Anno | 2018 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 100 minuti |
Regia di | Matteo Garrone |
Attori | Marcello Fonte, Edoardo Pesce, Nunzia Schiano, Adamo Dionisi, Francesco Acquaroli Alida Baldari Calabria, Gianluca Gobbi, Laura Pizzirani, Giancarlo Porcacchia, Aniello Arena, Mirko Frezza, Marco Perfetti, Vittorio Russo, Gennaro Iannone, Emanuele Barbalonga, Daniele Saliceti, Nelly Oliva, Miriam Platano. |
Uscita | giovedì 27 giugno 2024 |
Tag | Da vedere 2018 |
Distribuzione | 01 Distribution |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 4,03 su 11 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 12 giugno 2024
In una periferia sospesa tra metropoli e natura selvaggia, Marcello è un uomo mite che dopo l'ennesima sopraffazione immaginerà una rivalsa dall'esito inaspettato. Il film è stato premiato al Festival di Cannes, ha ottenuto 9 candidature e vinto 7 Nastri d'Argento, ha ottenuto 15 candidature e vinto 9 David di Donatello, ha ottenuto 1 candidatura a BAFTA, ha ottenuto 4 candidature e vinto 3 European Film Awards, In Italia al Box Office Dogman ha incassato 2,6 milioni di euro .
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Marcello ha due grandi amori: la figlia Alida, e i cani che accudisce con la dolcezza di uomo mite e gentile. Il suo negozio di toelettatura, Dogman, è incistato fra un "compro oro" e la sala biliardo-videoteca di un quartiere periferico a bordo del mare, di quelli che esibiscono più apertamente il degrado italiano degli ultimi decenni. L'uomo-simbolo di quel degrado è un bullo locale, l'ex pugile Simone, che intimidisce, taglieggia e umilia i negozianti del quartiere. Con Marcello, Simone ha un rapporto simbiotico come quello dello squalo con il pesce pilota.
Marcello procura a Simone quella cocaina che il bullo consuma in quantità esagerate e fa per l'ex pugile da secondo nelle "riscossioni". Quando Simone sceglierà proprio il negozio di Marcello come base operativa per una rapina gli equilibri fra i due salteranno irrimediabilmente.
Ispirandosi liberamente ad uno dei casi di cronaca più cruenti del nostro passato recente, la vicenda del Canaro della Magliana, Matteo Garrone racconta un'Italia diventata terra di nessuno in cui cane mangia cane, complice l'abbrutimento culturale e sociale che ha allontanato i cittadini non solo dal benessere ma anche dalla solidarietà umana più elementare. Garrone depura la vicenda del Canaro dalla sua componente veramente oscena, ovvero la spettacolarizzazione, arrivando a desaturare la palette di colori con cui dipinge i suoi quadri di desolazione suburbana (meravigliosa la fotografia di Nicolaj Bruel) dei quali sfuma i margini ed evidenzia l'essenza.
Dogman inizia con il ringhio di un pitbull da combattimento ed il terrore speculare degli altri cani chiusi dentro le gabbie del negozio, enucleando così quelle dinamiche di sopraffazione e sottomissione che sono la regola di vita del quartiere. L'ombra di Simone si staglia gigantesca dietro la porta a vetri del canaro, proiezione gonfia di una paura atavica che con il tempo ha dominato gli animi della gente perbene, non soltanto nei quartieri periferici.
E lo sguardo smarrito di Marcello in riva al mare, dopo l'ennesima prepotenza subìta, è quello di un Paese che ha preso consapevolezza del proprio status di vittima, e che "tutto questo non lo accetterà più". Ma invece di raccontare un'incazzatura alla Quinto potere, o la vendetta efferata e grottesca in cui le cronache hanno abbondantemente sguazzato, Garrone descrive una quieta rivalsa del tutto priva della valenza pulp che ha reso archetipale, e protagonista di uno storytelling ante litteram, il vero Canaro.
