Rapito

Film 2023 | Drammatico, 134 min.

Regia di Marco Bellocchio. Un film Da vedere 2023 con Enea Sala, Leonardo Maltese, Paolo Pierobon, Fausto Russo Alesi, Barbara Ronchi. Cast completo Genere Drammatico, - Italia, 2023, durata 134 minuti. Uscita cinema giovedì 25 maggio 2023 distribuito da 01 Distribution. Oggi tra i film al cinema in 362 sale cinematografiche - MYmonetro 3,99 su 10 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento mercoledì 24 maggio 2023

Il film ricostruisce la figura di Edgardo Mortara, il bambino ebreo il cui rapimento da parte del Vaticano nel 1858 divenne un caso internazionale. Il film ha ottenuto 9 candidature ai Nastri d'Argento, Rapito è 4° in classifica al Box Office. venerdì 2 giugno ha incassato € 133.702,00 e registrato 19.261 presenze.

Consigliato assolutamente sì!
3,99/5
MYMOVIES 4,50
CRITICA 3,83
PUBBLICO 3,64
ASSOLUTAMENTE SÌ
Un horror ammantato di carità cristiana che manda a gambe all'aria ogni convinzione precostituita.
Recensione di Paola Casella
martedì 23 maggio 2023
Recensione di Paola Casella
martedì 23 maggio 2023

Bologna, 1858. Edgardo Mortara, un bambino ebreo di quasi sette anni, viene sottratto alla sua famiglia e consegnato al "Papa Re" Pio IX. La motivazione ufficiale fornita dal Diritto canonico è che a sei mesi il bambino era stato battezzato e dunque non può che ricevere dalla Chiesa un'educazione cattolica che lo "liberi dalle superstizioni di cui sono imbevuti gli ebrei". I genitori di Edgardo, Momolo e Marianna, non si rassegnano e continuano a cercare di riavere il figlio, sollevando un caso internazionale che vedrà schierati contro il Papa la comunità ebraica mondiale, la stampa liberale e persino Napoleone III. Ma Pio IX non teme la disapprovazione di nessuno, rispondendo alle richieste di restituire Edgardo alla sua famiglia con un "non possum" e il sorriso serafico di chi si ritiene al sopra delle umane regole. E nonostante il clima sia quello risorgimentale la Chiesa rimane inamovibile, contando sulla sua sedicente inviolabilità.

Marco Bellocchio sceglie una storia che aveva già attratto l'interesse di Steven Spielberg e la realizza con una comprensione profonda del momento storico in cui si è svolta l'azione e della complessità dei rapporti fra Stato e Chiesa.

La fonte letteraria è "Il caso Mortara" di Daniele Scalise, cui si ispira la sceneggiatura di Bellocchio e Susanna Nicchiarelli, e la perfetta ricostruzione di quel tempo (lo scenografo è Andrea Castorina) è ricca di dettagli che ci calano in quel mondo controllato da un potere temporale ubiquito. E l'antisemitismo della Chiesa si manifesta con virulenza, tanto che il Papa arriverà a minacciare il capo della comunità romana di "costringere gli ebrei a tornare nel loro buco", risigillando la porta del ghetto.

Ma al di là dell'aderenza storico-politica e dei contrasti religiosi, questa storia è fatta per Bellocchio perché racconta il trauma esistenziale di un'identità negata, e le storture che tale diniego provoca nella vita degli uomini. Ben tre volte (il che equivale ad una sottolineatura indelebile), il montaggio parallelo di Francesca Calvelli e Stefano Mariotti incatena situazioni opposte: una sessione di preghiere incrociate, l'una che spera, l'altra che inchioda il bambino al suo destino (quando la scena più bella del film è quella in cui il piccolo Edgardo toglie i chiodi dal corpo di Gesù "ucciso dagli ebrei"); un verdetto di tribunale e una cerimonia confirmatoria; un ostinato "ora pro nobis" e un'irruzione della Storia laica.

E per tre volte l'identità di Edgardo verrà nascosta sotto un telo - la gonna della madre, la tonaca del Papa, il lenzuolo del letto del "rapito" - che ogni volta cambieranno il senso e il tono della domanda "Dove è finito Edgardo?", rimando ad una scena iconica di Fai bei sogni, dove la madre, come qui, era Barbara Ronchi.

