mitzcat
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martedì 23 aprile 2024
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un film poco empatico
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La trama è ispirata a fatti di cronaca accaduti e che continuano ad accadere, e che sono tragedie immense per i piccoli risparmiatori che affidano il frutto di sacrifici e lavoro di una vita, a banche che poi falliscono, il Crac Parmalat è il caso più eclatante ma ce ne sono molti altri. Il film però, pur avendo a disposizione un argomento così grave e tragico, non è riuscito a trasmettermi emozioni, non sono riuscita a empatizzare con il protagonista e con gli altri personaggi, anzi, alcuni li ho trovati insopportabili. Un film tecnicamente fatto bene, recitato abbastanza bene, ma niente di più.
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lu pichi
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domenica 21 aprile 2024
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bellissimo
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Lo ritengo un piccolo capolavoro Albanese ha saputo descrivere la vita di paese benissimo ha colto tutto ma anche il personaggio è perfetto ha descritto la vita di un'uomo perbene un onesto lavoratore che va in pre-pensionamente e sogna solo di fare un bellissimo matrimonio alla figlia ma che purtroppo viene truffato dalla banca che gli ha consigliato investimenti sbagliati. Sono tante le scene che mi sono piaciute, in banca con il direttore, la morte del ragazzo che lo lascia sbigottito, la litigata con l'amico che lo incolpa di aver voluto rischiare, gli stati d'animo che è costretto a subire quando ha capito che ha perso tutto, la consapevolezza che nonostante tutto per un'azione impulsiva lui viene considerato un criminale mentre il vero criminale un uomo perbene, bello! È un film che un pò mi assomiglia, abito in paese, cerco di condurre una vita onesta, ho visto fallire la banca punto di riferimento del paese, ho visto gli stati d'animo della gente, le preoccupazioni, le ansie, le chiacchiere, oggi quella banca ha cambiato nome e ha metà delle persone che aveva all'inizio, dopo il pericolo scampato la gente ha portato i soldi alle poste ma molti in tutta Italia non sono stati così fortunati.
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Lo ritengo un piccolo capolavoro Albanese ha saputo descrivere la vita di paese benissimo ha colto tutto ma anche il personaggio è perfetto ha descritto la vita di un'uomo perbene un onesto lavoratore che va in pre-pensionamente e sogna solo di fare un bellissimo matrimonio alla figlia ma che purtroppo viene truffato dalla banca che gli ha consigliato investimenti sbagliati. Sono tante le scene che mi sono piaciute, in banca con il direttore, la morte del ragazzo che lo lascia sbigottito, la litigata con l'amico che lo incolpa di aver voluto rischiare, gli stati d'animo che è costretto a subire quando ha capito che ha perso tutto, la consapevolezza che nonostante tutto per un'azione impulsiva lui viene considerato un criminale mentre il vero criminale un uomo perbene, bello! È un film che un pò mi assomiglia, abito in paese, cerco di condurre una vita onesta, ho visto fallire la banca punto di riferimento del paese, ho visto gli stati d'animo della gente, le preoccupazioni, le ansie, le chiacchiere, oggi quella banca ha cambiato nome e ha metà delle persone che aveva all'inizio, dopo il pericolo scampato la gente ha portato i soldi alle poste ma molti in tutta Italia non sono stati così fortunati. È un film puro e vero con un Albanese straordinario.
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andrea costa
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giovedì 18 aprile 2024
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retorico e prevedibile
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Avevo iniziato a guardare questo film perché Albanese si era sempre rivelato vicino alla mia sensibilità e in grado di trattare temi di grande rilevanza sociale (emarginazione, criminalità eccetera) in modo originale e ironico senza essere superficiale. Qui purtroppo è successo il contrario: il tema delle truffe bancarie è trattato molto superficialmente e con un anticapitalismo di maniera francamente stucchevole.
