Titolo internazionale | All You Need Is Crime |
Anno | 2019 |
Genere | Commedia, |
Produzione | Italia |
Durata | 102 minuti |
Regia di | Massimiliano Bruno |
Attori | Alessandro Gassmann, Marco Giallini, Edoardo Leo, Gianmarco Tognazzi, Ilenia Pastorelli Massimiliano Bruno, Marco Conidi, Antonello Fassari, Virgilio Balistreri, Emanuel Bevilacqua, Claudio Crisafulli, Alessio De Lorenzi, Jacopo Iebba, Maurizio Lops, Giancarlo Porcari, Sebastiano Re, Silvia Salvatori, Andrea Venditti, Sergio Zecca. |
Uscita | giovedì 10 gennaio 2019 |
Distribuzione | 01 Distribution |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,36 su 12 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 2 marzo 2022
Argomenti: Non ci resta che il crimine
Un gruppo di amici crede di avere un'idea geniale per fare soldi facili. Ma uno scherzo del destino li catapulta negli Anni Ottanta. Il film ha ottenuto 2 candidature ai Nastri d'Argento, In Italia al Box Office Non ci resta che il crimine ha incassato 4,7 milioni di euro .
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CONSIGLIATO NÌ
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Moreno e Sebastiano sono due sfaccendati, anzi, come li definisce l'amico Gianfranco che invece è diventato un uomo di successo, due "poracci". Ma i tre sono cresciuti insieme, e Moreno e Sebastiano da bambini bullizzavano il piccolo Gianfranco, soprannominandolo "il Ventosa". Con loro c'era anche Giuseppe, che ora fa il commercialista precario e subisce le angherie del suocero, che lo paga solo quando gli pare. Sebastiano peraltro è intrappolato in un matrimonio infelice e Moreno, pur cercando da sempre il modo di "fare i soldi con la pala", non riesce neppure a pagare gli alimenti arretrati alla ex moglie. Nel tentativo di sfuggire a Gianfranco, Moreno, Sebastiano e Giuseppe si infilano in un cunicolo spaziotemporale che li catapulta all'epoca in cui erano bambini: il giugno 1982, per la precisione.
E poiché l'ultimo grande progetto per "fare i soldi con la pala" di Moreno era guidare un tour dei luoghi frequentati dalla Banda della Magliana, è proprio fra i componenti di quella banda criminale anni '80 che i nostri eroi si ritrovano all'uscita del cunicolo.
Non ci resta che il crimine è una tipica commedia-idea: e in questo caso l'idea di partenza sarebbe anche commercialmente promettente, visto l'interesse contemporaneo sia per gli anni '80 che per la Banda della Magliana. Ma a parte il fatto che entrambi i filoni stanno già mostrando la corda, il rischio peggiore con un film-idea è che lo spunto si esaurisca nel momento stesso della sua enunciazione, senza mai declinarsi in uno sviluppo narrativo degno di questo nome.
Non è difficile immaginarsi il team di sceneggiatori (qui composto da Andrea Bassi, Massimiliano Bruno, Menotti e l'onnipresente Nicola Guaglianone) intento a oliare gli ingranaggi di in un congegno narrativo che rivela impietosamente la sua farraginosità. Gli errori di continuità, i pretesti artificiosi (perché, ad esempio, lo squattrinato Moreno si è procurato 500mila delle vecchie lire su eBay nel 2018?) e le gag allineate come birilli vanificano il potenziale di una storia che davvero poteva fare leva, narrativamente parlando, sui nostri ricordi e sulla nostra recente conoscenza collettiva della criminalità romana.
Quel che è peggio, Non ci resta che il crimine cerca di attribuire una sorta di dimensione tragica ed eroica alla figura di Renatino De Pedis, qui ritratto come un hombre vertical (per non dire una figura cristica!) ripetutamente tradito da chiunque lo avvicini.
Paradossalmente però è proprio Edoardo Leo nei panni di Renatino a salvare la propria reputazione professionale in questa storia di fresconi in libertà. Mentre Giallini, Gassmann e Tognazzi (rispettivamente Moreno, Sebastiano e Giuseppe) si muovono a disagio all'interno della sceneggiatura improbabile e sconclusionata, Leo conserva una sua dolente ironia nel tracciare il ritratto di un delinquente controvoglia cui la Storia ha assegnato un ruolo più grande di lui.
Il titolo è un omaggio all'ironia di Non ci resta che piangere, il crimine invece fa parte del plot. Alla sua sesta prova dietro la macchina da presa, a due anni da Beata Ignoranza e quattro da Gli ultimi saranno ultimi, ritroviamo il regista romano Massimiliano Bruno, classe 1970, che negli anni ci ha abituato a commedie ridanciane con un bel graffio sull'attualità.
