antonio bianchi
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venerdì 29 dicembre 2023
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il fim rende giustizia alla classe operaia?
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Antonio Albanese mi piace molto nella sua veste ironica e in quella empatica verso l'umano in difficoltà.
Questo film che lo vede anche come regista mi ha lasciato amarezza, per un tocco complessivo disperante e un certo registro didascalico.
Sui titoli di coda la dedica è per tutti coloro che sono rimasti vittime dei disastri finanziari.
Ma la scena finale di Antonio accasciato dopo essersi sparato mi sembra non renda giustizia di quelle vite lacerate.
Devo dire che anche il dispositivo stesso della scrittura del film, pagare il pranzo di nozze alla figlia, è un tema che a me mette tristezza.
È un essere soggiogati da tradizioni da cui per quello che mi riguarda ho cercato di liberarmi.
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Antonio Albanese mi piace molto nella sua veste ironica e in quella empatica verso l'umano in difficoltà.
Questo film che lo vede anche come regista mi ha lasciato amarezza, per un tocco complessivo disperante e un certo registro didascalico.
Sui titoli di coda la dedica è per tutti coloro che sono rimasti vittime dei disastri finanziari.
Ma la scena finale di Antonio accasciato dopo essersi sparato mi sembra non renda giustizia di quelle vite lacerate.
Devo dire che anche il dispositivo stesso della scrittura del film, pagare il pranzo di nozze alla figlia, è un tema che a me mette tristezza.
È un essere soggiogati da tradizioni da cui per quello che mi riguarda ho cercato di liberarmi.
Pranzo, vestito, viaggio di nozze, macchina e tutto l'armamentario accessorio.
Una classe operaia soggiogata ancora prima che dalla finanza feroce da questi obblighi a cui si sottostà quasi fosse un piacere e un dovere.
Come se l'amore fra due persone dovesse passare da questa ridicola messinscena di abiti sfarzosi.
Come se l'amore per la figlia dovesse passare per il dimostrare di essere capace di pagare questo scempio.
Antonio operaio onesto, ma ingenuo fino alla dabbenaggine,
Antonio operaio bloccato da antichi clichè
Antonio che lavora al tornio per tre secondi, quasi un feticcio da mettere a carattere simbolico.
Antonio chiuso nel suo orgoglio che non riesce a chiedere aiuto.
Un film che mi sembra imprigionare, senza una prospettiva di liberazione, che si sarebbe potuta innestare anche senza tradire lo scenario tragico.
Provaci ancora, Antonio.
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[+] ma proprio non c''è speranza?
(di barbaram)
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felicity
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venerdì 14 giugno 2024
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un’opera asciutta e sincera
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Cento Domeniche rivela le sue buone intenzioni nel voler raccontare una storia universale, ma rischia solo di angosciare senza proporre una riflessione sul tema.
Albanese (che prima di trovare il successo è stato operaio per davvero) è come sempre, forse ancor più del solito, mosso da una sincerità cristallina (e la scelta di aver girato e ambientato il film nei suoi luoghi d’origine non è affatto casuale).
Il film ne risente ovviamente in positivo, al netto di qualche momento o situazione che magari potevano essere affrontate in maniera meno netta, ma è evidente che lo spirito dell’opera non è quello di chi cerca l’autorialità a discapito del contenuto.
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Cento Domeniche rivela le sue buone intenzioni nel voler raccontare una storia universale, ma rischia solo di angosciare senza proporre una riflessione sul tema.
Albanese (che prima di trovare il successo è stato operaio per davvero) è come sempre, forse ancor più del solito, mosso da una sincerità cristallina (e la scelta di aver girato e ambientato il film nei suoi luoghi d’origine non è affatto casuale).
Il film ne risente ovviamente in positivo, al netto di qualche momento o situazione che magari potevano essere affrontate in maniera meno netta, ma è evidente che lo spirito dell’opera non è quello di chi cerca l’autorialità a discapito del contenuto.
E Cento domeniche va dritto al punto, in un crescendo che tramuta la commedia gentile dell’inizio ad angosciante tragedia che non può lasciare indifferenti.
Autobiografia e fiducia sono le due parole chiave attraverso le quali leggere l’opera. Dopo una prima parte introduttiva e propedeutica descritta con lucidità, è una volta raggiunta la consapevolezza di aver perso tutto che Antonio, e il film con lui, entrano in un abisso dove la troppa precipitosità di scrittura e la deriva di disperazione smorzano gli intenti e le attese.
Cento domeniche resta comunque un’opera asciutta e sincera che cerca nella banalità del male moderno di lanciare un urlo di umanità.