Numerose e ripetute sono le situazioni in cui un essere umano viene umiliato: lo strisciare del capo della comunità ebraica romana (un inedito Paolo Calabresi) o il bacio del pavimento della chiesa, con tanto di leccate, sono degni di un film carcerario, di quelli in cui la mortificazione dei sottoposti viene esercitata per ribadirne la condizione sottomessa. Rapito è un film di una violenza non grafica ma efferata, tanto più grottesca e terribile perché perpetrata con quel senso di titolarità moralista che è al centro di ogni oppressione (non a caso il rapimento di Edgardo viene organizzato da un ex inquisitore) e sostenuta da una struttura di potere che nega o minimizza la gravità di ogni sua scelta con un "non è successo niente".

È violenta la palette cromatica di Rapito, a cominciare dal sigillo rosso sangue con cui viene ratificato il destino di Edgardo, è violento il contrasto caravaggesco fra le poche luci e le molte ombre (la fotografia è di Francesco Di Giacomo); e supremamente violento è l'atto di strappare un figlio alla madre. Il padre di Edgardo, pur ben intenzionato, non ha la forza ferina di sua moglie, né la sua lucidità nel rifiutare compromessi. Ronchi e Fausto Russo Alesi sono molto efficaci nei ruoli dei genitori, ma il film appartiene ai due interpreti di Edgardo, il bambino Enea Sala e Leonardo Maltese, straordinario in una scena che mostra il contrasto lacerante fra indottrinamento e ribellione; così come appartiene al sorriso untuoso di Paolo Pierobon nei panni di Pio IX, e a Fabrizio Gifuni, l'ex inquisitore Feletti convinto di essere nel giusto.

L'inflessibilità della Chiesa appare lastricata di buone intenzioni e di cieca obbedienza che portano a liquidare ogni nefandezza con il moto "pace e bene" e l'affermazione di agire "per il bene altrui", senza riconoscere la differenza fra Bene e Male.

Rapito è un horror ammantato di carità cristiana, un "miserere nobis" che cancella ogni colpa con una formula assolutoria. "Ci vorrebbe Attila", si dirà ad un certo punto, davanti a tale bigottismo, e la regia muscolare di Bellocchio manda altrettanto a gambe all'aria ogni convinzione precostituita e autolegittimante, rifiutando radicalmente ogni sistema di potere basato sul senso di colpa in cui il regista stesso è stato immerso, e dal quale non potrà mai prescindere del tutto, come emerge con chiarezza dal suo cinema, e in particolare dal documentario Marx può aspettare.

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La vicenda di Edgardo Mortara.
Overview di a cura della redazione
lunedì 1 marzo 2021

Nel 1858, nel quartiere ebraico di Bologna, i soldati del Papa irrompono nella casa della famiglia Mortara. Per ordine del cardinale, sono andati a prendere Edgardo, il loro figlio di sette anni. Secondo le dichiarazioni di una domestica, ritenuto in punto di morte, a sei mesi, il bambino era stato segretamente battezzato. La legge papale è inappellabile: deve ricevere un'educazione cattolica. I genitori di Edgardo, sconvolti, faranno di tutto per riavere il figlio. Sostenuta dall'opinione pubblica e dalla comunità ebraica internazionale, la battaglia dei Mortara assume presto una dimensione politica. Ma il Papa non accetta di restituire il bambino. Mentre Edgardo cresce nella fede cattolica, il potere temporale della Chiesa volge al tramonto e le truppe sabaude conquistano Roma.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
martedì 30 maggio 2023
Phil

Ancora una volta Bellocchio ci consegna un film pienamente riuscito. Ispirato alla vicenda del bambino ebreo Edgardo Mortara, rapito dall'autorità pontificia nel 1858 a causa di un battesimo clandestino impartitogli da una badante cattolica, il film ricostruisce accuratamente la vicenda incredibile ai nostri occhi contemporanei ma che già allora suscitò un grande scalpore e [...] Vai alla recensione »

domenica 28 maggio 2023
Fulvio Wetzl

Un Horror nei meandri di una Chiesa che ora come allora, è pervasa e infiltrata dei miasmi della cattiva coscienza e dello sfruttamento intensivo del senso di colpa, del peccato, per soggiogare le fragili menti umane. In confronto il Dan Brown di Angeli e demoni è Liala. Con la fondamentale differenza che tutto quanto raccontato in Rapito è storicamente accertato con uno scrupolo [...] Vai alla recensione »

