Un agente di una misteriosa organizzazione deve rubare una valigetta sul treno che collega Tokyo e Kyoto. Espandi ▽
Un ingorgo di personaggi popola una vicenda con unità di azione, di luogo e di tempo, ma dove tutti si parlano addosso fino allo sfinimento. Peccato che poi il punto di forza di Leitch, ossia i combattimenti corpo a corpo, risulti sacrificato all'instancabile parlantina dei protagonisti e ai flashback, che cercano di dimostrare quando ingegnoso sia l'intreccio. Fortemente autocompiaciuto, Bullet Train non ha l'asciuttezza di un vero B-Movie e, sovrappopolato di star, ha una sola scena d'azione degna della fama di Leitch: quella con l'interprete meno noto (fuori dall'America Latina per lo meno), ossia il portoricano Bad Bunny. Il resto è tutto buttato in caciara e senza tensione, soffocata da scambi di battute poco ispirate. Una delusione occasionalmente rallegrata dalle cover giapponesi di brani pop, come “Stayin' Alive” e “Holding Out for a Hero”, ma sarebbe stato meglio se gli autori avessero ascoltato più Elvis Presley: “A little less conversation, a little more action, please”. Recensione ❯
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Una commedia romantica complicata che conta sullo charme ispanico del suo protagonista. Commedia, Italia2022. Durata 119 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un film avventuroso. Una commedia dei sentimenti. E tra realtà e finzione la promessa di una grande storia d'amore. Espandi ▽
Roberta (Sarah Felberbaum) e Leòn (Eduardo Noriega), quarantenni precari in cerca di riscatto, inscenano un matrimonio finto in Puglia per intascare i soldi delle buste che gli invitati regalano agli sposi. I complici sono il trasformista Giorgio (Massimo Ghini), amico mentore di Leòn, e l'anticonformista Giada (Cristina Donadio), zia di Roberta. Gli ostacoli sono i familiari della sposa. La madre asfissiante Lucrezia (Anna Galiena), il fratello paranoico Sauro (Dino Abbrescia) e il padre fuori di testa Alberto (Maurizio Marchetti). In una girandola di imprevisti non sarà facile per i protagonisti prendersi la rivincita che meritano. E forse qualcosa di più. Recensione ❯
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Dieo Abatantuono e Angela Finocchiaro genitori di un "mammone". Espandi ▽
L'antico proverbio giapponese "Quando sei mamma lo sei per sempre" è un mantra nella famiglia Bonelli.
Aldo, figlio unico di Piero e Anna, nonostante i suoi 35 anni suonati, l'indipendenza economica, una brillante carriera accademica come professore universitario e innumerevoli occasioni di lavoro all'estero, vive ancora felicemente a casa con la madre e il padre.
Un giorno però i genitori realizzano quello che mai avrebbero pensato: non lo sopportano più!
Inizia in casa una vera e propria guerra fredda, nella quale i coniugi Bonelli cercano di far emancipare Aldo e metterlo alla porta con ogni mezzo a loro disposizione.
