Un road movie malinconico con una Stefania Sandrelli istrionica e vitale ma troppo poco guidata. Commedia, Italia2022. Durata 107 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Una star del liscio di 70 anni si mette in viaggio verso i luoghi e le persone che più ha amato. Espandi ▽
Olimpia ha una settantina d’anni e un trascorso di successi come cantante da balera insieme alla sua band, I capricci di Olimpia. In Emilia Romagna è stata una star, ma ora “i suoi capricci non li ascolta più nessuno”. Un viaggio verso Zurigo in compagnia della mite Maria, fidanzata del bagnino del lido dove prende ancora il sole in topless, sarà di un’avventura che cambierà la vita a entrambe. Acqua e anice è un road movie lungo il passato pieno di successi, ma anche di errori, di Olimpia, che è stata molto amata e molto offesa. La sceneggiatura, firmata dal regista Corrado Ceron insieme a Federico Fava e Valentina Zanella, ha una sua grazia triste, ma la regia è incerta, forse intimidita dalla presenza di Stefania Sandrelli che, nel ruolo di Olimpia, ha momenti di ineffabile grandezza, ma avrebbe avuto bisogno di una direzione più precisa: come uno Stradivari che necessita di un direttore d’orchestra di grande capacità di controllo. Recensione ❯
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Da che si ricorda Amanda, 24 anni, non ha mai avuto amici. É la cosa che desidera di più. Quando scopre che da neonate lei e Rebecca passavano un sacco di tempo insieme, Amanda sceglie la sua nuova missione: convincerla che sono ancora migliori amiche. Espandi ▽
Amanda è una ragazza di 25 anni che non ha amici e forse non li ha mai avuti. Un giorno rivede una sua coetanea, Rebecca, con cui da bambina trascorreva molto tempo insieme. Ora anche Rebecca è spesso isolata. Riusciranno, insieme, ad essere meno infelici? Non è solo un film sull’isolamento ma su uno straniamento esistenziale. Amanda, opera prima di Carolina Cavalli che ha scritto anche la sceneggiatura, segue la protagonista nel suo nervoso nomadismo fisico ed esistenziale. Sorretto dalla convincente interpretazione di Benedetta Porcaroli che rende il suo personaggio malinconico, disperato, rabbioso ma anche ironico, il film mette a fuoco tutti gli altri personaggi quasi esclusivamente attraverso la sua protagonista. Forse è questo uno dei limiti del film, incapace di far respirare in pieno la storia perché troppo concentrato su Amanda. Recensione ❯
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Una favola scanzonata, meravigliosamente interpretata, tra rimandi epici e digressioni liriche. Commedia, Italia2022. Durata 97 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Astolfo, un pensionato che dalla vita non si aspettava più niente, viene sfrattato dal suo appartamento e ripara nella vecchia casa di famiglia. Lì incontrerà Stefania e si innamora. Espandi ▽
Astolfo è un professore in pensione che vive a Roma in un vecchio appartamento da cui viene gentilente sfrattato. Gli affitti sono lievitati e il professore decide di tornare in provincia. L’amore per Stefania, una bella signora introdotta dal cugino farfallone, scuoterà l’ordinarietà del quotidiano e darà un senso nuovo alla sua esistenza. Gianni Di Gregorio riporta sullo schermo il suo personaggio romano chiamato archetipicamente “il professore”. Il regista non nasconde niente sotto le borse degli occhi, le rughe della vita, il desiderio che lo assilla e che finalmente soddisfa fuori dalle mura di Roma. Se il regista infonde al suo avatar la stessa nonchalance bonaria, costruendo il suo film su una pacata verve dialogica, Stefania Sandrelli impone ancora la sua bellezza di vergine siciliana, sedotta ma non abbandonata perché Astolfo la porta via con sé. Al ritmo calmo e tranquillo della sua Panda bianca. Recensione ❯
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Una commedia garbata, con qualche trovata divertente, ma che non affonda il colpo. Commedia, Italia2022. Durata 87 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
La ricerca ossessiva dell'affermazione di sé si porta dietro la solitudine, il distacco dai valori, dai sentimenti, dai legami familiari. Espandi ▽
