Anno | 2023 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 95 minuti |
Regia di | Luna Gualano |
Attori | Antonio Bannò, Sveva Mariani, Paolo Calabresi, Paola Minaccioni, Francesca Stagnì Federico Majorana, Carolina Crescentini, Francesco Pannofino, Giulia Gualano. |
Uscita | giovedì 2 novembre 2023 |
Tag | Da vedere 2023 |
Distribuzione | Fandango |
MYmonetro | 2,93 su 8 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 26 ottobre 2023
Nel quartiere "Tiburtino III", nella periferia di Roma, cade dal cielo un piccolo asteroide. Nei giorni successivi, quasi tutti gli abitanti del quartiere iniziano a comportarsi in modo inspiegabilmente strano. In Italia al Box Office La Guerra del Tiburtino III ha incassato nelle prime 6 settimane di programmazione 52,2 mila euro e 25,6 mila euro nel primo weekend.
CONSIGLIATO SÌ
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Tiburtino III, periferia di Roma. Una sera un meteorite arriva nel quartiere dal cielo e viene raccolto da Leonardo de Sanctis che lo porta a casa. Di notte però avviene qualcosa di strano: un verme esce dal meteorite ed entra nella narice di Leonardo. L'uomo, poco considerato in famiglia dalla moglie che fa le unghie alle clienti a casa e dal figlio Mauro detto Pinna che è uno spacciatore del posto, inizia a comportarsi in modo strano. Diventa il leader di altri abitanti, anche loro invasati, e con loro decide di alzare le barricate e non far entrare più nessuno nel quartiere. La notizia attira l'attenzione della stampa. Nel frattempo al Tiburtino III riesce ad entrare, malgrado le restrizioni, Lavinia Conte, una fashion blogger di Roma Nord in crisi alla ricerca di un riscatto di visibilità, che si unisce a Pinna, Panettone e Chanel per fronteggiare gli alieni che si sono impossessati dei corpi degli abitanti e vogliono partire proprio dal quartiere per conquistare il mondo.
Dall'invasione degli zombie di Go Home. A casa loro a quella degli alieni in La guerra del Tiburtino III. Continua lo sguardo di Luna Gualano sul cinema statunitense.
Se nel primo film sembra esserci l'omaggio a George A. Romero, in questo uno dei punti di riferimento potrebbe essere John Carpenter per la dimensione impenetrabile del quartiere che rimanda a Distretto 13. Le brigate della morte. La guerra del Tiburtino III ha il fascino retrò di un B-movie anni '50 ma è anche un film coloratissimo, dal salone di bellezza della rivale della moglie di Leonardo e madre di Pinna (dove si crea un altro 'duello comico' a distanza tra Paola Minaccioni e Carolina Crescentini) alla stanza e al look di Lavinia. Ed è forse la fashion blogger, interpretata da Sveva Mariani, uno delle figure che lasciano maggiormente il segno nel film, proprio perché in totale contrasto con l'ambiente in cui è rimasta intrappolata. Luna Gualano, che ha scritto il film assieme a Emiliano Rubbi oltre ad averlo montato, è infatti molto attenta alla caratterizzazione dei personaggi. Trova le facce giuste, a cominciare da Pinna interpretato da Antonio Bannò che era già stato il ragazzo di estrema destra che si rifugia in un centro di accoglienza in Go Home. A casa loro e si è fatto conoscere con il personaggio di Chicco nella serie di Verdone Vita da Carlo. In più riesce a creare l'equilibrio giusto tra commedia e fantasy grazie a una cinefilia mai esasperata ma che diventa occasione per adeguarla a una storia che, come nel primo film della regista, parla di intolleranza, razzismo e degrado.