Quella di Marcello è un'implosione che non pareggia i conti ma nutre la piramide di soprusi che si erge invisibile all'interno di un quartiere piallato dall'imbarbarimento: perché in questo universo orizzontale ad elevarsi sono solo le palazzine abusive, mai le persone. Il modo in cui i personaggi attraversano questi spazi immondi, come le vele di Scampia in Gomorra o l'ecomostro litoraneo de L'imbalsamatore, è l'essenza del cinema di Garrone, che relaziona l'uomo con un ambiente non più pensato per gli esseri umani, ma diventato labirinto per osservazioni entomologiche.
Altrettanto importante è l'attenzione allo sguardo, tanto quello mite e dolente di Marcello quanto quello, ottuso e pieno di paura, di Simone. Come irreprensibilmente luminosa è l'interpretazione di Marcello Fonte nei panni del canaro - dimensioni da fantino e leggerezza da acrobata circense - è opaca e devastante quella di un irriconoscibile e gigantesco Edoardo Pesce nei panni di Simone: un pitbull che è l'esatto prodotto del suo addestramento e ha la gravitas dei sogni andati a male.
Garrone riesce nel miracolo di costruire una narrazione disperante disintossicandola dalla volgarità dei talk show, e restituendo dignità ferita a tutti personaggi.
In una periferia sospesa tra metropoli e natura selvaggia, dove l'unica legge sembra essere quella del più forte, Marcello è un uomo piccolo e mite che divide le sue giornate tra il lavoro nel suo modesto salone di toelettatura per cani, l'amore per la figlia Sofia, e un ambiguo rapporto di sudditanza con Simoncino, un ex pugile che terrorizza l'intero quartiere. Dopo l'ennesima sopraffazione, deciso a riaffermare la propria dignità, Marcello immaginerà una vendetta dall'esito inaspettato.
Dogman è un film che si ispira liberamente ad un fatto di cronaca nera accaduto trent'anni fa, ma che non vuole in alcun modo ricostruire i fatti come si dice che siano avvenuti.
"Ho iniziato a lavorare alla sceneggiatura dodici anni fa: nel corso del tempo l'ho ripresa in mano tante volte, cercando di adattarla ai miei cambiamenti. Finalmente, un anno fa, l'incontro con il protagonista del film, Marcello Fonte, con la sua umanità, ha chiarito dentro di me come affrontare una materia così cupa e violenta, e il personaggio che volevo raccontare: un uomo che, nel tentativo di riscattarsi dopo una vita di umiliazioni, si illude di aver liberato non solo se stesso, ma anche il proprio quartiere e forse persino il mondo. Che invece rimane sempre uguale, e quasi indifferente". Ha dichiarato il regista Matteo Garrone.
Il film è in concorso al 71° Festival di Cannes che si terrà dall'8 al 19 maggio.
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VITA da CANI Non mi riferisco ai cani.. gli amici dell’uomo.. che nel Film sono amati seguiti con premurose attenzioni dai proprietari e che trovano in Marcello una comprensione totale … che con la sua esclamazione “AMORE” accoglie e accudisce… Ma alla vita di branco dove il più& [...] Vai alla recensione »
Non si riesce a rimanere indifferenti dopo aver visto Dogman, ultimo film di Matteo Garrone, osannato normalmente oltreAlpe e poco ancora conosciuto dal pubblico italiano. Dogman colpisce e lo fa in maniera fulminea perche' la storia di Marcello, baraccato del Mandrione (l'attore Marcello Fonte) e' una storia oscura della nostra Italia, mai digerita come in realta' non si dovrebbe [...] Vai alla recensione »
Un capolavoro. Garrone ci regala un’opera meravigliosa facendoci provare allo stesso tempo empatia, rabbia, compassione e voglia di vendetta. Il tutto raccontato da un’incredibile fotografia cupa e asciutta che esalta e accompagna l’emotivita delle sequenze. Come non affezionarsi all’indifeso,genuino,vessato, donatore di amore e grandioso canaro?! Garrone ci accompagna per mano facendoci vivere la [...] Vai alla recensione »
Il cane è il compagno fedele del suo padrone, anche se questo lo maltratta. Il cane ha bisogno del suo padrone capobranco. Il cane, anche se piccolo, anche se ridotto dalla selezione ad un animale buffo, può rivelare la sua antica natura di lupo che ringhia ed azzanna... per poi cercare di nuovo un padrone, o un branco accogliente.