I personaggi secondari sono stereotipati e legnosi (con l'eccezione della grande Giulia Lazzarini, che però nell'economia della storia non ha un ruolo preciso), lo stesso protagonista si arrabbia tantissimo quando un amico gli fa notare che firmare un contratto in banca senza leggerlo non è una buona idea.
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Avevo iniziato a guardare questo film perché Albanese si era sempre rivelato vicino alla mia sensibilità e in grado di trattare temi di grande rilevanza sociale (emarginazione, criminalità eccetera) in modo originale e ironico senza essere superficiale. Qui purtroppo è successo il contrario: il tema delle truffe bancarie è trattato molto superficialmente e con un anticapitalismo di maniera francamente stucchevole.
I personaggi secondari sono stereotipati e legnosi (con l'eccezione della grande Giulia Lazzarini, che però nell'economia della storia non ha un ruolo preciso), lo stesso protagonista si arrabbia tantissimo quando un amico gli fa notare che firmare un contratto in banca senza leggerlo non è una buona idea.
Siamo quindi molto, molto lontani dal pathos e dall'affetto per i suoi personaggi di un Ken Loach, che è anche molto più abile nel descrivere il territorio in cui si svolgono le sue storie. Qui siamo in un generico punto della Lombardia (ma solo perché ci sono due battute in dialetto lombardo) di cui non si vede praticamente nulla.
SPOILER ALERT
La scena dell'assalto alla banca è ridicola. A parte l'involontaria comicità dell'uomo armato che trova un parcheggio libero grande abbastanza per una Volvo station wagon proprio davanti alla banca, l'intervento della polizia è goffo e incompetente. Se affrontano così un poveraccio disperato, chissà cosa farebbero con dei terroristi veri.
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esco_nonesco
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domenica 7 aprile 2024
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un albanese inedito che fa centro
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Questo film per Albanese era necessario. Niente marketing, niente botteghino. Ed è proprio questa necessità a renderlo autentico, quotidiano, ingenuo e spiazzante. Lento ma inesorabile, come non siamo abituati a vederlo, il regista ci pianta in testa un chiodo fisso con il quale, a malincuore, siamo costretti a confrontarci.
Il pubblico esce dalla sala innervosito, indignato, preoccupato.
Significa che è stato fatto qualcosa di molto raro e di altrettanto buono.
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antonio bianchi
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venerdì 29 dicembre 2023
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il fim rende giustizia alla classe operaia?
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Antonio Albanese mi piace molto nella sua veste ironica e in quella empatica verso l'umano in difficoltà.
Questo film che lo vede anche come regista mi ha lasciato amarezza, per un tocco complessivo disperante e un certo registro didascalico.
Sui titoli di coda la dedica è per tutti coloro che sono rimasti vittime dei disastri finanziari.
Ma la scena finale di Antonio accasciato dopo essersi sparato mi sembra non renda giustizia di quelle vite lacerate.
Devo dire che anche il dispositivo stesso della scrittura del film, pagare il pranzo di nozze alla figlia, è un tema che a me mette tristezza.
È un essere soggiogati da tradizioni da cui per quello che mi riguarda ho cercato di liberarmi.
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Antonio Albanese mi piace molto nella sua veste ironica e in quella empatica verso l'umano in difficoltà.
Questo film che lo vede anche come regista mi ha lasciato amarezza, per un tocco complessivo disperante e un certo registro didascalico.
Sui titoli di coda la dedica è per tutti coloro che sono rimasti vittime dei disastri finanziari.
Ma la scena finale di Antonio accasciato dopo essersi sparato mi sembra non renda giustizia di quelle vite lacerate.
Devo dire che anche il dispositivo stesso della scrittura del film, pagare il pranzo di nozze alla figlia, è un tema che a me mette tristezza.
È un essere soggiogati da tradizioni da cui per quello che mi riguarda ho cercato di liberarmi.
Pranzo, vestito, viaggio di nozze, macchina e tutto l'armamentario accessorio.
