Era scritto sul mare

Film 2023 | Documentario, 60 min.

Anno2023
GenereDocumentario,
ProduzioneItalia
Durata60 minuti
Regia diGiuliana Gamba
DistribuzioneCinecittà Luce
MYmonetro Valutazione: 2,50 Stelle, sulla base di 2 recensioni.

Regia di Giuliana Gamba. Un film Genere Documentario, - Italia, 2023, durata 60 minuti. distribuito da Cinecittà Luce. Valutazione: 2,5 Stelle, sulla base di 2 recensioni.

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Ultimo aggiornamento giovedì 30 novembre 2023

Marettimo. L'epica storia dei suoi abitanti che, al principio del secolo scorso, navigano fino all'Alaska per la pesca del salmone.

Consigliato assolutamente no!
n.d.
MYMOVIES 2,50
CRITICA
PUBBLICO
CONSIGLIATO NÌ
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Trailer
Un doc affascinante nell'utilizzo e nel ritmo del materiale di repertorio. Ma la voce-off rischia di soffocare le immagini.
Recensione di Simone Emiliani
giovedì 30 novembre 2023
Recensione di Simone Emiliani
giovedì 30 novembre 2023

1912. Dall'isola di Marettimo, che fa parte dell'arcipelago delle Egadi in Sicilia, molti uomini decidono di partire per gli Stati Uniti imbarcandosi nelle navi come clandestini in cerca di fortuna. Le mogli invece restano a casa ad aspettarli e sono spesso in attesa di qualche notizia da parte loro, anche una lettera. Qualcuno non ce la fa a sopravvivere al viaggio. Ma chi riesce a sbarcare a New York viene colpito dal fermento della metropoli e dal gran numero di persone in continuo movimento sia di giorno che di notte. Tra loro c'è anche Vito che si separa dall'amata Anita e, una volta arrivato a destinazione, lavora come operaio nella costruzione di un edificio, in un cantiere navale e in una fabbrica di birra prima di raggiungere la baia di Monterey, in California, dove può fare il mestiere che conosce meglio, il pescatore. Una volta raggiunta una solida condizione economica, chiede ad Anita di raggiungerlo.

Sul materiale d'archivio di Era scritto sul mare c'è come una dissolvenza con la scrittura e i rumori. La prima è evidente già dal titolo di testa scritto con la penna stilografica e nel dettaglio delle lettere tra Vito e Anita. Il suono invece è soprattutto quella della voce dei due personaggi a cui si alterna qualche altro di ambiente come, per esempio, quello delle caldaie della nave, delle fabbriche o delle campane.

Era scritto sul mare racconta una sfida, quella di molte persone che all'inizio del secolo scorso hanno deciso di abbandonare la loro vita di sempre per emigrare negli Stati Uniti alla ricerca di una vita migliore. In mezzo c'è sempre il mare: quello dell'isola di Marettimo, dell'Oceano Atlantico che divide l'Europa dagli Stati Uniti e infine il viaggio finale in Alaska. Poi c'è la sfida cinematografica di Giuliana Gamba che crea una storia sul materiale di repertorio che è affascinante ma anche insoddisfacente nel risultato finale.

L'utilizzo delle immagini d'archivio rappresenta l'elemento di maggiore interesse, l'illusione di un omaggio al cinema muto rivisto, anzi rivissuto con lo sguardo di oggi. L'arrivo a New York con la vista della Statua della Libertà e la frenesia e la vitalità della Grande Mela, è già una preziosa documentazione del Sogno Americano da parte degli italiani che sono partiti per arrivare lì.

La paura di non farcela, che aveva caratterizzato Nuovomondo che è a tutt'oggi il miglior film di Emanuele Crialese, è appena accennata nella descrizione della morte di un giovane compagno di viaggio. Perché prima di tutto Era scritto sul mare è soprattutto un film sulla scoperta, sulla rivelazione di una nuova terra, su un viaggio che potrebbe non finire mai.

Però si avverte in modo troppo evidente lo scarto con gli elementi fiction, tra i volti degli attori e soprattutto la voci narranti che finiscono per essere troppo presenti e opprimere quelle immagini. Certo, come è sottolineato, Era scritto sul mare è prima di tutto un racconto, quello di una storia sentimentale che però non riesce pienamente a coinvolgere e a cui manca il grande respiro.

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
venerdì 1 dicembre 2023
Riccardo Baiocco
Sentieri Selvaggi

Vittorio Nisticò, giornalista e saggista, diceva che i siciliani si dividono in due categorie: quelli di scoglio, che vi rimangono attaccati, e quelli di mare, che prendono il largo. Se si vive sull'isola di Marettimo, oltre la punta più a ovest della Sicilia, la corrente tira ancor più forte ed è più facile prendere il largo. Eppure, quando si salpa, un pezzo di scoglio si imbarca insieme ai passeggeri. [...] Vai alla recensione »

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