DOGMAN (IT/FR, 2017) diretto da MATTEO GARRONE. Interpretato da MARCELLO FONTE, EDOARDO PESCE, ADAMO DIONISI, NUNZIA SCHIANO, ALIDA BALDARI CALABRIA, FRANCESCO ACQUAROLI, GIANLUCA GOBBI. Marcello ha due grandi amori: la figlia Alida e i cani che accudisce con la sua dolcezza di uomo mite e gentile nel proprio negozio di toelettatura, Dogman. Nel sobborgo della periferia romana in cui vive, c’è [...] Vai alla recensione »
Senza andare a snocciolare ogni singolo evento narrato ,qui c'è sostanzialmente un rapporto di pseudoamicizia tra una persona buona, mite ,quasi arrendevole ed un'altra che è l'esatto opposto di quanto descritto. Secondo voi a cosa può portare tutto questo? Ho fatto questa premessa per farvi capire che Garrone non racconta nulla di nuovo, tuttavia lo fa con [...] Vai alla recensione »
“Dogman” (2018) è il nono lungometraggio del regista romano Matteo Garrone. Siamo nell’estrema periferia, luogo adibito ad un set già conosciuto, verso il litorale scarno, oscuro, tetro e assolutamente grigio in tutto del ‘Coppola’ (ecomostro e non solo).
Matteo Garrone si ispira ad una ben nota vicenda di cronaca nera per realizzare una pellicola dai tratti fortemente drammatici, dove però trovano spazio anche i sentimenti, sebbene imprigionati all'interno di una realtà sostanzialmente misera e degradata.Marcellino e Simone sono, rispettivamente, il protagonista e l'antagonista della storia: il primo è mite, benevolo, ben accetto da tutti; il secondo, [...] Vai alla recensione »
Quello di Garrone è un cinema tridimensionale, dove i personaggi prendono corpo e saltano fuori dallo schermo per accompagnarti fino a casa, lasciandoti addosso un’angoscia straziante, come in Gomorra e in Reality, sono più veri degli uomini della cronaca cui si ispirano, perché hanno il carattere dell’universalità.
Il delitto del Canaro ha particolarmente sconvolto le persone per quanto il delitto fosse così macabro, che nessuno si è aspettato che qualcuno potesse riuscire a compiere atti così orribili. Il regista Matteo Garrone si è interessato a sviluppare un film sul delitto, ma ci sono voluti anni a completare la sceneggiatura. Per quanto fosse difficile a completare la sceneggiatura, ci sono stati molti [...] Vai alla recensione »
Marcello conduce una vita misera e solitaria a cui dà un certa dignità con il suo lavoro di toelettatore di cani, animali che cura con amore e tenerezza.Scarsi sono invece i rapporti umani, ad eccezione del legame con sua figlia, che però "vive" per un tempo limitato, da padre separato, seppur amorevole.In questa esistenza piuttosto grigia e piatta, irrompe Simone, un ex pugile tossicodipendente, violento [...] Vai alla recensione »
In una zona poco raccomandabile di Roma , un umile toelettatore di nome Marcello conduce una vita tranquilla, ed ha un rapporto amichevole don gli abitanti del posto , che tuttavia, vengono intimoriti costantemente da un piccolo furfante ed ex pugile chiamato Simone , con il quale Simone ha un rapporto di amicizia, anche se in realtà Simone lo ritiene soltanto un amico da sfruttare [...] Vai alla recensione »
Pellicola che trascina lo spettatore in un girone infernale , da cui non c'é possibilità di redenzione. Marcello il protagonista, è una persona che vive ed assorbe sempre più , in una escalation verso l'abisso questo piccolo mondo popolato da demoni. C'é il venditore/ricettatore d'oro, il titolare di una squallida sala giochi e poi il suo "amico [...] Vai alla recensione »
La prima scena che si vede nel suddetto film è quella di un gruppo di cani(tenuti chiusi in delle gabbie),a cui segue lo sguardo furioso di un pitbull che ringhia sotto gli occhi inermi ed impauriti di tutti gli altri.Subito dopo,vediamo un uomo assai goffo,basso e dall'aspetto insignificante,il cui nome è Marcello.Egli può considerarsi come l'ultima ruota del carro [...] Vai alla recensione »
Marcello è un’anima pura, sperduta in un mondo in cui la bontà non è il valore con cui ci si afferma. Il film si apre con la manifestazione di un amore autentico che il nostro protagonista, che lavora in un negozio di toelettatura, rivolge ai cani (riesce ad addolcire anche i più rabbiosi ) e a sua figlia Alida.
