Los colonos

Film 2023 | Drammatico, +13 97 min.

Regia di Felipe Gálvez, Felipe Gálvez Haberle. Un film Da vedere 2023 con Sam Spruell, Mark Stanley, Benjamin Westfall, Camilo Arancibia, Alfredo Castro. Cast completo Genere Drammatico, - Cile, Argentina, Francia, 2023, durata 97 minuti. Uscita cinema giovedì 7 marzo 2024 distribuito da Lucky Red, Mubi. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 - MYmonetro 3,81 su 10 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento giovedì 7 marzo 2024

Una spedizione parte per rivendicare alcune terre cileni. Si scoprirà presto che le volontà sono altre. In Italia al Box Office Los colonos ha incassato nelle prime 2 settimane di programmazione 5,4 mila euro e 1,6 mila euro nel primo weekend.

Consigliato assolutamente sì!
3,81/5
MYMOVIES 4,00
CRITICA 3,61
PUBBLICO
CONSIGLIATO SÌ
L'esordio di Felipe Gálvez è un western revisionista e brutale. Un cinema che non fa sconti ambientato nella Terra del fuoco.
Recensione di Tommaso Tocci
mercoledì 6 marzo 2024
Recensione di Tommaso Tocci
mercoledì 6 marzo 2024

All'alba del ventesimo secolo, la Terra del fuoco è divisa tra Argentina e Cile e teatro di un commercio rampante nell'allevamento di pecore. Signore indiscusso della zona è l'imprenditore José Menéndez, che si è accaparrato la proprietà dei terreni e non si fa problemi a sterminare le popolazioni indigene che rappresentano un ostacolo alla sua attività commerciale. Incarica infatti l'ex militare scozzese MacLennan di aprirgli una tratta verso l'Atlantico, affiancandogli il cowboy americano Bill. MacLennan porta con lui anche Segundo, un giovane indigeno dalla mira formidabile.

Seppur cominci sotto le mentite spoglie di un tardo western che si estende sugli incredibili paesaggi naturali di un'isola alla fine del mondo, l'esordio nel lungometraggio di Felipe Gálvez muta ben presto in una versione distorta e terrificante del genere.

Il film affronta infatti a viso aperto il sottotesto oppressivo e violento che è parte integrante di tutto ciò che è western, specialmente nella sua variante coloniale, che porta Los colonos dalle parti dello splendido Godland di Hlynur Pálmason.

Di particolare interesse è la declinazione specifica della storia, che prende in esame una pagina spesso trascurata del più ampio (e sanguinoso) passato cileno. Il riferimento, vero e documentato, è quello della popolazione indigena dei Selk'nam che fu quasi interamente spazzata via dai coloni nella Terra del fuoco, motivati dalle ricchezze di un commercio nascente e protetti dall'assenza di ogni legge nelle zone di frontiera. José Menéndez, qui interpretato in poche ma memorabili scene dal sempre raggelante Alfredo Castro, è una figura storica che sullo sfruttamento di queste terre costruì un impero. In lui il regista Gálvez trova una metafora del potere incontrollato che inizia e chiude il film, mentre nel mezzo si vedono gli effetti atroci del suo comando.

Accompagnati da una musica incalzante, fatta di percussioni distorte che attivano la memoria storica dei western classici con disturbante insistenza, i tre uomini che dominano la parte centrale del film invitano lo spettatore a un pericoloso balletto di immedesimazione e distanza, rendendo lo sguardo del pubblico complice dei loro massacri ma al tempo stesso offrendo un ritratto complesso, non solo perverso ma annodato a questioni di identità (l'americano in trasferta alla ricerca del prossimo "indiano" su cui puntare il fucile, lo scozzese che ancora indossa la divisa britannica ma mente sul grado) e a un'analisi di cosa resta in piedi nella coscienza di un uomo quando lo si abbandona a uno stato selvaggio (l'inglese Sam Spruell porta molto del suo personaggio di Fargo in una singola sequenza orribilmente istruttiva).

Quello di Gálvez è un cinema che non fa sconti, rigoroso nella sua circolarità, e che dal punto di vista visivo non sceglie né il neutro naturalismo né una sottolineatura estrema dell'oscurità narrativa. Nella sfaccettata fotografia dell'italiano Simone D'Arcangelo (che veniva da un'opera con diverse somiglianze come Re granchio) c'è una filtratura artificiale, che mescola alla bellezza della natura la sensazione di presenza costante della macchina da presa tramite una serie di effetti che pone l'attenzione sulla mediazione cinematografica. Fotografia come documento e insieme forzatura, che fa la storia ma che - come nella sequenza conclusiva che ricorda il Radu Jude di Do not expect too much from the end of the world - si fa anche parte della crudele menzogna di un'identità nazionale.

