Titolo originale | Dance First, Think Later |
Anno | 2023 |
Genere | Drammatico, Biografico, |
Produzione | USA |
Durata | 100 minuti |
Regia di | James Marsh |
Attori | Gabriel Byrne, Sandrine Bonnaire, Maxine Peake, Aidan Gillen, Bronagh Gallagher Fionn O'Shea, Caroline Boulton, Rebecka Johnston, Andrew Hefler. |
Uscita | giovedì 1 febbraio 2024 |
Distribuzione | Bim Distribuzione |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,55 su 20 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 29 gennaio 2024
Il gigante letterario Samuel Beckett: bon vivant parigino, combattente della Resistenza della seconda guerra mondiale, drammaturgo vincitore del premio Nobel, marito donnaiolo e recluso. In Italia al Box Office Prima danza, poi pensa - Alla ricerca di Beckett ha incassato nelle prime 7 settimane di programmazione 96,1 mila euro e 54,4 mila euro nel primo weekend.
CONSIGLIATO NÌ
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Stoccolma, 1969. Ha vinto il Premio Nobel per la letteratura Samuel Beckett ma non sembra affatto contento. Sale sul palco, strappa bruscamente la busta dell'assegno e comincia a scalare le quinte e infilare un palco che diventa una galleria e poi un antro polveroso, dove il suo doppio lo attende. Insieme discutono chi meriterebbe davvero i soldi del premio, espiando la colpa, le tante colpe di una vita. Una lista di 'giusti' è stilata e inaugura i flashback. Dalla madre alla compagna, passando per un'amante o un amico perduto, Beckett ripercorre la sua vita: l'incontro con Joyce, la Resistenza in Francia, il teatro, il successo, il Nobel, la fine e il finale di partita.
Chissà cosa avrebbe pensato Samuel Beckett di questo film delicato e sobrio sulla sua vita. Quasi certamente avrebbe apprezzato quel debutto surreale durante la cerimonia del Premio Nobel nel 1969.
Un espediente onirico per incontrare la sua coscienza nella 'soffitta' di un teatro fantasma dove scorrono i capitoli più scivolosi della sua vita, artistica e sentimentale. Declinato in cinque personaggi, a cui il film dedica un approfondimento, Dance First, Think Later ripercorre il mondo fittizio e quello reale dell'autore irlandese, che ha servito la resistenza francese e ha cavalcato intrighi amorosi. Senza asperità e senza immaginazione, a parte il segmento iniziale, James Marsh segue cronologicamente una traiettoria che conduce dall'infanzia alla gloria. Disegna in bianco e nero, non contempla i grigi e si colora nel capitolo finale.
Come fu per La teoria del tutto, le teorie dei suoi eroi, buchi neri o metafisica, sono secondarie per Marsh che preferisce focalizzarsi sulla loro vita privata e sui loro amori senza pensare con altri mezzi, i loro mezzi, che osavano l'impensabile e l'astratto, l'intuizione e l'abbandono. Il risultato è un biopic convenzionale che non si prende i rischi della letteratura di Beckett, il drammaturgo che strappava l'infinitesimo al nulla.
Il trattamento, un lavaggio ordinario e irrimediabilmente omogeneo, l'unica macchia è il tradimento di Beckett con la traduttrice e critica Barbara Bray, non va oltre i buoni sentimenti e qualche tribolazione per giustificare la vertigine e l'euforia della sua opera. Il rifiuto della figlia di Joyce, la morte dell'amico ebreo Alfred Péron, il tradimento della fiducia di Suzanne Dechevaux-Dumesnil, compagna della vita, sono pretesti per futili riflessioni condite con lacrime e sensi di colpa.
La cosa migliore della sceneggiatura di Neil Forsyth resta il titolo, che 'recita' una replica di "Aspettando Godot" e lascia immaginare quello che avrebbe potuto essere un biopic disposto ad ascoltare la poesia e a mettersi a disposizione di un poeta, avvicinandosi come per caso ai suoi recessi più segreti. Meglio di Eddie Redmayne (La teoria del tutto), il suo 'method acting' è quello della mimesi, fa Gabriel Byrne, attore segreto ed elegante che regala al protagonista un bagliore, giocando con lo spazio, interrogando e provocando. L'attore, ben oltre il dialogo, come un personaggio di Beckett, utilizza i silenzi, riproporziona lo spazio e rimanda la morte. È Vladimiro ed Estragone insieme, un atto di fede davanti al vuoto.
