fanico
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martedì 16 aprile 2024
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viviamo tutti nella trappola della vita
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Fabio Nicosia
Il protagonista vive nella "trappola della vita", come tutti noi ! il pensiero di essere liberi è solo l'ennesima illusione dell'esistenza. Tuttavia, come sempre accade, dalla sofferenza nasce bellezza, e la luce che filtra attraverso le foglie illumina il volto di un umile lavoratore regalandogli amore e speranza. Il miracolo si compie ogni giorno e Hirayama questo lo ha capito da tempo. Giorni perfetti, un invito a fermarsi a pensare per ritornare all'essenza della vita.
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asia
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giovedì 4 aprile 2024
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mette tutti daccordo
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Non è un film che ti travolge, ma è girato bene, è vero, a volte forse eccessivamente retorico, ma almeno si prova con dignità ad indagare un tema fuorimoda come la solitudine.
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temat825
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domenica 17 marzo 2024
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tanto mestiere ma di qualità
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In questo film di Wenders io ho trovato tantissimo mestiere. Certo, il mestiere di un grande autore, forse anche un maestro del cinema per quanto legato ad una stagione ben precisa che vista retrospettivamente già mostra qualche eccesso di retorica, però alla fine, anziché restare spiritualmente elevato dall'apologo dell'ossessivo manutentore giapponese di bagni pubblici, riflettevo soprattutto su quanto possa essere a suo modo facile per un grande professionista del cinema pensoso imbastire un personaggio apparentemente inerte per poi con pochi tocchi, comunque magistrali, far intravedere allo spettatore tutto il mondo di passioni e conflitti che sta dietro ad una scelta di vita così controllata.
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In questo film di Wenders io ho trovato tantissimo mestiere. Certo, il mestiere di un grande autore, forse anche un maestro del cinema per quanto legato ad una stagione ben precisa che vista retrospettivamente già mostra qualche eccesso di retorica, però alla fine, anziché restare spiritualmente elevato dall'apologo dell'ossessivo manutentore giapponese di bagni pubblici, riflettevo soprattutto su quanto possa essere a suo modo facile per un grande professionista del cinema pensoso imbastire un personaggio apparentemente inerte per poi con pochi tocchi, comunque magistrali, far intravedere allo spettatore tutto il mondo di passioni e conflitti che sta dietro ad una scelta di vita così controllata.
Ma forse sono troppo severo, o arido, si tratta comunque di un ottimo prodotto, perfettamente costruito in funzione di un significato non banale.
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cinzia
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venerdì 15 marzo 2024
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wenders: più giapponese di un giapponese
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Perfect days (Giorni Perfetti) di Wim Wenders con Kôji Yakusho, Tokio Emoto, Arisa Nakano, Aoi Yamada, Yumi Asô (produzione: Giappone, Germania)
Nonostante il regista sia un tedesco, il Giappone ha deciso di farsi rappresentare agli Oscar da questo film perché è totalmente immerso nella concezione di vita giapponese. Più giapponese di un giapponese.
#nospoiler - è difficile scrivere di questo film perché non ha trama, non ci sono avventure fuori dall’ordinario o effetti spettacolari, e nemmeno parte in sordina per raggiungere un acme (non c’è l’effetto wow o come direbbero superficialmente i funzionari di Netflix “è uno slow burner che non esplode” citazione dal Sol dell’Avvenire di Moretti).
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Perfect days (Giorni Perfetti) di Wim Wenders con Kôji Yakusho, Tokio Emoto, Arisa Nakano, Aoi Yamada, Yumi Asô (produzione: Giappone, Germania)
Nonostante il regista sia un tedesco, il Giappone ha deciso di farsi rappresentare agli Oscar da questo film perché è totalmente immerso nella concezione di vita giapponese. Più giapponese di un giapponese.
#nospoiler - è difficile scrivere di questo film perché non ha trama, non ci sono avventure fuori dall’ordinario o effetti spettacolari, e nemmeno parte in sordina per raggiungere un acme (non c’è l’effetto wow o come direbbero superficialmente i funzionari di Netflix “è uno slow burner che non esplode” citazione dal Sol dell’Avvenire di Moretti).
