felicity
|
lunedì 21 febbraio 2022
|
un film di formazione per eccellenza
|
|
|
|
The Tender Bar, Il bar delle grandi speranze, adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di J. R. Moehringer. Il film, diretto da George Clooney, si basa su una raccolta di memorie, trasformata in un colorito lungometraggio che ripercorre la crescita dello scrittore in una famiglia per nulla semplice.
The Tender Bar naviga tra due mondi, apparentemente distanti ma che qui vengono accostati proprio per racchiudere il senso del film: la letteratura e il bar di provincia. Zio Charlie è bar tender del pub Dickens di Manahasset, a Long Island: qui, sugli scaffali, bottiglie di Gin e Whiskey, caraffe di birra, sigarette si mescolano ai libri, grande passione di Charlie. Al bancone, tra gli ubriaconi e i bevitori occasionali, c’è sempre il piccolo J.
[+]
The Tender Bar, Il bar delle grandi speranze, adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di J. R. Moehringer. Il film, diretto da George Clooney, si basa su una raccolta di memorie, trasformata in un colorito lungometraggio che ripercorre la crescita dello scrittore in una famiglia per nulla semplice.
The Tender Bar naviga tra due mondi, apparentemente distanti ma che qui vengono accostati proprio per racchiudere il senso del film: la letteratura e il bar di provincia. Zio Charlie è bar tender del pub Dickens di Manahasset, a Long Island: qui, sugli scaffali, bottiglie di Gin e Whiskey, caraffe di birra, sigarette si mescolano ai libri, grande passione di Charlie. Al bancone, tra gli ubriaconi e i bevitori occasionali, c’è sempre il piccolo J. R., che passa il tempo a leggere i libri dello zio. Le Great Expectations, le Grandi Speranze, non sono solo quelle del romanzo di Dickens: è proprio nel pub che J. R. realizza di voler fare lo scrittore.
In The Tender Bar, per una volta, la povertà e l’ignoranza della provincia non vengono esasperate fino a rendere lo scenario cupo, torbido, senza possibilità di uscita. Nel film è rappresentata entusiasticamente l’occasione per un ragazzo nato povero di costruirsi un futuro migliore, senza però creare una storia paradossale. Non si passa da una vita orribile a una meravigliosa, non c’è un volo pindarico dalla povertà estrema al lusso sfrenato, ma c’è un miglioramento credibile quanto auspicabile.
J. R. ha attorno a sè una famiglia che lo supporta come può. Oltre alla madre – Lily Rabe è al tempo stesso tenera e stoica nel suo ruolo, c’è lo zio Charlie a fare da punto di riferimento per J. R.. Ben Affleck, perfetto nel personaggio dell’uomo semplice, con i piedi per terra e la testa sulle spalle, parla al nipote trattandolo come un giovane adulto, senza mezzi termini. È un consigliere capace, e il suo bar è un luogo di conforto per J. R. fino all’età adulta.
Una nota di merito in The Tender Bar va alla rappresentazione degli spazi della storia. Gli anni Settanta e Ottanta sono resi in immagini ricche delle tonalità di quel periodo: arredi scuri, maglioni kitsch, velluti marroni e auto decappottabili dai colori cangianti.
The Tender Bar, in uno stile che a tratti ricorda il film di formazione per eccellenza Boyhood di Richard Linklater, tocca i temi dell’adolescenza, della formazione, delle classi sociali, con profondità e delicatezza. L’ordinarietà e la semplicità della famiglia di J. R. non scadono nella banalità ma anzi rendono la storia vicina a quella di un qualsiasi spettatore. Infine, Tye Sheridan è il volto giusto per la parte di Junior ragazzo: una faccia pulita ed espressiva, con occhi in grado di trasmettere tutte quelle Grandi Speranze che riempiono le menti dei giovani adulti.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a felicity »
[ - ] lascia un commento a felicity »
|
|
d'accordo? |
|
jonnylogan
|
domenica 30 gennaio 2022
|
orizzonti di gloria
|
|
|
|
Nel 1973 JR è un bambino di appena nove anni quando costretto dalle ristrettezze economiche nelle quali versa sua madre Dorothy, torna a vivere a casa di suo nonno. Qui JR troverà in suo zio Charlie, fratello della madre e gestore del Dickens Bar, quella figura paterna che lo spronerà a continuare la sua passione per la letteratura, fino a frequentare Yale, diventare giornalista del New York Times e infine uno scrittore.
George Clooney riscrive la vitadi J.R. Moehringer, scrittore e giornalista del Times di New York, premio pulitzer del 2000, autore di un’autobiografia, perché sono quelle verso le quali si sta muovendo l’editoria, come da indicazioni di vari protagonisti, che nel 2005 venne accolta con grande entusiasmo da pubblico e critica letteraria.
[+]
Nel 1973 JR è un bambino di appena nove anni quando costretto dalle ristrettezze economiche nelle quali versa sua madre Dorothy, torna a vivere a casa di suo nonno. Qui JR troverà in suo zio Charlie, fratello della madre e gestore del Dickens Bar, quella figura paterna che lo spronerà a continuare la sua passione per la letteratura, fino a frequentare Yale, diventare giornalista del New York Times e infine uno scrittore.