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dante mancini
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sabato 9 dicembre 2023
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la fragilità di un uomo
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Questo film è una storia molto sui generis. Racconta una tragedia, ma non segue i canoni della narrativa classica. C'è un protagonista e una situazione iniziale di normalità. Albanese impersona Antonio Riva, un italiano del 2023, un uomo medio alle soglie della pensione, con una persona molto anziana da accudire in casa, che si arrangia con qualche lavoretto in nero, una figlia che si sta per sposare, un'amante cinica, quattro amici al bar del paese. Un posto dove più o meno non succede mai niente. Come lo fai un film con questi ingredienti? Dov'è il nemico?
Arriva un antagonista. Ma non è una persona, un orco cattivo, qualcuno di perfettamente riconoscibile.
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Questo film è una storia molto sui generis. Racconta una tragedia, ma non segue i canoni della narrativa classica. C'è un protagonista e una situazione iniziale di normalità. Albanese impersona Antonio Riva, un italiano del 2023, un uomo medio alle soglie della pensione, con una persona molto anziana da accudire in casa, che si arrangia con qualche lavoretto in nero, una figlia che si sta per sposare, un'amante cinica, quattro amici al bar del paese. Un posto dove più o meno non succede mai niente. Come lo fai un film con questi ingredienti? Dov'è il nemico?
Arriva un antagonista. Ma non è una persona, un orco cattivo, qualcuno di perfettamente riconoscibile. No, è più subdolo di una malattia grave. E' molto più difficile da riconoscere. Il mostro è l'intero sistema finanziario al quale affidiamo tutte le nostre risorse, con fiducia e certezza che nulla di male potrà mai accadere al nostro gruzzolo. Un mostro che non si fa vedere ma che è in grado di distruggere completamente un uomo togliendogli tutto. La lotta è impari. Come nelle cronache recenti, la narrazione non è una fabula, non c'è l'aiuto inaspettato e magico che tira fuori il protagonista dai guai. C'è la lenta e progressiva distruzione di un uomo lasciato da solo e senza risorse, nemmeno quelle per sopravvivere. Un sistema pensato per proteggere si rivela un Leviatano spietato, man mano che la verità viene lentamente a galla. Un tempo gli dei punivano l'hybris, ma qual è il motivo della punizione di Antonio Riva e di tutti quelli come lui?
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enzo70
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mercoledì 6 dicembre 2023
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l''economia tossica raccontata da albanese
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Antonio Albanese entra nel merito degli effetti della politica che deride con Cetto qualunque. Perché se quel tipo di gestione della cosa pubblica può essere presa a pernacchi, la stessa cosa non accade quando quella stessa politica distrugge la vita delle persone. E prendiamo il caso di Antonio Riva, un operaio specializzato che nella vita ha sempre lavorato e può finalmente vivere tranquillamente. Antonio arrotonda la pensione con qualche lavoretto a nero, ha un piccolo orto, le galline. Vive dignitosamente con la madre, ha un buon rapporto con l’ex moglie e finalmente può accarezzare il sogno della vita, accompagnare la figlia all’altare. Antonio è un uomo semplice, un italiano medio e ha un deposito in banca che gli consentirà di pagare il matrimonio della figlia e di vivere serenamente.
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Antonio Albanese entra nel merito degli effetti della politica che deride con Cetto qualunque. Perché se quel tipo di gestione della cosa pubblica può essere presa a pernacchi, la stessa cosa non accade quando quella stessa politica distrugge la vita delle persone. E prendiamo il caso di Antonio Riva, un operaio specializzato che nella vita ha sempre lavorato e può finalmente vivere tranquillamente. Antonio arrotonda la pensione con qualche lavoretto a nero, ha un piccolo orto, le galline. Vive dignitosamente con la madre, ha un buon rapporto con l’ex moglie e finalmente può accarezzare il sogno della vita, accompagnare la figlia all’altare. Antonio è un uomo semplice, un italiano medio e ha un deposito in banca che gli consentirà di pagare il matrimonio della figlia e di vivere serenamente. E quando il direttore della banca locale propone ad Antonio di sottoscrivere, con i suoi risparmi, le azioni dell’istituto di credito Antonio accetta la proposta. Un buon rendimento si affianca alla solidità della banca del paese che è un’istituzione. E quando iniziano i primi segnali della crisi della banca Antonio indugia, non ha la prontezza di uscire dall’investimento, non vuole perdere, aspetta, cerca rassicurazioni che non trova. E quando deciderà di intervenire sarà troppo tardi, le azioni sono carta straccia, Antonio non potrà contribuire al matrimonio della figlia. Albanese è bravissimo nell’interpretare l’uomo comune, l’italiano medio, forse nella regia meno illuminato, il film in varie parti non rende a sufficienza. Un film che rappresenta perfettamente la solitudine di chi viene abbandonato dalle istituzioni che non controllano per timore di essere controllate.
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