lunedì 29 maggio 2023
FrankMoovie

 Inizio col dire che eravamo molto indecisi a vedere questo film: i trailer e i servizi TV ce lo avevano fatto apparire come un film pesante, storico del periodo temporale del Papato. Questo film ci rimarrà nella memoria insieme ad altri pochi della cinematografia italiana d'autore: Marco Bellocchio, come lui ormai ce ne sono pochi,  ci ha raccontato con realismo il crudele accanimento [...] Vai alla recensione »

venerdì 26 maggio 2023
athos

Bellocchio recupera una storia incredibilmente triste di 180 anni fa. La chiesa sottrae ad una famiglia ebrea il figlio che è stato battezzato da una donna di servizio. Viene portato a Roma e indottrinato a dovere. La violenza della Chiesa si manifesta in tutta la rapresentazione del potere e della sottomissione. Il film ripercorre tutta la vicenda con grandi musiche.

venerdì 26 maggio 2023
Silvano Bersani

Raccomando di accompagnare la visione del film con la lettura dei saggi di David Kertzer su Pio IX (“Il Papa che voleva essere Re”) e sulle vicende storiche dello stesso caso Mortara (“Prigioniero in Vaticano”) per apprezzare lo sforzo filologico di Bellocchio di rendere verità storica a questa triste vicenda. Sulla quale, è bene dirlo subito, il regista non concede [...] Vai alla recensione »

domenica 28 maggio 2023
Anna Rosa

Film di forte impatto emotivo, com'è sempre il caso con Bellocchio. La potenza detonatrice della storia di Edgardo Mortara (vedi la scheda in Wikipedia) è benissimo sostenuta da una ricostruzione degli ambienti eccezionale, da una recitazione di tutti e in particolare del bambino che recita il ruolo di Edgardo strepitosa (non finisce di stupirmi che i bambini siano così spesso attori fantastici) [...] Vai alla recensione »

venerdì 26 maggio 2023
ambrorin

 Il piacere di un film storico su una vicenda realmente accaduta, ricca di implicazioni e di prospettive dalla quale guardarla.  Un'importanza per la religione e suoi riti per molti di noi ormai incomprensibile. La commovente capacità di un bambino, di tutti i bambini, di adattarsi ad ogni situazione e comunque crescere. L'irritante rigidità degli adulti.

lunedì 29 maggio 2023
johnny1988

Perché vi ubriacate di lessico fenomenali poco verosimili? Scenografia aderente alla realtà, dove? Nei mobili decò e liberty, nel crescentone di Bologna del 1934? Nel canale di Roma sapientemente saccheggiato al Partenopeo? PIO IX sembra Palpatine.. Come se non bastassero i meme di Benedetto XIV...alta filologia davvero

lunedì 29 maggio 2023
johnny1988

Perché vi ubriacate di lessico fenomenali poco verosimili? Scenografia aderente alla realtà, dove? Nei mobili decò e liberty, nel crescentone di Bologna del 1934? Nel canale di Roma sapientemente saccheggiato al Partenopeo? PIO IX sembra Palpatine.. Come se non bastassero i meme di Benedetto XIV...alta filologia davvero

lunedì 29 maggio 2023
johnny1988

RAPITO, M.Bellocchio, 2023. **   Ebbene, si, ho visto il mio primo film di Marco Bellocchio al cinema. Quando si denigra il pubblico accidioso che non mette le scarpe per andare a vedere i film sul grande schermo, tendo sempre a stare dalla parte dei detrattori. Eppure, stavolta in via eccezionale, darei ragione all'altra sponda.    Marco Bellocchio, benché [...] Vai alla recensione »

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
domenica 28 maggio 2023
Roberto Escobar
Il Sole-24 Ore

Il 23 giugno 1858, a Bologna, la gendarmeria di Pio IX strappò con la forza ai genitori un bambino di 6 anni, Edgardo Mortara. Nel 1852, malato, era stato battezzato da una serva di casa. Lo aveva fatto per il bene della sua anima, dirà poi lei, per evitare che finisse al limbo. I Mortara erano di religione ebraica, e nello Stato pontificio nessun battezzato poteva essere allevato da chi non fosse [...] Vai alla recensione »

sabato 27 maggio 2023
Fabio Ferzetti
L'Espresso

Chi ha visto "Marx può aspettare" sa che a casa Bellocchio col battesimo non si scherza. Il gemello di Marco, Camillo, nacque tre ore dopo il futuro regista e la madre, temendo morisse, lo fece subito battezzare. Tre volte già che c'era, i Bellocchio erano molto devoti. A somministrare i sacramenti a Edgardo Mortara, piccolo ebreo nato nel 1851 a Bologna, è invece una domestica cattolica che vedendolo [...] Vai alla recensione »

sabato 27 maggio 2023
Claudio Fraccari
La Voce di Mantova

Il 24 giugno 1858, nella Bologna papalina, il settenne Edgardo Mortara venne sottratto alla famiglia di fede ebraica, per ordine dell'ex inquisitore Pier Feletti ma su mandato di papa Pio IX. La giustificazione, in punta di diritto canonico, poggiava sul fatto che Edgardo, ancora in fasce, era stato battezzato da una giovane domestica cattolica che lo credeva moribondo.

