kostanzo
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lunedì 12 febbraio 2024
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gradevolmente soporifero. o istigazione al suicidi
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Uscendo dalla sala, un mio amico mi ha sussurrato, per non farsi sentire:<A quando il prossimo film di 007?>. Non vogliomessere iconoclasta come lui, però alcune domande me le sono poste dopo aver seguito per due ore il taciturno pulitore dei bagni di Tokio. La prima è: ma quale è stato il suo passato? Sicuramente di famiglia benestante, ma poi?Sarò limitato, ma non ci sono arrivato...Come non sono stato in grado di capire la carica semantica del bianco e nero, che, opino, rappresentava deliri onirici.
La seconda è conseguente: perchè è diventato quel che è? Perchè è misogino o, per caso, non è che sia autistico?
Terzo e fondamentale interrogativo, per me: ma c'era bisogno di andare a Tokio, di cui in pratica si apprezzano solo le mostruose autostrade urbane, per dire che anche chi fa lavori umili può avere un animo sensibile e amare fotografie, piante, musica (anni '70) libri? A
In conclusione: parlandone positivamente direi che, tutto sommato è gradevolmente soporifero.
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Uscendo dalla sala, un mio amico mi ha sussurrato, per non farsi sentire:<A quando il prossimo film di 007?>. Non vogliomessere iconoclasta come lui, però alcune domande me le sono poste dopo aver seguito per due ore il taciturno pulitore dei bagni di Tokio. La prima è: ma quale è stato il suo passato? Sicuramente di famiglia benestante, ma poi?Sarò limitato, ma non ci sono arrivato...Come non sono stato in grado di capire la carica semantica del bianco e nero, che, opino, rappresentava deliri onirici.
La seconda è conseguente: perchè è diventato quel che è? Perchè è misogino o, per caso, non è che sia autistico?
Terzo e fondamentale interrogativo, per me: ma c'era bisogno di andare a Tokio, di cui in pratica si apprezzano solo le mostruose autostrade urbane, per dire che anche chi fa lavori umili può avere un animo sensibile e amare fotografie, piante, musica (anni '70) libri? A
In conclusione: parlandone positivamente direi che, tutto sommato è gradevolmente soporifero. Alla peggio, invece, un'istigazione al suicidio o alla disperazione per lo spettatore.
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[+] il protagonista,un eroe solitario
(di luciano sibio)
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vieri
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sabato 10 febbraio 2024
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una noia senza fine
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Monotono, ripetitivo, freddo. Interessante solo poter vedere come sono strutturalmente varie e ben tenute le toilette di Tokyo. MEGLIO guardare un documentario sul Giappone se interessati.
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no_data
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sabato 10 febbraio 2024
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analogico
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Non uno tra i migliori films di Wenders....una evidente dedica d'amore a Tokio con le sue contraddizioni un film che ci fa fare pace con noi stessi e ci ridimensiona rispetto alla PERFEZIONE della natura.
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giovanni_b_southern
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mercoledì 7 febbraio 2024
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capolavoro
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Siamo tutti innamorati di Wim Wenders. Quindi vediamo sempre con un pre-giudizio positivo i suoi film. Questo è l’ennesimo capolavoro. Nessuno spoiler sulla storia.
Qualche ‘nota’ si. La mimica del protagonista (Hirayama -interpretato da uno spettacolare Koji Yakusho-) è da Oscar.
Ognuno fugge da qualcosa e approda a qualcosa.
La scena finale (la soundtrack del film è spettacolare) in cui Hirayama ride e piange e piange di nuovo per continuare a sorridere, con sotto le note di un classico dei classici come Feeling Good di Nina Simone, è un qualcosa che vorresti vedere e rivedere e rivedere ancora una volta.
Meraviglioso.
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Siamo tutti innamorati di Wim Wenders. Quindi vediamo sempre con un pre-giudizio positivo i suoi film. Questo è l’ennesimo capolavoro. Nessuno spoiler sulla storia.
Qualche ‘nota’ si. La mimica del protagonista (Hirayama -interpretato da uno spettacolare Koji Yakusho-) è da Oscar.
Ognuno fugge da qualcosa e approda a qualcosa.
La scena finale (la soundtrack del film è spettacolare) in cui Hirayama ride e piange e piange di nuovo per continuare a sorridere, con sotto le note di un classico dei classici come Feeling Good di Nina Simone, è un qualcosa che vorresti vedere e rivedere e rivedere ancora una volta.
