Anno | 1980 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Gran Bretagna |
Durata | 125 minuti |
Regia di | David Lynch |
Attori | Anthony Hopkins, John Hurt, Anne Bancroft, John Gielgud, Wendy Hiller, Freddie Jones John Standing, Hannah Gordon, Helen Ryan, Lydia Lisle. |
Uscita | lunedì 21 settembre 2020 |
Tag | Da vedere 1980 |
Distribuzione | Cineteca di Bologna |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 14 |
MYmonetro | 3,83 su 6 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 17 settembre 2020
La storia di John Merrick, l'uomo elefante, il freak della Londra vittoriana proto-industriale, deformato dalla malattia ridotto a fenomeno da baraccone. Il film ha ottenuto 8 candidature a Premi Oscar, 4 candidature a Golden Globes, In Italia al Box Office The Elephant Man ha incassato 47,1 mila euro .
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CONSIGLIATO SÌ
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Londra, 1884. John Merrick è un'attrazione da circo, che si esibisce sotto il nome di "The Elephant Man" ai servizi del meschino Mr. Bytes: la terribile forma di neurofibromatosi che gli ha deformato il volto lo rende infatti ripugnante alla vista. Un giorno l'ambizioso dottor Frederick Treves assiste allo spettacolo di Bytes e interviene per trasferire John in ospedale ed esporre a un consesso di medici la particolare forma di malattia che lo colpisce. Quando scopre che Merrick non solo è in grado di leggere, ma è un uomo colto, gentile e raffinato, lo trasforma gradualmente in un protagonista della buona società della Londra vittoriana.
Mel Brooks produce un adattamento delle memorie di Frederick Treves e Ashley Montagu sullo strano caso di John Merrick e ne affida la regia al semisconosciuto David Lynch, eccentrico artista statunitense sin lì autore solo del surreale Eraserhead. Sarà la scelta giusta.
Giudicare a distanza di decenni The Elephant Man significa inevitabilmente provare a contestualizzarlo all'interno della carriera del regista di Twin Peaks e scoprire in esso i prodromi di un percorso tra i più singolari e imitati del cinema contemporaneo.
Lynch racchiude la sua natura più evidentemente eccentrica nella cornice: un prologo e un epilogo onirici, che rimandano alla ricerca di una giustificazione cosmica del mistero naturale che contraddistingue il protagonista. Ma se il resto dello svolgimento narrativo è all'apparenza più classico e convenzionale - come Lynch sarà nuovamente solo in Una storia vera - i temi cari all'universo del regista di Missoula sono già fortemente presenti. Come la fiera difesa della diversità e la visione estremamente negativa sulla natura umana, ritratta nella sua ferina empietà; o la riflessione sul destino imperscrutabile e sull'importanza dell'apparenza, in una società che trova nel pregiudizio un passe-partout interpretativo elementare ma efficace.
The Elephant Man tocca punte di rara crudeltà nel ritrarre gli evidenti limiti etici della società dell'uomo. Il ritratto che si delinea è doloroso e quasi insostenibile per lo spettatore, almeno quanto lo era la visione del volto di Merrick per le menti semplici del popolo londinese: per paura o ignoranza, infatti, l'uomo sembra basare le proprie concezioni su un'idea canonizzata di bellezza (o bruttezza), tale che la visione di un caso estremo diviene inevitabile polo di attrazione o repulsione, di fronte al quale tutto si può essere tranne che indifferenti.
Attrazione circense prima ed esperimento di laboratorio poi, per divenire infine membro della crème della società vittoriana, Merrick è comunque condannato a non poter passare inosservato. Che siano frustate o applausi a scena aperta, curiosità lascive o ipocriti e affettati sorrisi, poco cambia.
Merrick, che si dice "felice a ogni ora del giorno, perché sa di essere amato", è un disturbante recettore del nostro senso di colpa di uomini, che raccoglie e riflette, al pari di quello specchio che non riesce a osservare. Sia che inorridisca guardandolo o che scelga di osservarlo, sfidando l'istinto iniziale pur di sentirsi moralmente migliore e appagare il proprio ego, l'individuo lascia comunque Merrick fuori dall'equazione, sigillandolo inesorabilmente come freak.