venerdì 26 maggio 2023
Nicola Falcinella
La Provincia di Como

Dopo "Il sol dell'avvenire" di Nanni Moretti, il secondo film italiano in concorso al 76° Festival di Cannes che approda nelle sale è "Rapito" di Marco Bellocchio. La storia di Edgardo Mortara che già aveva acceso la fantasia di Steven Spielberg: il regista di "Schindler List" in seguito rinunciò al progetto, ora ripreso dal regista piacentino, con una sceneggiatura sua e di Susanna Nicchiarelli.

giovedì 25 maggio 2023
Marco Contino
Il Mattino di Padova

Nel 1858 Bologna fa parte dello Stato della Chiesa. Una notte di inizio estate alcuni gendarmi pontifici, su ordine dell'inquisitore Felletti (Fabrizio Gifuni), si presentano a casa di Momolo (Fausto Russo Alesi) e Marianna Mortara (Barbara Ronchi), una famiglia ebrea con otto figli: hanno il compito di "prelevare" il sestogenito Edgardo (Enea Sala da bambino, Leonardo Maltese da adulto), battezzato [...] Vai alla recensione »

mercoledì 24 maggio 2023
Aldo Spiniello
Sentieri Selvaggi

Nel 1857, a Bologna, città dello stato pontificio, il piccolo Edgardo Mortara, figlio di una famiglia ebrea, viene prelevato dalle guardie papali. Il bambino ha appena sei anni. Secondo l'autorità, è stato battezzato all'insaputa dei genitori ed è destinato, dunque, a una vita da cristiano. Perciò viene condotto a Roma, dove riceve un'educazione cattolica e diventa un pupillo dell'ultimo papa re, Pio [...] Vai alla recensione »

mercoledì 24 maggio 2023
Boris Sollazzo
The Hollywood Reporter Roma

La prima cosa che ti salta violentemente all'occhio, e al cervello, e alla pancia di Rapito è la totale incapacità di chi lo guarda di mantenere una serenità di giudizio sulla vicenda appena si riaccendono le luci in sala. Come spesso accade nella cinematografia di Marco Bellocchio c'è un confine dell'anima dello spettatore che il regista, con il suo cinema furiosamente composto, lacera per lasciarti [...] Vai alla recensione »

mercoledì 24 maggio 2023
Davide Milani
La Rivista del Cinematografo

È un film drammatico e avvincente l'ultimo di Marco Bellocchio, che ha scelto ancora Cannes, dopo Esterno notte e Marx può aspettare, per presentare il nuovo lavoro. La storia è ben nota a pochi (chi conosce le vicende risorgimentali, chi vive o studia il rapporto tra cattolici ed ebrei, i cultori della storia della Chiesa contemporanea) e al tempo stesso pressoché sconosciuta presso il grande pubblico. P [...] Vai alla recensione »

NEWS
BOX OFFICE
domenica 28 maggio 2023
Andrea Chirichelli

Dopo la delusione di Cannes, il film si consola con il terzo gradino del podio. A precederlo La Sirenetta (oltre un milione nella sola giornata di ieri) e Fast X. Scopri la classifica »

CANNES FILM FESTIVAL
mercoledì 24 maggio 2023
Paola Casella

Marco Bellocchio racconta il caso del rapimento di Edgardo Mortara. In concorso a Cannes e ora al cinema. Vai all'articolo »

TRAILER
mercoledì 3 maggio 2023
 

Regia di Marco Bellocchio. Un film con Paolo Pierobon, Barbara Ronchi, Fausto Russo Alesi, Filippo Timi, Enea Sala. Da giovedì 25 maggio al cinema. Guarda il trailer »

NEWS
giovedì 13 aprile 2023
 

Il film ricostruisce la figura di Edgardo Mortara, il bambino ebreo il cui rapimento da parte del Vaticano nel 1858 divenne un caso internazionale. Vai all'articolo »

Con Enea Sala nella parte di Edgardo Mortara, bambino
SHOWTIME
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