Titolo originale | Robin Hood |
Anno | 2018 |
Genere | Avventura, |
Produzione | USA |
Durata | 116 minuti |
Regia di | Otto Bathurst |
Attori | Taron Egerton, Jamie Foxx, Ben Mendelsohn, Eve Hewson, Jamie Dornan Tim Minchin, Paul Anderson, F. Murray Abraham, Ian Peck, Cornelius Booth, Josh Herdman, Nasser Memarzia, Kane Headley-Cummings, Björn Bengtsson, Paul Anderson (II), Scot Greenan, Lara Rossi, Kevin Griffiths, Catriona Temple, Nick Wittman, Yasen Atour, Jerome Holder, Kembe Sorel, Jonathan Peck, László Áron, Declan Hannigan, Antonio Lujak, Roderick Hill, Matt Devere, Andrea Mladinic, Frane Perisin. |
Uscita | giovedì 22 novembre 2018 |
Distribuzione | 01 Distribution |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,26 su 6 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 23 novembre 2018
La storia di Robin Hood, l'eroe che rubava ai ricchi per dare ai poveri. Il film ha ottenuto 3 candidature a Razzie Awards, In Italia al Box Office Robin Hood - L'origine della Leggenda ha incassato 11,2 milioni di euro .
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CONSIGLIATO NÌ
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Robin di Loxley viene chiamato a servire nella terza crociata in Terra santa e lo ritroviamo insieme ai suoi commilitoni in una città in rovina, bloccato sotto il fuoco nemico di una potentissima balestra automatica. Robin sarà incaricato di neutralizzarla e in questa operazione si imbatte in un abile arciere e guerriero, che avrebbe la meglio su di lui se non venisse colpito alle spalle da Guy, il capitano di Robin. Quando questi minaccia di uccidere il figlio del prigioniero, Robin non riesce a stare a guardare e si mette in mezzo. La sua diserzione è punita con il ritorno a casa in disgrazia dove lo aspetta una Loxley caduta in rovina. Inoltre Robin è stato dato per morto da almeno due anni e la sua amata Marian si è trovata un nuovo compagno, Will Scarlet. Il tutto mentre il pugno di ferro dello Sceriffo di Nottingham, stretto alleato della Chiesa cattolica, spreme sempre più duramente un popolo ormai esasperato.
Dimenticatevi la Storia, recita la voce narrante all'inizio del film ed è presto chiaro che Robin Hood - L'origine della leggenda, pur ambientato formalmente nel medioevo, parla in realtà del presente.
Tra la guerra in medioriente con le sue brutalità, i costumi che hanno una eleganza da collezione Armani e una Nottingham proto-industriale contro cui si alza una sorta di movimento Occupy, l'intento di attualizzare il mito di Robin Hood è fin troppo palese, tanto da divorarsi il film. Dei protagonisti infatti finisce per importarci poco o nulla, quasi tutti giovani, belli e impeccabilmente vestiti, sono marionette in una storia dal canovaccio ben noto e che come tale è dato quasi per scontato.
Non c'è alcun tentativo di dare a Robin un reale sviluppo drammatico, quanto piuttosto di avvicinarlo a tratti a James Bond, così come Marian è ovviamente una donna moderna, d'azione, più perspicace di tutti gli altri personaggi e con i propri sotterfugi di rivolta all'opera. Will è invece una sorta di Tony Blair, un uomo che parla per il popolo ma è alla ricerca di compromessi per il proprio potere personale. Lo sceriffo di Nottingham è poi interpretato da Ben Mendelsohn, il quale sostanzialmente ripropone per l'ennesima volta in pochi anni il villain grigio vestito, carismatico e con inattesi scoppi d'ira, che già aveva interpretato in Rogue One: A Star Wars Story e in Ready Player One. C'è poi Jaime Foxx nelle vesti del moro il cui soprannome diventa Big John, ma l'introduzione di un personaggio nero che arriva dalle crociate era già del Robin Hood - Principe dei ladri del 1991 con Kevin Costner.