E la prima analisi in ospedale, ritratta da Lynch alla stregua delle riprese su un set cinematografico (la settima arte nasce pochi anni dopo la vicenda raccontata) sottolinea come il cinema si avvalga di questa dittatura scopica, senza accennare ad opporsi ad essa.
Il film si aggiudicherà otto nomination all'Oscar, senza clamorosamente vincerne neanche uno. Lynch non diventerà mai un regista caro ai membri dell'Academy ma qualcosa di assai migliore, mutando per sempre la storia del cinema.
Un povero essere mostruoso, che un malvagio imbonitore esibisce come fenomeno da baraccone, viene liberato da un medico che lo fa ricoverare in un ospedale. Rapito e poi di nuovo libero, riceverà anche l'omaggio dei reali d'Inghilterra. Pago della prima felicità della sua vita, l'uomo elefante (realmente esistito, si chiamava John Merrick) muore dolcemente.
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Se il film indulge al pietismo, me lo sono chiesto, ma non sono riuscita a rispondere. Dopo tutto la contrapposizione tra popolo e alta borghesia è condotta evidenziandone sempre una differenza sostanziale nelle forme e una sostanziale somiglianza nei contenuti, a cui fanno eccezione, da una parte e dall'altra, le persone che hanno davvero voluto bene a J.
Questo film sulla diversità aberrante, mostruosa, ripugnante è anche un film sull'umanità che si cela dietro quella maschera orrorifica. Una umanità che trapela dalla sua umiliazione, prima come fenomeno da baraccone e poi come oggetto curioso del perbenismo borghese, dalla sua segregazione e dalla paura che essa incute. Una ricerca di vero affetto (commovente e mai banale) e un desiderio (quello [...] Vai alla recensione »
Storia di John Merrick, animo nobile intrappolato nel corpo di un mostro. Rassegnato fenomeno da baraccone, schiavo di un uomo senza scrupoli che sfrutta la sua disgrazia per guadagnare due soldi. Grazie all'intervento del Dr. Treves (Anthony Hopkins) troverà accoglienza e cure amorevoli nel London Hospital. Film sull' esteriorità e l'interiorità, la crudeltà [...] Vai alla recensione »
La Londra vittoriana viene improvvisamente scossa dall'arrivo del cosiddetto uomo elefante che altri non è se non un uomo con delle gravissime malformazioni. Un giovane dottore si affezionerà a lui e cercherà di strapparlo alle angherie del padrone. Da una storia vera. Studi recenti hanno stabilito con una ragionevole certezza che il povero Merrick soffrì della sindrome [...] Vai alla recensione »
Questo film di David Lynch è talmente bello che non ci sono parole sufficienti per descriverlo: è toccante, tenero, commovente, profondo e molto dolce... John Merrick, uomo orribilmente mostruoso e deformato, non è per niente ciò che sembra: è un uomo colto, intelligente, indifeso e molto sensibile.
Mentre si aggira per le strade di Londra, il medico Frederick Treves si imbatte in uno spettacolo ambulante di freaks, ovvero di fenomeni da baraccone. La sua attenzione viene attirata da uno di questi in particolare, conosciuto come il terribile “uomo elefante”. Ma l’arrivo della polizia costringe il dottore e il resto degli astanti ad andarsene, impedendo di vedere da vicino il [...] Vai alla recensione »
Nella Londra di fine Ottocento la vera storia di Joseph Merrick (1862-1890, Hurt), soprannominato “l’uomo elefante”, per via della tremenda deformazione del suo corpo. Sfruttato come un’attrazione da circo, fa conoscenza con il dottor Frederik Treeves (Hopkins), che lo aiuta ad essere integrato nella società, che però solo nel finale riuscirà a considerarlo [...] Vai alla recensione »
Avvolto da un superbo bianco e nero d'annata e con due interpreti d'eccezione (Jhon Hurt e Anthony Hopkins) forse nessun film di David Lynch emoziona, commuove e fa riflettere come Elephant Man. Jhon Merrick ha un cranio il triplo più grande della norma, tumori della pelle sulla schiena e sul volto, escrescenze abominevoli che gli impediscono l'uso della mano destra, la colonna [...] Vai alla recensione »