L'inizio surreale illude. Cerimonia di consegna dei Nobel 1969. Samuel Beckett prende l'assegno e scappa senza fare il discorso. Si ferma solo quando incontra il suo doppio (la sua coscienza, mettetela come vi pare) con cui, da lì in avanti, ripercorrerà la propria vita. Fanno da filo conduttore i sensi di colpa, le persone che sente il bisogno di «risarcire»: la moglie, l'amante e traduttrice, un [...] Vai alla recensione »
James Marsh dopo la sua Teoria del tutto (2014) torna a parlare di un uomo eccezionale: non uno scienziato, stavolta, ma un grande letterato quale è Beckett (interpretato da Gabriel Byrne). In Prima danza, poi pensa - Alla ricerca di Beckett,il regista compie una scelta precisa nel porre al centro l'uomo prima ancora del letterato, mostrando come sia la tensione verso la vita il primo motore propulsore [...] Vai alla recensione »
Che catastrofe, il Nobel. C'è da vergognarsi. Però c'è l'assegno, cospicuo. A Stoccolma, nel 1969, Samuel Beckett afferra la busta e scappa nel retro del palco. C'è una specie di antro, una galleria tortuosa che gira e rigira, in fondo già lo attende il suo doppio - sempre Gabriel Byrne, somigliante fino a un certo punto. Non sarà tanto somigliante neppure il James Joyce di Aidan Gillen, che entra [...] Vai alla recensione »
La vita di Samuel Beckett come un giro a tappe, con una semplificazione di fondo che non considera, o comunque perde per strada, la complessità irriducibile del drammaturgo dublinese. Faceva presagire un altro sviluppo l'abbrivio surreale di «Prima danza, poi pensa», dove si immagina che al ritiro del Nobel, nel 1969, Beckett sconquassasse l'etichetta come aveva fatto con i codici letterari, da massimo [...] Vai alla recensione »
Nel 1969 Samuel Beckett riceve il Nobel. Il film di James Marsh, sceneggiato da Neil Forsyth, inizia proprio da quel punto, e (dopo il commento dello scrittore: "Che catastrofe"!) immagina che lui salga sul palco, arraffi la busta con l'assegno, si arrampichi su una scala fino a raggiungere un retroscena vuoto e cavernoso, ove l'attende il suo doppio.
Mr. Beckett, I suppose. Ma anche, inevitabilmente, dottor Samuel. Un'anima divisa in due, scissa sul ciglio di un interrogativo, finché, là nell'aria, nel cielo terso, vola l'aquilone. Un uomo, prima e oltre il genio, pronto ad affrontare «un viaggio nella sua vergogna»: in dialogo con se stesso, nella fuga da un Nobel che in realtà non ritirò, pur non sottraendosi alle foto di rito.
Figlio ribelle di una madre rigida, cova il rimpianto del padre perduto troppo presto, abbandona la natia Irlanda per Parigi, collabora con James Joyce anche lui trasferitosi nella capitale francese, vuole dare un senso al mestiere di scrivere (ed è questo il significato del titolo "Prima danza, poi pensa"), partecipa alla lotta per la Resistenza, ama una donna senza la quale non sarebbe stato nessuno, [...] Vai alla recensione »
"Che catastrofe!". Samuel Beckett è chiamato sul palco di Stoccolma per ricevere il premio Nobel per la letteratura del 1969, ma l'esclamazione affidata alla moglie che lo accompagna descrive il suo smarrimento. Lo scrittore sale come da protocollo, non si ferma al posto assegnato, bensì prosegue sul retro e fugge arrampicandosi con fatica su una scala che lo porta al di fuori.
