Anno | 2022 |
Genere | Commedia, |
Produzione | Italia |
Durata | 92 minuti |
Regia di | Edoardo Falcone |
Attori | Marco Giallini, Giulia Bevilacqua, Filippo Timi, Sergio Rubini, Denise Tantucci Antonio Bannò, Massimo De Lorenzo, Andrea Sartoretti, Liliana Bottone, Giuseppe Battiston, Francesco Primavera, Cristiano Piacenti, Salvatore Langella. |
Uscita | giovedì 17 novembre 2022 |
Distribuzione | Lucky Red |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,72 su 14 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 14 novembre 2022
Un uomo ricco e avido nel tentativo di recuperare del denaro necessario si troverà nel bel mezzo di un sorprendente viaggio a cavallo tra passato, presente e futuro. In Italia al Box Office Il principe di Roma ha incassato 956 mila euro .
Passaggio in TV
mercoledì 9 ottobre 2024 ore 21,30 su RAIUNO
CONSIGLIATO SÌ
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Roma, 1829. Bartolomeo Proietti è un uomo ricco e potente che sta per acquisire (o meglio, acquistare) il titolo di principe prendendo in sposa l'aristocratica Domizia. Ma il sottoposto che doveva portargli i cento scudi necessari per la transazione viene condannato a morte prima di rivelare a Bartolomeo dove è custodito il denaro. Per poter carpire dal defunto l'informazione necessaria Sor Meo (come lo chiama la domestica Teta) si rivolge a una fattucchiera che lo ammonisce: evocando i morti potrà imbattersi anche nelle anime che si aggirano da secoli per Roma. Infatti, invece del fantasma del sottoposto, Bartolomeo incontrerà quelli di Beatrice Cenci e Giordano Bruno, che lo accompagneranno in una rivisitazione del passato, cui seguirà un'anteprima del futuro, utili a ripensare la sua intera esistenza.
Il principe di Roma sembra un incrocio fra il Canto di Natale dickensiano, cui è dichiaratamente ispirato, e Il marchese del Grillo monicelliano, da cui "ruba" il protagonista reso immortale da Alberto Sordi, e certamente ricalca da entrambi lo stile e la morale, aggiungendo qua e là una spruzzata di Luigi Magni e un'evocazione di Fantasmi a Roma.
Per fortuna Edoardo Falcone, che dirige e firma la sceneggiatura insieme a Paolo Costella e Marco Martani, ha un innato senso del ritmo di commedia, dunque al netto di tutte le ispirazioni precedenti, che lo rendono palesemente derivativo, il suo film ha una misura di leggerezza e di divertimento che gli ingrazieranno il pubblico popolare. Perché Il principe di Roma è sfacciatamente popolare, anzi popolano - il che non è usato in senso denigratorio - e sfrutta la capacità (soprattutto di Falcone) di costruire dialoghi scorrevoli e fare leva sull'abilità del suo cast, che comprende il fedele sodale Marco Giallini nella sua consueta cifra sarcastica ma anche tre professionisti navigati come Sergio Rubini, Filippo Timi e Giuseppe Battiston, più tre presenze più giovani ma non meno efficaci: Antonio Bannò nei panni del cocchiere Giacchino, la luminosa Denise Tantucci in quelli di Beatrice Cenci, e soprattutto l'ottima Giulia Bevilacqua nel ruolo di Teta, degna erede della Rosetta di Rugantino. Anche Andrea Sartoretti e Massimo De Lorenzo danno il loro contributo nei panni di Eugenio, il fratello rivoluzionario di Bartolomeo, e Duilio il contabile. Non c'è pretesa di originalità in questa storia, né di accuratezza storica o filologica, ma ci sono una bonomia e una capacità di gestire gli attori dando loro lo spazio comico necessario senza lasciarli tracimare (specialmente Giallini). E alcuni archetipi ricorrenti nella Capitale - l'aristocratico pieno di "buffi" che vuole i soldi ma non li nomina per non essere volgare; il rappresentante della Chiesa che soccombe alle umane tentazioni; l'imprenditore edile che presta i soldi a strozzo - ci ricordano che in ogni epoca "Roma è piena di anime inquiete", come ammonisce la fattucchiera.