Anche questa volta, per Non ci resta che il crimine, si serve di un cast di mattatori: dal trio Marco Giallini, Alessandro Gassman e Gianmarco Tognazzi, a Edoardo Leo e Ilenia Pastorelli. C'è anche lo stesso Massimiliano Bruno, nei panni del saputello del gruppo, il tipico secchione che tutti nell'infanzia hanno conosciuto.
"Ci siamo avvicinati modestamente a un capolavoro come Non ci resta che piangere, ma lo abbiamo ambientato negli anni 70 anziché nel Medioevo" racconta Giallini, ospite dell'Ortigia Film Festival. "Nel film ci vedrete nei panni di guide che mostrano ai turisti i luoghi dove aveva operato la Banda della Magliana, vestiti proprio come negli anni 70. Un giorno usciamo da un bar gestito da cinesi e ci ritroviamo catapultati in mezzo alla banda vera (Edoardo Leo interpreterà De Pedis, ndr) in un salto temporale curioso da oggi a quegli anni lì. Ci sarà parecchio da ridere".
Prodotta da Fulvio e Federica Lucisano e dall'Italian International Film, la commedia è girata interamente a Roma. C'è dietro lo zampino, e la scrittura, di quattro professionisti: dallo stesso regista a Andrea Bassi, da Nicola Guaglianone a Menotti (il team di Lo chiamavano Jeeg Robot). Distribuito da 01 Distribution, il film uscirà nelle sale il 10 Gennaio 2019.
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Commedia scritta e diretta da M. Bruno che dopo i recenti successi , torna a dirigere un suo film dal sapore molto particolare. Si tratta a tutti gli effetti di un film-parodia, genere che spopolò durante gli anni ‘60/ 70 e si possono citare titoli come L’ultimo tango a Zagarolo, L’esorciccio, Totò Peppino e la Dolce Vita, tanto per fare dei piccoli esempi. [...] Vai alla recensione »
Dal titolo è facile l'accostamento al capolavoro del duo Troisi/Benigni e l'idea di base è stessa, con il catapultamento dei protagonisti nel passato, ma, per fortuna, questa è l'unica cosa che hanno in comune. Il film infatti brilla di luce propria ed è una bella boccata d'ossigeno per la commedia italiana che, negli ultimi anni, purtroppo è [...] Vai alla recensione »
Quella del film di Troisi e Benigni non vuole essere una citazione - a quella ci hanno già pensato gli sceneggiatori pescando abbondantemente dall'originale - ma una constatazione. Film che prosegue il filone dello splatter all'italiana pescando di peso da "lo chiamavano Jeeg Robot", a partire dalla protagonista femminile che di fatto sembra recitare la stessa parte nei due [...] Vai alla recensione »
In Non ci resta che il crimine la nostalgia è presente già nel titolo che rende omaggio a Non ci resta che piangere (1984), film che vedeva la coppia Troisi e Benigni catapultata improvvisamente nel 1492. Ma non è l’unica pellicola degli anni ottanta alla quale fa riferimento perché il tuffo nel passato di questi tre amici squattrinati ricorda tanto la commedia cult [...] Vai alla recensione »
"Non ci resta che il criminine"(Massimilano Bruno, sceneggiatura scritta con Andrea Bassi, NIcola GUaglianone e Menotti, mentrte Bruno non autore del soggetto, 2019)è un film simpatico, di cui il soggetto è intelligente(tre amici sfortunati a livello economico, che accompagnano turisti nei luoghi dlela "Banda della Magliana", si trovano coinvolti in un tunnel spaziotemporal [...] Vai alla recensione »
Il titolo di questo film diretto da Massimiliano Bruno rimanda volontariamente a quel gioiellino della commedia italiana (e surreale) che è “Non ci resta che piangere”. Lo spunto di partenza è simile: alcuni personaggi (lì un duo, qui un trio che diventa un quartetto) dei giorni nostri si ritrovano, grazie ad una distorsione spazio-temporale, in un’altra epoca. [...] Vai alla recensione »
Che dire ? M. Bruno come regista dimostra di essere un vero "populista"! Già con il film " Viva l' Italia " aveva mostrato la sua "misura registica/autoriale". Per carità, può andare bene, ci sono anche momenti divertenti, però la caratura è modesta. In questa storiella di viaggi nel tempo e d incontri con la banda [...] Vai alla recensione »
Alcuni film hanno un valore aggiunto; pure essendo deboli sotto il profilo strutturale riescono a divertire. Massimiliano Bruno dalla sua ha un ottimo cast, Alessandro Gassman, Marco Giallini, Gianmarco Tognazzi, Edoardo leo e Ilenia Pastorelli. Tre amici di mezza età, semi falliti, seguono quello più cialtrone di tutti, Moreno, che ha un’intuizione imprenditoriale: proporre ai [...] Vai alla recensione »
Film che prosegue il filone dello splatter all'italiana pescando di peso da "lo chiamavano Jeeg Robot", a partire dalla protagonista femminile che di fatto sembra recitare la stessa parte nei due film. La sceneggiatura mutua in maniera palese l'impianto di "Non ci resta che piangere" ma poi continua a pescare qua e la (per es.