Quando vince il Premio Nobel per la Letteratura nel 1969, un evento a suo parere "catastrofico," l'irlandese Samuel Beckett, gigante della drammaturgia teatrale del Novecento, comincia a rievocare gli eventi salienti della sua vita in un dialogo immaginario la propria coscienza, che assume le su stesse sembianze, la- sciando emergere i temi e le riflessioni che hanno reso grandi e immortali le sue [...] Vai alla recensione »
Il titolo del film deriva dalla frase "Prima danza poi pensa" attribuita al protagonista Samuel Beckett, mentre in realtà è una citazione da Aspettando Godot estrapolata dal suo mordace contesto. Girato in gran parte in bianco e nero, il biopic inizia a Stoccolma nel 1969 nel corso della cerimonia in cui l'anziano scrittore (Byrne) riceve in smoking il Premio Nobel per la letteratura che chiaramente [...] Vai alla recensione »
Con una buona dose di coraggio, al limite del sacrilegio, James Marsh ha realizzato una biografia hollywoodiana di Samuel Beckett. Cercando d'immaginare cosa ne avrebbe detto lo stesso Beckett, bisogna ammettere che il film, anche se non manca di autocompiacimento, è ben recitato e affronta con verve la storia dello scrittore. Gabriel Byrne è sufficientemente austero e quasi buffo.
Samuel Beckett è protagonista del weekend in sala con "Prima danza, poi pensa - Aspettando Beckett", film che racconta alcune delle tappe fondamentali della vita del grande drammaturgo e poeta irlandese. Dall'infanzia in Irlanda al periodo parigino, in cui durante la Seconda Guerra Mondiale combatteva nella Resistenza, movimento armato clandestino in lotta contro l'occupazione tedesca, il film si [...] Vai alla recensione »
Un biopic tradizionale, classico, molto ben interpretato da Gabriel Byrne, ma nel complesso abbastanza déja vu. Il protagonista è Samuel Beckett, il celebre drammaturgo, che nel 1969 vince il Premio Nobel per la letteratura, dalla cui premiazione prende le mosse il film di James Marsh, "Prima danza, poi parla", frase tratta da una battuta di "Aspettando Godot".
Bisogna partire da lontano, dall'incrocio di Samuel Beckett con il cinema quando ha scritto la sceneggiatura di Film nel 1964. L'interpretazione di Gabriel Byrne si sovrappone, come una dissolvenza, a quella di Buster Keaton di quell'opera. Come quel personaggio, fugge gli sguardi degli altri e vorrebbe essere senza nome e senza volto. Anche Samuel Beckett vorrebbe fare lo stesso quella sera a Stoccolma [...] Vai alla recensione »
«Che catastrofe!» esclama Samuel Beckett mentre gli danno il Nobel per la Letteratura. Con l'autore (un trasparente Byrne) che fugge, dialogando con il suo Doppelgânger. Passando in rassegna le figure chiave della sua vita: la madre autoritaria, James Joyce, l'amore combattuto per Suzanne e Barbara. Un Beckett dal quale è esclusa la sua fase di scrittura e creazione.
Ci sono due Samuel Beckett: quello che scappa dal teatro di Stoccolma nel quale nel 1969 gli assegnarono il Nobel per la letteratura, afferrando la busta con l'assegno e arrampicandosi su una scala a pioli che lo porta in un cunicolo e poi in uno spazio misterioso e cavernoso; e quello che proprio là lo attende e lo costringe a imbarcarsi in un lungo dialogo con se stesso alla ricerca delle colpe e [...] Vai alla recensione »
"Lo sai che non c'è nulla di interessante nella gioia" scandisce Samuel Beckett, uno che non era proprio l'immagine della felicità, pure fisicamente, nel sottofinale di Prima danza, poi pensa, che arriva nelle sale giovedì 1° febbraio targato Bim. Dovrò consultare un beckettiano di ferro come il nostro amico Nicola Fano per sapere quanto di Beckett ci sia davvero in questo curioso film di James Marsh, [...] Vai alla recensione »
Prima danza, poi pensa - Scoprendo Beckett, un quadro realistico con qualcosa di sottilmente e umanamente dissacrante Raccontare Samuel Beckett senza farlo alla Beckett. Premio onestà a James Marsh, regista di Prima danza, poi pensa - Scoprendo Beckett, in sala in Italia dal 1 febbraio. Perché quando hai a che fare con un monumento della drammaturgia teatrale del Novecento non è necessario scimmiottarne [...] Vai alla recensione »
Dance First, (Think Later), un'estrapolazione spuria dal Godot che diviene il titolo del dramma biografico di James Marsh sulla vita di Samuel Beckett, il celebre drammaturgo irlandese premio Nobel. Già film di chiusura del 71° Festival di San Sebastian, trova il cartellone del 41° Torino Film Festival, con il superbo Gabriel Byrne nel ruolo dello scrittore e Sandrine Bonnaire in quello della moglie [...] Vai alla recensione »