Sexy, fascinoso e dotato di uno sguardo conturbante dal quale trapela tutto il suo ipnotico carisma. Lui, Joaquin Phoenix, si è guadagnato la prima nomination all'Oscar rubando la scena a Russell Crowe ne Il Gladiatore ed ha incarnato in modo perfetto il tormentato musicista Johnny Cash, nel graffiante Quando l'amore brucia l'anima.
L'infanzia burrascosa
La vita della stella è stata piuttosto burrascosa: papà John Lee Bottom, arredatore che annovera radici ispanico-irlandesi, incontra la futura moglie Arlyn Dunitz Jochebed (ex segretaria insoddisfatta di origini russo-ungariche, scappata da Manhattan dopo aver lasciato marito e lavoro) sulle strade losangeline, mentre la donna fa l'autostop.
La coppia visse inizialmente nelle comuni hippie, dove cambiarono il cognome in "Phoenix" (in onore alla Fenice che risorge sempre dalle proprie ceneri).
Successivamente, John e Arlyn si tramutano in missionari per la setta religiosa "Figli di Dio" e cominciano a girare il mondo a favore dei più bisognosi.
Il 28 ottobre del 1974 nella città di San Juan in Porto Rico, danno alla luce il loro terzogenito: Joaquin.
L'unico dei suoi fratellini a non possedere un nome ispirato alla natura (gli altri si chiamano infatti River, Rain, Liberty e Summer), il caparbio bimbo si ribella e comincia a farsi chiamare Leaf (Foglia).
Dopo che i genitori del piccolo vengono a sapere che la setta circuisce i discepoli con metodi poco ortodossi, prendono la drastica decisione di abbandonare i "Figli di Dio".
Gli esordi nel mondo dello spettacolo e la morte del fratello
Tornati negli States quando Joaquin ha appena quattro anni, la madre trova un impiego come assistente nella famosa emittente televisiva NBC.
Nel 1979 la famiglia Phoenix si trova in ristrettezze economiche: il padre e la sua consorte, allora, vedendo nei figlioletti delle potenzialità artistiche, li persuadono ad intraprendere la carriera di attori.
Grazie a Penny Marshall, cineasta nonché conoscente di un amico dei coniugi Phoenix, i ragazzini vengono ingaggiati dalla Paramount.
Il debutto di Joaquin nello spettacolo avviene nel 1982 in un episodio della serie Sette spose per sette fratelli, nella quale River fa parte del cast abituale.
Segue, dunque, le orme del fratello maggiore (ambitissimo astro nascente di Hollywood, la cui fama è quella di rubacuori dall'animo ribelle) e gira pellicole come Gli Acchiapparussi e Parenti amici e tanti guai.
Poi, nel 1989, il ragazzo molla le scene per raggiungere il padre trasferitosi in Messico, in seguito alla separazione con la moglie.
Ritornato in America, il giovane si riprende il suo vero nome.
La sera di Halloween del 1993, mentre si trova al Viper Room, il locale di Johnny Depp, assieme alla sorella Rainbow e a River, assiste alla tragica morte del fratello per overdose di eroina e cocaina.
Quella notte Joaquin torna sotto i riflettori nel modo più orripilante possibile: la sua chiamata al 911, intanto che il fratello giace esanime, viene trasmessa in tutte le radio e tv.
Sconvolto da tale perdita e disgustato dai media, Phoenix fugge dalla Mecca del Cinema per ritornarvi nel 1995.
Il ritorno al cinema
In quell'anno si lascia sedurre dall'algida Nicole Kidman in Da Morire, ottenendo consensi entusiasmanti.
Ventiquattro mesi dopo, sul set de Innocenza Infranta, incontra la bella Liv Tyler con la quale ha una relazione.
Sfodera, inoltre, le sue ineguagliabili attitudini di attore drammatico in opere come Il Tempo di Decidere e 8 mm-Delitto a Luci Rosse.
Nel 2000 finalmente ha la possibilità di fa vedere di che pasta è fatto: Ridley Scott lo scrittura nel ruolo del feroce Commodo nel pluripremiato kolossal Il Gladiatore: il risultato è stupefacente.
L'interpretazione che gli vale una candidatura come Miglior Attore non Protagonista agli Academy Awards è di un magnetismo semplicemente agghiacciante.
Consacrato ad un successo fenomenale, Joaquin è diretto da Philip Kaufman nell'audace Quills - La penna dello scandalo, nonché dal geniale M. Night Shyamalan nei soprannaturali Signs e The Village.
Il ruolo di Johnny Cash e la consacrazione
Il 2005 è segnato dalla superba performance dell'enigmatica star della country music Johnny Cash in Quando l'amore brucia l'anima di James Mangold.
