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Stefania Sandrelli

Stefania Sandrelli è un'attrice italiana, regista, sceneggiatrice, è nata il 5 giugno 1946 a Viareggio (Italia).
Nel 2018 ha ricevuto il david speciale al David di Donatello. Dal 1980 al 2018 Stefania Sandrelli ha vinto 10 premi: David di Donatello (1989, 2002, 2018), Festival di Venezia (1990), Nastri d'Argento (1980, 1989, 1999, 2001, 2010, 2016). Stefania Sandrelli ha oggi 77 anni ed è del segno zodiacale Gemelli.

L'attrice all'italiana

A cura di Fabio Secchi Frau

Prosegue ancora oggi la sua fortunata carriera, Stefana Sandrelli, beffandosi dell'età che avanza e non curante delle nuove ninfette che vogliono arrivare immediatamente al successo con ritmi serrati. Peccato che a loro manchi qualcosa che lei aveva: la tenerezza e quello humour che riusciva a renderla persino irriverente per i più grandi registi italiani dell'epoca d'oro di Cinecittà, a partire dal suo titolo più celebre Sedotta e abbandonata. Protagonista di tante love story nella vita privata, scoperta e riscoperta più volte professionalmente, è inutile negare che nonostante una recitazione "naturalistica" che ogni tanto si inceppa, se non tenuta a freno dal regista di turno, questa splendida indimenticabile attrice italiana, è una delle interpreti più movimentate e avvincenti della storia del cinema di casa nostra.

Dalla passerella al red carpet
A 15 anni, era una delle tante miss che l'Italia del boom sfornava ("Miss Ninfetta", per la precisione), ma è stato un servizio fotografico sulla spiaggia della sua città (Viareggio) a portarla sulle strade del cinema. Pochi mesi di distanza da quegli scatti, Luciano Salce, colpito dalla bellezza di questa ragazza, le offre una parte ne Il federale (1961) facendola così esordire sul grande schermo accanto a Ugo Tognazzi (che sarà spessissimo suo compagno di set) e Gianni Agus. Anche se la vera notorietà esplode dopo la sua partecipazione in Divorzio all'italiana (1962) di Pietro Germi, dove interpreta la cuginetta Angela, della quale si invaghisce perdutamente Fefé (Marcello Mastroianni).
A 16 anni, si fidanza con il cantautore Gino Paoli, con il quale vivrà un lunga storia d'amore (che verrà poi tradotta in una delle più belle canzoni italiana del secolo "Questa lunga storia d'amore", da lui scritta appositamente per lei) e che si concluderà con la nascita della sua prima figlia, Amanda Sandrelli (anche lei oggi attrice), nel 1964. Migliore amica di Sylva Koscina (si erano conosciute sul set de Il fornaretto di Venezia), la Sandrelli si esporta persino in Francia dove Jean-Pierre Melville la fa recitare accanto a Jean-Paul Belmondo e Michélle Mercier nel drammatico Lo sciacallo (1963). Poi torna in Italia, fra le braccia del pigmalione Germi per interpretare uno dei film più belli della sua carriera Sedotta e abbandonata (1964), dove dà veramente il meglio di sé stessa, nonostante la giovane età. Antonio Pietrangeli, colpito dalle doti recitative di questa ragazza (ormai mamma), le offre l'opportunità di impersonare un'attricetta che non riesce ad avere successo in Io la conoscevo bene (1965). Nessuno crede che la Sandrelli sia capace di interpretare un ruolo del genere e Pietrangeli si imporrà fortemente per sostenere il suo nome nel cast. Quando alla fine ci riesce, il film è un vero successo e l'attrice è esaltata dalla critica e particolarmente apprezzata dal pubblico.

Gli anni settanta e Tinto Brass
Lungo gli anni Settanta, a Germi, che sarà una costante professionale nella sua vita (sarà diretta da lui anche in L'immorale e Alfredo, Alfredo), si alterna Bernardo Bertolucci (Partner, il capolavoro Il conformista, senza dimenticare Novecento). Mentre se per Monicelli sarà una strega che segue Brancaleone alle crociate (1970), per Luigi Comencini è vittima del capitalismo in Delitto d'amore (1974), ma anche una sexy vicina di casa che balla in un ascensore bloccato con un monsignore in Quelle strane occasioni (1976). Il cinema francese, nella persona di Claude Chabrol, la inserisce nel giallo Profezia di un delitto (1975), anche se è il cinema di casa nostra a renderla da sempre la regina del grande schermo. Ettore Scola sarà infatti uno dei mattoni portanti nella carriera di questa attrice: impossibile dimenticarla nei panni della donna contesa da Gassman e Manfredi in C'eravamo tanto amati (1974), e che dire poi de La terrazza (1980) dove nel ruolo di una riservata borghese si intasca il Nastro d'Argento come miglior attrice non protagonista?
Allietata dalla nascita del secondo figlio, Vito, avuto dal matrimonio con il turbolento playboy Nicky Pende nel 1973, la Sandrelli non rinuncia al cinema: Bolognini, Sordi, Carlo Vanzina entrano nella sua filmografia, così come entra Tinto Brass che con l'erotico La chiave (1983), mostra all'Italia un volto della Sandrelli che nessuno conosceva. E dopo Giuseppe Bertolucci (Segreti segreti, 1984) e Steno (Mi faccia causa, 1984), è una delle tante interpreti della commedia in tinta rosa Speriamo che sia femmina. La famiglia (1988) di Scola e Il piccolo diavolo (1988) di Benigni la riconfermano un'ottima esponente della commedia italiana, ma è con gli esordienti che la Sandrelli dà sempre il meglio.