Una classe operaia soggiogata ancora prima che dalla finanza feroce da questi obblighi a cui si sottostà quasi fosse un piacere e un dovere.
Come se l'amore fra due persone dovesse passare da questa ridicola messinscena di abiti sfarzosi.
Come se l'amore per la figlia dovesse passare per il dimostrare di essere capace di pagare questo scempio.
Antonio operaio onesto, ma ingenuo fino alla dabbenaggine,
Antonio operaio bloccato da antichi clichè
Antonio che lavora al tornio per tre secondi, quasi un feticcio da mettere a carattere simbolico.
Antonio chiuso nel suo orgoglio che non riesce a chiedere aiuto.
Un film che mi sembra imprigionare, senza una prospettiva di liberazione, che si sarebbe potuta innestare anche senza tradire lo scenario tragico.
Provaci ancora, Antonio.
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[+] ma proprio non c''è speranza?
(di barbaram)
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angelo umana
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martedì 19 dicembre 2023
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fallimenti bancari: tutti i particolari in cronaca
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Un'altra “piccola storia ignobile” su disastri bancari in Italia e anche altrove, arriva buon'ultima eppur sempre attuale. Nomi di banche popolari o casse di risparmio varie, oppure altri “campioni” della finanza come Zonin, Fiorani, Mussari, lo stesso Fazio ex governatore di Banca d'Italia (quello che raccomandava “l'italianità delle banche”) devono dir qualcosa ai risparmiatori italiani. Le cento domeniche sono quelle che occorsero al padre del protagonista (Antonio Albanese) per costruire casa sua nei fine settimana. Il nostro Antonio è ormai in pensione, in parte ancora attivo nel tempo libero al cantiere nautico dove ha sempre lavorato, amico dei colleghi e come loro dedito al bowling nel tempo libero: premuroso con la madre anziana affetta da decadimento cognitivo, padre amorevole di una figlia unica che si vuole sposare, lei che da bambina giocava a far la sposa.
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Un'altra “piccola storia ignobile” su disastri bancari in Italia e anche altrove, arriva buon'ultima eppur sempre attuale. Nomi di banche popolari o casse di risparmio varie, oppure altri “campioni” della finanza come Zonin, Fiorani, Mussari, lo stesso Fazio ex governatore di Banca d'Italia (quello che raccomandava “l'italianità delle banche”) devono dir qualcosa ai risparmiatori italiani. Le cento domeniche sono quelle che occorsero al padre del protagonista (Antonio Albanese) per costruire casa sua nei fine settimana. Il nostro Antonio è ormai in pensione, in parte ancora attivo nel tempo libero al cantiere nautico dove ha sempre lavorato, amico dei colleghi e come loro dedito al bowling nel tempo libero: premuroso con la madre anziana affetta da decadimento cognitivo, padre amorevole di una figlia unica che si vuole sposare, lei che da bambina giocava a far la sposa. Antonio ha pure un'amante, dettaglio che non disturba, essa è la moglie del suo ex datore di lavoro, uno dei clienti importanti della piccola banca locale, uno di quelli le cui sostanze vengono più protette a danno di risparmiatori più piccoli. Un economista però lo disse: “un risparmiatore ignorante è un risparmiatore morto” (come un elettore del resto!). Tanto varrebbe l'educazione alla finanza e al risparmio fin da piccoli.
Aveva dei risparmi in quel banco, si fidava dell'impiegato Luca che però è trasferito chissà dove. Il nuovo direttore lo informa che il suo investimento fu trasformato in obbligazioni “subordinate” (che è tutto dire), e poi in azioni non quotate della banca stessa che ora gli viene consigliato di “lasciar correre … accontentarsi dell'8-10% di rendimento (inaudito!) che possono dare e con tale interesse pagare le rate del prestito” che sta per chiedere per il matrimonio della figlia. Incredibile che il nostro Antonio, così equilibrato e amico di tutti, perda la testa all'apprendere che i suoi risparmi si sono volatilizzati, gli avremmo consigliato di “mettersela via” e continuare la vita serena che conduceva: di disavventure e gioie una vita è anche disseminata.
