umberto
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martedì 5 aprile 2022
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il classico milani
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CORRO DA TE... Niente di nuovo dalla vena creativa di Riccardo Milani. Una commedia romantica classica che, come ormai troppo spesso accade, tratta un classico tema sociale, in cui il valore aggiunto viene dato dalla coppia Favino-Leone, ma soprattutto da una superba Vanessa Scalera, l'unica capace di dare brio a tutta la storia.
Voto: 7
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umberto
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martedì 5 aprile 2022
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il classico milani
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CORRO DA TE... Niente di nuovo dalla vena creativa di Riccardo Milani. Una commedia romantica classica che, come ormai troppo spesso accade, tratta un classico tema sociale, in cui il valore aggiunto viene dato dalla coppia Favino-Leone, ma soprattutto da una superba Vanessa Scalera, l'unica capace di dare brio a tutta la storia.
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carlo
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sabato 26 marzo 2022
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film fotocopia
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Sono uscito dal cinema soddisfatto e orgoglioso delle idee cinematografiche, dei soggetti di noi italiani.... e poi scopro che si tratta di un film fotocopia! Anche le battute dei passaggi cruciali sono identiche! Mah... comprendo che sia giusto sostenere la cinematografia italiana, ma che c'è di nostro in questo film? L'interpretazione? La regia?
Cose che non mi hanno convinto:
il personaggio di lei, fin troppo sorridente e ottimista, eccezionalmente resiliente, fuori dalla realtà;
il salvataggio di lei dall'autotreno in arrivo, che sa tanto di americanata. Tra l'altro non viene dato il giusto peso al gesto di Favino, che rischia anche di suo e dimostra quanto ci tenga alla ragazza: in pratica non gli viene mai riconosciuto, da nessuno.
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Sono uscito dal cinema soddisfatto e orgoglioso delle idee cinematografiche, dei soggetti di noi italiani.... e poi scopro che si tratta di un film fotocopia! Anche le battute dei passaggi cruciali sono identiche! Mah... comprendo che sia giusto sostenere la cinematografia italiana, ma che c'è di nostro in questo film? L'interpretazione? La regia?
Cose che non mi hanno convinto:
il personaggio di lei, fin troppo sorridente e ottimista, eccezionalmente resiliente, fuori dalla realtà;
il salvataggio di lei dall'autotreno in arrivo, che sa tanto di americanata. Tra l'altro non viene dato il giusto peso al gesto di Favino, che rischia anche di suo e dimostra quanto ci tenga alla ragazza: in pratica non gli viene mai riconosciuto, da nessuno... tutto normale, ok, anzi: si è smascherato;
dopo la batosta ha già impostato una nuova campagna commerciale della sua azienda mettendo in grande evidenza i supporti per i disabili; in un attimo ha richiamato la stagista e l'ha inserita. Tutto fulmineo.
Per il resto: grande idea di Dubosc: in una società in cui vige netta la separazione e tra normalità e disabilità, tra gioia e dolore, tra vita e morte, il film ci ammonisce all'integrazione di tutte le nostre parti, le più forti e le più deboli, conferendo grande dignità e spessore umano alle persone con disabilità. Toccante il discorso del sacerdote italiano a Lourdes.
Perché nelle tv nazionali impera solo il calcio? Perché non viene dato spazio agli sport paralimpici? Ma non solo a quelli, ma anche a discipline come la ginnastica artistica, la ritmica, il canottaggio ecc... Domande retoriche, d'accordo, ma se la stampa non punzecchia e provoca in tal senso qual'è la sua utilità?
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thomas
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giovedì 24 marzo 2022
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carino, ma nulla più
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Se è vero che, nel pendolo che regola la storia dell’umanità, i rapporti uomo donna pare stiano raggiungendo la massima oscillazione verso la loro misurazione in centimetri e ore, “Corro da te” ci racconta l’altra parte dell’oscillazione, quella un po’ démodé, che misura quei rapporti in empatia, abnegazione e, soprattutto “sacrificio”, una parola oggi quasi esecrabile. Eh si, perché optare per l’esclusività e la stabilità di un rapporto sentimentale comporta in primo luogo la rinuncia a tutto il resto e, questa scelta, immediatamente modifica l’unità di misura: non più esclusivamente piacere usa e getta, ma progetto a lungo termine, in alcuni momenti difficile da portare avanti, ma in fondo più sano ed appagante.