Marcello è un'anima pura, sperduta in un mondo in cui la bontà non è il valore con cui ci si afferma. Il film si apre con la manifestazione di un amore autentico che il nostro protagonista, che lavora in un negozio di toelettatura, rivolge ai cani (riesce ad addolcire anche i più rabbiosi) e a sua figlia Alida. L'incantesimo dell'uomo quasi perfetto, inserito in uno spazio che mostra senza filtri il [...] Vai alla recensione »
Liberamente ispirato ad un fatto di cronaca nera (il c.d. delitto del Canaro”), la pellicola narra la storia di Marcello, uomo umile che di mestiere offre servizi di toelettatura per cani, il quale subisce i soprusi di Simone, bullo di quartiere a cui nessuno sembra volersi/potersi ribellare.Le scene, talvolta crude e violente, costringono lo spettatore ad immergersi in un mondo di miserabili, un'Italia [...] Vai alla recensione »
Il celebre quadro di Goya, "Il sonno della ragione genera mostri", ci guida i questo film mettendo tutti gli accenti e i richiami a Dante o ai Vangeli che si rincorrono mostranoci la nostra vita quotidiana fra debolezze e ignavia. E in questo caso il mostro non è Simone, il drogato folle e irrimediabile, che diventa alla fine la croce che con tanta durezza Marcello si porta sulle spalle [...] Vai alla recensione »
Matteo Garrone porta sul grande schermo ‘il piccolo’ Marcello Fonte, scovato quasi per caso all’ingresso del cinema Palazzo di Roma, luogo dove ancora oggi presta servizio in qualità di custode. Lo veste da (pseudo) mostro della porta accanto completando efficacemente la trilogia dei casi di cronaca nera ripresi e riscritti per il grande schermo.
Non si riesce a rimare indifferenti dopo aver visto Dogman, ultimo film di Matteo Garrone, osannato normalmente oltreAlpe e poco ancora conosciuto dal pubblico italiano. Dogman colpisce e lo fa in maniera fulminea perché la storia di Marcello, baraccato del Mandrione ( cioè l’attore Marcello Fonte) è una storia oscura della nostra Italia, mai digerita come in realtà [...] Vai alla recensione »
Il film inizia in modo "incoraggiante" (ma forse, senza tanti giri di parole, si potrebbe dire in modo piuttosto inquietante), con Marcello, il Dogman, che sta facendo il bagnetto ad un Dogo argentino, cattivissimo, col quale non vorresti mai fare un incontro solitario, a due, nel bosco. Nei suoi confronti il lupo mannaro mi è sembrato desolatamente un dilettante.
