Un film morbido e gentile che accompagna lo spettatore con accorata tenerezza. Dal romanzo di Chiara Gamberale. Drammatico, Italia2024. Durata 102 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Dieci minuti al giorno. Tutti i giorni. Per un mese. Dieci minuti per fare una cosa nuova, mai fatta prima. Dieci minuti fuori dai soliti schemi. Per smettere di avere paura. E tornare a vivere. Espandi ▽
Quando Niccolò lascia la moglie Bianca, dopo 18 anni di matrimonio, lei cade dalle nuvole: non si era accorta di nulla, né dell’infelicità del suo compagno di vita, né della sua relazione con un’altra donna. Da quel momento Bianca precipita in uno stato depressivo dal quale cerca di tirarla fuori una psicologa burbera dal cognome importante (si chiama Braibanti, come la vittima di un agghiacciante caso giudiziario), intenta a riportare la sua paziente ad un metro di realtà. Dieci minuti, diretto da Maria Sole Tognazzi e da lei cosceneggiato insieme a Francesca Archibugi, è liberamente ispirato al romanzo “Per dieci minuti” di Chiara Gamberale, di cui conserva la componente fortemente autobiografica. Tognazzi ha una bella mano di regia, e insieme ad Archibugi ha orchestrato una serie di interessanti slittamenti temporali che rendono la narrazione una sorta di detection, sfruttando proprio lo sfasamento percettivo della protagonista che siamo inizialmente chiamati a condividere. Dieci minuti si lascia vedere e accompagna lo spettatore con accorata tenerezza. Recensione ❯
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Il ritratto della serena e composta solitudine di un uomo che ha fatto pace con i suoi errori del passato. Drammatico, Giappone, Germania2023. Durata 123 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Hirayama fa una vita semplice e ha una quotidianità molto strutturata. È un appassionato di musica, libri e alberi che gli piace fotografare. Il suo passato però riemergerà attraverso incontri inaspettati. Espandi ▽
Perfect Days racconta le “giornate perfette” di Hirayama come una quieta affermazione di dignità quotidiana. L’uomo svolge il suo lavoro con gesti precisi ed essenziali, accogliendo l’occasionale contatto umano (anche nella forma anonima di una partita a tris proposta su un foglietto) con generosità e rispetto. Tutto in lui è rimasto analogico, come le musicassette che ascolta o la macchina fotografica i cui rullini vanno fatti sviluppare, e le fotografie vengono collezionate in scatole numerate che archiviano la nostalgia del tempo che passa. Wim Wenders, in veste di regista e sceneggiatore (con Takuma Takasaki), mette a frutto la sua grande familiarità con il documentario per creare un film di finzione che segue le giornate del suo protagonista come una camera nascosta, e poi però racconta i sogni di Hirayama come un’elaborazione artistica del giorno appena vissuto. Koji Yakuso è lo straordinario interprete di questo film quasi muto che si snoda in purezza attraverso uno sguardo contemplativo ma mai artefatto. Recensione ❯
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Una parabola delicatissima sul rimpianto e la difficoltà di venire a patti con i nostri traumi e insicurezze. Drammatico, Fantasy - USA2023. Durata 105 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Una notte Adam ha un incontro casuale con un misterioso vicino di casa che spezza il ritmo della sua vita quotidiana. Espandi ▽
È davvero difficile spiegare la trama di Estranei perché il film scritto e diretto dal regista britannico Andrew Haigh è impalpabile e rifiuta ogni facile classificazione, costruendo una parabola delicatissima sul rimpianto e la difficoltà di venire a patti con i traumi del proprio passato e le proprie personali insicurezze. Basato sul romanzo "Strangers" dello scrittore giapponese Taichi Yamada, Estranei ha una grazia leggera e profonda nel raccontare le difficoltà di un uomo ad accettare l'inevitabile e ad accettarsi nel riflesso dello sguardo delle persone più amate, che non sempre gli restituiscono la sua immagine più autentica, e non sempre ricevono l'invito ad entrare nella sua intimità.Il film è stato girato in gran parte nella casa in cui è cresciuto il regista, il che esplicita l'elemento autobiografico della storia che porta sullo schermo e la vicinanza dei temi trattati alla propria esperienza di artista omosessuale. Il risultato è un percorso davvero commovente sull'elaborazione del lutto, non solo concreto ma anche metaforico, e sulla pacificazione, nonché un omaggio al potere salvifico dell'amore. Recensione ❯
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L'esordio di Felipe Gálvez è un western revisionista e brutale. Un cinema che non fa sconti ambientato nella Terra del fuoco. Drammatico, Cile, Argentina, Francia2023. Durata 97 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Una spedizione parte per rivendicare alcune terre cileni. Si scoprirà presto che le volontà sono altre. Espandi ▽
All'alba del ventesimo secolo, la Terra del fuoco è divisa tra Argentina e Cile e teatro di un commercio rampante nell'allevamento di pecore. Signore indiscusso della zona è l'imprenditore José Menéndez, che si è accaparrato la proprietà dei terreni e non si fa problemi a sterminare le popolazioni indigene che rappresentano un ostacolo alla sua attività commerciale. Incarica infatti l'ex militare scozzese MacLennan di aprirgli una tratta verso l'Atlantico, affiancandogli il cowboy americano Bill. MacLennan porta con lui anche Segundo, un giovane indigeno dalla mira formidabile.