Meraviglioso. Punto
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saverio fazio
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martedì 6 febbraio 2024
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perfect days
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Ad un certo punto, la vita perfetta del protagonista, viene minata dal susseguirsi di alcuni eventi destabilizzanti:
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La visita della sorella (che lo invita ad andare a trovare il padre malato che "non è più quello di prima", Lui la abbraccia rifiutando il suo invito e quando è da solo si lascia andare ad un pianto liberatorio
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Il ragazzo che si licenzia
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La lavanderia abituale chiusa
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Il barbone solitario che non vede più nella cornice del parco/giardino, ma lo incontra in strada in mezzo al traffico.
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Ad un certo punto, la vita perfetta del protagonista, viene minata dal susseguirsi di alcuni eventi destabilizzanti:
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La visita della sorella (che lo invita ad andare a trovare il padre malato che "non è più quello di prima", Lui la abbraccia rifiutando il suo invito e quando è da solo si lascia andare ad un pianto liberatorio
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Il ragazzo che si licenzia
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La lavanderia abituale chiusa
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Il barbone solitario che non vede più nella cornice del parco/giardino, ma lo incontra in strada in mezzo al traffico.
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Il locale ristorante trovato chiuso e la presenza di un uomo nella vita della proprietaria per la quale forse nutriva sentimenti.
Una rassicurante routine stravolta, il protagonista ha perso la serenità legata alla consuetudine delle due giornate.
E così fragile che non riesce neanche a catalogare le sue amate fotografie, le lascia cadere giù tutte insieme come se conservale con cura non avesse più senso.
Non riesce neanche a stare a casa a leggere il suo libro.
Va fuori in strada, vagando sotto i ponti di Tokyo.
E qui infine si trova al cospetto del tumore dell'ex marito della donna.
Quei piccoli innocui cambiamenti nella sua vita sono nulla...
Conforta l'uomo malato, giocano come bambini con le loro stesse ombre ed alla domanda se due ombre sovrapposte fanno più ombra (la risposta sarebbe no) lui afferma con meraviglia si, come se non ci fosse nulla che non possa non cambiare.
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(di luciano sibio)
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nino raffa
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lunedì 5 febbraio 2024
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un senso sorprendente da ordinari significati
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Hirayama è un uomo comune. Vive solo in una modestissima casa alla periferia di Tokio. Del suo passato non sappiamo quasi nulla. Suo padre sembra sia stato un uomo difficile; ha una sorella che incontra senza entusiasmo dopo molti anni: una donna ricca. S’intuisce che un tempo viveva diversamente ed è stato lui a voler cambiare. Avrà commesso errori, procurato e subìto torti, provato piacere e dolore come ognuno di noi, ma non lo dice. Hirayama è uomo di pochissime necessarie parole.
Circa sessantenne, lo seguiamo – quasi lo spiamo – per qualche settimana nel ripetersi di giorni uguali. La sveglia prima dell’alba, il futon ripiegato con gesti precisi, la toilette essenziale, la cura delle piantine, la tuta da lavoro, un sorriso al cielo sulla soglia di casa, il caffè del distributore automatico, il furgoncino attraverso la megalopoli ancora addormentata.
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Hirayama è un uomo comune. Vive solo in una modestissima casa alla periferia di Tokio. Del suo passato non sappiamo quasi nulla. Suo padre sembra sia stato un uomo difficile; ha una sorella che incontra senza entusiasmo dopo molti anni: una donna ricca. S’intuisce che un tempo viveva diversamente ed è stato lui a voler cambiare. Avrà commesso errori, procurato e subìto torti, provato piacere e dolore come ognuno di noi, ma non lo dice. Hirayama è uomo di pochissime necessarie parole.
Circa sessantenne, lo seguiamo – quasi lo spiamo – per qualche settimana nel ripetersi di giorni uguali. La sveglia prima dell’alba, il futon ripiegato con gesti precisi, la toilette essenziale, la cura delle piantine, la tuta da lavoro, un sorriso al cielo sulla soglia di casa, il caffè del distributore automatico, il furgoncino attraverso la megalopoli ancora addormentata. Il fiume del suo tempo quindi scorre in tanti incontri mentre cammina con secchio e spazzolone per i giardini e le piazze di Tokio. Hirayama per mestiere pulisce i bagni pubblici. E lo fa con impeccabile cura, come se fosse importante e desiderabile.
Nelle pause Hirayama fotografa il sole attraverso gli alberi, in bianco e nero con una macchina analogica. Ascolta rock anni ‘60 e ‘70 su vecchie cassette. Ha un telefono a conchiglia che non usa quasi mai, e pensa che spotify sia un negozio. Dei vecchi strumenti forse apprezza l’imperfezione, l’esposizione alla sorpresa, ai salti e agli errori. A sera torna nella sua stanza essenziale – una lampada, un mobile basso e una libreria –, e legge Faulkner prima di addormentarsi. Tutte le notti, sogna, ancora in bianco e nero, le sfumature della sua giornata: i sogni di Hirayama sono della sua stessa lieve sostanza.