DOGMAN un film di Matteo Garrone ITALIA. 2018 Marcello ! ,ammooree ,come here ,avrebbe urlato la splendida Anita nella fontana di Trevi al povero protagonista, che dopo una mutazione genetica diventa da Mastroianni a Fonte e la fontana una pozzanghera in una landa desolata . IL Cinema si muove con la realtà e con le [...] Vai alla recensione »
perflash: una bottega dove gli animali feroci diventano mansueti a fronte di un mondo esterno dove accade il contrario. -Fuga con la figlia in un mondo altro: le fughe subaquee- Una giustizia che sa tutto ma non fa giustizia e lascia indifeso il debole - qui non si parla della violenza della prigione, Garrone usa infatti la didascalia: un anno dopo, ma della violenza, dell'ipocrisia, della codardia [...] Vai alla recensione »
Si dice spesso, probabilmente a ragione, che bisogna sempre temere la collera e la vendetta deil' uomo tranquillo. Marcello ha un negozio di tolettatura per cani in una squallida e degradata localita' lungo il litorale laziale. E' una persona mite, sensibile. Separato dalla moglie, i suoi due unici amori sono i cani, appunto, e la sua figlioletta, con cui sogna di fare un giorno bellissimi [...] Vai alla recensione »
Un uomo che porta il cadavere di un altro uomo come un trofeo, seguito dal suo fedele amico (ormai solo un cane gli è amico), E’ Marcello, con la morte in spalla, che vuole consegnare il suo atto di giustizia agli altri. Intorno a lui la più deserta periferia, palazzi invecchiati e un lido grigio e offuscato. E’ terra di frontiera, una terra di nessuno perché non c’&eg [...] Vai alla recensione »
La sala del cineforum, dove assisto solitamente alla proiezione serali infrasettimanali, è gestita dalla società operaia di mutuo soccorso. Si respirano sensazioni da carbonari della cultura: ormai, noi appassionati del cinema in sala, saremo costretti a nasconderci nelle catacombe. Alcuni ragazzi di sinistra, fricchettoni, sinistroidi radical chic, tanti professori, che ai tempi [...] Vai alla recensione »
Una delle caratteristiche tradizionali dei western è lo scenario. Il palco di norma è una cittadina in legno con saloon, locande, bar e parcheggio per cavalli. Anche Dogman è racchiuso quasi tutto in uno scenario a misura di panoramica. Una sorta di tableau vivant attraente per colori e atmosfere. Il fatto che si tratti di un contesto suburbano, considerando il filtro registico, diventa quasi marginale. [...] Vai alla recensione »
Matteo Garrone continua a proporre film riusciti, non capolavori, ma convincenti. Nella fattispecie, ci racconta in maniera verosimile (in un quartiere più simile a Ostia e nei giorni nostri) uno dei delitti più efferati della cronaca italiana: la vicenda del canaro della Magliana. Relativa al "canaro" Pietro De Negri, che uccise in maniera efferata il suo aguzzino, l'ex pugile dilettante Giancarlo [...] Vai alla recensione »
I personaggi di Marcello Fonte ed Edoardo Pesce saranno indimenticati,cesellati da una penna in stato di grazia. La messa in scena ha momenti di alta poesia,laddove Marcello vive in simbiosi con le sue creature (dirò una banalità,ma penso che la visione abbia un valore aggiunto per i cinofili) e Simone con l'amata moto. Le sue scorribande lungo la spiaggia fanno un po' rabbia,ma [...] Vai alla recensione »
Perché abbiamo ancora questa piaga in Italia che non accenna a regredire? La malavita di oggi è molto peggio è molto più pericolosa di quella del secolo scorso. Non c’è dubbio.L’analisi di Paola Casella nella conclusione della sua recensione è perfetta “ Garrone riesce nel miracolo di costruire una narrazione disperante disintossicandola dalla volgarità dei talk show, e restituendo dignità ferita a [...] Vai alla recensione »
Può essere banale dirlo ma se un film, questo Dogman di Matteo Garrone ad esempio, tiene incollati alla poltrona per i suoi 102 minuti, coinvolge al punto che uscendo dal cinema si resta un quarto d'ora ancora dentro la vicenda cupa e violenta o ci si bea di non vivere in una periferia di città e di sentimenti come quella che s'è vista, può voler dire che il [...] Vai alla recensione »
Solo i titoli di coda esaudiscono la curiosità di sapere dove si svolge il dramma. E’ un non-luogo, metafisico, Castel Volturno (la “location” di Gomorra), con palazzi invecchiati, affondati nella sabbia in mezzo a ristagni fangosi dopo ogni pioggia: lì di fronte un muretto circolare delimita un minuscolo parco-giochi per bambini sempre desolatamente deserto.