I riconoscimenti e le apparizioni televisive
Ne sono una prova il David di Donatello e il Nastro d'Argento come miglior attrice protagonista per Mignon è partita (1988) di Francesca Archibugi. Secondo Ponzio Pilato (1988), Lo zio indegno (1989), Il male oscuro (1990), L'africana (1990) e Evelina e i suoi figli (1990) sono tutte pellicole alle quali partecipa mostrandosi di volta in volta materna e drammatica, sexy o patetica, conturbante, ma anche estremamente divertente. La sua ambiguità sessuale fuoriesce soprattutto sotto la direzione di Bigas Luna (Prosciutto prosciutto, Il mistero, Volaverunt), mentre la sua innocenza, denotata da quel tono di voce disincantato che la contraddistingue, emerge in Per amore solo per amore (1983) di Giovanni Veronesi, ma anche in Con gli occhi chiusi (1994) di Francesca Archibugi. Non disdegna nemmeno le fiction ed eccola apparire al fianco di Gigi Proietti ne Il maresciallo Rocca (1996), senza dimenticare l'appassionante saga femminile de Il bello delle donne.
Lina Wertmüller, non a caso, la inserirà nel cast di Ninfa plebea (1996), mentre a cavallo fra la fine degli anni Novanta e l'inizio del nuovo millennio segneranno i grandi ritorni ai grandi autori: Bernardo Bertolucci con Io ballo da sola (1996), Francesca Archibugi per il televisivo Renzo e Lucia (2004), Ettore Scola con La cena (1998) e Gente di Roma (2003), per il quale vince il Nastro d'Argento come miglior attrice non protagonista). In quarant'anni di carriera, non ha mai conosciuto un declino, nemmeno ora che gli anni sono aumentati, anzi! La sua interpretazione in Matrimoni (1998) di Cristina Comencini è più fresca che mai, e che dire del ruolo della madre in crisi sentimentale e psicologica de L'ultimo bacio (2001) di Gabriele Muccino, che le ha fatto guadagnare a furor di popolo gli ennesimi David e Nastri d'argento per la migliore attrice non protagonista, replicati l'anno successivo con il drammatico Hijos - Figli (2001) di Marco Bechis?

L'esordio alla regia e i film recenti
Dopo l'ennesima riconferma sotto l'ala di Ozpetek in Un giorno perfetto (2008) e dopo le partecipazioni a Questione di cuore (2008) e Meno male che ci sei (2009), la Sandrelli decide che il momento del gran salto è giunto: nel 2009 si cimenta nella regia con Christine, pellicola biografica sulla vita della poetessa Cristina da Pizzano, nella quale dirige la figlia Amanda nella parte della protagonista.
Nello stesso anno d'esordio dietro alla cinepresa la Sandrelli non manca di tenersi in allenamento come interprete in Ce n'è per tutti di Luciano Melchionna. Del 2010 sono invece le sue straordinarie partecipazioni, nel ruolo di madre, in La prima cosa bella (che le fa vincere un Nastro d'Argento) di Paolo Virzì e La donna della mia vita di Luca Lucini.
L'anno successivo è ancora sul grande schermo, ma con due commedie brillanti: la vediamo accanto a Ricky Tognazzi in Tutta colpa della musica e con Fabio Volo in Il giorno in più, di Massimo Venier.
Diretta da Muccino in A casa tutti bene e da Michela Andreozzi in Brave ragazze, nel 2021 è in Lei mi parla ancora di Pupi Avati e nel 2022 è co-protagonista insieme a Silvia D'Amico del road movie diretto da Corrado Ceron Acqua e anice. Nel 2024 è diretta da Sorrentino nel film Parthenope.
È la diva popolare, e per la critica è il capolavoro umano. Meritatamente, per la leggerezza con la quale ha attraversato questi annidi cinema italiano, si è guadagnata quindi il Leone d'Oro alla carriera nel 2005 e il Nastro d'argento onorario nel 2006.

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