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David di Donatello 2019: poca varietà, tanti slogan promozionali

Una premiazione in cui non sono mancati momenti imbarazzanti e che lascia l'impressione che il cambiamento sia ancora lontano.
di Paola Casella

Matteo Garrone (55 anni) 15 ottobre 1968, Roma (Italia) - Bilancia. Regista del film Dogman.
giovedì 28 marzo 2019 - Premi

La valanga di premi a Dogman (guarda la video recensione) di Matteo Garrone - 9 statuette su 11 candidature, compresi miglior film e miglior regia - era annunciata, ma ha lasciato comunque l'impressione che il cinema italiano non abbia saputo esprimere una grande varietà nel 2018. Eppure sulla carta, nel secondo anno di presidenza e direzione artistica dei David di Donatello di Piera Detassis, era sembrata una gara equilibrata fra vari contendenti: invece Chiamami col tuo nome (guarda la video recensione), su 12 candidature, ha portato a casa solo 2 David (Miglior sceneggiatura non originale, che qui appare cofirmata da Luca Guadagnino e Walter Fasano mentre agli Oscar, dove ha vinto nella stessa categoria, era firmata solo James Ivory, e Miglior canzone originale), mentre Lazzaro felice (guarda la video recensione) ed Euforia (guarda la video recensione) rispettivamente 9 e 7 nomination, restano a mani vuote: e questa è la più cocente delusione, visto che il 2019 era il primo anno, in 64 edizioni dei David, in cui due donne - Alice Rohrwacher e Valeria Golino - erano candidate per la Miglior regia e per il Miglior film.

A Sulla mia pelle (guarda la video recensione) è andata meglio: 3 statuette su 9 candidature, fra cui Miglior regista esordiente ad Alessio Cremonini, che ha ricevuto il premio (e un autografo sulla busta che annunciava il suo nome) dal David alla carriera Tim Burton, Miglior attore ad Alessandro Borghi, lasciando Marcello Fonte l'unico escluso dai premi maggiori a Dogman, e Miglior produttore a Cinemaundici e Lucky Red, più il David Giovani.

Il che ha sottolineato l'altro tema saliente di questa edizione: l'entrata in gara di un nuovo concorrente, la piattaforma digitale Netflix, che ha conquistato anche il premio per il Miglior film straniero a Roma (guarda la video recensione) di Alfonso Cuaròn.
Paola Casella

E ha dato a Matteo Garrone l'assist per il suo breve discorso nell'accettare il David per il Miglior film: "I cinema stanno diventando sempre più piccoli e le tv sempre più grandi: se crescono i televisori bisognerà far crescere anche le sale cinematografiche".Garrone ha rivelato così la sua natura analogica: non solo di televisioni avrebbe dovuto parlare, ma dei mille device su cui oggi è possibile fruire la visione.

La battaglia per il cinema in sala è stato un leitmotiv della serata, sotto lo sguardo vigile di Francesco Rutelli presidente Anica: molti candidati portavano sullo smoking o sull'abito da sera la spilletta Moviement, l'iniziativa per promuovere l'esercizio con campagne come i CinemaDays (dall'1 al 4 aprile) e l'allungamento della stagione cinematografica a 12 mesi.

Del resto le promozioni sul palco si sono sprecate: da Dumbo, che ha reso possibile la presenza di Tim Burton sul palco dei David, al Pinocchio di Garrone, che ha avuto come testimonial uno dei suoi protagonisti, Roberto Benigni.


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