Questa volta Garrone ci fa rivivere un momento infausto della nostra recente storia,non entra nei particolari processuali ma da una doppia immagine del personaggio che in quel momento fece parlare purtroppo negativamente di se,la prima immagine è quella di un uomo che amava nel vero senso della parola il miglior amico dell'uomo,il suo lavoro rappresentava la sua vita stare vicino ai cani,curar [...] Vai alla recensione »
Il festival di Cannes premia giustamente lo straordinario protagonista di “Dogman”, uno dei due film in concorso per l’Italia. La sua faccia post pasoliniana marca timidamente il territorio di una periferia degradata, dove il furto e lo spaccio sono pane quotidiano per i suoi residenti. Marcello Fonte è un coiffeur per cani, li lava, li pettina, si prende cura amorevolmente [...] Vai alla recensione »
Lento, cupo, sporco. Un film che cerca di essere più vero di quello che è. Una storia di un uomo devoto al lavoro ma debole, sottomesso al mondo e a tutte le persono che lo circondano.Potete anche pensare che sia un documentario ma non lo è. Potete pensare che esprime una realtà ma non la rappresenta. Il regista riduce il mondo ad una via, 5 persone: simone, la figlia, la moglie e i suoi amici.
Ispirandosi ad un fatto di cronaca realmente accaduto un paio di decenni orsono ed anche più, Garrone ha realizzato un film asciutto, secco, privo persino di commento musicale e con una fotografia quasi incolore tendente al grigio ed al bianco e nero interrotti di tanto in tanto da macchie di coloe (la cromatura della motocicletta del bullo, le maglie del calcetto) che tuttavia non sparano mai [...] Vai alla recensione »
Film buono, ma non come viene descritto ed esaltato. La storia è vera e già mi chiedo come mai se successa negli anni 80 è stata riletta e riportata ai nostri giorni. Liberamente tratta si dice e quindi va bene ma a me non piace. Il film è decisamente bello scenograficamente ma si notano pecche nella sceneggiatura decisamente "altalenante" senza ricostruire in [...] Vai alla recensione »
Garrone osserva e descrive lo sfascio della nostra società. Uno sfascio sociale, morale, ambientale. La realtà che ci descrive con occhio lucido e senza retorica non è quella pur grave del declino, ma ormai quella di uno stato di decomposizione: non è ammesso nutrire speranza, ogni gioco è fatto ed è irreversibile.
Capolavoro di Matteo Garrone, che in questa pellicola mette a nudo una realtà di periferia, relegata ai margini della vita civile, in quel Sud che indubbiamente è al centro dell'interesse estetico del regista (basti pensare anche a Gomorra). Protagonista è un uomo, separato dalla moglie e con una figlia piccola, sui quarant'anni.
Che una storia possa essere compassionevole, nulla da eccepire. Che dai un premio del genere ad una figurazione speciale, altra storia. Che la Giuria potesse essere o non essere al corrente dei fatti di cronaca, non cambia il fatto su come la Rai possa aver barattato le candidature per ovvi interessi di mercato, dati i pacchetti non indifferenti in un bacino come Cannes.
Ispirato da una storia vera, Garrone racconta un mondo: quello della strada; tuttavia non riesce ad andare in profondità. Si ferma alla superfice: descrive un microcosmo degradato di periferia: droga, criminalità e tutto il campionario di disumanità possibile. Non convince l'interpretazione del protagonista, buona invece la prova del coprotagonista nella parte del bullo [...] Vai alla recensione »
Matteo Garrone, applauditissimo all’ultimo festival di Cannes proprio grazie a Dogman, si ispira liberamente ad uno dei fatti di cronaca più efferati del nostro paese, il delitto del canaro della magliana. Il regista romano decide però di non basare l’opera sull’aspetto più macabro che caratterizzò questa vicenda: qui non c’è traccia [...] Vai alla recensione »
Matteo Garrone, probabilmente in questo momento, per quanto mi riguarda, il miglior regista italiano, prendendo a pretesto, e allontanandose quanto basta, un raccapricciante fatto di cronaca della malavita romana (la vicenda del “canaro”), ci racconta una storia di umana bestialità o di un’umanità bestiale.
