Attore irlandese di fama internazionale, ha saputo creare una carriera sospesa fra Europa e Hollywood, costituendo una filmografia in cui è stato diretto da grandi Maestri del cinema come i fratelli Coen e David Cronenberg e da grandi registi del cinema indipendente Anni Novanta come Mike Newell e Bryan Singer. Tra il 2008 e il 2010, è stato l'elogiato protagonista della serie americana In Treatment, dove ha interpretato uno psicoterapeuta. Performance grazie alla quale ha ottenuto il Golden Globe come miglior attore in una serie tv drammatica nel 2009. Abbinando cultura, cinema, tanta profondità filosofica, è diventato uno degli interpreti più importanti e storici della sua patria, seppur abbia cominciato a recitare alla matura età di 29 anni, dimostrando una dedizione per l'arte drammatica che pochi sono riusciti ad avere. Grazie a una recitazione spettacolare, che ha saputo onorare anche sul palcoscenico, ha manifestato da subito un grande talento. Singer disse di lui che, davanti alla cinepresa, è un vero e proprio cavallo da battaglia.
Insegnante fino a 29 anni
Gabriel Byrne nasce il 12 maggio 1950 a Rathmines, un piccolo quartiere di Dublino, da un bottaio e un'assistente ospedaliera. Primo fra sei figli, uno dei suoi principali passatempi, già da bambino, era quello di andare al cinema, appassionandosi a western e pellicole di gangster. Nelle ore che invece non spende seduto fra le poltrone di una sala al buio, di fronte al grande schermo, sta con gli altri ragazzi nell'oratorio della sua parrocchia cattolica a giocare a calcio, dove matura l'idea di diventare un sacerdote. Idea che lo spingerà a partire per l'Inghilterra per proseguire la sua istruzione da seminarista, interrotta a 15 anni quando, scoperto a fumare marijuana in un cimitero dal suo padre spirituale, verrà rispedito a Dublino. Solo quando avrà raggiunto l'età adulta, confesserà invece di essere stato molestato da un prete.
Da quel giorno in poi, Byrne cercherà di tirare avanti con una serie di lavoretti: cuoco, barman, cameriere, apprendista idraulico e ausiliare alla pulizia di un obitorio. A 19 anni, riprende i suoi studi e riesce a laurearsi in Archeologia e linguistica all'Università di Dublino. Trasferitosi in Spagna dopo aver trovato un lavoro come professore di inglese, impara la nuova lingua, ritornando poi in Irlanda per insegnarla come professore di spagnolo in una scuola privata per sole ragazze.
Gli inizi nel piccolo schermo
Avendo a disposizione molto tempo libero, decide di imparare a recitare. Facilitato dal suo bell'aspetto, da un'ottima memoria e da uno straordinario talento per l'arte drammatica, passa dal palcoscenico di alcuni spettacoli sperimentali ad alcuni telefilm della televisione irlandese, dove riesce a ottenere piccoli ruoli. Nel 1978, diventa nazionalmente celebre grazie alla serie cult irlandese The Riordans, che purtroppo durerà solo pochi mesi (finirà l'anno dopo), ma lo porterà a essere notato da alcuni dei più interessanti registi cinematografici britannici degli Anni Ottanta.
I film inglesi
Il suo debutto cinematografico è semplicemente mitico. Nel 1981, indosserà infatti i panni di leggendario sovrano Uther Pendragon, padre di Re Artù, nel capolavoro di John Boorman Excalibur. Dopo questa esperienza, sarà contattato da Costa-Gavras per il suo Hanna K. e da Michael Mann per La fortezza. Nel 1986, continuerà a spaziare nell'horror e nel fantasy con il suo ritratto di un nervosissimo e violento Lord Byron in Gothic (1983) di Ken Russell, film che finalmente lo sottoporrà all'attenzione di Hollywood e, in particolare, dei fratelli Coen che lo inseriranno nel cast di Crocevia della morte. A tutto questo, alternerà anche nuove serie tv come Mussolini: The Untold Story (interpretando Vittorio Mussolini) e Cristoforo Colombo, dove sarà appunto il navigatore genovese.
La filmografia americana
Da qui in poi, parte la sua carriera americana che arricchirà la sua filmografia di titoli come: Nome in codice: Nina (remake americano malriuscito della Nikita di Luc Besson); l'erotico Siesta; Piccole donne; il cult I soliti sospetti; La maschera di ferro (dove è un invecchiato D'Artagnan); Stigmate e Giorni contati (nel primo interpreta un sacerdote e nell'altro addirittura Satana che si scontra con Arnold Schwarzenegger); Nave fantasma; e Assault on Precinct 13. Pochi i film d'autore, dove spicca senza ombra di dubbio Spider di David Cronenberg. Negli ultimi anni, si fa dirigere da autori come Ray Lawrence o Mike Newell, in pellicole come Jindabyne (2006). Si tratta comunque di film indipendenti, che sembrano destinarlo a cadere nel dimenticatoio.
Il successo di In Treatment
Ma fra il 2008 e il 2010, l'attore ritorna a far parlare di sé grazie al piccolo schermo, che gli consente una nuova rinascita professionale con il serial della HBO In Treatment, all'interno del quale interpreta lo psicoterapeuta Paul Weston, e che gli permetterà di essere candidato per ben due volte ai Primetime Emmy Awards e di ottenere un Golden Globe come miglior attore in una serie drammatica. Continuerà a rimanere sul piccolo schermo, passando da quella serie tv a Vikings.
Vita privata
Gabriel Byrne è stato sposato con l'attrice Ellen Barkin, dalla quale ha avuto due figli, Jack Daniel e Romy Marion. Uniti dal 1988 al 1999, conservano ancora una grande amicizia nonostante il divorzio. Solo nel 2014, si è sposato una seconda volta con Hannah Beth King.