Capolavoro assoluto, senza parole, una delle più drammatiche e commoventi pellicole mai realizzate. E' la vera storia di Joseph (nel film errormente viene chiamato "John") Merrick, un uomo nato deforme con un aspetto spaventoso, che verrà aiutato dal dottor Treves. Joseph però, sotto quell'aspetto mostruoso, è un uomo intelligente, educato, e capace di [...] Vai alla recensione »
John Merrick è nato con una rarissima patologia che deforma pesantemente il suo corpo ed i suoi tratti facciali, tanto da esser chiamato "l'uomo elefante". Vivendo in uno stato di vera e propria schiavitù, viene sfruttato (insieme ad altri) come fenomeno da baraccone da Bytes, un uomo senza scrupoli. Un giorno la sua vita comincia a cambiare perchè il dottor Treves [...] Vai alla recensione »
Vedere il film The Elephant Man la prima volta a 40 anni dalla sua uscita, lacuna colmata. Un tributo che si deve a questa personalità del cinema, David Lynch, creatore eclettico non solo di cinema ma pittore, scrittore, musicista, cantante. Persona geniale che questo film realizzò già all'età di 34 anni, catalogandosi come disallineato rispetto alle etichette [...] Vai alla recensione »
un film di rara bellezza,un autentico capolavoro .....Londra , seconda metà dell'800.Il giovane John Merrick, sfortunata creatura ,afflitta da una malattia rara che gli ha dato sembianze mostruose, viene esposto come un "uomo elefante", sfruttato e trattato come una bestia.il Dott Treves, magistralmente interpretato da Antony Hopkins, si prende cura di lui scoprendo poco a poco [...] Vai alla recensione »
John Merrick è un giovane uomo orribilmente deformato da una malattia che probabilmente ha a che fare con gli elefanti e la madre. Vive come fenomeno da baraccone in un circo freak schiavizzato dal padrone finche il dott. Treves casualmente lo scorge e inizia a interessarsi al suo caso. Lo ricovera ne scopre la profonda umanità e in breve Merrick diviene noto persino alla casa reale inglese. [...] Vai alla recensione »
John Merrick è un pover uomo affetto da una rara patologia che gli deforma la faccia e il corpo rendendolo a dir poco mostruoso. A causa della sua figura, John, interpretato da un bravissimo John Hurt, verrà sfruttato come fenomeno da baraccone da persone avide e malvagie per gran parte della sua vita. Un giorno, conoscerà il dottor Treeves (Antony Hopkins), il quale lo prenderà [...] Vai alla recensione »
Film davvero commovente,al punto da essere considerato un autentico capolavoro in quanto il suo più grande pregio è quello non di impietosire empaticamente lo spettatore facendogli provare senzazioni di pena e commiserazione per John Merrick ,ragazzo effettivamente vissuto verso la fine del'800 ed affetto da una grave malattia genetica tale da renderlo deforme in tutto il corpo,ma [...] Vai alla recensione »
Un film davvero stupendo. Già dall'inizio mi è salito il magone. E' straziante pensare che quell'uomo ha dovuto passare una vita del genere. Una delle scene che più mi ha fatto piangere (oltre al finale, che solo a pensarci mi vengono le lacrime agli occhi) è stata quella dove John veniva rinchiuso nella gabbia con le scimmie ma anche quella della stazione del [...] Vai alla recensione »
rivisto ieri sera e mi sono commossa proprio come la prima vota. Magicamente diretto da David Lynck e con le fantastiche interpretazioni di Anthony Philip Hopkins nel ruolo del Dottor Frederick Fredes, nonchè di John Hurt nel ruolo di Joseph Merrick ( L'uomo elefante). Fantastica ricostruzione di questa tenera creatura dall'aspetto orripilante ma dotata di un'animo gentile e sensibile. [...] Vai alla recensione »
Il mostro!!è l'essere umano nella sua malignità,nella sua cattiveria,non di certo il povero john merrick(John Hurt).Da premettere che non vado matto per David Lynch,ma questo film m è davvero piaciuto,convincente in tutto.Una storia su cui riflettere.per la serie:L'APPARENZA INGANNA.
un grande film,forse non brilla di originalità.ma trasmette,emozione,commuove è questo non e poco.stupendo,da vedere assolutamente.