IL PRINCIPE DI ROMA disponibile in DVD o BluRay |
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Marco Giallini per certi versi mi ricorda Vittorio Gassman. Ci si soffermava sul personaggio, sulla storia, sui comprimari ma a nessuno veniva in mente di sottolineare quant'era bravo, fatto acquisito, andava da sè. Oggi, Bartolomeo s'impone. In parodia o allucinato, in sogno o ben desto ossia un arricchito rimasto "trucido", uno spilorcio senza core.
...anche se questo è, ovviamente, un copiare paro-paro il mondialmente famoso lavoro di Dickens. Esatto: qua siamo in pieno "Canto di Natale" e il nostro "Proietti" (forse un omaggio al nostro caro Gigi, anche lui, ovviamente, di discendenza "trovatella" come tutti i vari Rota, Pregadio, Diodato eccetera) ricalca abbastanza il buon (?) vecchio Scrooge.
Mi aspettavo un Marchese del Grillo di serie B con un Giallini sgranato e sopra le righe e mi sono trovato davanti ad un film gradevole di dickensiana memoria. Un Giallini assai contenuto dà un' immagine accattivante al suo Scrooge in salsa romanesca e veramente centrate sono le apparizioni di Timi e Battiston negli inusuali panni dei fantasmi di Giordano Bruno e Alessandro VI.
Un film a metà tra l'onirico e le tesi scientifiche sulla possibilità di viaggiare nel tempo...nel passato e nel futuro. Un film poetico che però stimola anche riflessioni metafisiche circa la possibilità dei nostri cari che non ci sono più di mettersi in comunicazione con noi. Un film armonico ed anche ardito che svela, nelle ultimissime scene, la chiave [...] Vai alla recensione »
Roma, XIX secolo. Bartolomeo Proietti è un uomo ricco e privo di scrupoli che pur di diventare nobile, per poter essere considerato nei salotti della capitale, decide di stringere un accordo segreto con un principe caduto in disgrazia il quale gli garantisce la mano della figlia a fronte di un ingente pagamento. Edoardo Falcone alla sua quarta pellicola, e per la terza volta con Marco [...] Vai alla recensione »
Roma, XIX secolo. Bartolomeo Proietti è un uomo ricco e privo di scrupoli che pur di diventare nobile, per poter essere considerato nei salotti della capitale, decide di stringere un accordo segreto con un principe caduto in disgrazia il quale gli garantisce la mano della figlia a fronte di un ingente pagamento. Edoardo Falcone alla sua quarta pellicola, e per la terza volta con Marco [...] Vai alla recensione »
La disillusione. Il disincanto. Lo scetticismo. L’ironia, quell’ironia beffarda di chi non crede a nulla, neanche a se stesso. Che cosa c’è nella faccia di Marco Giallini? C’è tutto questo, in quel mezzo sorriso tirato, con gli occhi socchiusi, di chi non ci crede mai fino in fondo. Fra Clark Gable e Nino Manfredi.
Marco Giallini, strano caso – nel cinema italiano – di uno che la fama l’ha conosciuta a cinquant’anni. Prima ha fatto mille lavori, prima di diventare quel Clint Eastwood della Nomentana, alto e secco, con quella camminata un po’ western, anche se siamo in un film ambientato nel presente, o nell’Ottocento italiano, come Il principe di Roma, l’ultimo suo lavoro (dal 17 novembre al cinema).
Ne ha fatte di cose, Marco Giallini, prima di diventare un’icona del cinema italiano, quello che naviga fra tensione e commedia. Duro e tenero insieme, disilluso e capace di una scorbutica poesia. Ne ha fatte di cose: l’imbianchino e la comparsa. Il successo arriva con la serie tv Romanzo criminale di Stefano Sollima: è il 2008, Marco Giallini ha 45 anni. Dopo Romanzo criminale 2 nel 2010, arriva ACAB – All Cops Are Bastards nel 2011, e la serie Rocco Schiavone, sul versante del cinema con la pistola.
