eugenio
|
sabato 24 febbraio 2024
|
orfeo ed euridice nella tuscia romana
|
|
|
|
Anni 80, Tuscia. Una banda di tombaroli che ricorda molto i soliti ignoti di Monicelli si muove tra le necropoli etrusche seminascoste dalla vegetazione insieme a un misterioso inglese, Arthur, dall’oscuro passato con un abito bianco sporco e stazzonato. Sullo sfondo, ricettatori d’arte, il canto la libertà. La chimera di Alice Rohwacher è tutto questo. Un film a metà strada tra Pasolini e Fellini, dagli echi di Chagall, perennemente in equilibrio precario, tra luce e buio, vita e morte, sogno e realtà.
Dicotomico, La chimera, mostro mitologico vive grazie all’interpretazione di Arthur appunto, ex archeologo (Josh O’Connor), che nel suo dramma privato, il ricordo di una donna amata scomparsa, si unirà alla banda di tombaroli, grazie a un innato talento rabdomantico nello scovare le tombe etrusche, per cercare di colmare la disperazione amorosa.
[+]
Anni 80, Tuscia. Una banda di tombaroli che ricorda molto i soliti ignoti di Monicelli si muove tra le necropoli etrusche seminascoste dalla vegetazione insieme a un misterioso inglese, Arthur, dall’oscuro passato con un abito bianco sporco e stazzonato. Sullo sfondo, ricettatori d’arte, il canto la libertà. La chimera di Alice Rohwacher è tutto questo. Un film a metà strada tra Pasolini e Fellini, dagli echi di Chagall, perennemente in equilibrio precario, tra luce e buio, vita e morte, sogno e realtà.
Dicotomico, La chimera, mostro mitologico vive grazie all’interpretazione di Arthur appunto, ex archeologo (Josh O’Connor), che nel suo dramma privato, il ricordo di una donna amata scomparsa, si unirà alla banda di tombaroli, grazie a un innato talento rabdomantico nello scovare le tombe etrusche, per cercare di colmare la disperazione amorosa. E forse Italia, straniera come lui, nome omen, riuscirà ad aiutarlo in questa difficile lotta contro i suoi stessi demoni.
Memorie dal sottosuolo, verrebbe da dire, ma i reietti veraci della Rohwacher, vivono dentro questa giovane anima contorta spezzata, divisa. Beniamina, la bellissima ragazza dai capelli rossi, assurge a sogno onirico, sul confine sottile, labile, a volte invisibile dell’altrove e a sogni inevitabilmente spezzato. Sta qui il senso della ricerca, nello sviluppo ondivago di un film di oltre due ore che pare non seguire alcuna logica, ma se ci pensa trova nel filo rosso, quello dell’amore la ricerca di un senso tra i reperti di un passato personale, dagli echi mitologici greci.
Arthur si insinua tra le grotte come fa Orfeo per ritrovare la sua Euridice agli inferi e con lui rivediamo quel tocco di leggerezza di Lazzaro Felice unito a uno struggimento, un malessere incarnato in un amaro e lucido disincanto. Ma sfugge via e nulla più. Nell’immagine eterea che segue il volo di un uccello verso la sua meta finale.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a eugenio »
[ - ] lascia un commento a eugenio »
|
|
d'accordo? |
|
roberta santini
|
lunedì 19 agosto 2024
|
“l’antipatica “ commenta “la chimera”.
|
|
|
|
Bellissimo film, narrazione stralunata e profonda del confine tra presente e passato, in un susseguirsi di inversioni e rovesciamenti di tempi, di terre e cieli. Il protagonista Arthur, asceta moderno, si capovolge e diviene l’appeso della carta dei tarocchi, colui che ribalta la fede nelle credenze comuni, che seppur in supplizio, trascende estatico. Una fiaba cucita con il filo rosso e le note di un cantastorie, in cui l’arte antica domina prepotente le miserie umane e risplende sincera negli occhi di Arthur, lo straniero, che non appartiene a questo mondo, percepisce il vuoto sotto la superficie ma non trova contatto con ciò che sta sopra.
[+]
Bellissimo film, narrazione stralunata e profonda del confine tra presente e passato, in un susseguirsi di inversioni e rovesciamenti di tempi, di terre e cieli. Il protagonista Arthur, asceta moderno, si capovolge e diviene l’appeso della carta dei tarocchi, colui che ribalta la fede nelle credenze comuni, che seppur in supplizio, trascende estatico. Una fiaba cucita con il filo rosso e le note di un cantastorie, in cui l’arte antica domina prepotente le miserie umane e risplende sincera negli occhi di Arthur, lo straniero, che non appartiene a questo mondo, percepisce il vuoto sotto la superficie ma non trova contatto con ciò che sta sopra. L’inglese, o forse irlandese, un alieno in cui arde la sacralità della storia, Teseo guidato da un filo di lana oltre il labirinto, Orfeo condannato a non avere l’amore degli umani.
“Cose che non sono fatte per gli occhi degli uomini”.
Josh 0’Connor misurato e malinconico, conquista e incanta.