Seppur cominci sotto le mentite spoglie di un tardo western che si estende sugli incredibili paesaggi naturali di un'isola alla fine del mondo, l'esordio nel lungometraggio di Felipe Gálvez muta ben presto in una versione distorta e terrificante del genere.
Il film affronta infatti a viso aperto il sottotesto oppressivo e violento che è parte integrante di tutto ciò che è western, specialmente nella sua variante coloniale, che porta Los colonos dalle parti dello splendido Godland di Hlynur Pálmason. Recensione ❯
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Un'opera che si mette al servizio della Storia non sprecando un solo momento. È uno dei film più belli sull'Olocausto. Drammatico, USA2023. Durata 110 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Il film segue l'operatore umanitario britannico Nicholas Winton, che ha contribuito a salvare centinaia di bambini dai nazisti alla vigilia della seconda guerra mondiale. Espandi ▽
1938. Vigilia della Seconda Guerra Mondiale, Nicholas Winton, londinese, 29 anni, agente di borsa, avvertendo la minaccia dell’invasione della Germania di Hitler organizza un piano di salvataggio, noto come “Operazione Kindertransport” per centinaia di bambini, molti di religione ebraica, prima dell’inizio del conflitto. Nella seconda metà degli anni ‘80, l’impegno di Winton viene finalmente riconosciuto pubblicamente quando ha avuto l’occasione di incontrare quei bambini ormai adulti nel corso della trasmissione della BBC That’s Life!. Alla fine ne ha salvati 669 dai campi di concentramento e verrà denominato come lo “Schindler britannico”. One Life ridefinisce autonomamente il proprio posto all’interno del “cinema sull’Olocausto”.Non c’è un momento sprecato, ogni inquadratura arriva e colpisce direttamente. Una storia emozionante raccontata benissimo, con rispetto, pudore e passione, rabbia. Quando il cinema sa mettersi al servizio della Storia. Proprio per questo One Life è già, in qualche modo, un film indimenticabile. Recensione ❯
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Un'opera potente, calda e sensoriale che si insinua sotto la pelle. Drammatico, Francia, Germania2023. Durata 91 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Una continua lotta di desiderio tra tre persone, dove la felicità è appena fuori portata. Espandi ▽
Tomas è un regista di successo, irascibile e pieno di incertezze, ma anche felicemente sposato con Martin. Dopo aver concluso le riprese del suo nuovo film incontra per caso Agathe, una giovane insegnante, e prova per lei un'attrazione irrefrenabile. La passione supera i dubbi, i giorni passano e Tomas finisce per lasciare la casa condivisa con Martin, salvo tornare sui suoi passi non appena scopre che quest'ultimo si sta facendo consolare da un affascinante scrittore. Non intende tuttavia rinunciare del tutto ad Agathe, e in questo andirivieni sentimentale finirà per far soffrire tutti quanti.
È un film potente, Passages. Un film che s'insinua sotto la pelle di chi guarda e sa farsi strada, rimanendo impresso. Il regista Ira Sachs mette in scena una giostra di sentimenti, seduzioni, ricatti morali ed eccitazioni firmando un film caldo e sensoriale sulla complessità delle relazioni umane.