Hirayama è un uomo diverso dagli altri – o almeno dalla maggior parte. Non è la versione zen di chi vorrebbe scaricare casa, mutuo, lavoro e moglie, sognando un chiosco di mojito su una spiaggia tropicale; magari per ricadere nelle stesse delusioni. Hirayama è cambiato dentro. Il mestiere che ha scelto, la cura e la dignità della sua pratica, vanno oltre l’etica del dovere, dimostrando che non esistono condizioni inferiori, ma solo modi ingannevoli e avvilenti di vivere la propria realtà. Le sue giornate all’apparenza misere e ripetitive custodiscono interi mondi. Non cerca fughe o distrazioni perché sa cogliere l’attimo che c’è nel cielo ogni momento; l’infinita novità nelle foglie di un albero mosse dal vento. Prende al volo l’occasione di un foglietto lasciato in una fessura per giocare a tris con qualcuno che non vedrà mai; beve birra e gioca a pestare l’ombra con un uomo appena incontrato.
Hirayama – interpretato dall’ottimo Koji Jakusho – è un personaggio seducente nonostante lo squallido posto in cui cena e la carta igienica che gli cade in testa. Impastato di natura, musica e letteratura, ha usato la libertà per liberarsi. Gentile, sensibile, attento, giocoso, ironico, pronto allo stupore; si lascia fare dal mondo senza subirlo: non cerca gli altri, ma li accoglie quando li incontra. Non è perfetto:sembra privo di amici e ignoriamo quali legami e responsabilità abbia lasciato nel prima che è stato. Il suo fascino sta anche nell’imbarazzo di certi sguardi, nel pudore, nella trasparente debolezza.
Dopo lo splendido e dolente “Il Sale della Terra” il cui orizzonte era il mondo, Wim Wenders sceglie Tokio per un manifesto alla sottrazione. “Perfect Days” invita a toglierci di dosso cose e parole che ci rendono più difficili e poveri; ma è soprattutto una visione del mondo. La proposta di otto miliardi di umane silenziose rivoluzioni interiori. La vera transizione ecologica, senza la quale ogni promessa di progresso sarà solo truffa o illusione.
“Perfect Days” non doveva essere un film. A Wenders, già felice interprete del Giappone in "Tokio-Ga" (1985), era stato chiesto qualche breve cortometraggio su “The Tokio Toilette”: innovativo programma di ricostruzione dei bagni pubblici nella zona di Shibuya, in cui architetti di rilievo internazionale hanno versato una raffinata estetica, insolita per questo tipo di struttura. Dall’iniziale progetto documentaristico è nata l’idea del personaggio di Hirayama e quindi il film; ma forse l’essenza di “Perfect Days” è già tutta nella trasfigurazione delle toilettes di Tokio attraverso il disegno, i materiali, il colore e la luce. Valorizzare, dare dignità, a ciò che di solito si maschera e nasconde. Pensare le stesse cose di sempre, anche le meno attraenti, in maniera diversa. Rovesciare la visione. Distillare, direbbe Emily Dickinson, un senso sorprendente da significati ordinari.
Dopo quasi quarant’anni da “Il Cielo sopra Berlino” gli angeli di Wenders abitano ancora sulla Terra che hanno preferito al Paradiso. Sarà per questa vaga memoria che Hirayama ama guardare e fotografare il cielo? c’entra qualcosa con i suoi sogni e le ombre? Come ogni riflessione sulle questioni importanti, “Perfect Days” rimane aperto. Wenders tiene lontano il suo personaggio da qualunque Dio o religione: Hirayama sembra essersi già salvato da solo. Da buon contemporaneo ignora l’Assoluto; ma scavando ancora – magari entrando nella sua storia con le nostre – potrebbe non essere l’ultima parola. Bastano le sue qualità a dare un senso alla sua vita? offrono una mappa ai suoi passi nel labirinto di Tokio? La sua serena solitudine quant’è resistente al tempo e al caso?
Verso la fine del film, un uomo chiede a Hirayama un impegno che, se lui accettasse, cambierebbe molto la sua vita. “Un’altra volta è un’altra volta, mentre adesso è adesso” può essere fonte di decisioni importanti per sé e per gli altri? colma il vuoto che prima o poi incontriamo in noi e nel prossimo? è una vera risposta alle domande che salgono dal profondo? Hirayama, a sera, sotto la luce della lampada, legge “Le Palme Selvagge”, enigmatico romanzo composto di due storie diverse accomunate da un disastroso destino. Ma è soprattutto il suo volto nel primo piano della sequenza finale – il lento mutare dal sorriso al pianto – ad esprimere un irrefrenabile smarrimento. Una richiesta di aiuto? Anche gli angeli di Wenders potrebbero non bastare a sé stessi.
