Anno | 2023 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | USA |
Durata | 91 minuti |
Al cinema | 1 sala cinematografica |
Regia di | Babak Jalali |
Attori | Anaita Wali Zada, Gregg Turkington, Jeremy Allen White, Hilda Schmelling Avis See-tho, Siddique Ahmed, Taban Ibraz, Timur Nusratty, Eddie Tang, Jennifer McKay, Divya Jakatdar, Fazil Seddiqui, Molly Noble. |
Uscita | giovedì 27 giugno 2024 |
Tag | Da vedere 2023 |
Distribuzione | Wanted |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,46 su 20 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 18 giugno 2024
Una ragazza cerca una comunità all'interno di Fremont, una città della Bay Area. Il film ha ottenuto 1 candidatura a British Independent, 2 candidature a Spirit Awards, In Italia al Box Office Fremont ha incassato 48 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Costretta a lasciare il nativo Afghanistan dopo il ritorno al potere dei Talebani, Donya, che lavorava come interprete per l'esercito americano, si ritrova in California con un impiego presso un'azienda che produce biscotti della fortuna per i ristoranti cinesi della zona. La ragazza cerca di costruirsi una vita lontana da casa, arrivando a ottenere l'incarico di scrivere i bigliettini all'interno dei biscotti e potendo contare su alcuni connazionali e uno sparuto gruppo di amici del luogo. Eppure c'è qualcosa che la tiene sveglia la notte, e la spinge a cercare aiuto nella terapia.
Piccolo film esistenzialista dalle venature surreali, la quarta regia di Babak Jalali indaga il senso di stasi e lenisce le angosce dell'esperienza umana.
Lo fa attraverso la storia di Donya, che nel vissuto autentico dell'attrice principale Anaita Wali Zada (anche lei ha dovuto lasciare il paese e il lavoro in TV nel 2021) mette in risalto il tema dell'Afghanistan, delle difficoltà dell'immigrazione, e dell'ingiusto destino di tante figure che hanno pagato a caro prezzo la loro collaborazione con le forze americane nel corso degli anni. Tutto ciò rimane però sullo sfondo, perché Fremont non è un dramma che prende di petto il reale, e alle amarezze della vita e della Storia preferisce alludere soltanto. Sta al volto della protagonista tenerle vive per lo spettatore mentre cerca di negoziare i termini di una nuova esistenza in un'America curiosa e un po' bizzarra. Un mondo dal ritmo lento e molto malinconico, con le persone che sembrano isole. La collettività la si vede quando gli individui vengono raggiunti dal filo rosso rappresentato dai messaggi nei biscotti, unico modo di trascendere la prossimità immediata; anche Donya per esasperazione ci proverà, nascondendo un appello speciale tra le tante massime filosofiche - non troppo propizie né troppo nefaste, non troppo originali né troppo ovvie - che si trova a inventare.
Tra Jarmusch e Kaurismaki, Jalali incorpora molti elementi dei suoi film precedenti (lui, iraniano cresciuto a Londra) e si avvale della collaborazione alla scrittura di Carolina Cavalli, già regista di Amanda. Ne esce fuori un'opera pacata dal gusto retrò, fatta di composizioni ordinate e impreziosite da un bel bianco e nero. Al suo cuore c'è un certo romanticismo e una fede incrollabile in un destino migliore, il cammino verso il quale è tappezzato da una galleria di personaggi sempre vividi e ottimisti.
Babak Jalili nel film Fremont riflette sulle vite di alcuni profughi afgani portati negli Stati Uniti quando l’esercito di quegli stessi Stati Uniti, andati in Afganistan per portarci la democrazia, dopo aver causato della distruzione supplementare, se erano scappati frettolosamente in una resa non dichiarata, lasciando il paese in condizioni peggiori di come l’avevano trovato.
Fremont è una città della California, a circa un’ora di strada da San Francisco. Viene chiamata Little Kabul, perché vi si concentra la comunità degli afgani rifugiati negli States, quasi 70.000. Qui vive, in una specie di casa di ringhiera (poche stanze affacciate su un ballatoio), una giovane donna, Donya, che nel suo Paese faceva da interprete per conto dell’esercito americano prima dell’arrivo [...] Vai alla recensione »
Babak Jalali è un regista, produttore e montatore anglo-iraniano molto amato dai festival internazionali: con il suo secondo film, Radio Dreams, ha vinto il premio Hivos Target a Rotterdam; il suo lungometraggio d’esordio, Frontier Blues, sviluppato con il sostegno della Cinéfondation di Cannes, ha gareggiato in concorso al Festival di Locarno; e il terzo film, Land, coprodotto da TorinoFilmLab, ha debuttato alla Berlinale. Fremont, il quarto titolo scritto, montato e diretto da Jalili, era in concorso al Sundance Film Festival e ha vinto il premio John Cassavetes agli Independent Spirits Awards.