Alla profondità dell'introspezione psicologica dei personaggi si abbina una cura estetica notevole, non solo nella scelta di costumi raffinati e scenografie assolutamente appropriate, ma anche nella volontà ammirevole di liberare i corpi anche da un punto di vista formale Recensione ❯
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Uno studente dell'Università di Oxford si ritrova attratto dal mondo di un affascinante e aristocratico compagno di classe, che lo invita nella vasta tenuta della sua eccentrica famiglia per un'estate indimenticabile. Espandi ▽
Seduzione e inganno. Alza l’asticella al suo secondo film come regista Emerald Fennell dopo l’esordio di Una donna promettente con cui ha vinto l’Oscar per la miglior sceneggiatura originale. E, come quel film, anche Saltburn ha una complessità narrativa che sembra arrivare da un romanzo mentre in realtà il film è ideato, pensato, scritto solo per il cinema. Ci sono gli echi della famiglia Addams e Sofia Coppola, Teorema (dove la figura di Barry Keoghan potrebbe essere la variazione di quella di Terence Stamp nel film di Pasolini) e gli echi di un trascinante teen movie del primo decennio degli anni Duemila. Gotico e pop, Saltburn è un thriller pieno di luce, una commedia sentimentale avvolta nell’ombra, un diario di formazione che assume già i contorni di un testamento. Avrebbe anche il respiro di una serie ma preferisce condensare tutto in un tempo (cinematografico) dove ogni momento resta impresso e che sembra sospeso, eterno, mortale, vitale. Recensione ❯
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Un dramma agrodolce e gentile che riflette sulla maternità surrogata. Con il mattatore Fabrice Luchini. Drammatico, Francia2023. Durata 93 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un padre in lutto per suo figlio forma un legame improbabile con la futura madre surrogata del suo futuro nipote. Espandi ▽
L'ultrasessantenne Joseph, vedovo restauratore di mobili antichi di Bordeaux, riceve la notizia della morte del figlio Emmanuel, rimasto ucciso in un incidente aereo con il compagno Joaquim. Joseph elabora il dolore dedicandosi anima e corpo a una missione: rintracciare la ragazza che aveva accettato di prestare il proprio utero alla coppia e generare un figlio con lo sperma di Emmanuel. Si chiama Rita, ha 26 anni, è madre di una bambina di nove anni e non ha un soldo. In grembo porta un'altra bambina, la figlia di Emmanuel, che per Joseph diventa la sola ragione di vita: come impedire dunque che Rita la dia in adozione?
Fabrice Luchini è il mattatore di un dramma gentile e pacificato, in cui la questione eticamente spinosa della maternità surrogata viene affrontata dalla prospettiva altrettanto complessa di un uomo in lutto.
Dopo l'incontro con Rita, che avviene verso la metà e sposta l'ambientazione del film da un ambiente borghese a uno proletario, il film segue una via più scontata, inevitabilmente agrodolce, verso una conclusione pacificata, che però, a pensarci bene, è ciò che il tenace Joseph e la rude ma amorevole Rita in fondo meritano. Recensione ❯
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Un film necessario che riflette sul ruolo del documento che si fa memoria. Drammatico, Francia2023. Durata 113 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
L'ultimo spazio di ritrovo rimasto per i lavoratori di un comunità mineraria, un tempo florida ma oggi in dismissione dopo trent'anni di crisi. La situazione cambia quando arriva sul posto un gruppo di rifugiati siriani... Espandi ▽
L’Old Oak è un posto speciale. Non è soltanto l’unico pub aperto in un ex cittadina mineraria del nord est dell’Inghilterra, è l’unico luogo pubblico in cui le persone possono ritrovarsi. TJ Ballantyne lo tiene in piedi con buona volontà ma rischia di perdere una parte degli avventori affezionati quando nel quartiere vengono accolti alcuni rifugiati siriani. In particolare TJ si interessa alla giovane Yara che si è vista rompere, con un atto di intolleranza, la macchina fotografica a cui tiene in modo particolare. Per l’uomo è l’inizio di un tentativo di far sì che le due comunità possano trovare un modo per comprendersi.
Anche questa volta Loach, con il fedele sceneggiatore Paul Laverty, ci regala un film necessario. Entrambi sembrano avere in mente una frase di Abraham Lincoln: “Possiamo lamentarci perché i cespugli di rose hanno le spine o gioire perché i cespugli spinosi hanno le rose”.
