Un ragazzo cresciuto a Long Island cerca figure paterne tra gli avventori del bar di suo zio. Espandi ▽
Long Island, inizio anni ’70. Il piccolo J.R. Moehringer si trasferisce con la madre nella casa dei nonni, dove vive anche l’adorato zio Charlie, gestore di un bar molto frequentato, il The Dickens. Anni dopo, quando frequenterà Yale, J.R. sarà ancora legatissimo ai ricordi d’infanzia e all’educazione ricevuta, stretta tra l’amore materno e i rudi insegnamenti ricevuti, tra un drink e l’altro, nel bar dello zio.
George Clooney adatta il memoir autobiografico dello stesso J.R. Moehringer e gira un coming of age immerso nelle atmosfere dolci di un mondo lontano, privato e dunque ideale, ma anche per questo seducente e commovente.
Da regista Clooney è bravo a fare un passo indietro e a lasciare che il film appartenga soprattutto ai suoi personaggi e ai suoi interpreti, a cominciar da un Ben Affleck perfettamente in parte, così grande, grosso e sciupato.
La forza del libro di Moehringer stava nella capacità di cogliere la verità annidata nel cuore di ogni uomo: la certezza, cioè, di restare anche da adulti il ragazzo sperduto dell’infanzia e dell’adolescenza. La versione di Clooney rende onore a questa piccola grande scoperta, accontentandosi in modo rinunciatario del proprio passo leggero e minore. È un po’ poco, forse, ma volendo essere abbastanza.