La solitudine esistenziale, lo straniamento e lo sradicamento, il senso di colpa per una fortuna che non è toccata a connazionali e familiari: sono i sentimenti forti sottesi a «Fremont», che mette a fuoco un esilio dall'Afghanistan, dopo il ritorno dei Talebani. Eppure l'anglo-iraniano Babak Jalali, regista globetrotter attratto da vicende singolari («Radio Dreams», «Land») li racconta da una prospettiva [...] Vai alla recensione »
È una storia d'esilio e sradicamento ma è anche una storia d'amore e ritrovamento. Lenta e imprevedibile, come ogni bella storia, e con tutti i suoi micro colpi di scena al posto giusto, anche se non succede nulla di spettacolare. È uno di quei film in cui non sai mai se ridere o piangere e anche i personaggi sembrano sospesi fra opposti sentimenti, pur non muovendo quasi un muscolo del viso e questa, [...] Vai alla recensione »
Per chi non lo sapesse Fremont, città californiana della Bay Area, ai margini della Silicon Valley, popolata da poco più di 200.000 abitanti (un decimo dei quali lavora per la Tesla di Elon Musk) presenta la più alta concentrazione in tutti gli USA di cittadine e cittadini di origine afghana. Come a dire che lo spettatore americano di fronte a un titolo del genere pensa subito all'Afghanistan, esattamente [...] Vai alla recensione »
Donya (Anaita Wali Zada) è una giovane afghana che vive a Fremont, in California. In patria ha fatto l'interprete per le forze armate americane, e quando gli Usa se ne sono andati è stata tra i pochi che sono potuti sfuggire alla violenza dei talebani. Tutto questo c'è, in Fremont (Usa, 2023, 91'). Ma Babak Jalali, iraniano che vive in Europa, e la cosceneggiatrice (milanese) Carolina Cavalli lo tengono [...] Vai alla recensione »
Una riflessione ironica, ma profonda, che strizza l'occhio alle atmosfere cangianti di Jim Jarmusch, capace di raccontarci di connessioni umane e sulle possibilità che si scatenano nei luoghi più inaspettati. Tra tante uscite settimanali, e scelte da fare, capita di trovare talvolta la rivelazione, quel gioiello grezzo, semplice, intenso, in grado di rapirti e pacificarti.
Fremont, nella Bay Area, è chiamata anche Little Kabul: ospita una delle più grandi enclave afgane negli Stati Uniti, in cui molti immigrati vanno in cerca di un senso di comunità. Ed è proprio quello di cui ha bisogno Donya (Anaita Wali Zada): comunione, connessione, amore. Merce rara in questi tempi atomizzati, soprattutto per lei, giovane rifugiata ed ex traduttrice per l'esercito statunitense. Vai alla recensione »
La visione di Laura e di Paterson che, ogni mattina, nei giorni festivi e feriali, si svegliano abbracciati potrebbe risultare ostica o sublime a seconda del contesto emotivo dal quale vi ritroverete a guardarla. Se siete alla ricerca di qualcuno che vi capisca e la cosa vi devasta, quel siparietto poetico di cronaca minimale di vita di coppia che Jim Jarmusch ha diretto nel 2016 vi sarà intollerabile. [...] Vai alla recensione »
Come da noi è considerato "giovane regista" uno o una che arriva ai 46 anni, forse anche qualcuno in più, così c'è grande confusione sull'aggettivo "indipendente" applicato al cinema (e in generale: si dice indipendente chi ancora vive, sempre a 46 anni, con la paghetta dei genitori). Con conseguente confusione di chi di cinema scrive, che applica "indipendente" a caso, come se fosse un genere, o un [...] Vai alla recensione »
Donya è una ragazza afghana che vive nella cittadina californiana di Fremont; è una ex traduttrice e interprete per conto dell'esercito americano in Afghanistan ora impiegata in una fabbrica cinese di biscotti della felicità. Vive sola, in un condominio di suoi connazionali e passa le serate in un ristorante a guardare una soap opera. Soffre di insonnia e decide di andare da uno psichiatra a chiedere [...] Vai alla recensione »
"Inside out 2" è quella ventata di fresco e di novità che molti stavano aspettando: sale pienissime e spettatori che corrono al cinema per emozionarsi. Nel 2015 il film d'animazione della Pixar aveva sorpreso e toccato dentro per la storia che raccontava e come la raccontava. Dopo nove anni, la vita della protagonista Riley torna sotto i riflettori e il film ne segue il percorso di crescita raccontandoci [...] Vai alla recensione »
Donya è una problematica ragazza afgana espatriata in California dove lavora in un piccolo laboratorio di «biscotti della fortuna» per i ristoranti cinesi. Un giorno decide di inviare verso l'ignoto un messaggio speciale... Scritto dal regista con la nostra Carolina Cavalli (ha diretto Amanda), Fremont è un film che scava con lentezza e profondità nel carattere di un personaggio attraverso veri e propri [...] Vai alla recensione »
Sconsolata verità, sentenza del barista alla afgana Donya, interprete per le truppe americane fuggita dal suo paese con gli ultimi elicotteri, ora disorientata operaia di Fremont: «Non preoccuparti troppo, è sempre stato così: vengono a radere al suolo il nostro paese e poi se ne vanno senza prendere responsabilità». Va anche dallo psicanalista, e qui qualcosa viene in aiuto.
