felicity
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martedì 5 marzo 2024
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ambivalente in modo sfacciato e plateale
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“Saltburn” rischia di apparire davvero una scemenza all british, invece l’arrampicata sociale del giovane Oliver Quick, incarnato dall’inquietante Barry Keoghan, è raccontata secondo i modi di un apologo morale, fosco e sensuale, dalle connotazioni perverse e classiste, che parte dal mondo universitario di Oxford per approdare, appunto, alla lussuosa tenuta inglese di Saltburn, una sorta di pomposo Xanadù, che diventa terreno di caccia per il presunto proletario, ma forse tale non è, scaltro, basso e muscoloso, forse bisessuale, introdotto in quel gaudente mondo di aristocratici ricchi ed eccentrici, belli e alti, annoiati e fresconi.
Il sesso è molto evocato, più che mostrato, anche in chiave feticistica, pure nei suoi aspetti biologici per alcuni forse respingenti, ma direi lo sguardo della regista è solo finalizzato a precisare il mix di attrazione e cinismo attraverso il quale Oliver si farà strada, tra bugie e intoppi, in quel Palazzo dei Sogni.
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“Saltburn” rischia di apparire davvero una scemenza all british, invece l’arrampicata sociale del giovane Oliver Quick, incarnato dall’inquietante Barry Keoghan, è raccontata secondo i modi di un apologo morale, fosco e sensuale, dalle connotazioni perverse e classiste, che parte dal mondo universitario di Oxford per approdare, appunto, alla lussuosa tenuta inglese di Saltburn, una sorta di pomposo Xanadù, che diventa terreno di caccia per il presunto proletario, ma forse tale non è, scaltro, basso e muscoloso, forse bisessuale, introdotto in quel gaudente mondo di aristocratici ricchi ed eccentrici, belli e alti, annoiati e fresconi.
Il sesso è molto evocato, più che mostrato, anche in chiave feticistica, pure nei suoi aspetti biologici per alcuni forse respingenti, ma direi lo sguardo della regista è solo finalizzato a precisare il mix di attrazione e cinismo attraverso il quale Oliver si farà strada, tra bugie e intoppi, in quel Palazzo dei Sogni.
Come un tarlo capace di rosicchiare e infine sbriciolare le residue difese di quella nobile famiglia logorata dagli agi, ormai esangue nonostante l’esibito fasto, a suo modo vampiresco (ma c’è sempre qualcuno dai denti più aguzzi in cerca di sangue fresco).
In effetti, vedendo “Saltburn”, mi sono chiesto fin dove questo novello Tom Ripley, dal talento innegabile, si sarebbe spinto nel suo diabolico piano di conquista.
Il direttore della fotografia ha fatto un gran lavoro, immergendo tutto il film in un’elegante luce naturale, sia negli oscuri interni sia negli abbacinanti esterni della tenuta di campagna, come se assistessimo a un feuilleton ottocentesco con qualche digressione pseudo-shakespeariana.
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fabal
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martedì 2 gennaio 2024
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nemesi dell''upper class
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(Tre stelle e mezzo). E' difficile integrarsi ad Oxford, specie per uno studente di umile famiglia che si sente catapultato nel feudo universitario della upper class. Oliver Quick socializza con difficoltà e non è certo popolare nel college. Finché, un giorno, l'aristocratico e very popular Felix Catton fora la ruota della bici e viene aiutato proprio da Oliver: è l'inizio di un rapporto di amicizia ambiguo e sbilanciato. Sulle prime Oliver sembra agire al solo scopo di elemosinare l'approvazione del compagno di studi, poi l'amicizia diventa un'ossessione. Quando Oliver confessa al ricco amico i suoi problemi familiari, Felix lo invita a trascorrere l'estate con la sua famiglia, nella principesca tenuta di Saltburn.
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(Tre stelle e mezzo). E' difficile integrarsi ad Oxford, specie per uno studente di umile famiglia che si sente catapultato nel feudo universitario della upper class. Oliver Quick socializza con difficoltà e non è certo popolare nel college. Finché, un giorno, l'aristocratico e very popular Felix Catton fora la ruota della bici e viene aiutato proprio da Oliver: è l'inizio di un rapporto di amicizia ambiguo e sbilanciato. Sulle prime Oliver sembra agire al solo scopo di elemosinare l'approvazione del compagno di studi, poi l'amicizia diventa un'ossessione. Quando Oliver confessa al ricco amico i suoi problemi familiari, Felix lo invita a trascorrere l'estate con la sua famiglia, nella principesca tenuta di Saltburn.
Regista e sceneggiatrice, già reduce di Oscar con A promising woman, Emerald Fennell dirige un film tanto pettinato quanto brutale. La meravigliosa confezione fotografica spazia dalle quasi anacronistiche scene nel castello - cenoni in impeccabili dressage, un maggiordomo dall'aspetto torvo che si muove in severi saloni- ai riflessi solari sul laghetto esterno con tanto di ninfee. A un'ambientazione esteticamente ineccepibile fa da contraltare la spietatezza emotiva che caratterizza l'austerity dell'aristocrazia british alla quale la Fennell, cinematograficamente parlando, non è certo la prima a fare il verso. Lo fece Joseph Losey, nel trittico di opere sceneggiate da Pinter, e con simbologie ben più sofisiticate: la descrizione di un'aristocrazia dalla vocazione quasi suicidiaria (L'incidente) nonché facilmente manipolabile da un domestico che ambisce a rovesciare il rapporto con il padrone (Il servo, 1963). Al servo di Losey somiglia molto l'Oliver Quick di Saltburn: un giovane di ceto basso che si insinua nell'ambiente nobile offrendosi come confessore disinteressato a ciascun membro della famiglia, in realtà mettendoli subdolamente uno contro l'altro. Ma è forse alla logica intrusiva di Parasite il riferimento più lampante: una rivoluzione non intellettuale fondata sulla menzogna, senza impegnative allegorie politiche, che si combatte tra le mura di una lussuosa villa. Si tratta di invidiosa rivalsa verso l'upper class o desiderio di sostituirsi ad essa? Questa ambiguità è il punto di forza del film.