Con questa fedele e sofferta prova, il nostro Phoenix trionfa con un Golden Globe come Best Actor in un musical ed una seconda nomina agli Oscar.
Vegetariano e sostenitore della PETA, il divo adora montare in sella alla sua Ducati.
Nel 2007 è impegnato nel crime I padroni della notte e nello struggente Reservation Road, mentre dopo il film di James Gray Two Lovers (2009), nel 2010 è protagonista di un mockumentary firmato da Casey Affleck in cui annuncia la sua decisione di abbandonare il cinema per diventare un rapper (I'm Still Here). Torna alla grande accanto a Philip Seymour Hoffman nel film di Paul Thomas Anderson The Master, presentato alla 69esima Mostra del Cinema di Venezia nel 2012 e con il quale ha vinto la Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile. Lo vediamo poi ancora una volta diretto da James Gray in C'era una volta a New York e nell'originale film di Spike Jonze Lei. Il 2014 è l'anno del film di Paul Thomas Anderson Vizio di forma, di cui è protagonista nei panni dello svitato hippie Doc Sportello, e l'anno dopo è tra gli interpreti del film di Woody Allen Irrational Man. Nel 2018 veste i panni di Gesù in Maria Maddalena di Garth Davis, mentre l'anno dopo è il disadattato Joker nell'omonimo film di Todd Phillips, ruolo che gli vale il premio Oscar come miglior attore protagonista, oltre a un Golden Globe (come miglior attore in un film drammatico) e un Critics Choice Award (miglior attore).
Successivamente lo vediamo accanto a John C. Reilly ne I fratelli Sisters di Jacques Audiard e in C'mon C'mon (2021) di Mike Mills.
Arthur Fleck vive con l'anziana madre in un palazzone fatiscente e sbarca il lunario facendo pubblicità per la strada travestito da clown, in attesa di avere il giusto materiale per realizzare il desiderio di fare il comico. La sua vita, però, è una tragedia: ignorato, calpestato, bullizzato, preso in giro da da chiunque, ha sviluppato un tic nervoso che lo fa ridere a sproposito incontrollabilmente, rendendolo inquietante e allontanando ulteriormente da lui ogni possibile relazione sociale
"Non ho fatto altro che cavalcare la forza vitale di Joaquin Phoenix", ha dichiarato Philip Seymour Hoffman nell'accettare la Coppa Volpi ex aequo alla 69esima edizione della Mostra di Venezia per The Master. E in effetti è più giusto descrivere Phoenix come una forza della natura che come un semplice attore: da quando è comparso sulla scena - a 8 anni, in una trasposizione televisiva del musical Sette spose per sette fratelli - il pubblico ha dovuto fare i conti con la sua presenza scenica potente (nonostante un labbro leporino mal ricucito) e la sua recitazione intensa
"Sul set di Irrational Man avevo chiesto al direttore della fotografia Darius Khondji con quale regista gli sarebbe piaciuto lavorare. Lynne Ramsay, ha risposto - lei, e nessun altro. Visto che Darius è uno dei migliori fotografi al mondo e che ha lavorato con Woody Allen, David Fincher, Michael Haneke e Bernardo Bertolucci, ho pensato bene di seguire il suo consiglio". Joaquin Phoenix ha accettato di interpretare il ruolo di Joe, l'ex marine e agente dell'Fbi protagonista di A Beautiful Day (guarda la video recensione), dramma a basso budget con cui la regista e autrice scozzese ha conquistato a Cannes il premio per la Miglior Sceneggiatura
Quando si parla di noir al cinema la tradizione in materia è così grande che non si può fare a meno di pensare a tutto quello che è venuto prima, a quanto un regista o un attore si siano appoggiati alla vasta filmografia in materia, quanto si citi e quanto sia pura ispirazione. Per Vizio di forma "non c'era da guardare vecchi film o altro, tutto era nel libro, il tono è così unico che serviva solo quello" ha raccontato Joaquin Phoenix che nel film è Doc Sportello, un investigatore privato hippie nel 1969, un'era in cui la cultura hippie stava tramontando per lasciare spazio a quella della paranoia
Il buio nell'anima Non è vero che tutto il cinema americano dopo il 2001 pensa all'undici settembre ma è pur vero che molto cinema americano racconta una realtà sociale che pensa all'undici settembre. Non fa eccezione il nuovo film "americano" dell'irlandese Terry George, che sulla "reservation road" incontra e scontra gli "umori" della gente comune davanti alla tragedia. Lungo la strada due padri percorrono in direzione opposte i rispettivi destini e quello dell'uno finirà per travolgere e "investire" quello dell'altro