Dall’altro versante, quello della commedia, è Carlo Verdone il primo a dargli una grande occasione in Io, loro e Lara del 2010; lo stesso Verdone lo richiamerà in Posti in piedi in Paradiso del 2012, che gli vale il Nastro d’argento come miglior attore non protagonista.
All’alba dei cinquant’anni, la sua carriera vola. In Tutta colpa di Freud di Paolo Genovese, del 2014, interpreta uno psicologo abbandonato dalla moglie, costretto a crescere tre figlie adulte. Nel 2016 è ancora con Paolo Genovese che coglie un bersaglio importante: Perfetti sconosciuti (guarda la video recensione) è uno dei più grandi successi del decennio, unisce successo di pubblico e successo di critica, come raramente accade nel cinema italiano. Poi presta il talento a Massimiliano Bruno e al suo gioco col tempo in Non ci resta che il crimine (guarda la video recensione) del 2019, con i relativi sequel. Ormai Giallini è diventato imprescindibile, pare, per ogni tipo di cast.
Cresce negli anni ’70, a pane e cinema, come era “normale” in quegli anni, ma soprattutto a pane e musica. Rock, tanto rock. “E tanti fumetti. Avevo una capanna sopra un albero: ci salivo sopra, mi portavo su i fumetti, ero fissato con Tarzan e lassù mi sentivo un po’ come lui”. Poi studia teatro, fine degli anni ’80, ha già venticinque anni. Continua a fare teatro, fino al giorno in cui viene a vederlo Marco Risi. “Devo ringraziare Valerio Mastandrea: fu lui a dire a Risi ‘Vieni a teatro, c’è un mio amico che è forte’. Risi venne, e mi offrì un’occasione nel film L’ultimo Capodanno: ‘Faresti il marito di Monica Bellucci?’, mi disse”. Così Giallini entra nel cinema: nel film più sfortunato di Marco Risi. Ma da allora, la corsa non si ferma più.
Nella Roma dell'Ottocento, un uomo ricco e avido e volgare intende acquistare sposa e (di lei) titolo nobiliare, ma l'affare di fatto concluso si complica e si complica anche il film, che partito seguendo le orme di Monicelli & Sordi (Il marchese del Grillo) e Magni (Nell'anno del Signore) devia dalle parti di Dickens, Il canto di Natale, con entrata in scena di fantasmi illustri, da Giordano Bruno [...] Vai alla recensione »
Non è mai chiaro dove si vada, quando si cammina sul tapis roulant. In teoria avanti dal punto di vista dell'uomo, in teoria indietro dal punto di vista dell'attrezzo, in pratica si rimane fermi sul posto. Metaforicamente, questa sarebbe il non-movimento tanto del protagonista Bartolomeo quanto del film che lo vede protagonista, Il principe di Roma per la regia di Edoardo Falcone.
A Edoardo Falcone bisogna riconoscere una vena felice e aggraziata, insolita rispetto ai consueti prodotti nostrani, incline a una spiritualità venata di ironia, arrangiata in chiave fiabesca. Dopo i riusciti "Se Dio vuole" e "Io sono Babbo Natale", lo conferma questa storia in costume che, dietro la buccia da "Il marchese del Grillo", nasconde una polpa alla Frank Capra.