Pio e Amedeo raccontano la loro storia in una "comunità di recupero per meridionali che hanno vissuto a Milano". Amici fin dall'infanzia, sembravano inseparabili. Invece, dopo l'esame di maturità, le loro strade si dividono. Pio parte per Milano, si laurea con lode e diventa un manager di successo. Amedeo invece resta in Puglia e, dopo che è sfumata l'ambizione di diventare medico, gestisce un negozio di articoli sanitari e collabora, come assessore, con il sindaco del suo paese per fermare la fuga dei giovani dal Sud. Dopo essersi persi di vista a lungo i due, ormai ex-amici, si rivedono dopo 20 anni quando Pio torna a casa insieme alla sua nuova compagna, un'imprenditrice digitale che ha tre milioni di followers. Il paese pugliese ha infatti bisogno di un finanziamento e la banca di Pio è l'unica disposta a concederlo. Recensione ❯
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La nuova commedia di Fausto Brizzi interpretata da uno stuolo di poppanti. Espandi ▽
Luca, ex surfista quarantenne, trova lavoro presso l'avveniristica azienda Green Light che si occupa di energie rinnovabili e sostenibilità ambientale ed è guidata da un amministratore delegato "illuminato". Grazie all'aiuto dell'ex compagno di banco delle medie Ivano, che lavora alla Green Light come scienziato, Luca ottiene un posto presso il nido aziendale popolato dai figli dei dipendenti, fra cui quello di una traduttrice appena assunta, Silvia.
Un giorno Luca mangia un omogeneizzato di platessa che gli regala un talento da supereroe: la capacità di interpretare ciò che i bambini pensano ed esprimono in modo incomprensibile agli adulti. E userà questo superpotere sia per conquistare Silvia che per cercare di sventare una truffa aziendale.
Bla Bla Baby rimanda alla minisaga di Senti chi parla, che tanto successo ha avuto fra la fine degli anni Ottanta e i primi Novanta.
Alessandro Preziosi nel ruolo di Luca sarebbe efficace e carismatico, se la sceneggiatura non gli affidasse azioni più insensate che surreali. Massimo De Lorenzo, Maria Di Biase e Chiara Noschese, da caratteristi affidabili, cercano di conservare una credibilità umana anche all'interno della situazione comica. Ma le svolte e i dettagli implausibili aumentano di sequenza in sequenza. Recensione ❯
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Il capitolo più riuscito della saga per il respiro narrativo più ampio e l'infantile e coinvolgente entusiasmo. Commedia, Italia2022. Durata 100 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +10
Terzo capitolo della saga che vede i protagonisti viaggiare nel tempo. Espandi ▽
“Pijamose la Gioconda”. Suonava così il grido di battaglia di Moreno alla fine di Ritorno al crimine, secondo capitolo della trilogia che già annunciava l’ambientazione negli anni della Seconda Guerra Mondiale. L’omaggio cinefilo alla saga di Zemeckis di Ritorno al futuro era già evidente. Ma C’era una volta il crimine si avvicina soprattutto a Non ci resta che piangere nel modo in cui i protagonisti si trovano in una dimensione da cui non riescono ad uscire e nella quale, gradualmente, riescono ad ambientarsi. Questo terzo capitolo ha un respiro più ampio e complesso, guarda a forme di ‘commedia all’italiana’ del passato (la ‘guerra’ di Mario Monicelli e Luigi Comencini) ma mostra anche l’impossibilità oggi, da parte del cinema italiano, di farla rivivere. Non trova la purezza del gioco di Benigni e Troisi, ma recupera l’infantile entusiasmo davanti a celebri figure storiche: il servizio fotografico a Mussolini e la partita a scopa con Sandro Pertini che nell’immaginario anticipa quella sull’aereo al ritorno dalla vittoria dei Mondiali di calcio in Spagna nel 1982 (anno che ricollega proprio a Non ci resta che il crimine) sono alcune delle intuizioni più azzeccate. Recensione ❯
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Una commedia garbata sul tema delicato della disabilità dal tono troppo altalenante. Commedia, Italia2022. Durata 113 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Single e affascinante seduttore, Gianni è un seduttore seriale. La sua vita però è destinata a cambiare quando conosce Chiara, una donna solare e dinamica che un incidente ha reso paraplegica. Espandi ▽
Gianni ha quasi 50 anni e passa da un’amante all’altra, fingendo con ognuna di essere una persona diversa. Alla morte della madre si reca nella modesta casa in cui è cresciuto e incontra la vicina Alessia, che per sbaglio lo crede confinato ad una sedia a rotelle. Gianni alimenta l’equivoco perché Alessia si occupa di disabili e lui cerca di aggiungerla alla sua lista di conquiste. Ma la ragazza ha altri progetti: gli presenta la sorella Chiara, davvero paraplegica, sperando che fra i due scocchi la scintilla. Cosa che puntualmente succede anche se Gianni si auto convince che conquistare Chiara sarà un ennesimo modo per ribadire agli amici la sua fama.
