Anno | 2022 |
Genere | Commedia, |
Produzione | Italia |
Durata | 100 minuti |
Regia di | Massimiliano Bruno |
Attori | Marco Giallini, Gianmarco Tognazzi, Giampaolo Morelli, Carolina Crescentini Massimiliano Bruno, Giulia Bevilacqua, Ilenia Pastorelli, Edoardo Leo, Duccio Camerini, Rolando Ravello, Eugenio Krauss. |
Uscita | giovedì 10 marzo 2022 |
Distribuzione | 01 Distribution |
MYmonetro | 2,28 su 11 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 8 marzo 2022
Terzo capitolo della saga che vede i protagonisti viaggiare nel tempo. In Italia al Box Office C'era una volta il crimine ha incassato 514 mila euro .
Passaggio in TV
il film è stato trasmesso venerdì 2 giugno 2023 ore 15,40 su SKYCINEMACOMEDY
CONSIGLIATO NÌ
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Un altro viaggio nel tempo attende Moreno e Giuseppe. Stavolta Gianfranco, con l'aiuto di Lorella, li trasporta nel 1943. L'obiettivo è quello di rubare la Gioconda ai francesi. Ad aiutarli nell'impresa c'è Claudio Ranieri, supplente precario, ora in congedo illimitato dopo che ha aggredito un suo studente. I tre riescono a fuggire con il prezioso dipinto e attendono solo di tornare nel presente attraverso un portale spazio-temporale. Prima però si rifugiano a casa di Adele, che diventerà molti anni più tardi la nonna di Moreno. L'uomo vede anche sua madre Monica, all'epoca era ancora bambina, che però viene portata via dai nazisti. A questo punto salta il piano della banda. Prima di rientrare ai giorni d'oggi, dovranno salvare la ragazzina.
"Pijamose la Gioconda". Suonava così il grido di battaglia di Moreno alla fine di Ritorno al crimine, secondo capitolo della trilogia che già annunciava l'ambientazione negli anni della Seconda Guerra Mondiale. L'omaggio cinefilo alla saga di Zemeckis di Ritorno al futuro era già evidente. Ma C'era una volta il crimine si avvicina soprattutto a Non ci resta che piangere nel modo in cui i protagonisti si trovano in una dimensione da cui non riescono ad uscire e nella quale, gradualmente, riescono ad ambientarsi. Come nel film di Benigni-Troisi c'è anche la spiaggia nel finale, luogo della definitiva resa dei conti dopo un viaggio pieno di sorprese, improvvise rivelazioni, con l'apparizione di vecchie e nuove conoscenze.
Massimiliano Bruno, con il ruolo di Gianfranco, è ancora il creatore-burattinaio che muove le storie dei suoi protagonisti, un po' come Christof/Ed Harris in The Truman Show.
Come nel caso del personaggio di Jim Carrey, Moreno, Giuseppe e Claudio potrebbero essere completamente inconsapevoli della vita che gli è stata costruita. Anche se lo schema è collaudato, non risulta ripetitivo e fiacco come in Ritorno al crimine.
Questo terzo capitolo ha un respiro più ampio e complesso, guarda a forme di 'commedia all'italiana' del passato (la 'guerra' di Mario Monicelli e Luigi Comencini) ma mostra anche l'impossibilità oggi, da parte del cinema italiano, di farla rivivere. Bruno cambia un po' la squadra. Non c'è più Alessandro Gassmann e le new entry sono Giampaolo Morelli e Carolina Crescentini attraverso i quali trova nuovi spiragli narrativi.
Certo, anche in C'era una volta il crimine il limite si vede in tutta la parte action, nelle scene meccaniche delle sparatorie o anche in una mancanza di tensione negli inseguimenti. Non trova la purezza del gioco di Benigni e Troisi, ma recupera l'infantile entusiasmo davanti a celebri figure storiche: il servizio fotografico a Mussolini e la partita a scopa con Sandro Pertini che nell'immaginario anticipa quella sull'aereo al ritorno dalla vittoria dei Mondiali di calcio in Spagna nel 1982 (anno che ricollega proprio a Non ci resta che il crimine) sono alcune delle intuizioni più azzeccate.
Il cerchio si chiude con quell'autentica nostalgia dei viaggi nel tempo intimi dei Vanzina, tra Il cielo in una stanza e soprattutto Torno indietro e cambio vita. L'abbraccio di Moreno con la madre ancora bambina è tra i momenti più intensi di un film anche diseguale che però è comunque il migliore della trilogia perché stavolta non si limita più a raccontare la storia ma tira fuori dai personaggi tutto quello che hanno da dare.
Con "C'era una volta il crimine" si conclude, a meno di clamorosi ripensamenti, la trilogia delle commedie di Massimiliano Bruno incentrata sul trio di squinternati a spasso nel tempo. Si ha l’impressione che il peregrinare nell’Italia dell’8 settembre, oltre che poco plausibile sul piano filologico, sia un tentativo maldestro di ravvivare la trama del film, alimentando [...] Vai alla recensione »
Uno dei film più insignificanti che mi sia capitato di vedere negli ultimi anni. Si parte con incipit senza senso, una trama raffazzonata, con personaggi stereotipati recitiati al minimo sindacale. Il film non decolla mai, anzi affonda mano a mano, arrivando verso la fine a rasentare il ridicolo (lo scontro finale è uno dei momenti più tristi) senza mai riuscire a far ridere.