Laverty, in un’annotazione sul protagonista TJ aveva scritto “TJ ha perso la speranza”. La domanda che lui e Ken si pongono è se sia possibile coltivarne ancora un possibile germoglio. Recensione ❯
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Il fulminante esordio alla regia di Michele Riondino porta con sé l'eredità di molto cinema. Drammatico, Italia2023. Durata 99 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un film dal solido impianto civile e dagli echi grotteschi e arrabbiati che rimandano a La classe operaia va in paradiso di Elio Petri. Espandi ▽
1997. All’ILVA di Taranto è appena avvenuta l’ennesima morte sul lavoro, ma Caterino Lamanna, operaio addetto ai lavori di fatica nell’industria siderurgia, è pronto a darne la colpa ai sindacati. Caterino è un cane sciolto che pensa al suo imminente matrimonio con la giovane albanese Anna e si fa i fatti suoi, finché Giancarlo Basile, dirigente dell’ILVA, non lo recluta per “farsi un giro e dirgli quello che succede” in fabbrica, e resoconti in particolare le attività del sindacalista Renato Morra, che infiamma gli animi degli operai e li spinge alla ribellione. Basile offre a Lamanna la promozione a caposquadra e l’auto aziendale, ma Caterino chiede di essere mandato alla Palazzina Laf pensando che sia un luogo di privilegio riservato a pochi eletti. In realtà è un edificio in disarmo, incrocio fra una riserva indiana, un manicomio e una prigione, dove sono rinchiusi in orario di lavoro i dipendenti qualificati che hanno fatto l’onda, e che quindi sono invitati a licenziarsi o ad accettare un incarico demansionato e incoerente con la loro preparazione. Palazzina Laf segna l’esordio alla regia dell’attore Michele Riondino, ed è un esordio fulminante, che porta con sé non solo la conoscenza approfondita della storia ignobile dell’ILVA e delle sue ricadute sul territorio tarantino (dove Riondino è nato e cresciuto), ma anche l’eredità di molto cinema, dalla saga grottesca di Fantozzi fino all’alienazione stralunata di La pecora nera di Ascanio Celestini, Brazil di Terry Gilliam e Tony Manero di Pablo Larrain. Recensione ❯
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Un film al contempo arcaico e postmoderno, completamente libero come sa essere il cinema di Alice Rohrwacher. Drammatico, Italia2023. Durata 134 Minuti.
Ambientato negli anni '80, nel mondo clandestino dei "tombaroli", il film racconta di un giovane archeologo inglese coinvolto nel traffico clandestino di reperti archeologici. Espandi ▽
La chimera racconta una ricerca ostinata – di morte, di vita, di riscatto dalla povertà e di accumulo materiale – con il passo folk del cantastorie, evidenziandone il lato picaresco e quello simbolico.
È un film completamente libero come sa esserlo il cinema di Alice Rohrwacher, che sceglie il tempo del racconto cominciando lentamente, per dare al suo protagonista lo spazio di una rincorsa fatale, e accelerando in “ascese velocissime” che rivelano una comicità da film muto.
Ha i colori delle fiabe e l’apparente scanzonatura degli stornelli, attraversa un’Italia nel processo di essere svenduta agli stranieri ma in cui due stranieri sembrano gli unici a volerne conservare il mistero, ci aiuta a “stimare l’inestimabile” e a rivendicare la tutela delle “cose che appartengono a tutti” perché la proprietà non deve essere necessariamente possesso.