Tre impressioni affiorano da questo film rarefatto e cristallino: la prima è un elogio alla quotidianità, al trovare la gioia nelle piccole cose che accadono ogni giorno, anche se quello che succede è (sembra?) sempre uguale. Il protagonista è Hirayama, un operatore ecologico di Tokio, di circa 60/65 anni, incaricato di pulire ogni giorno le toilette pubbliche (quelle che si trovano nei giardinetti, nei parchi giochi dei bimbi, accanto ai palazzi pubblici ecc). Il regista lo segue da quando apre gli occhi nella sua sobria cameretta, all’alba, fino a quando si toglie gli occhiali da lettura, ripone il libro aperto a faccia in giù e spegne la lampada pochi istanti prima di addormentarsi; addirittura cerca di illustrarci i sogni che fa. Hirayama sembra non avere passato e vive serenamente questo eterno presente di routine sempre identiche sia a casa che al lavoro e nonostante la sua vita sia semplice, al limite della povertà e faccia un lavoro umilissimo, è felice perché è aperto a tutto quello che lo circonda e lo assorbe ricavandone gioia, come una foglia che si beve avidamente ora i raggi del sole, ora la pioggia diventando sempre più verde e lucida.
La seconda è che i cambiamenti, le rotture del tran tran quotidiano non vengono dalle cose materiali che fa, dal suo lavoro, ma dal rapporto con gli altri perché Hirayama, nonostante viva solo e sia di pochissime parole è perfettamente inserito nel suo contesto sociale, ha buoni rapporti con i colleghi, è riconosciuto e accolto nei pochi posti che frequenta, è rispettato anche da chi incontra per poche ore e amato profondamente dalla sua nipotina. Sono proprio questi rapporti con gli altri che lo definiscono come figura a tutto tondo e gli danno rilievo, sbalzandolo fuori dalla monotonia dei giorni sempre uguali. Dalle poche frasi e soprattutto dai molti silenzi che caratterizzano i suoi dialoghi si intuiscono pezzi della sua vita e del suo passato e forse anche di quello che potrà essere il suo futuro.
La terza impressione che colpisce lo spettatore è che Hirayama diventa suo malgrado il catalizzatore della gente che lo circonda, quasi che la sua compostezza, la sua laconicità, la sua serenità, il suo non giudicare mai, siano visti come un’oasi in cui riposarsi un poco dalla frenesia del mondo e ripartire poi ricaricati. Infatti Hirayama è povero di mezzi materiali, ma non è povero di spirito grazie alle sue passioni per i libri, la musica, la natura, la fotografia. La grandezza di Wim Wenders è stata quella di registrare su pellicola tutto il mondo interiore del suo protagonista che conduce una vita apparentemente piatta e monocorde, e ci è riuscito perché lo ha presentato come un uomo che vive a occhi aperti (sulla realtà, non sul telefonino come fa il suo collega che. in una scenetta esilarante, pulisce un water con una mano mentre con l’altra digita freneticamente sulla tastiera del cellulare), scandagliando con curiosità rispettosa e sensibile, tutto quello che lo circonda, umano o inanimato che sia, un uomo che si prende cura delle cose e che “vede e riconosce” le persone nella loro unicità e bellezza. Per esempio Hirayama vede una minuscola piantina, in mezzo all’erba, sotto un grande albero, nota un foglietto ripiegato in quattro in una fessura di una toilette pubblica, sembra essere l’unico a vedere un barbone che danza lentamente in mezzo alla folla o da solo nel parco e i due si fissano negli occhi “riconoscendosi” reciprocamente. Naturalmente tutto ciò non sarebbe stato possibile senza la misurata e ottima recitazione di Koji Yakusho, interprete principale, che recita con gli occhi e il sorriso, e che gli ha fruttato il premio come migliore attore a Cannes. Mirabile infine la colonna sonora composta dalle canzoni su cassetta a nastro che il protagonista ascolta a casa e in auto, comprendente anche una commovente “The house of the rising sun” cantata in giapponese. Altro ci sarebbe da dire e vi potrei dire ma non voglio togliervi il piacere di riconoscere in “Perfect days” le mille piccole gioie di cui è fatta una giornata, di cui è fatta una vita.
