Anno | 1998 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 100 minuti |
Regia di | Claudio Caligari |
Attori | Valerio Mastandrea, Alessia Fugardi, Giorgio Tirabassi, Eva Vanicek, Pino Ferrara Eolo Capritti, Little Tony, Federico Pacifici, Augusto Poderosi, Marco Giallini, Elda Alvigini, Ginevra Colonna, Giampiero Lisarelli, Marcello Mazzarella, Serena Bonanno, Nicola Siri, Raffaele Vannoli, Emanuel Bevilacqua. |
Uscita | lunedì 20 novembre 2023 |
Tag | Da vedere 1998 |
Distribuzione | Cat People |
MYmonetro | 3,67 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 8 novembre 2023
L'incendiario punto di riferimento del crime italiano di fine millennio. Il film ha ottenuto 1 candidatura ai Nastri d'Argento, In Italia al Box Office L'odore della notte ha incassato 252 mila euro .
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CONSIGLIATO SÌ
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Roma, tra novembre 1979 e febbraio 1983. Remo Guerra, un ragazzo di borgata, è un poliziotto spesso punito dai suoi superiori che di notte diventa il leader riconosciuto di una banda di rapinatori, che aggredisce per strada persone benestanti derubandoli di soldi e gioielli o svaligia i loro appartamenti nei quartieri bene della capitale. Con lui ci sono Maurizio, amante della vita lussuosa e delle belle donne, e Roberto che Remo aiuterà a raggiungere il sogno della sua vita, quello di comprarsi un bar. I suoi complici sono inaffidabili. Vanno via e tornano quando hanno bisogno di soldi.
Così Remo deve far entrare nella sua banda Marco Lorusso, detto "il Rozzo", di cui non condivide i metodi violenti ma che gli garantisce comunque una certa affidabilità. I colpi messi a segno dalla 'banda delle ville', tra le cui vittime ci sono ricchi borghesi, vip e politici corrotti, attirano l'attenzione della stampa. Remo è sempre più tormentato e desidera una vita normale accanto a una donna a cui però non può rivelare la sua identità. In più, capisce che la fine è vicina e non può sottrarsi al suo destino.
Nell'inquadratura finale Remo spara in macchina. Non si tratta solo di una citazione di The Great Train Robbery (1903) di Edwin S. Porter, che già si vede nella tv di un'abitazione di lusso rapinata, ma proprio di un rapporto viscerale con il cinema gangster, che richiama direttamente quello di Martin Scorsese.
L'odore della notte, liberamente tratto da "Le notti di Arancia Meccanica" di Dido Sacchettoni (Einaudi, 1986) e secondo lungometraggio diretto da Claudio Caligari a quindici anni da Amore tossico, richiama direttamente quella nostalgia cinefila, l'illusione di grandezza, la violenza impetuosa, il romanzo criminale di Quei bravi ragazzi ma filtrato anche attraverso la tradizione italiana dei poliziotteschi anni Settanta tra Fernando Di Leo e Umberto Lenzi. Nelle immagini di Remo, Maurizio e Roberto mentre si trovano dentro l'auto prima della rapina, non ci sono solo le loro storie personali, accennate solo come frammenti fugaci dal passato di poliziotto del protagonista alla scena del matrimonio, ma prima di tutto i loro volti.
Non sembra un film che è stato realizzato alla fine degli anni '90 e che, in un certo modo, rappresenta un'escursione totalmente inclassificabile nel panorama di genere italiano proprio come L'ultimo Capodanno di Marco Risi, produttore del film con Maurizio Tedesco, entrambi segnati dai colori sporchi con squarci di tenebra della fotografia di Maurizio Calvesi e realizzati nello stesso anno. L'odore della notte ancora oggi è un film a cui è impossibile dare una collocazione temporale, proprio come tutto il cinema di Claudio Caligari.
L'ambientazione tra la fine degli anni Settanta e l'inizio degli Ottanta è caratterizzata anche dalla presenza di una colonna sonora (da "Ma il cielo è sempre più blu" e "Aida" di Rino Gaetano a "(Shake Skake Shake) Shake Your Booty" dei KC and the Sunshine Band a "On Broadway" nella versione jazz pop di George Benson del 1978) che già trascina con forza dentro quel periodo, tra discoteche, rapine in strada o in lussuosi appartamenti dove resta celebre il momento cult in cui Maurizio, interpretato da Marco Giallini, costringe Little Tony a cantare "Cuore matto" facendogli la base musicale.
Poi ci sono squarci pasoliniani. Nelle passeggiate in spiaggia, nel continuo contrasto tra violenza e umanità, nei sogni destinati a morire. Fermi-immagine, istantanee fotografiche dei colpi messi a segno in bianco e nero arricchiscono un mosaico di sterminata bellezza. Quella bellezza malata, intrappolata anche nel primo piano di Giorgio Tirabassi nel ruolo di Roberto che guarda Remo che è andato a sciacquarsi le mani sporche di sangue a una fontanella.