Corro da te è il remake italiano della commedia francese Tutti in piedi. Riccardo Milani dirige con il suo consueto garbo e la sua solida professionalità ma sacrifica il mordente insito in questa storia e si muove con troppa circospezione intorno ad una materia infiammabile. La versione italiana ha infatti un problema di tono, alternando troppo bruscamente le vicende e le caratterizzazioni dei personaggi, cosa che mina fortemente alla credibilità d’insieme. Recensione ❯
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Una commedia romantica sul valore del tempo con un buon interprete e un ottimo montaggio. Commedia, Italia, Bulgaria2022. Consigli per la visione: Ragazzi +13
La storia di un ragazzo che non voleva dormire. Espandi ▽
Luca è ossessionato dal pensiero di non vivere appieno le sue giornate, incatenato a ripetere ogni giorno ciò che odia di più: dormire. Infatti per lui il sonno è solo una perdita di tempo, e dunque il suo desiderio più grande sarebbe quello di non dover addormentarsi mai. Finché una fattucchiera non lo accontenta, e Luca si ritrova ad avere a disposizione giornate da 24 ore che può sfruttare fino in fondo: il che però, per un ragazzo di 21 anni che sta sprecando la sua vita fra videogame e discoteche, si rivelare estenuante. Che cosa farà una volta esauriti i binge watching di tutte le serie possibili e una volta infranti tutti i record alla play station? Un'indicazione gli arriva dalla giovane bibliotecaria Roberta, di cui è innamorato fin da quando lei l'ha baciato a dieci anni, e che è tutto il contrario di lui: studiosa, seria, altruista e gran lavoratrice.
La trama è di quelle che Hollywood ama, un paradosso surreale creato per dare una lezione di vita agli spettatori.
E buonanotte è tratto dall'opera omonima dello youtuber Daniele Doesn't Matter, che cofirma soggetto e sceneggiatura insieme al regista del film, Massimo Cappelli (del team di sceneggiatura fanno parte anche Agostino Di Febo e Federico Alotto), ed è una commedia romantica sul valore del tempo e su come dovrebbe essere utilizzato per perseguire valori e obiettivi nobili, invece che bruciato all'altare del divertimento narcisistico e autoreferenziale. Recensione ❯
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Il film è tratto dal testo teatrale La Palestra di Giorgio Scianna. Espandi ▽
I genitori di tre studenti di terza media vengono convocati nella palestra della scuola dalla preside. Franco, il padre di Cristian, compra e vende immobili e ha una relazione clandestina con Carmen, mamma di Giordano, mentre Aldo e Rossella, lui adibito all'accoglienza in un ospedale, sono i genitori adottivi di Arsen, un ragazzino di origine africana. La preside ha per il quartetto una notizia choc: una compagna di scuola dei loro figli li accusa di averla assalita, immobilizzata e stuprata proprio nella palestra in cui i genitori sono convenuti. E gli adulti passeranno dall'incredulità al desiderio di salvare i propri ragazzi ad ogni costo.
Educazione fisica parte da una premessa totalmente implausibile: che una preside che si dice dotata di una grande etica e di un forte senso di protezione nei confronti dei più vulnerabili, invece di rivolgersi alle autorità per denunciare un crimine come la violenza sessuale su una minore riunisca (nel suddetto edificio) e avvisi i genitori dei responsabili di quel crimine, a rischio di inquinamento delle prove e delle testimonianze dei minori.