E il cinema di Rohrwacher si conferma qui contemporaneamente arcaico e postmoderno, nonché capace di inventare parabole agresti che presagiscono, come il migrare degli uccelli, la transizione verso il degrado a seguire. Recensione ❯
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Una storia d'amore e d'amicizia che non ha paura di volare alto, proprio come il suo protagonista. Drammatico, Italia2023. Durata 115 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Enea rincorre il mito che porta nel nome, lo fa per sentirsi vivo in un'epoca morta e decadente. Espandi ▽
Enea e l’amico Valentino sono molto uniti. Spacciano droga, non mancano alle feste più cariche di energia e per di più il secondo ha preso da poco il brevetto di pilota su arei da turismo. La famiglia di Enea si compone di un padre psicoanalista malinconico, di una madre che non ha smesso di amare il marito e di un fratello che a scuola ha più problemi che soddisfazioni. Gli resta l’amore a sostenerlo anche quando finisce in una vicenda difficile da gestire. Pietro Castellitto descrive un milieu sociale che mostra di conoscere bene sul quale applica una molteplicità di strategie narrative. Gli va dato atto che la coerenza è una dote che non gli fa difetto così come la spericolatezza nella stesura di una sceneggiatura che sostiene con la professionalità propria di un regista che, lo si vede, si è nutrito di cinema sin dall’infanzia. Perché Pietro vuole volare alto come il suo Valentino sorvolando gli abissi esistenziali muovendosi sulla corda tesa di un realismo che sembra non poter sussistere nel suo cinema senza sposarsi con il surreale o il grottesco. Recensione ❯
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Un film sull'Italia perbene, con bellissime intuizioni di regia e un Albanese come sempre magistrale. Drammatico, Italia2023. Durata 94 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Antonio, dovendo pagare il matrimonio della figlia, scoprirà, suo malgrado, che chi custodisce i nostri tesori non sempre custodisce anche i nostri sogni. Espandi ▽
Antonio Riva, operaio specializzato in prepensionamento, si reca in banca per prelevare dal conto su cui ha messo tutto ciò che ha. Non si è reso conto di aver tramutato le sue obbligazioni sicure in azioni a rischio, passando da risparmiatore ad azionista su consiglio di quella banca dove gli impiegati erano di famiglia, e che aveva sostenuto lo sviluppo dell’intero paesino sul lago di Lecco dove è nato e cresciuto. Quella banca, poi, mica può fallire, perché se fallisse “andrebbero a gambe all’aria tutti quanti”. Con Cento domeniche, di cui è protagonista, sceneggiatore (con Piero Guerrera) e regista, Antonio Albanese prosegue nel percorso di cinema civile che caratterizza la sua carriera di artista. Il suo intento qui è raccontare un’Italia perbene in via di sparizione, preda delle spietate logiche del mercato e della spregiudicatezza degli istituti bancari, che fanno ruotare il personale nelle filiali locali affinché nessuno possa costruire un rapporto di fiducia con il cliente. Dal punto di vista della regia Cento domeniche è convenzionale, quasi scolastico nelle transizioni fra un scena e l’altra, ma ha anche intuizioni bellissime e in qualche modo visionarie. Recensione ❯
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Un road movie fin troppo sentimentale che trova momenti di sincerità e leggerezza solo grazie ai giovani interpreti. Drammatico, Italia2023. Durata 90 Minuti.
I conflitti, le contraddizioni, la leggerezza e le battaglie che ognuno fa per essere felice e per amare. Espandi ▽
Un road movie dalla struttura semplice ed esemplificativa che intreccia il melodramma famigliare con il racconto – fin troppo sentimentale e consolatorio – della lotta alla malattia. Noi anni luce, dominato dai giovani volti di Carolina Sala e Rocco Fasano, celebra il ritorno alla vita sia come sguardo aperto rivolto al futuro, sia come recupero del passato, attraverso la ricerca del padre di Elsa e la scoperta delle origini da parte della ragazza. Un viaggio iniziatico, dunque, in realtà più prevedibile che mitico, in cui la retorica del duplice percorso di guarigione fisica e morale è contrastata dai due interpreti, che soprattutto grazie alla faccia da schiaffi di Fasano trovano momenti di sincerità e leggerezza. Recensione ❯
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Un piccolo miracolo di cura, fluidità narrativa e dedizione artistica che è una gioia per gli occhi. Drammatico, Gran Bretagna, USA2022. Durata 96 Minuti.
Una donna cerca di conoscere meglio il padre attraverso i ricordi delle loro vacanze insieme. Espandi ▽
Un’opera prima della 35enne sceneggiatrice e regista scozzese Charlotte Wells, ed è la rivelazione di un talento innegabile. La naturalezza e poesia con cui Wells costruisce il suo stratificato racconto per immagini e si muove fra il (poco) detto e il (molto) non detto è eccezionale per un’esordiente, e genera l’effetto che ogni vero artista spera di ottenere: il piacere fisico della visione. I due interpreti sono straordinari nel restituire la verità della relazione padre-figlia. Un film che appartiene alla categoria dei piccoli miracoli: di cura, di fluidità narrativa, di dedizione artistica. Un film da pubblico privo di calcolata malizia, una storia d’amore ostacolato senza melodramma. Recensione ❯
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