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vieri
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domenica 4 febbraio 2024
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buonanotte wenders
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Lento senza capo ne coda senza dialoghi, con qualche immagine insolita di Tokyo. Sarebbe stato molto meglio andare a guardarsi un documentario almeno si imparava qualcosa di utile.
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via col vento
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domenica 4 febbraio 2024
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un film carico di messaggi da cogliere
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Da semplice appassionato di cinema non sono in grado si esprimermi nei termini di un critico cinematografico. Tuttavia posso dire che ho molto apprezzato perfetc days per i tanti messaggi che hi colto. Innanzitutto nella ripetizione quasi snervante che viene data della routine quotidiana del protagonista fatta di piccoli gesti abitudinari e della meticolosità con cui esegue le proprie mansioni sebbene di un lavoro tra i più umili, si kantiana un forte messaggio, soprattutto verso le nuove generazioni, che ambiscono a guadagni facili e senza troppa fatica, inpersonificate nella figura del giovane collega del protagonista. Laddove invece si può godere della vita anche nelle piccole cose affrontando anche le più dure giornate lavorative con un sorriso.
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Da semplice appassionato di cinema non sono in grado si esprimermi nei termini di un critico cinematografico. Tuttavia posso dire che ho molto apprezzato perfetc days per i tanti messaggi che hi colto. Innanzitutto nella ripetizione quasi snervante che viene data della routine quotidiana del protagonista fatta di piccoli gesti abitudinari e della meticolosità con cui esegue le proprie mansioni sebbene di un lavoro tra i più umili, si kantiana un forte messaggio, soprattutto verso le nuove generazioni, che ambiscono a guadagni facili e senza troppa fatica, inpersonificate nella figura del giovane collega del protagonista. Laddove invece si può godere della vita anche nelle piccole cose affrontando anche le più dure giornate lavorative con un sorriso. Fondamentalmente ho colto il rispetto per il lavoro e la professionalità in tutte le sue forme, il senso del dovere che può essere fonte di gioia e soddisfazione. Inoltre noi non dibbiamo identificarci con il nostro lavoro. Lo dimostra ancora una volta il protagonista che continua con passione a coltivare i suoi hobbies e accrescere la propria ciltura nel tempo libero. Tant'è che a parte la sorella snob le persone vere lo rispettano per quello che è e ieri i suoi valori e non lo giudicano per il suo mestiere. Infine il film dimostra che una quotidianità, quasi anonina, non è sinonimo di sconfitta o di morte precoce, tutt'altro mentre il giovane collega rinuncia alle fatiche del lavoro e punta ai soldi per avere subito successo con una ragazza, fallendo, il protagonista viene ricompensato nella sua discreta e delicata perseveranza anche sentimentalmente infatti termine del film gli si aprono nuove prospettive per un futuro insieme alla ristoratrice di cui è segretamente innamorato. Una vittoria della discrezione e del rispetto, quasi di altri tempi, su una modernità che talvolta divora tutto lasciando dietro di sé solo scarti e rifiuti.
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stefano73
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mercoledì 31 gennaio 2024
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impossibile non volergli bene
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“PERFECT DAYS”. Hirayama vive nella Tokyo di oggi e di mestiere pulisce i bagni pubblici della città. Ciò lo svolge con passione e grande dignità. Ha una vita ripetitiva e programmata ma non per questo banale. È una persona umile e silenziosa ma che nasconde grande creatività. Anche la vita più piatta può presentare sorprese e qualche tormento dal passato. Impossibile non volergli bene e non fare considerazioni sulla moderna e anonima società di oggi. Film molto introspettivo. Poche emozioni ma i messaggi sono tanti che creano inquietudine e dolce empatia. Premiato a Cannes e candidato all’Oscar 2024 come miglior film straniero.
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“PERFECT DAYS”. Hirayama vive nella Tokyo di oggi e di mestiere pulisce i bagni pubblici della città. Ciò lo svolge con passione e grande dignità. Ha una vita ripetitiva e programmata ma non per questo banale. È una persona umile e silenziosa ma che nasconde grande creatività. Anche la vita più piatta può presentare sorprese e qualche tormento dal passato. Impossibile non volergli bene e non fare considerazioni sulla moderna e anonima società di oggi. Film molto introspettivo. Poche emozioni ma i messaggi sono tanti che creano inquietudine e dolce empatia. Premiato a Cannes e candidato all’Oscar 2024 come miglior film straniero. Regia del maestro Win Wenders. Voto:7
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martedì 30 gennaio 2024
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da vedere e rivedere
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Il film è davvero bello e lancia un messaggio di cui oggi ognuno ha bisogno. Da vedere e rivedere
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