La cronaca di una discesa agli inferi che rivela le storture del nostro sistema democratico. Recensione di Paola Casella, legge Lorenzo Frediani.
di A cura della redazione
L'ultima settimana nella vita di Stefano Cucchi è un'odissea fra caserme e ospedali, un incubo in cui un giovane uomo entra sulle sue gambe ed esce come uno straccio abbandonato su un tavolo di marmo.
Cremonini racconta una delle vicende più discusse dell'Italia contemporanea come una discesa agli inferi cui lo stesso Cucchi ha partecipato con quieta rassegnazione.
Sposa il racconto della famiglia Cucchi e la denuncia di un pestaggio delle forze dell'ordine come causa principale della morte, e anche se non mostra direttamente la violenza ne illustra ampiamente le conseguenze.
Sulla mia pelle è un dignitoso tentativo di restituire corpo e voce a un essere umano fragile e fallibile: ed è proprio sulla voce e sul corpo che Borghi compie il suo lavoro più prezioso, ritrovando quel tono sfuggente che apparentava Cucchi ai tanti giovani "sbagliati" di una Roma distratta e indifferente.
In occasione dell'uscita al cinema di Sulla mia pelle (guarda la video recensione), dal 12 settembre e disponibile su Netflix, Lorenzo Frediani interpreta la recensione di Paola Casella.