Uno dei film più insignificanti che mi sia capitato di vedere negli ultimi anni. Si parte con incipit senza senso, una trama raffazzonata, con personaggi stereotipati recitiati al minimo sindacale. Il film non decolla mai, anzi affonda mano a mano, arrivando verso la fine a rasentare il ridicolo (lo scontro finale è uno dei momenti più tristi) senza mai riuscire a far ridere.
L'unico neo di questo film è la troppa romanità degli interpreti. Per chi è romano va bene, ma una visione un po' più ampia del pubblico sarebbe anche ora. Siamo a tal punto che perfino la banda della Magliana risulta la salvatrice della storia ...... italiana.
Stavolta la scalcinata comitiva formata da Moreno-Marco Giallini, Giuseppe-Gianmarco Tognazzi e Gianfranco-Massimiliano Bruno, di cui ormai fanno parte anche Renatino-Edoardo Leo, e Lorella-Giulia Bevilacqua, si mette in testa di rubare la Gioconda e restituirla agli italiani. E così Moreno e Giuseppe, con il nuovo acquisto della banda, Claudio (Giampaolo Morelli), arruffato professore di storia precario [...] Vai alla recensione »
Nel moscio panorama italiano, questa farsa scalcinata ha una sciagurata vitalità e una sciatta freschezza. L'ultimo viaggio nel tempo della trilogia scaraventa i nostri eroi nell'Italia dell'8 settembre 1943, a rubare la Gioconda e a combattere i nazisti, mentre Giallini può conoscere la sua giovane nonna e abbracciare la madre bambina. Massimiliano Bruno si scatena, come regista e attore, a omaggiare [...] Vai alla recensione »
Alla fine potremmo definire questo «C'era una volta il crimine» come una geniale idiozia (detto con tutto il rispetto). Un film super mega trash, un po' fumetto, che non si vergogna degli stereotipi né di prendersi troppo sul serio, che guarda alla tradizione della commedia all'italiana e coniuga «La Grande Guerra» di Mario Monicelli e «Non ci resta che piangere» del duo Benigni-Troisi passando, ovviamente, [...] Vai alla recensione »
Si chiude nella seconda guerra mondiale la trilogia dei viaggi nel tempo di Massimiliano Bruno, con una banda almeno in parte rinnovata (entrano Giampaolo Morelli e Carolina Crescentini) che si catapulta nel 1943 in Francia per rubare la Gioconda e tornare a casa. Ma il rientro non è così facile, e i nostri s'imbarcano in una sorta di odissea «comica» nella quale succede di tutto: dall'incontro con [...] Vai alla recensione »
"C'era una volta il Crimine" chiude la trilogia action-comedy all'italiana iniziata da Massimiliano Bruno nel 2019 col divertente "Non ci resta che il crimine". E, avendo perso la distribuzione nelle sale per il secondo capitolo ("Ritorno al crimine"), la 01 Distribution pare voglia recuperare con un'uscita piuttosto imponente, ben 500. In un momento storico in cui le sale sono sempre mezze vuote, [...] Vai alla recensione »
Sono trascorsi poco più di tre anni da quando nelle sale italiane uscì Non ci resta che il crimine: un triennio durante il quale i protagonisti di questa saga architettata da Massimiliano Bruno hanno fatto scorribanda avanti e indietro nel tempo, dai giorni nostri al 1982, e ora al fatidico 8 settembre 1943. Tre anni che invece il pubblico ha vissuto per lo più sul divano di casa, con i cinema a lungo [...] Vai alla recensione »
Terzo (e speriamo ultimo) capitolo della saga dei criminali che viaggiano nel tempo. Questa volta, nel 1943, per rubare la Gioconda ai francesi. Pretesto per farli interagire, molto male, con personaggi come Pertini e Mussolini. Spesso senza un filo logico, con personaggi ridotti a brutte macchiette e alcune situazioni al limite del ridicolo per assurdità.
Dopo aver ampiamente esaurito l'universo anni Ottanta di Romanzo Criminale per Non ci resta che il crimine ed aver inserito degli antagonisti gomorriani per il secondo capitolo Ritorno al crimine, la saga di Massimiliano Bruno prosegue il suo grottesco percorso spazio-temporale durante la Seconda Guerra Mondiale. Se nei primi due capitoli i protagonisti erano perlopiù delle maschere sordiane, ovvero [...] Vai alla recensione »
Rimbalzati all'indietro attraverso il solito portale coatto di Frosinone per tentar di rubare La Gioconda (non per patriottismo, ma per sistemarsi), Moreno e Giuseppe (Giallini e Tognazzi), senza Sebastiano che è in galera, ma con l'aggiunta di Claudio (frustratissimo prof di storia interpretato da Giampaolo Morelli), si materializzano nel 1943, niente meno che l'8 settembre, il giorno del «solstizio», [...] Vai alla recensione »
Dopo Non ci resta che il crimine (2019) sulla Banda della Magliana e Ritorno al crimine (2021) sui "gomorriani", arriva il terzo (e ultimo?) capitolo della saga sul crimine portata avanti da Massimiliano Bruno. S'intitola C'era una volta il crimine (la parola "crimine" nel titolo non poteva mancare) e ci conduce in un altro viaggio nel tempo. Siamo all'epoca della Seconda guerra mondiale.