giajr
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lunedì 29 gennaio 2024
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in linea con il genere "introspettivo/articolato di qualità"
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Si tratta di un film, totalmente in linea con quelli interpretati da Margherita Buy; introspettivo ma dinamico, complicato negli intrecci, così come le storie vere, quelle di tutti i giorni che, alla fine, non sono mai semplici. Ogni personaggio è, nella sua centralità, un soggetto problematico, con una sua storia, un suo proprio percorso di vita (in parte, asincrono rispetto a tutto il resto). Un film fortemente riflessivo, in cui il non detto, a tratti, surclassa il narrato; una pellicola che, tutto sommato, evidenzia le caratteristiche dei propri personaggi, quelle totalmente diverse le une dalle altre, ma tanto comuni nella vita reale: l'incapacità di occuparsi di chi ci circonda e mettere sempre in primo piano il proprio IO (come fa la protagonista), l'incapacità di esprimere le proprie necessità e trovare rifugio altrove (come il marito della protagonista), l'incapacità di voltare pagina e scegliere di vivere smettendo di amare (come la madre della protagonista).
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Si tratta di un film, totalmente in linea con quelli interpretati da Margherita Buy; introspettivo ma dinamico, complicato negli intrecci, così come le storie vere, quelle di tutti i giorni che, alla fine, non sono mai semplici. Ogni personaggio è, nella sua centralità, un soggetto problematico, con una sua storia, un suo proprio percorso di vita (in parte, asincrono rispetto a tutto il resto). Un film fortemente riflessivo, in cui il non detto, a tratti, surclassa il narrato; una pellicola che, tutto sommato, evidenzia le caratteristiche dei propri personaggi, quelle totalmente diverse le une dalle altre, ma tanto comuni nella vita reale: l'incapacità di occuparsi di chi ci circonda e mettere sempre in primo piano il proprio IO (come fa la protagonista), l'incapacità di esprimere le proprie necessità e trovare rifugio altrove (come il marito della protagonista), l'incapacità di voltare pagina e scegliere di vivere smettendo di amare (come la madre della protagonista)... e ancora, la ricetta di affrontare la realtà con profonda consapevolezza e apparente superficialità (come la sorella della protagonista)... il lucido meme che riporta alle trasversali sofferenze umane come la parentesi del viaggio in autostop. Un film, come tanti di questo genere, che evidenzia come i personaggi, seppur non negativi, possano essere fortemente scorretti ed a tratti vigliacchi nei loro comportamenti. Un film che, comunque e innegabilmente, penalizza le figure maschili: il marito, il padre, Honolulu, l'ex amico/amante occasionale di Bianca, ecc.) In sintesi, si tratta di un film forse troppo delicato e sussurrato, tipico però di questo suo genere; lontano da immagini di protagonisti popolari ma tendenzialmente acculturati, borghesi, a tratti snob. Un film ben studiato nella sua trama, ben articolato, "con sorpresa" e finale con evoluzione dei personaggi che, in parte, si risolvono. Valida la regia, gli attori, la fotografia, la sceneggiatura. Un film fedele al suo catalogo, che piace alla sua fascia pubblico.
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enzo70
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lunedì 29 gennaio 2024
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la paura di vivere
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Bianca è una donna inquieta, vive la vita con difficoltà, il marito Niccolò è l’unica ancora a cui aggrapparsi e quando viene lasciata la situazione sembra precipitare senza possibili vie di uscita. La psichiatra che la tiene in cura, la dottoressa Braibanti, sempre grande e bella Margherita Buy, è all’apparenza rude, cinica nelle prescrizioni, non cincischia. E come terapia propone a Bianca dieci semplici minuti in cui, semplicemente, la donna deve fare cose che non ha mai fatto. Questo è un modo per invogliare Bianca a fare cose che non ha mai fatto, ad uscire dalle paure che caratterizzano la sua vita. Ed emerge il vero passato di Bianca, una sorella nata da una relazione clandestina del padre che conoscerà solo quando si risveglierà dal coma dopo un tentativo di suicidio con gli psicofarmaci.
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Bianca è una donna inquieta, vive la vita con difficoltà, il marito Niccolò è l’unica ancora a cui aggrapparsi e quando viene lasciata la situazione sembra precipitare senza possibili vie di uscita. La psichiatra che la tiene in cura, la dottoressa Braibanti, sempre grande e bella Margherita Buy, è all’apparenza rude, cinica nelle prescrizioni, non cincischia. E come terapia propone a Bianca dieci semplici minuti in cui, semplicemente, la donna deve fare cose che non ha mai fatto. Questo è un modo per invogliare Bianca a fare cose che non ha mai fatto, ad uscire dalle paure che caratterizzano la sua vita. Ed emerge il vero passato di Bianca, una sorella nata da una relazione clandestina del padre che conoscerà solo quando si risveglierà dal coma dopo un tentativo di suicidio con gli psicofarmaci. Bianca prova a ritrovare le emozioni, a vivere cose nuove, all’inizio partecipa ad un funerale, poi dà lo smalto alle unghie, va a letto con un uomo, le prove sembrano senza senso, ma man mano, soprattutto grazie alla sorella e ad un amico, riesce a ridare un senso compiuto alla propria vita. In realtà con il passare del tempo Bianca scopre che la vita può essere vissuta senza paura anche se con cautela. Non dico di più perché è un film che consiglio di vedere al cinema, ottima l’interpretazione di Barbara Ronchi e di Margherita Buy.
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