La regia è effettatissima, ricca di ralenty e di vampate di fuoco sullo sfondo, secondo una messa in scena dell'epica marcatamente tronfia, affidata a Otto Bathurst che spinge al parossismo le scelte estetiche da lui già impiegate in Tv con Peaky Blinders. I suoi eccessi vengono presto a noia, anche perché a conti fatti le scene d'azione sono più convulse nel montaggio che davvero spettacolari, tolto una specie di piano sequenza in cui Robin cerca di fuggire tra le colonne mentre è sotto il fuoco incrociato di numerose balestre, anche qui però con abuso di ralenti. I protagonisti non lasciano il segno, mal serviti da battute di routine e da una sceneggiatura tutt'altro che a prova di bomba: per esempio se Loxley è in rovina e la cosa è nota a tutti, possibile che nessuno si chieda da dove arrivino i danari generosamente elargiti da Robin?
Per Taron Egerton si tratta di riprendere il suo personaggio che da popolano diventava quasi aristocratico in Kingsman, mentre Jaime Dornan ha la stessa ambiguità un po' di plastica da bel tenebroso sfoggiata nelle 50 sfumature. Più interessante la scelta di Eve Hewson per Marian: il suo è un volto ancora poco visto al cinema, noto per la serie Tv The Knick che per altro aveva un target del tutto diverso da questo Robin Hood - L'origine della leggenda, ed è soprattutto lei infatti a farsi ricordare.
L'unico vero piacere del film è il gioco di portare l'attualità nel medioevo, tanto che sembra di vedere in certi momenti l'anti storicità di Moulin Rouge. Oltre ai fantasiosi costumi non ci si fanno mancare un casinò e un carro blindato, una Chiesa in aria di perversioni sessuali, e soprattutto uno scontro epocale tra molotov da una parte e scudi antisommossa e manganelli dall'altra. I carri con i cavalli corrono per strette passerelle e sfondano pareti mentre volano le frecce, quasi partecipassero alle battaglie veicolari di Fast & Furious e allo stesso modo le balestre fanno la vece delle armi automatiche. Si capisce che tutto questo deve essere piaciuto a Leonardo Di Caprio, che ha prodotto con la sua Appian Way, ma concludere con il lancio di un possibile sequel pare davvero un atto di fede eccessivo in un film stilisticamente sfiancante, narrativamente da encefalogramma piatto e dove a salvarsi è solo il gusto kitsch del decor.
Nel nuovo film su Robin Hood, diretto da Otto Hathurst i personaggi classici ci sono tutti: da Lady Marian a frate Tuck, a Little John, allo sceriffo di Nottingham. Il tema è: ma come agiscono? In chiave di remake o riedizioni di questa epoca, il quesito è legittimo. Abbiamo visto Shakespeare stravolto, magari con classe come nel Romeo+Giulietta di Luhrmann, e altri classici raccontati secondo epoca, target e... effetti speciali. Robin Hood non si è sottratto, nelle epoche a queste contaminazioni. Poteva starci perché Robin non deriva da un libro, come Ivanhoe, Zorro o Tarzan, eroi della grande tradizione, ma da una leggenda, anzi, più leggende messe insieme, e dunque lo spazio per le invenzioni era infinito, per la felicità degli sceneggiatori.
L'arciere inglese deriva da un intreccio di narrazioni popolari del tredicesimo secolo. Una riguarda un nobile decaduto ma con implicazioni mistiche che toccano più antiche leggende e un certo dio della foresta. Tirate le somme è davvero possibile che Robin sia esistito ma che non fosse l'eroe definito nei secoli, ma un bandito che si nascondeva nella foresta e, se rubava, poi certo non restituiva ai poveri.
Nel tempo assunse il titolo nobiliare di Locksley. Sir Walter Scott, il grande scrittore scozzese, inventore del romanzo storico, inserendo Robin, alleato di Ivanhoe nel suo libro, finì per dargli un'identità, e un'esistenza, quasi legittime: l'eroe sassone che combatteva per ridare a Riccardo il trono usurpato dal fratello Giovanni. Ed ecco tutti gli elementi della vicenda, la foresta di Sherwood e i personaggi citati sopra.