E poi c'è Valerio Mastandrea, in uno dei ruoli più significativi della sua carriera. Con la sua voce fuori campo che accompagna i suoi pensieri. "Ogni volta che mi specchiavo ero aggredito dalla mia immagine". C'è il suo tormento che prevale sull'estasi. In Remo ci sono le tracce di un gangster noir che attende la sua fine. La camminata agonizzante dopo essere stato ferito rimanda direttamente a quella di Jean-Paul Belmondo nel finale di Fino all'ultimo respiro.
In occasione del ritorno in sala a 25 anni dalla sua uscita, L'odore della notte fa parte di quei film che non solo migliorano nel corso degli anni ma che mostrano lo sguardo unico di un cineasta dove le storie, i personaggi, i dialoghi hanno sempre avuto qualcosa di intimamente familiare e in cui ogni immagine è un getto impetuoso su tela, carico di una poesia disperata che parla solo d'amore. Prima di tutto nei confronti del cinema.
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Secondo film per Claudio Caligari, quindici anni dopo il Cult-Movie " Amore Tossico" . Ispirato al romanzo " Le notti di arancia meccanica" di Dido Sacchettoni ( ispirato a reali vicende di cronaca romana), scritto da entrambi a quattro mani, ripercorre l'iter criminale di un ex tutore dell'ordine, convertitosi al crimine non per necessità ma per pura vocazione, [...] Vai alla recensione »
L'odore è un senso che ci permette di percepire le cose assaporandole, anche se non (Ovviamente) quanto il palato stesso. Per Mastrandrea & c. la notte va prima di tutto "Fiutata", ciò che probabilmente non riuscirà ad un giovane chi cercherà di improvvisarsi loro complice. E'una dimensione in cui bisogna calarsi, anche quando nell'&quo [...] Vai alla recensione »
Il regista tratta il tema della furia..che sia la droga come sostanza o qualsiasi cosa funga da tale. In questo film sono le notti violente di rapine. Nessun psicologismo.Una furia per compensare il vuoto della vita.Non si tratta di avere quanto di essere; di sentirsi un eroe. Il film scorre veloce;prende..corre come la furia del protagonista.Notazioni interessanti.
Denso di citazioni (soprattutto da "Taxi driver" di Scorsese) questo film rappresenta la summa e il canto del cigno del filone "poliziottesco " italiano, almeno per quanto riguarda il versante sociologico del termine. L'edonismo e il senso d'alienazione dei giovani degli anni 70 che già erano stati motivo d'indagine da parte di questo filone traspare, infatti, [...] Vai alla recensione »
Il secondo dei tre film di Caligari è una storia di rapine nella Roma di fine anni 70. Violenza e vite criminali raccontate senza giudizio, come solo Caligari può fare. Ispirato dal libro verità del giornalista Dido Sacchettoni sulla banda dell'Arancia meccanica, gruppo criminale che ha operato a Roma tra il 1979 e il 1983. Film crudo e riflessivo al punto giusto.
Un film stile Arancia Meccanica, ma con meno violenza. Nel contesto film mediocre, rapine in ville con lo stesso modus operandi.
Non vale la pena neppure di sprecare "inchiostro" scrivendo una recensione accurata. Dal regista di Amore Tossico, mi sarei aspettato qualcosa in più. Brutto e noioso.
Pellicola costruita in maniera semplice e lineare, quasi elementare, recitata in un modo pure approssimativo ma non brutta anche se a tratti si trascina stancamente e noiosamente. Carina la storia, ma complessivamente non del tutto convincente.
È un film controcorrente L'odore della notte di Claudio Caligari: sia rispetto al nostro cinema in generale, sia più in particolare, rispetto al genere in cui si inscrive. Il soggetto è ispirato a episodi che occuparono le cronache tra la fine degli anni Settanta e l'inizio del decennio successivo; allorché una gang delle borgate romane tentò di scalare il cielo dei ricchi compiendo rapine sanguinose [...] Vai alla recensione »
Loro e noi. Non c'è scampo alla lotta di classe perché i borgatari come Remo Guerra, interpretato da un Valerio Mastandrea che sproloquia in prima ed in terza persona senza requie come se fosse stato esploso fuori da un film di Tarantino, magari non ne conoscono le fondamenta teoriche ma ne applicano con originalità criminale gli effetti pratici. La lotta criminale del poliziotto traviato che di notte [...] Vai alla recensione »
L'odore della notte ricostruisce - ispirandosi a un romanzo-verità di Dido Sacchettoni, che Pironti sta per rieditare - le gesta di quella che, aII'inizio degli anni 80, fu celebre a Roma come "la banda dell'Arancia meccanica"; malviventi che irrompevano nelle case dei ricchi, malmenavano e terrorizzavano- i presenti e fuggivano con ricchi bottini. Remo Guerra, nome di fantasia del capobanda dell'"Arancia [...] Vai alla recensione »
Per un giorno, due buoni film italiani alla Mostra del cinema di Venezia, ma fuori concorso. Il più spettacolare e comico, benché sia un giallo, è L'odore della notte di Claudio Caligari, storia della "banda dell'Arancia meccanica", terrore di Roma fra il 1979 e il 1983. Il capo (Valerio Mastandrea) - che ruba per rimediare alle ingiustizie di cui si sente vittima - si spiega con la voce fuori campo [...] Vai alla recensione »