Ma un film è un fatto culturale personale del quale ognuno vede taluni aspetti, qualcosa su cui discutere o discettare, rapportandolo a fatti reali o a vite vissute: che sarebbe se, non una banca, ma il nostro Stato stesso, col suo debito a oltre il 140% del Pil prodotto, debito rappresentato da titoli con rating “bbb-” o quasi spazzatura, con gli interessi da pagare su quel debito, coi 50 miliardi di € che ogni anno deve sborsare per gli attuali pensionati più dei contributi previdenziali incassati da chi ancora lavora, con ciò che ci costa la macchina statale e le remunerazioni dei politici che la guidano, con gli uscieri del parlamento pagati ottime cifre al mese e modesti operai pagati molto meno per un lavoro faticoso, con i gozzoviglianti evasori fiscali...che accadrebbe?
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angelo umana
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martedì 19 dicembre 2023
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fallimenti bancari: tutti i particolari in cronaca
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Un'altra “piccola storia ignobile” su disastri bancari in Italia e anche altrove, arriva buon'ultima eppur sempre attuale. Nomi di banche popolari o casse di risparmio varie, oppure altri “campioni” della finanza come Zonin, Fiorani, Mussari, lo stesso Fazio ex governatore di Banca d'Italia (quello che raccomandava “l'italianità delle banche”) devono dir qualcosa ai risparmiatori italiani. Le cento domeniche sono quelle che occorsero al padre del protagonista (Antonio Albanese) per costruire casa sua nei fine settimana. Il nostro Antonio è ormai in pensione, in parte ancora attivo nel tempo libero al cantiere nautico dove ha sempre lavorato, amico dei colleghi e come loro dedito al bowling nel tempo libero: premuroso con la madre anziana affetta da decadimento cognitivo, padre amorevole di una figlia unica che si vuole sposare, lei che da bambina giocava a far la sposa.
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Un'altra “piccola storia ignobile” su disastri bancari in Italia e anche altrove, arriva buon'ultima eppur sempre attuale. Nomi di banche popolari o casse di risparmio varie, oppure altri “campioni” della finanza come Zonin, Fiorani, Mussari, lo stesso Fazio ex governatore di Banca d'Italia (quello che raccomandava “l'italianità delle banche”) devono dir qualcosa ai risparmiatori italiani. Le cento domeniche sono quelle che occorsero al padre del protagonista (Antonio Albanese) per costruire casa sua nei fine settimana. Il nostro Antonio è ormai in pensione, in parte ancora attivo nel tempo libero al cantiere nautico dove ha sempre lavorato, amico dei colleghi e come loro dedito al bowling nel tempo libero: premuroso con la madre anziana affetta da decadimento cognitivo, padre amorevole di una figlia unica che si vuole sposare, lei che da bambina giocava a far la sposa. Antonio ha pure un'amante, dettaglio che non disturba, essa è la moglie del suo ex datore di lavoro, uno dei clienti importanti della piccola banca locale, uno di quelli le cui sostanze vengono più protette a danno di risparmiatori più piccoli. Un economista però lo disse: “un risparmiatore ignorante è un risparmiatore morto” (come un elettore del resto!). Tanto varrebbe l'educazione alla finanza e al risparmio fin da piccoli.
Aveva dei risparmi in quel banco, si fidava dell'impiegato Luca che però è trasferito chissà dove. Il nuovo direttore lo informa che il suo investimento fu trasformato in obbligazioni “subordinate” (che è tutto dire), e poi in azioni non quotate della banca stessa che ora gli viene consigliato di “lasciar correre … accontentarsi dell'8-10% di rendimento (inaudito!) che possono dare e con tale interesse pagare le rate del prestito” che sta per chiedere per il matrimonio della figlia. Incredibile che il nostro Antonio, così equilibrato e amico di tutti, perda la testa all'apprendere che i suoi risparmi si sono volatilizzati, gli avremmo consigliato di “mettersela via” e continuare la vita serena che conduceva: di disavventure e gioie una vita è anche disseminata.
