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Ari Aster

Ari Aster è un attore statunitense, regista, produttore, sceneggiatore, è nato il 15 luglio 1986 a New York City, New York (USA). Ari Aster ha oggi 37 anni ed è del segno zodiacale Cancro.

La rifondazione dell'horror americano

A cura di Fabio Secchi Frau

Regista e sceneggiatore americano, Ari Aster è, assieme a Robert Eggers e Jordan Peele, la punta di diamante dell'horror contemporaneo, impostosi come creatore di drammi grotteschi in cruenti pellicole, che sono già considerate dal pubblico dei veri e propri cult. Storie di distruzioni familiari causate da antiche maledizioni, di incarnazioni di re infernali adorati da sette impregnate di misticismo, di omicidi rituali in luoghi remoti della Scandinavia, di ragazze invitate e attirate di proposito in coloratissime feste perché "prescelte". Tutto questo e molto di più in due titoli che sono bastati per rendere famoso il suo nome internazionalmente. Due titoli costituiti da elaborate configurazioni, progettate per generare particolari immagini d'orrore, facendo trasparire la fragilità psicologica dei suoi personaggi.
Per chi mastica il cinema di genere (e non solo quello), è palese quanto Aster sia principalmente un allineatore di dettagli visivi, che in concerto forniscono un'intera terribile esperienza esistenziale e la rivelazione della logica dell'intero film. Film non carente di una certa sfumatura politico-sociale, presentata come una sostanziale critica ai sistemi gerarchici di oggi (per esempio, il patriarcato) e illuminata da un breve bagliore di coscienza morale (le conseguenze dell'incosciente prepotenza maschile).
Questo autore sa benissimo che ci sono tanti tipi di film d'orrore diversi e sa che, in ognuno di essi, le persone si aspettano di trovare il folle spavento e lo snervante senso d'angoscia, a causa del forte senso di tensione che esercitano sulle loro paure, ma è anche fortemente convinto che siano le immagini a offrire un impatto emotivo più forte di qualsiasi tranello giocato dal perfetto incastro tra inquadratura e suono.
Non sempre però è apprezzato per i suoi sforzi. La critica americana giudica i suoi film ridicoli e commerciali, fintamente grandiosi e visionari. Pellicole che (addirittura) farebbero regredire il genere, perché prodotti da un regista che è più interessato a guardare a ciò che sta mostrando, piuttosto che a ciò che sta facendo. Eppure, per il pubblico il discorso sembra essere diverso. Prima, è rimasto inquietato dal brillante cortometraggio di genere thriller The Strange Thing About the Johnsons, poi non ha più potuto fare a meno di Hereditary e Midsommar, due piccoli gioiellini spaventosamente buoni e terrificanti, che hanno dimostrato indubbiamente la sua abilità dietro la macchina da presa, nonostante i budget modesti.
Ma cosa c'è dietro questi ritratti crudi e inquietanti di un dolore rimpicciolito o dilatato dietro le lenti del suo terrore? Secondo alcuni storici del cinema, c'è tutto quello che c'è da sapere su Aster: l'oppressione esercitata da una madre ebrea troppo autoritaria e pretenziosa; la colpa di aver "danneggiato" in qualche maniera la propria famiglia con le sue scelte di vita; gli oscuri sospetti di essere un bambino indesiderato che è evoluto in un uomo indesiderato; l'impossibilità di adattarsi all'idealizzazione del maschio americano; il rifiuto categorico di un egoismo individualista che pare essere il sentimento più vivo e rappresentativo della sua nazione.
E così, strisciando nell'horror tradizionale, l'autore porta al cinema storie estremamente efficaci, interessanti... demoniache, esoteriche e pagane, che si sporcano le mani nelle tavolozze piene di colore di Douglas Sirk, ma che affilano freddi dialoghi e acuminati gesti come nel miglior cinema di Ingmar Bergman.