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giovanni
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mercoledì 6 marzo 2024
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perfetto finché non succede nulla
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Finché ci presenta la routine quotidiana del protagonista - i suoi perfect days, appunto - il film è pieno di fascino, grazie anche alla performance di Koji Yakuso. Ma quando intervengono via via nuovi personaggi, questi non aggiungono molto alla vicenda, anzi generano, paradossalmente, un senso di noia crescente.
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cate
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domenica 3 marzo 2024
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com''é la vita?
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-la perfezione sta nela vita semplice ed essenziale
-la presenza umana arricchisce e complica la vita.
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pinoplot
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domenica 25 febbraio 2024
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il niente mischiato col nulla
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Prendete una storia e non raccontatela per 123 minuti: ecco il vostro film acclamato dalla critica. Quanto devono essere noiose le vostre giornate per trovare questo film interessante? Ho passato i primi 45 minuti a chiedermi quando sarebbe partito, quando sarebbe successo qualcosa: il film potrebbe avere una trama, perchè i personaggi ci sono e saremmo anche interessati a conoscere le loro storie, ma non ci viene raccontato niente, niente, maledizione! E quando realizzi che non succederà nulla, non ci puoi credere, aspetti, aspetti, perchè un film cosí celebrato qualcosa la dovrà pur dire, e invece, fino alla fine, il film non dice nulla. E non venitemi a dire "ma è questa la sua bellezza" perchè sono CAXXATE: annoiarsi al cinema per due ore non è bello, è un furto di tempo (e soldi, ma vabbè).
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Prendete una storia e non raccontatela per 123 minuti: ecco il vostro film acclamato dalla critica. Quanto devono essere noiose le vostre giornate per trovare questo film interessante? Ho passato i primi 45 minuti a chiedermi quando sarebbe partito, quando sarebbe successo qualcosa: il film potrebbe avere una trama, perchè i personaggi ci sono e saremmo anche interessati a conoscere le loro storie, ma non ci viene raccontato niente, niente, maledizione! E quando realizzi che non succederà nulla, non ci puoi credere, aspetti, aspetti, perchè un film cosí celebrato qualcosa la dovrà pur dire, e invece, fino alla fine, il film non dice nulla. E non venitemi a dire "ma è questa la sua bellezza" perchè sono CAXXATE: annoiarsi al cinema per due ore non è bello, è un furto di tempo (e soldi, ma vabbè). Per vendicarmi imbratterò tutti i cessi pubblici scrivendo "un'altra volta è un'altra volta. Adesso è adesso"
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luciano sibio
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domenica 25 febbraio 2024
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la quotidianità della vita come trama e scopo
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Un gran bel film che rivolta il senso comune per cui il film stesso, metafora della vita, debba disegnarsi intorno a una grande trama.Questo film infatti spiega come lo svolgersi quotidiano e ripetivo della vita comune e semplìce di tutti i giorni, fuori da ogni eccezionalità, nei momenti di salute e benessere fisico, basta a renderci felici, se apprezzato come tale. E' anche capace questa vita comune e semplìce di di costruire una trama efficace e pregnante in un film d'autore e da vedere. Intelligente rimando nel comunicare il senso dello svolgersi del Film alle parole di alcune vecchie e note canzoni americane anni 70 /80, non ricordo bene, e che creano a mio avviso un trade-union tra cultura occidentale e orientale dato che il film è ambientato aTokio e con un protagoinista giapponese, in questo modo esso viene sollevato dalle secche di un orientalismo culturale, così tanto di tendenza qui da noi.
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ericamartini
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domenica 18 febbraio 2024
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come era bello il wenders di tanti anni fa
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In un intervista recente Wenders ha affermato che la routine del protagonista è bella, è arricchente ed è una liberazione, è libertà; ebbene, da un uomo che non ha mai lavorato un giorno della sua vita, o meglio, che ha lavorato in modo certamente non routinario, mi sembra veramente troppo!!!
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mercoledì 14 febbraio 2024
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da vedere
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Un film poetico e profondo nella sua semplicità
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