Anche la recitazione del cast non riesce a rendere verosimili i singoli ruoli, in particolare quello della preside interpretata da Giovanna Mezzogiorno. Recensione ❯
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Una commedia agile e garbata che mantiene una dimensione retrò, nello stile di Lillo e Greg. Commedia, Italia2022. Durata 91 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +10
Una storia che parla di tecniche di seduzione, di vero amore, di frasi da rimorchio che non funzionano mai e del coraggio di essere se stessi in un mondo che dà così tanta importanza alla bellezza. Espandi ▽
Alla loro seconda prova come registi dopo D.N.A - Decisamente Non Adatti, Lillo e Greg uniscono le forze con Eros Puglielli e confezionano una commedia piena di invenzioni visive, costruita sulla fisicità buffa di Lillo e su una serie di gag verbali tipiche del duo protagonista. Come sempre la comicità di Lillo e Greg mantiene una misura di garbo e una ricercatezza superiore a quella della maggior parte delle commedie italiane contemporanee, navigando con una certa agilità le acque pericolose della political correctness e surfando sul body shaming, sui rapporti fra uomini e donne, sulle filosofie esoteriche e su molti luoghi comuni. Purtroppo però Gli idoli delle donne non raggiunge quell’escalation comica che dovrebbe diventare irresistibile, e l’aver affiancato a Lillo e Greg due trentenni nel team di sceneggiatura, Matteo Menduni e Tommaso Renzoni, non ha contribuito in maniera sufficiente a svecchiare una comicità che ha bisogno di trovare nuova linfa vitale nell’agganciarsi alla contemporaneità. Recensione ❯
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Black comedy che racconta in modo cinico, ironico e scorretto, ma anche con molto sentimento, la storia di una famiglia che gestisce un'impresa di onoranze funebri. Espandi ▽
I cassamortari è il terzo film da regista di Claudio Amendola, autore del soggetto insieme a Francesca Neri e coautore della sceneggiatura con Roberto Iannone, Kissy Dugan e la collaborazione di Luigi Di Capua, e rappresenta un altro tassello in una filmografia davvero anomala, dopo La mossa del pinguino e Il permesso - 48 ore fuori. Mosca bianca nel panorama cinematografico italiano contemporaneo, I cassamortari ha il coraggio, e il pregio, di affrontare di petto due argomenti scomodi: la morte e il corpo come oggetto di sfruttamento mediatico. E la crudeltà con cui questi argomenti vengono trattati non esclude una pietas per chi, immerso nella nostra cultura dell’esibizione e dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo, è agito prima ancora di agire: la temerarietà di Amendola, nel panorama asfittico della commedia italiana attuale, merita di essere premiata a prescindere. Recensione ❯
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Il primo film diretto da Andrea Zalone, da anni autore di riferimento e irrinunciabile spalla comica di Maurizio Crozza. Espandi ▽
Aurelio è un wedding planner pieno di debiti che cerca di vendere il suo business al migliore offerente, e l'unica offerta gli arriva proprio dal padre della sposa per cui sta organizzando la festa del "giorno più bello". Della sua squadra fanno parte l'acida Adele, che si impasticca per reggere la tensione, la responsabile del catering Serena, di cui Aurelio è l'amante, sposata con il fotografo Giorgio, che di Aurelio è stato grande amico, lo stravagante cantante Billy e una serie di personaggi di contorno. Lo sposo è un tipo arrogante con una madre impicciona e la cerimonia sarà costellata di imprevisti, proprio quando Aurelio sta cercando di fare bella figura con il suo potenziale acquirente. E nulla sarà come il wedding planner aveva pianificato.
Qui e là si sorride, ma non si crea mai l'effetto valanga del film originale, e anche le musiche sembrano appiccicate a scopo strategico più che adatte alla storia: peccato perché il montaggio iniziale su "Il ballo del mattone" aveva fatto ben sperare.