Lento, cupo, sporco. Un film che cerca di essere più vero di quello che è. Una storia di un uomo devoto al lavoro ma debole, sottomesso al mondo e a tutte le persono che lo circondano. Potete anche pensare che sia un documentario ma non lo è. Potete pensare che esprime una realtà ma non la rappresenta. Il regista riduce il mondo ad una via, 5 persone: simone, la figlia, [...] Vai alla recensione »
Un'ambientazione così reale da diventare surreale,un protagonista così semplice da diventare complicato.Garrone entra nelle profondità della terra dei fuochi mostrandoci ancora una volta il randaggismo degl'uomini,senza filtri,senza colori,senza effetti,poche parole, solo il volto del degrado attraverso un personaggio inoffensivo e disperato.
"Dogman", del regista Matteo Garrone, è ispirato liberamente alla storia del 'Canaro' della banda della Magliana, l'uomo che verso la fine degli anni '80, alla periferia di Roma, si vendicò di un amico uccidendolo dopo lunghe ed atroci torture. Nel film il personaggio porta il nome di Marcello e, divorziato e con una bambina a cui è molto legato, è [...] Vai alla recensione »
Perfetta la location, ottimamente fotografata, e convincente l'interpretazione, ma il film nel suo complesso mi è parso poca cosa.
Classico cinema sinistrorso da periferia degradata che pare scritto e diretto pensando ai David di Donatello (non certo al pubblico, che al cinema vuole emozioni). Ben interpretato e visivamente interessante non coglie le potenzialità del soggetto mantenendo per tutta la durata, e perfino nell'epilogo, un trend emotivo contenuto. Fiacca la scelta "bressoniana" di non mostrar [...] Vai alla recensione »
Bello ma non paragonabile ai precedenti reality e l'imbalsamatore.
Dogman è un film comico. Eppure non fa ridere, anzi ci lascia in uno stato di compassione e solitudine. Sosteniamo questa interpretazione per l'evidente parentela che Matteo Garrone e i suoi sceneggiatori hanno tracciato con la tradizione comica: non solo Marcello Fonte, lo strepitoso attore protagonista, ha il volto e la malinconia di Buster Keaton e Pierre Étaix, con qualche ombra di Jacques Tati, ma molte sequenze del film sembrano ribaltare i luoghi comuni della farsa in tragedia. Nel cinema comico, enorme importanza riveste la gag. Gag è una sorta di unità figurativa e narrativa dove si giocano i destini della risata: la sua idea e la sua esecuzione possono - anche solo per pochi dettagli - sfociare in risultati di ironia impareggiabile o in penosi fallimenti estetici. Lo si capisce guardando i comici dimenticati dell'era Chaplin/Keaton, che - pur basandosi su repertori umoristici simili - non facevano ridere quasi mail e sicuramente mai quanto i due maestri.
A Chaplin, Garrone guarda anche nel mettere in scena il rapporto tra Dogman e i suoi cani. Il film comincia con una sequenza formidabile, costruita come una gag appunto, dove Marcello cerca di fare la toeletta a un cane particolarmente aggressivo e ostile. L'impresa sembra impossibile, però dopo alcuni sforzi il cane sembra rabbonirsi e infine mostra un godimento quasi estatico nel farsi asciugare dal phon, esponendo il collo e il muso al soffio di aria calda.
Come spesso accade, la prima scena di un film propone le costanti successive del racconto, e da subito - con quella voce da cartone animato e la sua affettuosa dedizione ai quadrupedi - non possiamo non prendere in simpatia il protagonista.