Il cinema non poteva che aggredire un' icona del genere. Sono dozzine i film derivati. Si parte da un "corto" del 1912, ma è Douglas Fairbanks nel 1922 a lasciare un segnale forte. Ma se un'opera deve fare testo, allora la scelta cade su La leggenda di Robin Hood, del 1938, di Michael Curtiz, con Errol Flynn, in assoluto un capolavoro, anzi "il" capolavoro dell'avventura. Insuperato. Molti divi sono entrati in quei panni: Sean Connery in Robin e Marian, diretto da Richard Lester, un autore specialista di contaminazioni. Marian era Audrey Hepburn, più adatta alla New York di Tiffany che alla foresta. E Connery, anche lui un po' a disagio, assumendo quel ruolo, diventava titolare dei due più fulgidi eroi di epoche lontane: Robin e Bond. Non è poco.
Robin Hood - Principe dei ladri è del 1991 e a dare corpo e volto all'arciere è uno importante, Kevin Costner. Robin riesce ad evadere da una prigione a Gerusalemme, raggiunge l'Inghilterra per la sua missione. Gli autori studiano nuovi inserti ed ecco il "politicamente corretto" nella figura di un musulmano di colore - integrazione non da poco, un infedele che diventa fedele - che aiuterà Robin nella sua impresa. Si aggiunge anche un fratello cattivo dell'eroe, a complicare rapporti e azione. Nel 2010 due grandi nomi, Ridley Scott regista e Russel Crowe attore, assumono Robin Hood. Cambia molto rispetto alla tradizione: Robin è impegnato nella guerra coi francesi - non con gli infedeli - per riacquisire possedimenti inglesi in terra normanna. Re Riccardo è morto e occorre sciogliere anche quel nodo. Gli autori inseriscono una new entry, sir Walter Locksley, padre di Robin. Forse troppe invenzioni a complicare il master d'origine.
Abbiamo anche un italiano che fa Robin Hood, è Giuliano Gemma nell'"Arciere di fuoco" del 1971. Gemma, in linea col physique du rôle, offre una performance credibile. L'animazione non poteva rimanere estranea. La Disney nel 1973 presenta il suo Robin Hood, e ne fa naturalmente un piccolo classico. L'altra grande major titolare dell'animazione, la Warner fa interagire Robin con due personaggi molto popolari in: Tom&Jerry- Robin Hood e il suo simpatico amico. Sono alcune citazioni fondamentali fra le molte.
Tornando a L'origine di una leggenda. Robin torna dalle crociate e trova la sua terra, la contea di Nottingham, dominata da un potere corrotto e violento. La sua gente vive umiliata e depredata. L'eroe non può rimanere indifferente e si organizza, con l'aiuto di un mercenario, redento, che lo ha seguito dalla Terra santa. Taron Egerton è Robin Hood, Jamie Foxx, già premio Oscar nel ruolo di Ray, è un Little John di colore; Eve Hewson è Marion; Ben Mendelson fa lo sceriffo di Nottingham.
Il superdivo è presente, ma fa il produttore, è Leonardo DiCaprio. Da qualche parte Errol Flynn tiene d'occhio l'operazione, senza preoccuparsi troppo.
Recandomi al cinema sapevo molto bene che non avrei visto una fedele trasposizione cinematografica della storia di Robin Hood, bensi una pesante rivisitazione con uno stile molto action e una buona dose di tamarragine. Confidavo però in una buona realizzazione che, nonostante tutti i rimaneggiamenti rispetto alla storia originale, avrebbe comunque permesso di ottenere un buon film da guardare [...] Vai alla recensione »
Film poco credibile pieno di luoghi comuni, con cattivi perfidi brutti e stupidi e super buoni. Ricostruzioni inappropriate e poco credibili.