Ogni tanto però la sceneggiatura si impenna con dialoghi originali che hanno un ritmo e un pathos maggiore, come il chiarimento centrale fra Giorgio e Aurelio, che fanno pensare che Zalone avrebbe fatto meglio ad inventare una storia completamente nuova e più nelle sue corde che rimaneggiare un copione (quasi perfetto) di importazione. Recensione ❯
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Una commedia divertente, mai sguaiata, con momenti di grande tenerezza e istanti di breve malinconia. Il trio si conferma in grande forma. Commedia, Italia2022. Durata 90 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Dopo il successo di "Odio l'Estate" Aldo Giovanni e Giacomo tornano con una nuova commedia corale. Espandi ▽
Dopo il successo di Odio l’estate, con cui Aldo, Giovanni e Giacomo erano tornati alla migliore forma comica, il trio fa il bis con Il grande giorno, senza cambiare la squadra vincente: il regista Massimo Venier e il team di sceneggiatura di cui fanno parte, oltre a Venier e ai tre protagonisti, Davide Lantieri e Michele Pellegrini. Il risultato è una commedia di quelle cui Aldo, Giovanni e Giacomo ci hanno abituato e alle quali vogliamo davvero bene: divertente, mai sguaiata, con momenti di grande tenerezza e istanti di breve malinconia. Le battute sono tante e riuscite, la costruzione dei personaggi è interessante, e parte dalle personalità dei tre attori e dalla loro particolare dinamica. Il cinema di Aldo, Giovanni e Giacomo ha una dimensione tutta sua: anche il ritmo di commedia non è quello forsennato che ci si aspetta nel 2022, ma per loro funziona, perché i tempi più dilatati tolgono ansia e lasciano spazio al gonfiare della risata capitalizzata sulla conoscenza che abbiamo delle loro maschere. Recensione ❯
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Dieo Abatantuono e Angela Finocchiaro genitori di un "mammone". Espandi ▽
L'antico proverbio giapponese "Quando sei mamma lo sei per sempre" è un mantra nella famiglia Bonelli.
Aldo, figlio unico di Piero e Anna, nonostante i suoi 35 anni suonati, l'indipendenza economica, una brillante carriera accademica come professore universitario e innumerevoli occasioni di lavoro all'estero, vive ancora felicemente a casa con la madre e il padre.
Un giorno però i genitori realizzano quello che mai avrebbero pensato: non lo sopportano più!
Inizia in casa una vera e propria guerra fredda, nella quale i coniugi Bonelli cercano di far emancipare Aldo e metterlo alla porta con ogni mezzo a loro disposizione.
Il ragazzo però ha delle risorse inaspettate e non è un tipo che si arrende facilmente. Recensione ❯
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Un film d'altri tempi con un gruppo attoriale eccellente che non si accontenta della risata facile. Commedia, Italia, Belgio2022. Durata 117 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un uomo si ritrova ad essere il signore di un feudo in rovina. Insieme a un gruppo di compagni poco convinti dovrà rivalutare le proprie terre. Espandi ▽
Sembra un film d’altri tempi, Il Pataffio, non soltanto per il salto all’indietro nell’adattare l’omonimo romanzo di Malerba, e in quello ancora più a ritroso che porta il regista Francesco Lagi a raccontare di un medioevo straccione e paesano, che unisce nella miseria il nobile e il contadino. Ancor di più, il legame col passato sembra di natura spirituale, un’eco di cinema italiano proveniente da decenni addietro e fatto di commedia esistenziale che non ha paura di spaziare e osare nelle ambientazioni. Altri tempi, come si diceva, e quindi altro cinema. Ma nel suo piccolo Lagi trova la formula giusta: qualcosa di diverso da ogni altro titolo nel panorama italiano di oggi, orgogliosamente autentico e soprattutto senza accontentarsi della pur riuscita parte di commedia.
C’è infatti uno sviluppo non scontato che accompagna i personaggi verso la conclusione inevitabile di una parabola amara, cementando nella memoria l’impatto del film ben oltre le risate. Prima, però, ci si diverte grazie a un cast di attori scelti tra i migliori caratteristi del panorama attuale. Recensione ❯
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