Ognuno di noi ha una sua personalissima classifica dei cosiddetti "capolavori assoluti" della storia del cinema.C'è chi riesce ad essere equilibrato e a non rendersi ridicolo elogiando e leccando il deretano di questo o quel regista,e chi invece schierandosi con la massa cade in questa ridicola trappola."The elephant man" è sicuramente un film che non può [...] Vai alla recensione »
Diretto in maniera magistrale con l'uso di un morbido bianco e nero, "The Elephant Man" è un film d'autore che strizza parecchio l'occhio al grande pubblico. E' un film commovente, quasi stucchevole in alcuni momenti, ma si tratta comunque di un'intelligente storia sulla diversità. Un film di Lynch che non sembra suo, se si pensa al resto della sua filmografia.
Lynch si ispira a Freaks di Browning del 1932 e a Oliver Twist di Dickens per mettere in scena le disavventure del personaggio, costruito a tavolino per essere empaticamente commovente ed enfaticamente pietoso, dell’Uomo elefante, interpretato da un irriconoscibile John Hurt, attraverso le memorie del dottor Treves, un giovane Hopkins non ancora carismatico, che lo ebbe in cura nella realtà.
L'ottima regia di David Lynch nel racconto un po' romanzato rispetto alla vera storia di Joseph Merrick, qui il male nella storpiatura dell'animo umano è esaltato per esigenza, scontrandosi con la parte buona della vita che alla fine vince sempre. La sobrietà delle emozioni attraverso l'interpretazione degli attori (Hopkins soprattutto) Dona al film un tono credibile [...] Vai alla recensione »
Se avete un animo sensibile non potete fare a meno di vederlo ma se avete un animo sensibile lo potrete vedere solo una volta!...... "immensamente drammatico"..!
unico,imperdibile: candidato ad otto oscar e non ne ha vinto alcuno?! Incredibile!
Londra, fine '800. Frederick Treves (Hopkins), giovane medico particolarmente sensibile ai problemi dei più bisognosi, si imbatte in un uomo eccezionalmente deforme (Hurt) utilizzato come fenomeno da baraccone in un circo itinerante, e decide di prendersene cura. John Merrick, questo il nome del disgraziato, sarà accolto in ospedale e, soprattutto, pian piano reinserito nel consorzio [...] Vai alla recensione »
La compassione, in realtà, è poco diffusa. In apparenza, l'uomo elefante trova un nuovo luogo dove abitare, migliore, ma che nella pratica non si rivela poi così diverso dal precedente. La retorica è molto ben presente, in fondo, ogni uomo sbeffeggia l'altro, se può.
Il mostro!!è l'essere umano nella sua malignità,nella sua cattiveria,non di certo il povero john merrick(John Hurt).Da premettere che non vado matto per David Lynch,ma questo film m è davvero piaciuto,convincente in tutto.Una storia su cui riflettere.per la serie:L'APPARENZA INGANNA.
Soggetto e sceneggiatura di Elephant Man potrebbero essere il prototipo perfetto del polpettone strappalacrime di quarta categoria. Una storia vera, che definire "romanzata" è un eufemismo, si trasforma in una favoletta che usa la solita moraluccia del "bello dentro e brutto fuori" per intortarci a raffica di sequenze lacrimose e patetiche, sperando di cavarci fuori qualche lacrima.
Nella Londra vittoriana un uomo, nato deforme in seguito ad un incidente capitato alla madre mentre era incinta (calpestata da un elefante in terra africana) viene esposto come fenomeno da baraccone nella galleria dei freaks. Sarà il dottor Treves a salvare dalla prigionia l'uomo-elefante, ad accudirlo e curarlo, ma anche ad usarlo per le sue conferenze mediche.
Non è per caso che i mostri sono di moda, l'anormalità clamorosa ha una funzione calmieratrice delle emozioni. Curiosità, crudeltà, sfoggio di indulgenza possono placarsi nell'alieno, nel corpo minaccioso (meglio ancora in modo più sottile, nella mente minacciosa, nell'intelligenza sovversiva cresciuta «troppo» su se stessa). Nell'Ottocento vittoriano in Inghilterra erano più diretti, i mostri valevano [...] Vai alla recensione »