Negli alieni, come in alcuni capisaldi del genere del cinema statunitense anni '50 da La "Cosa" da un altro mondo a L'invasione degli ultracorpi, si nasconde infatti il pretesto per uno sguardo politico. Se il film diretto da Don Siegel si poteva leggere in chiave anticomunista e antimaccartista, quello di Luna Gualano ha un tono più spensierato ma mostra gli abitanti invasati come omologati da un leader (Paolo Calabresi) che parlano e si muovono allo stesso modo e hanno paura di confrontarsi con ogni forma di diversità. Forse il finale è sbrigativo. Ma può essere visto come un buon segno. Ci si era affezionati ai suoi personaggi e si voleva vedere cos'altro poteva succedere. Il film è pieno di intuizioni felici, a cominciare dall'utilizzo del primer come killer, anche se non tutte adeguatamente sviluppate. Ma la fila davanti la propria abitazione è un altro dei tanti tocchi intelligenti di un cinema che ha voglia di giocare, raccontare, approfondire senza nessuna spocchia.
Andate a vedere questo film srtampalato e realista al tempo stesso. E non perdetevi la scena finale. Uscirete dal cinema a passo svelto e con il sorriso stampato in volto.
Sulla scia dell'ormai "storicizzato" Lo chiamavano Jeeg Robot, film che rivelò otto anni fa il talento di Gabriele Mainetti, il cinema italiano continua a mescolare spesso il mood di genere e da b-movie con l'ambientazione squisitamente popolare delle periferie, in ibridi a volte centrati, altre meno. Nello specifico, la regista Luna Gualano, che aveva già tentato questa commistione nel 2018 col suo [...] Vai alla recensione »
Fin dai suoi esordi la foggiana Luna Gualano (classe 1981) è stata una filmmaker multitasking che ha spaziato e spazia in molti mestieri del cinema: attrice, regista, produttrice, scrittrice, sceneggiatrice, montatrice e last but not least autrice di effetti speciali. Ma è sempre rimasta fedele alle sue origini di regista di videoclip e diversi spot pubblicitari.
Prendi L'invasione degli ultracorpi e trasportalo nel quartiere Tiburtino. Niente baccelli giganti, ma piccole creature aliene che s'impossessano dei corpi, attraverso il naso. Come capita a Leonardo (Calabresi), «regina madre» che sforna uova per infettare gli altri. Toccherà al figlio Pinna e ai suoi amici porre fine alla minaccia. Giocando con il B movie, Gualano riflette sul degrado delle periferie [...] Vai alla recensione »
Dagli zombie che assediano il centro di accoglienza per extracomunitari di Go Home - A casa loro agli alieni che chiudono il quartiere romano periferico del titolo come preludio a un'invasione il passo è breve. Lo compie piuttosto bene Luna Gualano, sempre con il co-sceneggiatore Emiliano Rubbi, questa volta con le spalle coperte dai Manetti Bros. produttori complici come pochi altri ed evocati tra [...] Vai alla recensione »
C'è differenza tra il prendersi sul serio e fare le cose sul serio. La guerra del Tiburtino III, grazie al cielo, non si prende sul serio perché fa dell'ironia professione di fede. Allo stesso tempo, tutto ciò che fa lo fa seriamente, senza cedere alla cialtronaggine e al pressapochismo. Consapevolmente orientato sul bizzarro (anzi, il weird), entra nel quartiere del titolo per scassinare le convenzioni [...] Vai alla recensione »
"If you were going to take over the world, would you blow up the White House, Independence Day style, or sneak in through the back door?"; questo l'interrogativo che si ponevano i protagonisti di The Faculty, geniale compendio di sessant'anni di science-fiction statunitense, dalla letteratura al cinema, che nel 1998 Robert Rodriguez portò sugli schermi partendo da una sceneggiatura di Kevin Williamson, [...] Vai alla recensione »
Il quartiere del Tiburtino III, collocato nell'estrema periferia di Roma, è un luogo degradato, abbandonato dalle istituzioni. Pinna (Antonio Bannó), spacciatore del posto dal naso prominente, vi abita insieme alla madre (Paola Minaccioni), fidata nail artist del quartiere, e al padre Leonardo (Paolo Calabresi); oltre a trascorrere le proprie giornate in compagnia degli amici Panettone e Chanel.