George Clooney riscrive la vitadi J.R. Moehringer, scrittore e giornalista del Times di New York, premio pulitzer del 2000, autore di un’autobiografia, perché sono quelle verso le quali si sta muovendo l’editoria, come da indicazioni di vari protagonisti, che nel 2005 venne accolta con grande entusiasmo da pubblico e critica letteraria. E poco importa se rispetto al testo di Moehringer il film trascura parte delle descrizioni di luoghi e personaggi, fra cui la storia d’amore mai veramente consumatasi fra il ventenne JR e una giovane e borghese studentessa di Yale. La pellicola si sofferma infatti e molto abilmente sulla storia del bambino, diventato prima adolescente e poi uomo, nella Long Island dei primi anni ’70 fra la macilenta dimora del nonno materno, un Christoper Lloyd misogino quanto basta per farsi odiare, e il bar Dickens di proprietà dello zio Charlie, un Ben Affleck perfettamente a suo agio nel ruolo di una figura paterna, e non paternalistica, appassionato di lettura, fumatore incallito e giocatore - allenatore di una squadra di softball delle leghe minori. Perennemente in compagnia dei soliti amici, reduci dal Vietnam e appassionati come lui di amicizia, storie da bar e ovviamente l’immancabile birra. Il venticinquenne Tye Sheridan aggiunge la sua personale rilettura alla figura più adulta di JR, ovvero un ragazzo riflessivo, difficile a integrarsi, potenzialmente emarginabile, perché cresciuto in condizioni di disagio, senza un padre scomparso quando era molto piccolo e che mai ha voluto riavvicinarsi. Un ragazzo che nonostante abbia poche possibilità dalla propria parte, ha saputo valicare tutti quegli ostacoli che parevano inizialmente insormontabili fino a coronare quel sogno che non è solo professionale ma che rappresenta la consapevolezza di aver trovato una propria collocazione nel mondo. Quindi se vi piacciono le storie famigliari senza morali particolari, ma piene di desiderio di riscatto, raggiunto semplicemente inseguendo i propri sogni, difficile che non rimaniate avvolti dagli effluvi del Dickens e dalle storie di zio Charlie.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a jonnylogan »
[ - ] lascia un commento a jonnylogan »
|
|
d'accordo? |
|
paolp78
|
sabato 28 gennaio 2023
|
giuste atmosfere, poche emozioni
|
|
|
|
Pellicola tratta dall’autobiografia dello scrittore e giornalista J. R. Moehringer; si tratta di una classica storia di formazione, con insegnamenti vari su come affrontare la vita e gli ostacoli di vario genere che questa presenta.
La regia di George Clooney è molto attenta a ricostruire fedelmente i sobborghi della Log Island di metà anni ’80, dove è ambientata la storia. Efficace e ben riuscita anche la riproduzione dell’ambiente familiare dove il protagonista trascorre fanciullezza e adolescenza, in un contesto affettivo e relazionale irregolare, di cui viene rimarcata l’assenza della figura paterna e la sua sostituzione con quella dello zio materno.
[+]
Pellicola tratta dall’autobiografia dello scrittore e giornalista J. R. Moehringer; si tratta di una classica storia di formazione, con insegnamenti vari su come affrontare la vita e gli ostacoli di vario genere che questa presenta.
La regia di George Clooney è molto attenta a ricostruire fedelmente i sobborghi della Log Island di metà anni ’80, dove è ambientata la storia. Efficace e ben riuscita anche la riproduzione dell’ambiente familiare dove il protagonista trascorre fanciullezza e adolescenza, in un contesto affettivo e relazionale irregolare, di cui viene rimarcata l’assenza della figura paterna e la sua sostituzione con quella dello zio materno.
Clooney ha il merito di fare immergere lo spettatore nelle atmosfere proprie di quella realtà tipicamente americana, che descrive in modo molto caratteristico, ma altrettanto azzeccato; in questa operazione aiutano non poco le riproduzioni curatissime degli abbigliamenti, ambienti, acconciature e arredamenti del tempo. Una delle cifre stilistiche dell’opera è sicuramente la ricerca di una narrazione leggera che vuole risvegliare ricordi teneri, come suggerito dal titolo originale del film, “The tender bar”; aspetto viene perso nella traduzione italiana.
Se sotto questi aspetti formali la pellicola funziona perfettamente, delude invece sul piano emozionale; la storia non riesce a restituire emozioni autentiche allo spettatore, sebbene proponga elementi che dovrebbero essere molto potenti proprio sul questo piano, quali il rapporto tra padre e figlio.
Nel cast si impone Ben Affleck nella parte dello zio che sostituisce il padre del protagonista; quest’ultimo è invece interpretato da Tye Sheridan e dal piccolo Daniel Ranieri quando è ancora bambino. Tra gli altri interpreti si ricorda la brava Lily Rabe, nella parte della madre, e Max Martini in quella del pessimo padre; infine è degna di nota la partecipazione di Christopher Lloyd a cui è affidato il ruolo un po’ troppo marginale del nonno, che il bravo attore americano riesce comunque a valorizzare al meglio.
La sceneggiatura è poco incisiva ed i dialoghi spesso vacui e scontati, fastidiosamente iper attenti al politicamente corretto dei tempi d’oggi.
Tra gli altri messaggi che l’opera vuole lasciare, c’è sicuramente quello della rivincita degli umili e della cultura popolare.
Il titolo originale della pellicola e del libro da cui è tratta, è migliore di quello italiano ed in particolare la parola “tender” che significa tenero, è importa
Simpatica la scena finale, proposta mentre scorrono i titoli di coda.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a paolp78 »
[ - ] lascia un commento a paolp78 »
|
|
d'accordo? |
|
|