non vedevo l'ora che finisse. a metà film ero talmente stufa che volevo alzarmi e uscire dalla sala. la storia è imbarazzante... gassman e giallini una recitazione pietosa. Si salvano solo leo e tognazzi. peccato veramente per la banalità e la pochezza del film
E' talmente slegato e pretestuoso che divent anche difficile "recensirlo". Più che altro si tratta di una serie di scenette, di cui un paio anche divertenti, per carità, ma, se il parametro è soltanto il divertimento, allora lunga vita al vituperato Checco Zalone! Detto questo il cinema può essere chiaramente anche un divertimento fine a se stesso, però [...] Vai alla recensione »
Partendo dall'idea del viaggio (involontario) all'indietro nel tempo, già visto in molti filmade in USA e italiani (...e come nel film di Troisi e Benigni dal titolo molto simile, che ritornavano ai tempi di C. Colombo) qui tre amici che cercano di fare soldi a Roma con uno "sgangherato tour" (per turisti) incentrato sui luoghi e sulle gesta della "Banda della Magliana", [...] Vai alla recensione »
Un buon cast conferisce a questa commedia, senza pretese e avente una storia improbabile, un tocco di piacevolezza e di discreto gradimento.
Non avevo grosse aspettative quando mi sono recato al cinema per vedere questo film, volevo solo farmi quattro risate. E invece niente, film veramente buttato lì a casaccio senza capo né coda, con eventi che si succedono uno dopo l'altro senza senso e senza logica. Un'accozzaglia di battute sui luoghi comuni, imbarazzanti. Avrò riso si e no 2 volte e neanche troppo di gusto. [...] Vai alla recensione »
Se non ti fai troppe domande circa la coerenza narrativa, il film diverte e con una certa eleganza. Per far ridere non si punta solo sulla parolaccia (come avviene per tanti film del genere) bensì su un'ironia non sempre scontata. Gli attori sono stati bravi nei loro ruoli e in particolare Tognazzi e Pastorelli hanno superato le mie aspettative.
Molte trovate sono simpatiche, il salto dagli anni 2000 agli anni 80' è ben fatto anche se gli 80' sembrano piu' 70' tra costumi e automobili. Il film scorre abbastanza bene con qualche battuta forzata e poco divertente specialmente dall'impacciato personaggio di Gassman che piu' volte e' poco credibile nella recitazione in una maniera che toglie autenticita' [...] Vai alla recensione »
il film vede come protagonisti 3 amici squattrinati: Moreno (Giallini), Sebastiano (Gassmann) e Giuseppe (Tognazzi) che entrati in un bar di Roma attraverso una finestra (wormhole) si ritovano indietro nel tempo e precisamente nel 1982 durante il campionato del mondo di calcio giocato dall'Italia in Spagna. Conoscendo già i risultati delle partite iniziano a fare soldi tramite le scommesse [...] Vai alla recensione »
Dopo pochi minuti siamo inorriditi, vedendo una scena sessista e razzista. Sono veramente sorpreso vedendo denigrare, specie in questo periodo, le donne bielorusse. Mi riferisco alla scena dove i tre protagonisti incontrano un vecchio compagno di scuola, che era accompagnato da due ragazze bielorusse; i commenti sono stati "che non capiscono niente perchè sono bielorusse" e "hanno [...] Vai alla recensione »
Quando giochi coi salti temporali rischi sempre di peccare di superficialità nel proseguimento e nello sviluppo della storia. I protagonisti si ritroveranno nella Roma degli anni 80 in pieno fermento per i mondiali di calcio in Spagna e alle prese con la banda della magliana. Qualche risata, la vena erotica della Pastorelli, sparatorie, e la commedia riesce a portare a casa la sufficienza, nell'a [...] Vai alla recensione »
Film con un Belfast di attori ma mal recitato e abbastanza "stupido" .L idea di base è anche interessante e divertente ma la trama risulta veramente basica e noiosa.recitazione e dialoghi di basso livello. Si salvano giallini e a pastorelli....pessima la recitazione di Gasman e anche Edoardo leo che normalmente mi piace molto questa volta è fuori completamente dal personaggio.