Fremont, dunque. E non Donya. Certo l'individuo sta al centro, ma intorno c'è un luogo, una comunità, e tutto questo contamina ogni passo, ogni pensiero, ogni scelta della protagonista. Come quella di scappare dall'Afghanistan, lasciando lì fra i talebani la famiglia, minacciata proprio a causa della sua fuga: Donya lavorava come interprete per l'esercito americano e questo l'ha aiutata a espatriare. [...] Vai alla recensione »
Presentato in anteprima mondiale al Sundance Film Festival 2023, ai British Independent Film Awards, al Festival di Deauville e in concorso al Roma Film Fest 2023, finalmente il viaggio di Fremont continua in sala, dove il pubblico italiano potrà scoprire le ragioni dell'entusiasmo di buona parte della critica e dei premi raccolti. Distribuito da Wanted Cinema a partire dal 27 giugno, il film diretto [...] Vai alla recensione »
Donya è una ragazza che prepara biscotti della fortuna in una fabbrica nella Chinatown di San Francisco. Vive a Fremont, a 60 chilometri di distanza dal posto di lavoro, in un centro residenziale abitato da rifugiati afgani come lei. La sua vita è meccanica, come una macchina dei biscotti, ma il suo meccanismo è inceppato. Vive sospesa tra due mondi distanti e uno di questi, la sua casa, la riporta [...] Vai alla recensione »
Partiva tra i favoriti e mantiene le promesse, sempre in Concorso, Fremont di Babak Jalali con la nostra Carolina Cavalli in sceneggiatura. È la storia, in uno splendido bianco e nero asciutto ed essenziale, di Donya, profuga afghana nella "Piccola Kabul" a due passi da San Francisco. Un cinema di incontri fugaci (bravissimo Jeremy Allen White, dalla serie pluripremiata The Bear, come corteggiatore [...] Vai alla recensione »
Quarto lungometraggio di Babak Jalali, Fremont prende il titolo dalla città californiana chiamata anche Little Kabul, perché ospita una delle più grandi enclave di afghani negli Stati Uniti. Qui ha trovato rifugio anche Donya, che trascorre le sue giornate nell'attesa di qualcosa: tra la scrittura dei biglietti da nascondere nei biscotti della fortuna e le quotidiane cene in un ristorante cinese gestito [...] Vai alla recensione »
"Senti di aver tradito il tuo paese?" chiede il dottore alla sua giovane paziente afghana, durante una sessione di psicoterapia. "No" risponde immediatamente la ragazza, come se il pensiero non le avesse sfiorato la mente neanche per un istante. Eppure il senso di colpa per aver abbandonato una nazione invasa, cioè l'Afghanistan, per trovare rifugio nella terra dell'invasore, gli Stati Uniti, sembra [...] Vai alla recensione »
Babak Jalali, cineasta iraniano, dipinge la sua visione dell'America. E lo fa grazie al minimalismo più sottolineato, dimostrando di conoscere alla perfezione il cinema dei cosiddetti padri fondatori della corrente indipendente, in primis il Jim Jarmusch degli esordi. Fremont, questo il titolo dell'opera, mette in scena in uno smagliante bianco e nero l'esistenza di Donya, traduttrice nativa di Kabul [...] Vai alla recensione »