Dichiaratamente ispirata al «Canto di Natale» di Dickens, questa pellicola è però una commedia, recitata in dialetto romano e ambientata in epoca prerepubblicana, dedicata a chi ama perdersi nei vicoli stretti della capitale e nei suoi chiostri bui, luoghi dove si possono incontrare i fantasmi del passato. Dopo «Se Dio vuole» e «Io sono Babbo Natale», il regista Edoardo Falcone ripropone il felice [...] Vai alla recensione »
Un po' Marchese del Grillo, un po' Canto di Natale, ma decisamente più dissacratorio anche se per nulla volgare. Con un, a volte, malinconico Marco Giallini che veste i panni del futuro principe Accoramboni. Sarà tale se sposerà una nobile fanciulla che, invece, ama un altro. Lui, un po' menefreghista, si troverà a doversi confrontare con i fantasmi di Beatrice Cenci, Giordano Bruno e Papa Borgia, [...] Vai alla recensione »
Presentato alla Festa del Cinema di Roma, nella sezione Grand Public, il nuovo film con Marco Giallini è stato uno dei titoli più attesi dal pubblico dell'Auditorium che ne ha affollato l'anteprima. Dal 17 novembre Il principe di Roma è nelle sale di tutta Italia, distribuito da Lucky Red, un sogno realizzato per il regista Edoardo Falcone che dichiaratamente fa risalire il suo desiderio di raccontare [...] Vai alla recensione »
Il classico dickensiano Canto di Natale, nel corso della storia del cinema e della televisione, ha avuto un gran numero di incarnazioni, tra live action e animazione, da quelle più fedeli al testo a quelle che ne hanno riletto la vicenda in modo più libero e svincolato dal contesto originale - la Gran Bretagna di metà '800. A questo secondo gruppo appartiene, di diritto, questo Il principe di Roma, [...] Vai alla recensione »
A chi strizza l'occhio Marco Giallini nei panni del "sor Meo", cioè Bartolomeo Proietti (come Gigi, che fu al cinema un Meo Patacca nei 70), parvenu cinico e dalla battuta pronta, in procinto di entrare con un matrimonio di sangue blu nella nobiltà papalina d'inizio Ottocento di una Roma attraversata da fremiti repubblicani, soprattutto quando svillaneggia l'ex amico e gli ricorda che lui diventerà [...] Vai alla recensione »
Con Il principe di Roma, il regista Edoardo Falcone conferma l'accoppiata vincente con l'attore Marco Giallini; dopo Io sono Babbo Natale, ultimo film del mito Gigi Proietti, Falcone regala al suo pubblico un'altra favola sulla redenzione, sullo sfondo stavolta di una Roma sparita ma vera. Siamo nel 1829, il 'Principe' è Bartolomeo (Giallini), un uomo solo, ricco ed avaro, convinto che tutti vogliano [...] Vai alla recensione »
La Festa del Cinema di Roma sta portando sul grande schermo della Sala Petrassi - per la categoria Grand Pubblic - tanti film dalle tematiche più o meno importanti: in particolare, nella terza giornata del Festival ha spiccato "Il principe di Roma", un film scritto e diretto da Edoardo Falcone. Il film - che verrà rilasciato nelle sale il 19 novembre - è un omaggio al "Canto di Natale" di Charles Dickens [...] Vai alla recensione »
Esistono film che vengono costruiti seguendo precetti chiari, con la stessa attenzione che si presterebbe nel seguire una ricetta, facendo bene attenzione al misurino e con l'unica preoccupazione di sbagliare le dosi indicate. Non che sia necessariamente un male, sia chiaro: nella sua forma più prettamente industriale il cinema può ricorrere allo stampino, con la speranza che il piatto originale venga [...] Vai alla recensione »
A suo modo, Il principe di Roma certifica lo stato attuale della commedia italiana. Non tanto perché il film di Edoardo Falcone sia particolarmente memorabile o deprecabile, quanto per la sua capacità di offrire elementi che lo rendono un caso istruttivo: lo sguardo deferente fino all'inettitudine a un glorioso passato alle spalle; la volontà di seguire - proprio "come si faceva una volta" - la parabola [...] Vai alla recensione »
Edoardo Falcone rinnova il sodalizio artistico con Marco Giallini dopo Se Dio vuole e Io sono Babbo Natale, adattando liberamente ai toni della commedia Canto di Natale, il famosissimo racconto di Charles Dickens. Bartolomeo (Giallini) è un uomo ricco che è in procinto di sposarsi con la giovane figlia di un nobile pieno di debiti, interpretato da Sergio Rubini, per ereditarne i titoli ed il lignaggio. [...] Vai alla recensione »