Studi
Ari Aster nasce in una famiglia newyorkese di religione ebraica nel 1986, figlio di un musicista e di una poetessa. Trasferitosi a Chester, in Inghilterra, dopo che suo padre aveva aperto un nightclub jazz, tornerà negli Stati Uniti, in New Mexico, all'età di dieci anni. Ossessionato dai film horror, frequenta assiduamente i video stores, saccheggiando i VHS disponibili e cercando già da allora di cimentarsi nella scrittura di qualche racconto d'orrore.
Nel 2004, si iscrive al College di Santa Fe, dove studia cinema e, dopo la laurea, entra nell'AFI Conservatory, all'interno del quale si specializza in regia.

I corti
Le sue prime opere sono due cortometraggi: Tale of Two Tims e soprattutto l'inquietante The Strange Thing About the Johnsons, dirigendo Billy Mayo, Brandon Greenhouse e Angela Bullock, in un'inquietante storia di abusi incestuosi. Il clamore di questo secondo corto attirerà le attenzioni di molti produttori, interessati a quello che Aster può fare con un progetto dalla più lunga durata, ma tra il 2011 e il 2018, il giovane regista preferirà dedicarsi alla scrittura e alla direzione di altri cinque corti, collaborando con i suoi amici, Alejandro de Leon e Pawel Pogorzelski.

Il successo di Hereditary
La spunterà la A24 che offrirà ad Aster tutti i mezzi necessari per realizzare il suo primo lungometraggio, il terrificante Hereditary - Le radici del male (2018), circondandosi di un grande cast di stelle che prevedeva Toni Collette, Gabriel Byrne, Alex Wolff e la giovanissima Milly Shapiro. Gli attori sono i membri di una famiglia che, dopo la morte dell'anziana nonna, cominciano a scoprire una serie di oscuri segreti sulla loro parente, segreti che li obbligheranno a prendere parte a un disegno più grande di loro e che li costringeranno a ereditare ruoli che non avrebbero mai voluto avere.
Acclamato dalla critica europea per l'attenzione estrema data alla forma, ma meno da quella americana, con una Collette in piena forma, il film è un successo commerciale da 80 milioni di dollari contro i 10 milioni di budget spesi.

La replica con l'acclamato Midsommar
L'anno seguente, Aster replica il risultato con il folk horror Midsommar - Il villaggio dei dannati, su un gruppo di amici che si uniscono a un loro collega per una tradizionale festa di mezza estate della sua comunità di appartenenza nella campagna scandinava, trovandosi oggetto di sinistri e violenti riti pagani. Ancora una volta, la critica americana storce il naso, mentre quella europea lo osanna per la maturità usata nel trattare la materia orrorifica, piegandola a riflessioni più grandi e istillando un senso di reale malessere nello spettatore.
In particolare, qualche coraggiosa penna dichiara che Aster è riuscito a proporre un film che, diversamente da altri statunitensi dello stesso genere, non sembra prodotto a stampino per l'uso e consumo di teenagers e adulti MADE IN USA troppo basic. Il giovane autore in effetti si impegna tantissimo a ridefinire i codici del cinema di genere fin dalle sue fondamenta: tutto quello che succede alla luce del sole in Midsommar è il peggio che possa capitare a una persona, mentre la notte, così buia, ha la sicurezza di un reale sonno lontano da assurdi incubi.
Con un ritmo estreamemente lento e un'estetica curatissima, composta da carrellate e panorami ampi, nonché simmetrie in perfetto equilibrio armonico, Midsommar è sublime persino nel destabilizzante gore che ci propone e che è capace di placare gli appetiti degli amanti del brivido e dello splatter.

Beau ha paura
Arriva poi la sua terza pellicola, Beau ha paura, una commedia horror con il Premio Oscar Joaquin Phoenix, che interpreta un uomo molto ansioso che, dopo la morte della madre, con la quale aveva un tormentato rapporto, sarà vittima di assillanti minacce soprannaturali.

Produttore
Anche produttore, Ari Aster si unisce a Lars Knudsen nel fondare la sua casa di produzione, la Square Peg.

Ultimi film

Commedia, Drammatico - (Canada, USA - 2023), 179 min.

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lunedì 17 aprile 2023
Fabio Secchi Frau

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