Titolo originale | My best friend's wedding |
Anno | 1997 |
Genere | Commedia, |
Produzione | USA |
Durata | 105 minuti |
Regia di | P.J. Hogan |
Attori | Julia Roberts, Dermot Mulroney, Cameron Diaz, Rupert Everett, Philip Bosco, M. Emmet Walsh Rachel Griffiths, Carrie Preston, Susan Sullivan, Christopher Masterson, Cassie Creasy, Paul Giamatti. |
Uscita | venerdì 19 dicembre 1997 |
Tag | Da vedere 1997 |
Distribuzione | Sony Pictures Italia |
MYmonetro | 3,17 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 14 ottobre 2010
Julianne si sente annunciare dal suo grande amico "mi sposo". Si accorge di essere gelosa, di soffrire. Dunque cercherà in tutti i modi di impedire le... Il film ha ottenuto 1 candidatura a Premi Oscar, 3 candidature a Golden Globes, In Italia al Box Office Il matrimonio del mio migliore amico ha incassato 12 milioni di euro .
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CONSIGLIATO SÌ
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Julianne è una critica culinaria indipendente e determinata. Una sera, mentre si trova a cena con il suo editore George, riceve un messaggio piuttosto concitato da parte di Michael, vecchia fiamma divenuta nel tempo il suo migliore amico. Julianne rievoca con George una serata romantica e appassionata di molti anni prima in cui Michael le promise che se entrambi fossero arrivati single ai 28 anni si sarebbero sposati fra di loro. Ora che al compleanno mancano poche settimane, Julianne si rende conto di aver sempre amato Michael e si convince che la chiamata potrebbe realmente nascondere la fatidica proposta. Ma quando riesce a mettersi in contatto con lui la realtà è ben diversa: Michael ha conosciuto una bionda ventenne di Chicago e sta per sposarsi con lei di lì a pochi giorni. A Julianne restano solo pochi giorni per far capire al migliore amico di essere la ragazza giusta per lui.
La commedia americana ha sempre mostrato più interesse nei divorzi che nei matrimoni. Se le separazioni legali dai vincoli degli affetti costituivano lo spunto per raccontare con ironia la modernità della battaglia dei sessi, confetti e fiori d'arancio sono invece quasi sempre rimasti fuori campo, celati dentro al tradizionale "e vissero felici e contenti" o dietro la parola "fine" scritta a caratteri cubitali.
Nel film dell'australiano P.J. Hogan (in secondo sposalizio dopo il più amaro Le nozze di Muriel), il matrimonio è invece la porta d'ingresso al percorso di discesa nel baratro della gelosia compiuto dalla protagonista Julianne. Percorso che non intende affrontare la pressione del più obbligato fra i sacramenti sulla vita dei quasi trentenni come in Quattro matrimoni e un funerale, ma, più semplicemente, renderci complici dell'umana meschinità e dei veleni di un personaggio femminile intenzionato a rovinare le nozze del migliore amico. La difficoltà sta nel raccontare il progredire dei colpi sempre più bassi e illeciti di Julia Roberts (che agli occhi del pubblico americano è ancora la Cenerentola di Pretty Woman), restando dentro ai confini della commedia romantica, senza concedersi incursioni nei regimi della farsa o del grottesco. Scelta due volte saggia, da una parte perché consente di mantenere l'identificazione dello spettatore nel personaggio anche quando questo si rivela apertamente come l'unica figura negativa della storia, dall'altra perché gioca su desideri e situazioni piuttosto comuni negli intimi rapporti di amicizia: l'invidia e la presunzione di sapere cosa sia meglio per l'altro/a.
Oltre a questo, il film ha anche altri punti di forza: la capacità di mantenere costante il proprio registro brillante (anche laddove nella storia si affacciano iperboli e cliché) e un Rupert Everett all'apice delle sue capacità di commediante. Il personaggio di George che gravita in maniera satellitare attorno al ménage-à-trois dei protagonisti rilancia la verve della commedia ad ogni suo passaggio. Perfettamente in parte nel ruolo di un editore gay saggio, raffinato e istrione, Everett riesce ad elevare il senso della linea comica sostanzialmente riservata ai caratteristi comprimari delle commedie romantiche e a farsi parte integrante del film, tanto da meritare l'onore di un'entrata in scena conclusiva che riscrive le regole dell'happy ending tradizionale.
Commedia americana brillante. Il tema non è nuovo: la migliore amica che si innamora del migliore amico, ma proprio nel momento in cui lo capisce lui le dice che si sposa, ma con un'altra. Che conosce da due settimane. Riuscirà a sventare il matrimonio e a (ri?)conquistare il suo uomo? Una Julia Roberts eccezionale, vivace e leggera, unita allo sprint comico incredibile di Rupert [...] Vai alla recensione »
George: Michael insegue Kim? Jules: Si. George: E tu insegui Michael? Jules: Si. George: E chi insegue te? Con questo significativo dialogo tra George (Rupert Everett) e Jules (Julia Roberts) è stata costruita la morale di questa simpaticissima commedia. Un bel giorno Jules riceve la telefonata del suo ex fidanzato che la invita al suo imminente matrimonio; convinta che lui sia "di [...] Vai alla recensione »
"My best friend's Wedding"(P.J, Hogan, scritto da Ronald Bass, 1997)e'film incentrato sul classico tema della gelosia, qui femminile: una ragazza apprende per telefono dalla viva voce del suo ex, ma anche migliore amico, che questi e'prossimo al matironio: dopo una reazione "scomposta", molto"di petto"(cade in casa) incontra i novelli sposi e viene nominata [...] Vai alla recensione »
Hollywood ha sempre saputo costruire commedie sentimentali di successo attenendosi scrupolosamente ad alcune regole: assegnare le parti principali ad attori celebri ed amati, scegliere come protagonisti dei personaggi che catturino la simpatia del pubblico, inserire nella storia varie vicissitudini che rendano incerto l’epilogo, ma poi chiudere sempre la pellicola dando agli settatori quel lieto [...] Vai alla recensione »
Julia Roberts è molto, molto brava ma da sola non basta a sostenere il film. Peccato perchè la trama è buona, ma a rovinare tutto è l'attore principale (l'amico) che ha un viso insignificante e proprio non sa recitare (ma chi lo ha messo lì?) mentre Cameron Diaz non è all'altezza come in altri film (forse perchè la sua parte è troppo frivola e non le dà modo di approfondire il suo personaggio).
Direi perfetto bellissima interpretazione e molto realistico direi..
Sarebbe ottimo se il palinsesto Mediaset non ce lo rifilasse OGNI ANNO, estate dopo estate. Che palle! Ci ha scocciato, meglio un film di Totò.
Con i suoi titoli di testa dal tono scherzoso-confettoso che richiamano le commedie sentimentali degli anni Cinquanta, Il matrimonio del mio migliore amico dell’australiano Phiip J. Hogan, approdato a Los Angeles sul successo di Le nozze di Muriel, gioca la prima delle sue carte buone; la seconda arriva a metà e un’altra nel finale. Sono una sorta di tre piccoli film molto divertenti in un film che [...] Vai alla recensione »