Marcello ha gli occhi scuri, il corpo esile, una dolcezza speciale. «Ammore» ripete all'enorme e non proprio amichevole quattro zampe, probabilmente da combattimento, che non vuole farsi lavare. Delicato lo avvicina, piano piano lo calma senza cercare di domarlo: l'acqua nemica diventa una goduria e pure l'aria calda del phon. Marcello ha un salone di toelettatura per cani, li lava, li pettina, qualche [...] Vai alla recensione »
Il mio film è anche un western, dice Matteo Garrone a proposito di Dogman (Italia, 2018, 120'). Lo è, spiega, già nell'ambientazione del racconto, una periferia romana che vale come una frontiera aperta sul niente. Lì, in quel non-luogo colmo di edifici cadenti e sventrati, Marcello (Marcello Fonte) vive la sua piccola vita. La sua storia è liberamente ispirata a quella del toelettatore per cani Pietro [...] Vai alla recensione »
Unico tra gli italiani, Matteo Garrone usa le immagini per raccontare storie. Applicato a una storia universale e potente, produce un film senza un minuto di troppo, o sbagliato. Posti squallidi al cinema ne abbiamo visti tanti, ma sono privi di risvolti sociologici o cronachistici. Un brutto posto, con pozzanghere e neon tremolanti sul punto di spegnersi, dove un toelettatore di cani - che con un [...] Vai alla recensione »
Palma o non Palma e quale che sia il parere della stampa internazionale, Dog-man di Matteo Garrone, presentato in concorso a Cannes e in uscita nelle nostre sale, è un gran bel film. Ed è anche un film che, molto poggiando sulla sua forza icastica, pone un problema analogo a quello di un quadro: cercare di spiegare il gioco delle linee, traducendole in parole, sembra un po' un tradimento.
Per fortuna, Dogman. Ci sono film, sempre più rari, che in poche inquadrature rimettono al centro del villaggio l'esperienza cinematografica e la fruizione in sala. In Concorso al 71° Festival di Cannes e da oggi sui nostri schermi, il nono lungometraggio di Mat-teo Garrone è uno di questi. Bastano due take, e dal ritrovato Villaggio Coppola, a Castel Volturno, passiamo sulla Luna: western urbano per [...] Vai alla recensione »
L'oscura pulsazione di un non-luogo dove le persone possono al più sopravvivere. Edifici che sembrano disabitati anche quando non lo sono, strade sterrate, spiagge luride, luci che brillano solo all'alba, locali come buchi aperti sul nulla, recinti e muri scrostati, un mondo di discarica, una latrina da cui non è possibile tirarsi fuori. Il film di Garrone non è un sado-thriller qualunque o un report [...] Vai alla recensione »
Il mite Marcello (Fonte, miglior attore a Cannes) trova nel prepotente Simoncino qualcosa di speciale... Ispirato alla vicenda del Canaro della Magliana, la abbandona, però, per seguire una feroce e riuscita tragedia scritta dalla fotogenia degli attori, dalla location "terminale" e da un protagonista fuoriclasse, come il Maggiorani di "Ladri di biciclette" o il Citti di "Accattone".
Matteo Garrone conferma il suo valore con uno dei film più potenti e compatti del festival. Si tratta di un piccolo progetto, realizzato nelle more del Pinocchio, sospeso e appena riannunciato; una vicenda che poteva essere semplicemente un compendio delle sue ossessioni legato al versante "nero" di L'imbalsamatore e Primo amore, ma che diventa qualcosa di più, come se il senso dell'opera scaturisse [...] Vai alla recensione »
«L'orrore, l'orrore...» - mormorava il personaggio di Marlon Brando in Apocalypse Now di Francis Ford Coppola, palma d'oro nel Festival del 1979. Potrà pensarlo anche lo spettatore davanti a Dogman di Matteo Garrone, scritto da Ugo Chiti, Massimo Gaudioso e Matteo Garrone stesso. Il film è stato in concorso ieri, evocando perfino sulla Croisette la vicenda romana del "canaro", con le torture e l'assassinio [...] Vai alla recensione »