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STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
venerdì 15 marzo 2024
Francesco Bonfanti
Close-up

Qui un uomo senza braccio significa un uomo in meno, comprendi? Così viene detto prima che un proiettile entri nella testa del ferito. Chi spara è stato un soldato della regina, grado tenente, ora vile mercenario a spasso nella Terra del fuoco con l'obbiettivo di delimitare i territori di confine tra Argentina e Cile. Quando gli chiedono chi sia, la sua risposta è sempre la stessa: Mi chiamo Alexander [...] Vai alla recensione »

giovedì 14 marzo 2024
Silvio Danese
Quotidiano Nazionale

Commerci di allevamenti, terre da dominare, civilizzazione insanguinata. è un western fuoriclasse, documentato e spietato, ambientato in Patagonia nei primi 900, quando un mercenario americano, un soldato inglese e un mezzosangue vengono assunti da un latifondista per definire i possedimenti a scapito dei nativi selk'nam. Classico? Sì, nelle praterie, nei colori e negli «sconfini» per la conquista, [...] Vai alla recensione »

lunedì 11 marzo 2024
Massimo Causo
Duels.it

Sembra un film scolpito, Los Colonos, di dimensioni epiche, ma per una mera funzione visuale, per un naturale adattarsi della macchina da presa alla scena. Un'opera che attraversa lo spazio filmandolo come fosse pietra da incidere con mano imperiosa. Lo spazio è, del resto, la materia di cui si tratta in questa genesi colonialista, e con esso si parla della carne, dei corpi che a quello spazio appartengono [...] Vai alla recensione »

venerdì 8 marzo 2024
Raffaele Meale
Quinlan

Il Sud America ottocentesco come novello luogo del western, con la sua wilderness, le sue popolazioni native mandate al massacro dall'avanzata coloniale, la sua natura aspra, incolta, la sua solo apparente civilizzazione. Un tema che sta tornando con una certa insistenza negli ultimi anni, basti pensare a opere come Jauja di Lisandro Alonso o all'esordio degli italiani Alessio Rigo de Righi e Matteo [...] Vai alla recensione »

venerdì 8 marzo 2024
Thierry Méranger
Cahiers du cinéma

Con un intento politico, l'esordio di Felipe Gálvez Haberle racconta come il Cile, molto dopo le barbarie dei conquistadores, sia stato costruito sulla violenza e sul sistematico massacro degli indigeni. In questo caso dei selknam, nella Terra del Fuoco dove in nome del proprietario terriero José Menéndez (i cui discendenti ancora possiedono una buona parte della Patagonia, cilena e argentina) furono [...] Vai alla recensione »

giovedì 7 marzo 2024
Silvana Silvestri
Il Manifesto

Con questo suo possente film d'esordio, Los Colonos, Felipe Galvez, premio Fipresci al Certain Regard di Cannes, candidato agli Oscar per il Cile, entra in un labirinto di cancellazioni che ancora convivono con la modernità del paese, quell'originaria carneficina di nativi comune anche ad altri paesi del latinoamerica su cui il cinema ha continuato a lavorare.

giovedì 7 marzo 2024
Federico Rizzo
Sentieri Selvaggi

Già vincitore del Premio FIPRESCI nella sezione Un Certain Regard di Cannes 2023, Los Colonos racconta la storia universale di oppressi e oppressori, coloni e colonizzatori; un dramma che accompagna la nostra civiltà fin dall'alba dei tempi. L'anno è il 1901, ci troviamo nella Terra del Fuoco, la zona più meridionale dell'America del Sud collocata tra Cile e Argentina.

giovedì 7 marzo 2024
Gabriele Porro
Cult Week

E' un esordio decisamente riuscito quello del 40enne sceneggiatore e regista cileno Felipe Galvez - già autore di vari corti premiati a festival di spicco come Buenos Aires, Rotterdam e Cannes - che ha portato lo scorso anno al Certain Regard della Croisette Los Colonos, sceneggiato insieme all'italiana Antonia Girardi, vincendo il premio Fipresci della stampa internazionale.

martedì 5 marzo 2024
Roberto Manassero
Film TV

Nell'ultimo decennio il cinema sudamericano ha avviato un sofferto ma necessario percorso di riscoperta del proprio passato dittatoriale e prima ancora colonialista. Los colonos, primo lungometraggio di Felipe Gálvez Haberle, abbraccia in tal senso entrambe le riletture, dal momento che, a detta dello stesso regista, nasce dall'idea di affrontare la memoria del periodo di Pinochet e risale per questo [...] Vai alla recensione »

NEWS
TRAILER
giovedì 8 febbraio 2024
 

Regia di Felipe Gálvez, Felipe Gálvez Haberle. Un film con Sam Spruell, Mark Stanley, Alfredo Castro, Marcelo Alonso, Benjamin Westfall. Da giovedì 7 marzo al cinema. Guarda il trailer »

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