Questo film ha le premesse per essere eccezionale ovvero una trama originale, un cast eccellente ed una storia incastrata con quella italiana degli anni '80... meglio di così!!! Eppure strappa poche risate e resta sottotono rispetto alle aspettative.
L'ottima premessa e il bel cast di attori che ormai sono una garanzia per chi ama la commedia italiana, finiscono in uno schema narrativo che poggia su una serie di cliché di quel cinema nostrano che attira un pubblico meno raffinato: dalle battute ripetute all'infinito (quella sull'intelligenza di Sebastiano, per esempio), alle incongruenze fatte passare per strappare una risata [...] Vai alla recensione »
Quello che non capisco sono le recensioni di chi da una commedia si aspetta chisaa' quale altro film . Non ci resta che il crimine e' una commedia italiana divertente , originale e con spunti presi dalla storia del cinema italiano , con 5 splendidi attori e un contorno di facce da cinema , cosa che mi appaga tantissimo dopo tante fiction tv (non guardate ma sbirciate) dove l'attore/ice [...] Vai alla recensione »
Sono stato spinto a vedere questo film dal trailer e dalla presenza di due attori che ammiro, ossia Marco Giallini ed Edoardo Leo. La trama non prova neanche un po' a nascondere l'intento di ripercorrere la strada già tracciata da altre pellicole di successo, prime fra tutte "Ritorno al futuro" e "Non ci resta che piangere" dalla quale prende appunto anche una parte del titolo, giocandoci sopra.
Sono andato al cinema con l'obiettivo di farmi due risate ed effettivamente non mi sono annoiato un attimo, mi sono affezionato ai personaggl e ho visto in questo film quell'approccio da serie televisiva, quei riferimenti al "poliziottesco" anni 70 stile Monnezza oggi ampiamente sdoganati ed apprezzati anche dai più severi critici.
carino, poteva essere molto meglio
UUn film molto carino e divertente,veloce e piacevole da vedere i 102 minuti volano. Non ci resta che io crimine,con un cast molto importante,in cui si trovano a viaggiare nel tempo anzi nel passato ritornando al 1982 con la banda della magliana. In questo film si riderà spesso e infatti lo consiglio,c'è solo un piccolo errore tecnico,quando si trovano in discoteca allarrivo della [...] Vai alla recensione »
Immersione nella Roma anni '80 all'apice della potenza criminale della banda della Magliana. Il film è divertente se si ha la pazienza di aspettare la seconda parte, ed è un'idea originale. Ci sono diversi spunti ironici e tutto sommato è un bel film. Da vedere.
Bello,originale, ben ricostruito, mondiali 82, la discoteca anni 80, e tanto altro, tornare indietro nel tempo, basta poco per cambiare la storia. Il titolo ricorda un po << non ci resta che piangere >> del 1984
Raramente si ragiona in termini di industria culturale, quando si parla di cinema italiano. Il pubblico, giustamente, non ha voglia di discutere sul tipo di film da produrre in Italia; vuole semplicemente vederne di buoni, e preferibilmente appartenenti al genere della commedia. I critici, invece, dovrebbero fare il percorso contrario: non accontentarsi di giudicare il singolo esito ma comprendere se si muova alle sue spalle un'idea creativa e promettente di cinema per il grande pubblico. Massimiliano Bruno, da questo punto di vista, è la classica cartina di tornasole. Con i suoi film, il bicchiere è sempre mezzo pieno o mezzo vuoto, a seconda di quale gusto o prospettiva si applichi, ma non è mai completamente vuoto.
Da sceneggiatore e regista, Bruno è sempre andato alla ricerca di un cinema leggero e satirico, ha costruito una galleria divistica per gli anni Duemila, ha mescolato generi e narrazioni con un occhio alla tradizione nazionale e uno ai modelli esteri. Di cosmopolitismo se ne vede poco, ma di vivacità progettuale ne ha da vendere.
Non ci resta che il crimine è l'ultima evoluzione del cinema di Bruno. Certo, da sceneggiatori come Guaglianone e Menotti ci si sarebbe aspettato ben altro (avendo a disposizione il ricco scrigno degli anni Ottanta, molto sfruttato di recente), e tutto sembra come fiaccato dalla mancanza di mezzi. Raramente lo sforzo di contenere le spese (si tratta, in qualche modo, di un film in costume) è stato tanto visibile, con moltissimi interni, scene collettive minimaliste, e scorci di campagna un po' arrangiati.