Tratto geniale di Saltburn è la duplice natura dell'ossessione per Felix: erotica e sociale allo stesso tempo, i due aspetti, sempre sovrapponibili, tengono all'erta lo spettatore per almeno 100 minuti, prima di un finale un po' inverosimile. Conquistare Felix, oggetto di deisderio anche sessuale, per ottenerne l'approvazione, o sostutirsi ad esso fino ad essere lui? Lo scarto tra i due obiettivi resta labile, consentendo a Saltburn di muoversi sul filo del rasoio tra la sensazione di una tragedia imminente e alcune scene al limite del cattivo gusto. Limite che, però, non viene oltrepassato da una volontà di scandalizzare ad ogni costo: nemmeno la sessualità dei protagonisti sembra, in fondo, così rilevante. Neppure quella di Oliver, sulla quale Saltburn, intelligentemente, sceglie di non ricamare scontate metafore.
L'ossessione di Oliver è certamente patologica ma rimane difficile, in certo momenti del film, non eleggerlo a nemesi di un'aristocrazia anacronistica che volentieri vorremmo veder annientata. La famiglia Catton è disfunzionale, chiusa in un'emotività austera in cui la facciata non permette alcuna concessione ai sentimenti profondi. Gli slanci di altruismo, come l'ospitalità concessa a Pamela, sono presto corretti da una sprezzante retromarcia con dichiarazioni da pelle d'oca. I bravi interpreti, in particolare il protagonista, Elordi e la Pike, entrano in sintonia parlando lo stesso linguaggio ipocrita, sia dialogico che espressivo. Le pecche sono nell'ultima parte, non tanto per la svolta thriller, intuibile ma necessaria, ma per alcune forzature di trama che rendono il climax finale piuttosto inverosimile.
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johnny1988
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lunedì 25 dicembre 2023
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intramontabile ripley
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“Parasite”, “Blue Jasmine”, “Barry Lyndon”, “Sick of Myself”, “Ingrid Goes West”, “Snowpiercer”, “Us”, “La Favorita”, “Il Cigno Nero”, “Match Point”. E la filmografia potrebbe espandersi. La letteratura del Prometeo ambizioso e assassino permea la Storia dell'uomo da che se ne ha memoria.
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“Parasite”, “Blue Jasmine”, “Barry Lyndon”, “Sick of Myself”, “Ingrid Goes West”, “Snowpiercer”, “Us”, “La Favorita”, “Il Cigno Nero”, “Match Point”. E la filmografia potrebbe espandersi. La letteratura del Prometeo ambizioso e assassino permea la Storia dell'uomo da che se ne ha memoria. Il Caino che si macchia del più grave dei delitti per gelosia e rivalsa si potrebbe meritatamente conferire il titolo di antesignano. Il cinema declina per ultimo nella cronologia delle arti la natura vampiresca dell'uomo che vede solo nel suo narcisismo unica fonte di vitalità.
“Saltburn” si aggiunge felicemente alla lista, presentando un giovane studente, all'apparenza un'incarnazione contemporanea di Oliver Twist, ma che in realtà condivide ben poco con la natura benevola del suo modello vittoriano. L'Oliver Quick ha molto più a che spartire con il Delitto e (senza) Castigo interpretato dal Woody Allen di Crimini e Misfatti e Match Point, ossia in un'aracnea scalata sociale, e con la doppia faccia vampiresca e tormentata del Mr Ripley della Highsmith.
Emerald Fennell, autrice acclamata di Killing Eve e La Ragazza Promettente, si diverte con i suoi personaggi. E si vede. Ma lo fa lasciando molto campo libero agli attori e a una fotografia seducente, senza troppi compiacimenti. Azzarda sequenze “nude” al limite del “Camp”, ricordando di abbottonare i suoi personaggi sempre un momento prima di superare le barriere dello scandalo. Qualcuno più affine al genere le potrà criticare una sottile vigliaccheria e un ritardo imperdonabile rispetto a “Sick of MySelf”, distribuito questa primavera, che tocca le stesse corde, ma con un coraggio preceduto solo da pochi autori amanti del grottesco come Solodtz e John Waters.
Tuttavia, il film ha il merito di avvicinare le masse a un genere di nicchia e potrebbe godere di un merito non così scontato: solleticare nuove curiosità e rinnovare la riflessione, oggi urgentissima, sulla solitudine e la psicosi deformante di una società che sprofonda gradualmente in una guerra fra Narcisi.
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luciano sibio
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martedì 26 dicembre 2023
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sceneggiatura incerta
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Film con una sceneggiatura incerta. Incerta perchè il finale stravolge in maniera radicale la costruzione della storia rendendo a mio avviso poco credibile la storia stessa che è una storia in prevalenza sentimentale a sfondo omosessuale da parte del protagonista. Forse il regista l'ha ritenuta troppo scontata di questi tempi e quindi ha voluto planare in un genere thrilling ma solo svoltandola nel finale e lasciando così spazio a non pochi vuoti narrativi ed ad evidenti incongruenze psicologiche nella definizione del protagonista. Nel complesso però il film è apprezzabile e godibile.
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