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Se è vero che, nel pendolo che regola la storia dell’umanità, i rapporti uomo donna pare stiano raggiungendo la massima oscillazione verso la loro misurazione in centimetri e ore, “Corro da te” ci racconta l’altra parte dell’oscillazione, quella un po’ démodé, che misura quei rapporti in empatia, abnegazione e, soprattutto “sacrificio”, una parola oggi quasi esecrabile. Eh si, perché optare per l’esclusività e la stabilità di un rapporto sentimentale comporta in primo luogo la rinuncia a tutto il resto e, questa scelta, immediatamente modifica l’unità di misura: non più esclusivamente piacere usa e getta, ma progetto a lungo termine, in alcuni momenti difficile da portare avanti, ma in fondo più sano ed appagante. Ne sa qualcosa Gianni/Michele/Roberto/Luciano, seduttore seriale dai cento nomi, narciso compulsivamente alla ricerca dell’avventura di una notte e via, capace di inventare ogni volta una storia diversa per il gusto di una conquista fine a se stessa e dell’approvazione ammirata di un gruppetto di amici; l’incontro con una paraplegica gli aprirà scenari nuovi e inaspettati, ponendolo dinanzi ad un bivio. Premesso che alcuni personaggi di contorno funzionano davvero, come la segretaria dell’azienda e la nonna della protagonista (Piera degli Esposti alla sua ultima interpretazione) mentre altri, invece, sono abbozzati in maniera molto approssimativa (l’amico medico di lui e la sorella di lei), va rilevato che Riccardo Milani ha confezionato un film in alcuni momenti divertente, in (pochi) altri capace di far pensare, ma comunque molto furbo. Miriam Leone è una paraplegica sportiva, musicista, ricca (stupenda la villa di famiglia) e pure strafiga, un modello un po’ raro nella vita reale. Pierfrancesco Favino un imprenditore facoltosissimo, con villa da mille e una notte, jaguar rombante e stanza da pranzo che si trasforma in piscina, non proprio un personaggio rappresentativo del mondo ordinario. La prima avrebbe comunque un codazzo di spasimanti, il secondo non avrebbe necessità di inventarsi storie e nomi per passare una notte in compagnia. Semplicemente ridicolo, poi, che nell’era di internet un imprenditore di successo con “140 punti vendita” non sia rintracciabile in foto su google e possa spacciarsi impunemente per paraplegico. “Corro da te”, quindi, non va preso sul serio perché è la classica storiella di stampo hollywoodiano (non a caso in un dialogo viene espressamente citata “Pretty Woman”), non illustra affatto la realtà delle persone disabili, il loro mondo “altro”, la solitudine che attaglia le loro vite e le concrete difficoltà che devono affrontare: a parte qualche sbrigativa scena tutto si focalizza sul rapporto tra i due protagonisti e quello della paraplegia è soltanto un pretesto per raccontarci in fondo una storia d’amore tra due “diversamente abili”: una nel fisico, l’altro nell’anima.
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dario bottos
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martedì 22 marzo 2022
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commedia all''italiana in salsa francese
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A prescindere dall'eventuale bravura dei protagonisti, con un Favino che si muove tra i ruoli del cinico e del patetico, tipici della commedia all'italiana, il film ricalca un format ormai abbastanza frusto del cinema francese, sul modello di "Quasi amici".
Il messaggio che passa non è dei più esaltanti: la disabilità è accettabile in un contesto nel quale viene compensata da abbondanti doti suppletive: abilità naturali (violinista straordinaria, atleta paralimpica, intelligenza, simpatia, bellezza fisica) o da ricchezza sfacciata.
Certo non si è mai sopita questa esigenza di cinema d'evasione, meglio se caramellosa: i problemi del mondo sono tanti.
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A prescindere dall'eventuale bravura dei protagonisti, con un Favino che si muove tra i ruoli del cinico e del patetico, tipici della commedia all'italiana, il film ricalca un format ormai abbastanza frusto del cinema francese, sul modello di "Quasi amici".
Il messaggio che passa non è dei più esaltanti: la disabilità è accettabile in un contesto nel quale viene compensata da abbondanti doti suppletive: abilità naturali (violinista straordinaria, atleta paralimpica, intelligenza, simpatia, bellezza fisica) o da ricchezza sfacciata.
Certo non si è mai sopita questa esigenza di cinema d'evasione, meglio se caramellosa: i problemi del mondo sono tanti.
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domenica 20 marzo 2022
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cotto da solo
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Molto bello, Favino grande talento.
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fabiuz62
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domenica 20 marzo 2022
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divertirsi e pensare è possibile…
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È un remake, ma ha una freschezza tutta propria, derivata probabilmente da un ottimo cast dove tutti sono al posto giusto, dalla bellissima Miriam Leone, al sempre ottimo Favino, alla brillante Fogliati, ecc...
Tratta il tema della disabilità senza luoghi comuni sapendo anche divertire.
non posso che consigliarlo..l
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