È partita alla grande con il film-fenomeno «Lo chiamavano Jeeg Robot», un ruolo che l'ha liberata dall'etichetta limitante di creatura del «Grande Fratello», promuovendola attrice a pieni voti, premiata con il David di Donatello. Poi, con Carlo Verdone, in «Benedetta follia», ha messo in mostra tutta la sua verve comica. Adesso, Ilenia Pastorelli ha bisogno di un salvagente.
Costumisti e scenografi fanno sul serio per mettere nel 1982 di poliziotteschi e mondiali di calcio, tra baffoni, rayban a goccia, ghiaccioli tricolore e interni linoleum (già 60/70) tre sprovveduti di oggi dediti al culto della Banda della Magliana. Come arrivano a ingarbugliarsi con la vera Banda dal 2019? Qui l'efficace cura degli artigiani l'affossano sceneggiatori e regista, impreparati e goffi, [...] Vai alla recensione »
Buffa, squinternata commedia di Massimiliano Bruno. A Roma tre squattrinati amici (Gassmann, Giallini, Gianmarco Tognazzi) inventano un tour turistico nel crimine. Si ritrovano indietro nel tempo, estate '82, durante i Mondiali di Spagna, con il gangster Renatino (Leo) e il Totonero. Che pacchia, i risultati li sanno già. La simpatia dei protagonisti e la sensualità di Ilenia Pastorelli (la pupa del [...] Vai alla recensione »
Contrordine compagni. Pare non sia vero, come sembrava fino a poco fa, che l'anno cinematografico 2 0 1 8 sia stato in Italia disastroso (poi però a leggere le dichiarazioni ufficiali vien fuori che sì, c'è stato un arretramento, ma serve per il balzo in avanti che ci sarà immancabilmente nel 2019, quando il pubblico tornerà in sala e l'estate sarà ricca di uscite golose).
In gloria di Max Bruno, beniamino del boxoffice nonostante o forse grazie al suo marchio populista e moralista, va in scena l'ennesimo viaggio nel tempo di «Non ci resta che il crimine», poliziottesco/fantasy incentrato sulla presa in giro della serie tv «Romanzo criminale» e un pot-pourri di nostalgie per l'immaginario cine-sociologico anni Ottanta.
Tre balordi romani, Moreno, Sebastiano e Giuseppe, si sono inventati un "tour criminale" per turisti nei luoghi della Banda della Magliana. Senonché, entrato in un portale di Einstein-Rosen, cunicolo spazio temporale che permette di viaggiare nel tempo, il trio si ritrova nel 1982, nei giorni del mondiale di calcio in Spagna. E proprio nel bar che fa da base alla criminalità organizzata.
Il pusillanime, il cazzaro e il fregnone. Sono archetipi provenienti dal teatro classico qui con i volti rispettivamente di Gianmarco Tognazzi, Marco Giallini e Alessandro Gassmann. Insieme viaggeranno indietro nel tempo attraverso un portale di Einstein-Rosen. Lasceranno un presente in cui scimmiottano con parrucche e giacchette di pelle la Banda della Magliana pronti a fare direttamente la conoscenza [...] Vai alla recensione »
Parte in sordina il nuovo film di Massimiliano Bruno e per i primi dieci minuti pensi che sia la solita commedia italiana poco originale. Fortunatamente però quasi subito si passa dal presente agli anni ottanta e precisamente al 1982 nei giorni dei gloriosi Mondiali di Spagna e all'epoca della Banda della Magliana e tutto cambia. Davanti ai vecchi motorini come il Boxer, ai ghiaccioli tricolore, alle [...] Vai alla recensione »
L'auspicata rinascita industriale del cinema italiano passa per prodotti come questo: un mash-up di Non ci resta che piangere (evocato fin dal titolo) e di Ritorno al futuro (citato nei dialoghi) ambientato nella Roma del 1982, tra i mondiali di calcio e la Banda della Magliana. Con ammiccamenti poliziotteschi e una colonna sonora vintage che magari gasa anche i teenager a cui non batte il cuore sentendo [...] Vai alla recensione »
La copiatissima scenetta del kebabbaro che ti riempie il panino mentre parla in romanaccio, ripresa in decine di corti e lunghi aventi come atmosfera la nuova Roma risvegliatasi improvvisamente multietnica, probabilmente non è mai riuscita davvero a raccontare cosa significa vivere nella capitale oggi. Ma soprattutto quello sketch, riciclabile a piacimento sostituendo la figura principale con venditori [...] Vai alla recensione »