Intensa e convincente Isabella Rossellini.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a roberta santini »
[ - ] lascia un commento a roberta santini »
|
|
d'accordo? |
|
marica
|
martedì 5 dicembre 2023
|
un film fatto di ricerca, malinconia e poesia.
|
|
|
|
“La Chimera”, di Alice Rohrwacher è un film che tutti dovrebbero vedere ma che purtroppo verrà visto da pochi. Il protagonista è l’anglosassone Arthur, archeologo ormai caduto in rovina che ha un dono particolare, riesce a capire dove si celano le tombe appartenenti ad antiche civiltà. Arthur ama l’archeologia e sebbene si metta subito al servizio dei tombaroli, per trarre profitto dal ritrovamento di antichi manufatti, capisce che certi tesori devono rimanere sepolti, certi tesori non sono fatti per lo sguardo dell’uomo ma sono solo per le anime. L’anima che insegue sempre durante tutto il film è quella della sua amata e ormai persa Beniamina, anche attraverso il filo rosso del suo vestito, che ci ricorda quello della mitologia greca appartenuto ad Arianna.
[+]
“La Chimera”, di Alice Rohrwacher è un film che tutti dovrebbero vedere ma che purtroppo verrà visto da pochi. Il protagonista è l’anglosassone Arthur, archeologo ormai caduto in rovina che ha un dono particolare, riesce a capire dove si celano le tombe appartenenti ad antiche civiltà. Arthur ama l’archeologia e sebbene si metta subito al servizio dei tombaroli, per trarre profitto dal ritrovamento di antichi manufatti, capisce che certi tesori devono rimanere sepolti, certi tesori non sono fatti per lo sguardo dell’uomo ma sono solo per le anime. L’anima che insegue sempre durante tutto il film è quella della sua amata e ormai persa Beniamina, anche attraverso il filo rosso del suo vestito, che ci ricorda quello della mitologia greca appartenuto ad Arianna. Il protagonista parla pochissimo, ma comunica tutto. Ritrova una scintilla di vita nella figura di Italia, una delle poche persone che fa comparire sul suo viso flebili sorrisi, che lo apprezza per quel che è e non per quello che ha. La fotografia eccelsa ci ricorda in alcuni momenti i paesaggi di Ghirri, con i suoi cieli della serie “Infinito”, resi grazie anche all’utilizzo di tre formati diversi (16mm, super 16 mm e 35mm), il tutto accompagnato da una colonna sonora di tutto rispetto, con un mix vincente e insolito, tra Battiato, Vasco, Mozart e i Kraftwerk. È un film fatto di ricerca, malinconia, poesia, sguardi e gesti. Un film dove vita e morte si incontrano spesso, si unificano, il mondo di sopra e di sotto si scontrano e incontrano, sogni e realtà diventano tutt’uno.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a marica »
[ - ] lascia un commento a marica »
|
|
d'accordo? |
|
elfoscuro75
|
giovedì 4 aprile 2024
|
una esperienza sensoriale
|
|
|
|
Un comparto audio favoloso che trasforma il film, almeno nella prima parte, in un viaggio sensoriale. Il frusciare degli alberi, l'eco delle vecchie case dai soffitti alti, i passi nella terra, il respiro nelle salite, le rondini.
Sembra di essere lì, di scavare e di sentire indotto l'odore di aria chiusa e terra e muschio venire dal sottosuolo.
La cinestesia sa essere potente e mi ha riportato agli anni '80 della provincia italiana, ancora lontana da Madonna, i Depeche, i paninari e le mode.
Povera, ancora vestita da vecchi abiti e pezzi di mercato di colori improbabili, coi maglioni spessi e i mezzi di fortuna per scaldarsi, Vasco che canta Bollicine, il liscio, il Maggio come un canto di sciamani, le sagre paesane.
[+]
Un comparto audio favoloso che trasforma il film, almeno nella prima parte, in un viaggio sensoriale. Il frusciare degli alberi, l'eco delle vecchie case dai soffitti alti, i passi nella terra, il respiro nelle salite, le rondini.
Sembra di essere lì, di scavare e di sentire indotto l'odore di aria chiusa e terra e muschio venire dal sottosuolo.
La cinestesia sa essere potente e mi ha riportato agli anni '80 della provincia italiana, ancora lontana da Madonna, i Depeche, i paninari e le mode.
Povera, ancora vestita da vecchi abiti e pezzi di mercato di colori improbabili, coi maglioni spessi e i mezzi di fortuna per scaldarsi, Vasco che canta Bollicine, il liscio, il Maggio come un canto di sciamani, le sagre paesane.
A contrastare questo tuffo nel passato, dipinto con curato realismo, si muove il soprannaturale misticismo di Arthur, anima tormentata connessa con la storia, capace di sentire l'arte sepolta.
Nessuna avventura alla indiana Jones ma poveri tombaroli che scappano come piccoli ratti trafugando all'ombra di cantieri, ruderi e industrie, briciole di un glorioso passato in una terra con un desolante presente.
Bello il personaggio di Arthur interpretato da Josh o'Connor, intriso di disperata e solitaria poesia, bello il personaggio di Italia, ancorato nel presente, belli tutti gli altri amici nella scia di Arthur solo per interesse.
Grande la comparsata di Isabella Rossellini.
Sul finale Rosso Malpelo, per un istante, sembra incontrare Ciaula e vedere un raggio di luna.
Madò se mi è piaciuto questo film!
[-]
|
|
[+] lascia un commento a elfoscuro75 »
[ - ] lascia un commento a elfoscuro75 »
|
|
d'accordo? |
|
|