma anche quella dei giovani che nella provincia non hanno opportunità di dimostrare né chi sono né, eventualmente, quanto valgono.
A Pouget, un piccolo borgo francese popolato da pochi giovani che si incontrano ogni sera nella stessa piazzetta, vivono il dinamico Antoine e lo schivo Damien, amici da sempre. La loro è, in pratica, una simbiosi. Una sorta di fratellanza per resistere alla noia di provincia, galleggiando in uno stato d'inerzia che li protegge dalle vere scelte per il futuro.
C' è un'età fatta apposta per il cinema che il cinema affronta raramente con onestà, forse perché è così ricca, generosa, indifesa (e universale) che preferisce farcirla di cliché. O di invenzioni anche poetiche ma non sempre vere. Ogni tanto però un film sbucato da chissà dove strappa quel velo tutto luoghi comuni e cattiva poesia per restituirci la nuda verità.
L'amicizia fraterna tra Dog e MIirales, due ragazzi della provincia francese, è minacciata dall'arrivo di una ragazza di città. Esordio alla regia per che firma una pellicola intrisa di ricordi, malinconia ed un pizzico di nostalgia. Una storia di formazione a due vede i protagonisti scontrarsi per affermare la propria identità. Con tanto di rito di iniziazione accidentale: epilogo crudo, ma necessario. [...] Vai alla recensione »
Opera prima del francese Jean- Baptiste Durand (classe 1983), Chien de la casse si incentra tutto sulla figura di Dog (Raphaël Quenard) e Mirales (Anthony Bajon), amici storici, che si frequentano sin dall'infanzia e vivono a Pouget, un villaggio dell'Hérault. Dog è un tipo silenzioso, particolare nei comportamenti, non molto comunicativo ma un ragazzo dai sani principi, attende la sua chiamata [...] Vai alla recensione »
Ci sono almeno sei possibili film che si incrociano in Chien de la casse, esordio di Jean-Baptiste Durand premiato con due César (correva per otto statuette: niente male per un'opera prima). C'è il buddy movie fondato su due uomini complementari (l'uno che prevarica e l'altro che soccombe, forse) pronto a rivelarsi un bromance (che è una cosa seria e di non facile gestione per tutto ciò che inevitabilmente [...] Vai alla recensione »
Ogni film ha il suo modo di comunicare e su questo si basa il sacro rapporto tra lui e il pubblico. Chi realizza un film sta sempre all'ombra di questo rapporto, accettando la sfida di doverlo mantenere continuamente in equilibrio, pena la rottura del legame con lo spettatore. Chien de la casse, opera prima di Jean-Baptiste Durand, gioca con tutto questo trasformando in pregi quelli che potevano essere [...] Vai alla recensione »
Amici di sempre, Dog e Miralès, schegge della stessa vita di provincia che vede l'imbrunire sin dall'alba: inerzia esistenziale ebbra del nettare della quotidianità, gruppi di amici che stanno come muffa agli angoli di strada, famiglie intristite dal vivere... Junkyard Dog (torsione anglofona dell'originale Chien de la casse) squadra lo scenario esistenziale di un entroterra che non è né metropoli [...] Vai alla recensione »