Sinceramente non capisco tutte le recensioni critiche a questo film. Questo film non vuole essere un live action della fiaba che già tutti conosciamo ma una reinterpretazione che riprende soltanto l'ossatura della storia ma dando una piega completamente diversa: da fiaba per bambini a film d'azione. In quest'ottica, andare a ricercare similitudini con l'originale e stupirsi di [...] Vai alla recensione »
Il film delude le attese: un action movie che riesce a farsi dimenticare neanche mezzo minuto dopo la visione. Robin Hood – L’origine della leggenda ha infatti il grosso difetto di essere alquanto tronfio, retorico, assolutamente non definito nello stile, nel tono. Non è drammatico, non è divertente, non è pauroso, non è neppure un film cappa e spada. Vai alla recensione »
"Rbon Hood"(Otto Bathurst, scritto da Ben Chandler e David James Kelly, 2018)è il racconto"inedito"di Robin lord, costretto dal cattivo sceriffo di Notthingam a partecipare alla terza crociata, mentte lui(lo sceriffo) si allea con gli Arabi, gli ruba i beni e gli fa rubare l'am,ata Marian, spergendo la nozia che sia morto.
C'è un po' di tutto: arcieri arabi che lanciano dardi mortali da un marchingegno più veloce e letale di una mitragliatrice, fuochi che scaturiscono da soli misteriosamente qua e là come in Blade runner, lo sceriffo di Nottingham con la faccia, gli stivaloni e il cappotto di pelle come un agente della Ghestapo, edifici in stile rinascimentale, feste a cui partecipano dame [...] Vai alla recensione »
Robin di Loxely di ritorno dalle crociate trova la contea di Nottingham dominata dalla corruzione. Creduto morto in battaglia e privato dell'amore si ergerà a paladino della giustizia e difensore del popolo oppresso. La leggenda del celebre arciere inglese viaggia sui frenetici binari del cinema contemporaneo. Protagonisti impeccabili designati all'azione e fondali solenni [...] Vai alla recensione »
Concordo con il fatto che alcuni abiti e atteggiamenti non c'entrassero molto con l'epoca di Robin, però che figata, un film tutto d'un fiato che ti lascia sulle spine e poi Robin è l'idolo della mia infanzia, amo Robin e loro non l'hanno era niente rovinato
Al cinema (quasi) nulla si crea e nulla si distrugge, tutto si ricicla. Poiché i film su Robin Hood, dal 1912 a oggi, sono una trentina, ogni generazione ha avuto i "suoi" Robin: da quello muto di Douglas Fairbanks alla volpe di Walt Disney, da Kevin Costner all'arciere abbondantemente incarnato da Russell Crowe. Il soggetto, archetipico, è rimasto lo stesso anche in questa, per ora, ultima versione: [...] Vai alla recensione »
Ma perché? É la domanda che sorge spontanea al termine delle quasi due ore di visione di questa pessima versione di Robin Hood. Che senso ha ridurre le gesta del popolare eroe a quelle di un qualsivoglia videogame? Perché è questo che vedrete. Un saltimbanco che cade dall'alto di palazzi senza farsi un graffio o che si contorce in volo, neanche fosse un ginnasta olimpionico, mentre scaglia frecce a [...] Vai alla recensione »
Ogni epoca ha il suo Robin Hood. Al nostro tempo di conflitti di inclusione, arabofobia e neo femminismo Hood (Egerton puerile) si allea col moro buono, scaglia frecce e le schiva come gli X-Men, fa cucù con la maschera come Zorro, cavalca sui tetti come 007 in moto e rispetta Marian fedifraga (nel XIII secolo). Marian? La figlia guanciuta di Bono (Eve) veste shabby chic e cerca selfie dalla cinepresa. [...] Vai alla recensione »
Meno spensierato di quello del 1991 con Kevin Costner e più spiritato dell'ultima versione hollywoodiana con un bollito Russell Crowe (nel 2011 aveva 46 anni), il nuovo Robin Hood di Bathurst (suo l'ormai storico primo episodio di Black Mirror) sembra un incrocio tra il videogame Assassin's Creed (portato al cinema con infinita mestizia due anni fa dal sex symbol Fassbender) e l'approccio futurista [...] Vai alla recensione »