Ma un film è un fatto culturale personale del quale ognuno vede taluni aspetti, qualcosa su cui discutere o discettare, rapportandolo a fatti reali o a vite vissute: che sarebbe se, non una banca, ma il nostro Stato stesso, col suo debito a oltre il 140% del Pil prodotto, debito rappresentato da titoli con rating “bbb-” o quasi spazzatura, con gli interessi da pagare su quel debito, coi 50 miliardi di € che ogni anno deve sborsare per gli attuali pensionati più dei contributi previdenziali incassati da chi ancora lavora, con ciò che ci costa la macchina statale e le remunerazioni dei politici che la guidano, con gli uscieri del parlamento pagati ottime cifre al mese e modesti operai pagati molto meno per un lavoro faticoso, con i gozzoviglianti evasori fiscali...che accadrebbe?
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stefano73
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venerdì 15 dicembre 2023
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banche senza scrupoli
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Antonio Riva vive in un piccolo paese lacustre della provincia lombarda. È una brava persona, ex operaio in prepensionamento con attività nel volontariato e nel sociale. Quando la figlia decide di sposarsi lui si offre per pagare la cerimonia. Il giorno che va nella fidata banca del paese gli rispondono che è meglio non prelevare liquidità perche le sue azioni “stanno correndo”. Quali azioni? Antonio Albanese regista e protagonista dimostra capacità tecnica e recitativa. Film senza comicità ma molto coinvolgente, realista e che genera rabbia e solidarietà tra la classe media contro un sistema bancario spietato.
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Antonio Riva vive in un piccolo paese lacustre della provincia lombarda. È una brava persona, ex operaio in prepensionamento con attività nel volontariato e nel sociale. Quando la figlia decide di sposarsi lui si offre per pagare la cerimonia. Il giorno che va nella fidata banca del paese gli rispondono che è meglio non prelevare liquidità perche le sue azioni “stanno correndo”. Quali azioni? Antonio Albanese regista e protagonista dimostra capacità tecnica e recitativa. Film senza comicità ma molto coinvolgente, realista e che genera rabbia e solidarietà tra la classe media contro un sistema bancario spietato. Finale un pò prevedibile. Voto:7
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venerdì 15 dicembre 2023
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banche senza scrupoli
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Antonio Riva vive in un piccolo paese lacustre della provincia lombarda. È una brava persona, ex operaio in prepensionamento con attività nel volontariato e nel sociale. Quando la figlia decide di sposarsi lui si offre per pagare la cerimonia. Il giorno che va nella fidata banca del paese gli rispondono che è meglio non prelevare liquidità perche le sue azioni “stanno correndo”. Quali azioni? Antonio Albanese regista e protagonista dimostra capacità tecnica e recitativa. Film senza comicità ma molto coinvolgente, realista e che genera rabbia e solidarietà tra la classe media contro un sistema bancario spietato.
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Antonio Riva vive in un piccolo paese lacustre della provincia lombarda. È una brava persona, ex operaio in prepensionamento con attività nel volontariato e nel sociale. Quando la figlia decide di sposarsi lui si offre per pagare la cerimonia. Il giorno che va nella fidata banca del paese gli rispondono che è meglio non prelevare liquidità perche le sue azioni “stanno correndo”. Quali azioni? Antonio Albanese regista e protagonista dimostra capacità tecnica e recitativa. Film senza comicità ma molto coinvolgente, realista e che genera rabbia e solidarietà tra la classe media contro un sistema bancario spietato. Finale un pò prevedibile. Voto:7
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