Rapito

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Un film di Marco Bellocchio. Con Enea Sala, Leonardo Maltese, Paolo Pierobon, Fausto Russo Alesi.
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Drammatico, durata 134 min. - Italia 2023. - 01 Distribution uscita giovedì 25 maggio 2023. MYMONETRO Rapito * * * * - valutazione media: 4,13 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

I pugni di Bellocchio Valutazione 4 stelle su cinque

di Clara Stroppiana


Feedback: 1424 | altri commenti e recensioni di Clara Stroppiana
lunedì 19 giugno 2023

    Una carrozza tirata da cavalli al galoppo attraversa così veloce le strade della notte che quasi le ruote di legno escono dal loro asse. Il mantello del cocchiere svolazza nero come le ali di un uccellaccio. Se non fosse per il colore diremmo di trovarci dentro uno dei primi film horror degli anni ’30 e forse quella è la carrozza che va a prendere un cadavere per il dottor Frankenstein. No, l’atmosfera da brivido e carica di oscuri presentimenti c’è, ma la storia è un’altra. Si racconta del rapimento di un bambino ebreo di sette anni nella Bologna papalina del 1858. A sottrarlo alla sua casa però non sono dei malviventi, degli sgherri al soldo di un signorotto, ma gli inviati del tribunale dell’Inquisizione per conto di Papa Pio IX.  Edgardo (un bravissimo Enea Sala alla sua prima prova cinematografica) è cristiano e come tale deve essere educato, sostengono, per via del battesimo che una domestica cattolica gli ha somministrato quando, a pochi mesi, sembrava in punto di morte. Va dunque portato via dalla famiglia di Giudei in cui era nato, anche se questa nega che quel battesimo sia mai avvenuto e si oppone con tutte le sue forze alla perdita del figlio.
   Non siamo dentro una storia inventata, un romanzo di Dan Brown. E’ tutto vero. Un fatto realmente accaduto, ma così particolare e con tale risonanza in gran parte dell’Europa del tempo da diventare un caso, il “caso Mortara”, già affrontato e discusso in diverse pubblicazioni. Nel raccontarlo con il suo film, Bellocchio affida un ruolo importante all’ottima fotografia di Francesco Di Giacomo per sottolineare le atmosfere cupe e inquietanti dei luoghi illuminati dalle lampade ad olio e dalle candele, dove le presenze prendono forma all’improvviso in un mescolarsi deformante di bagliori e di ombre. Dove ragioni e passioni si scontrano. Dove la discussione e la critica sono negate dai dogmi. Dove la sopravvivenza delle minoranze, come quella degli ebrei romani, nella monarchia assoluta dello Stato della Chiesa, comporta l’umiliarsi con un atto di prostrazione, mentre la macchina da presa inquadra in dettaglio il susseguirsi di baci a fior di labbra della pantofola papale.  Anche le musiche, composte da Fabio M. Capogrosso, sottolineano, sebbene con una presenza a tratti ingombrante, e un’enfasi forse eccessiva, la drammaticità delle situazioni.  
   “L’abito non fa il monaco”, si dirà, ma al bambino, spogliato dei suoi vestiti, viene “cucita addosso” una divisa uguale a quella di tutti gli altri ospiti del collegio. Primo passo verso un nuovo Edgardo da plasmare secondo la dottrina cattolica. Messo dunque nei “panni di un altro”, eccolo catapultato in un mondo alieno, dove non ci sono violenze fisiche, ma la pressione psicologica è tale da fargli deragliare la mente tra incubi notturni e smarrimenti nella luce del giorno.  I toni del thriller psicologico si fanno via via più forti. “Quel Cristo in croce sono stati gli Ebrei ad ucciderlo” gli dicono indicando il grande Crocifisso appeso dietro l’altare. Una colpa, un peso insopportabile per il piccolo ebreo che con un gesto riparatore tanto ingenuo quanto allucinatorio, ad uno ad uno toglie i chiodi dalle mani e dai piedi piagati di Gesù che si stacca dalla croce, si libera della corona di spine e si incammina scomparendo in dissolvenza come un Avatar. Una sequenza che non può non suscitare pietà per le angosce patiteda quel ragazzino in nome di una legge che si pretende divina e superiore a tutte le leggi degli uomini.
   Con un salto temporale, e con sorpresa se non si conosce il caso, ritroviamo Edgardo giovane prete. Bene lo interpreta Leonardo Maltese che ci mostra  l’agitarsi nel suo animo di un’inquietudine e di una ribellione che a tratti riemergono prepotenti dal passato, mentre il presente scorre tra slanci di fede e amore per il “suo” Papa.
  I genitori, che non hanno mai smesso di lottare contro la violenza subita dal loro bambino, dalla loro famiglia e dalla comunità ebraica, moriranno sconfitti anche dai tribunali laici dell’Italia unita e senza il conforto dell’affetto filiale.

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ejejs sabato 2 settembre 2023
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