Il ragazzo però ha delle risorse inaspettate e non è un tipo che si arrende facilmente. Recensione ❯
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Un film che affronta la sfida di raccontare una storia ironica ed emozionante attraverso un solo attore in un'unica location dove gli altri personaggi intervengono solo attraverso le numerose telefonate. Espandi ▽
Flavio Bretagna è un businessman in procinto di firmare il contratto più importante della sua vita. Lungo la via l’auto si ferma ad una stazione di servizio e lui rimane intrappolato dentro il bagno: la stazione pare abbandonata, e il geolocalizzatore del cellulare di Flavio, come tutto il suo traffico dati, non funziona in quel luogo remoto. Basato sulla sua omonima pièce teatrale, Toilet è il “one man show” di Gabriele Pignotta, che l’ha scritto, diretto e interpretato, dialogando in scena solo con una serie di voci al telefono. L’obiettivo è denunciare la frenesia compulsiva di un mondo del lavoro che assorbe le energie vitali di chi crede di poterlo dominare. La regia di Pignotta è corretta e coinvolgente, mai esagerata o indulgente, e il risultato è un film senza picchi autoriali o grandi sorprese, ma coerente dall’inizio alla fine: una breve parabola sulla necessità di ristabilire le corrette priorità della propria esistenza. Recensione ❯
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Il trionfo dell'Italia nei mondiali dell''82 in un documentario dalle immagine inedite. Espandi ▽
Quando la nazionale italiana di calcio lascia il paese alla volta della Spagna, dove si giocano i campionati mondiali del 1982, il clima è prima disinteressato e poi, dopo tre pareggi iniziali, addirittura ostile nei confronti di una squadra che non convince e le cui convocazioni suscitano dubbi, a cominciare dal centravanti Paolo Rossi che non gioca da due anni. Messi di fronte all’ultimo appello in una partita decisiva contro l’Argentina di Maradona, gli azzurri si lanciano però in una cavalcata sorprendente e trionfale che nessuno si aspettava. Pochi momenti sportivi nella nostra storia sono così cinematografici come l’urlo di Tardelli, immagine simbolo di un torneo, di una generazione e di un’epoca intera. Ma tutto il mondiale del 1982 possiede in realtà la struttura drammatica perfetta, così imprevedibile nel suo rovesciamento che trasforma le tensioni e gli stenti iniziali in una incredibile vittoria finale, a Madrid contro la Germania Ovest. Lo racconta nel quarantennale del trionfo la Stand by me di Simona Ercolani, la quale rielabora per il cinema la ricetta televisiva che rese celebre Sfide. Un racconto minuzioso e le storie umane sono il trampolino che consente di abbandonarsi all’esaltazione una volta che la cavalcata si fa inarrestabile, e si finisce tutti a cantare “Cuccuruccucù Paloma” di Battiato con Bruno Conti. Recensione ❯
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La storia di una famiglia ebrea ultra ortodossa. Espandi ▽
Elio De Angelis è il proprietario di una masseria ricevuta in eredità dal padre che aveva intrecciato un legame di reciproca stima con un gruppo di ebrei ultra-ortodossi di Aix-Le-Bains. Costoro giungono ogni anno per acquistare dei cedri che debbono essere perfetti per poter essere usati in una cerimonia religiosa specifica. Tra di loro c'è la giovane Esther che sta iniziando a non sopportare più le restrizioni che la comunità le impone.
Stéphane Freiss alla sua opera prima affronta con coraggio, ma anche con sensibilità, il tema dell'ortodossia religiosa affiancandolo a quello del legame ancestrale con la terra.
Scamarcio disegna l'immagine di un uomo che aiuta, passo dopo passo e senza un progetto strategicamente definito, una giovane donna ad iniziare un percorso che la porti davvero verso una vita piena e non vincolata da una miriade di precetti che finiscono con lo spegnerle, invece che ravvivarla, la fede in Dio. Recensione ❯
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Al suo esordio Jasmine Trinca firma un film tra favola e realtà, in grado di trasformare il dolore in ricercata raffinatezza. Drammatico, Italia2022. Durata 93 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Una bambina ama sua madre, ma sua madre ama Marcel, il suo cane. Un evento imprevedibile le porterà in viaggio, avvicinandole e svelando loro, oltre ogni dolore, le vie grandi e segrete dell'amore. Espandi ▽
Alla sua opera prima Jasmine Trinca affronta con la consapevolezza di chi conosce la storia del cinema un tema molto personale in equilibrio tra favola e realtà. Quando un autore si trova ad affrontare il suo primo lungometraggio, se lo è nell'intimo non lavora su commissione e non accetta compromessi. Jasmine Trinca si rivela tale realizzando un film che non strizza l'occhio al box office trasfigurando un reale rapporto Jasmine/genitrice offrendogli un contesto di dolorosa astrazione. È come se l'attrice nel momento in cui dirige la sua 'opera prima' avesse bisogno di avere vicino sia chi esordisce, Maayane, sia chi invece le offre la solidità di una carriera riconosciuta e riconoscibile. In questo film di presenze/assenze, in cui quella della madre risulta dominante, il loro esserci permette a Jasmine Trinca di muovere le sue dita di regista all'esordio con la stessa partecipe perizia di quella della sua giovane protagonista sui tasti del sassofono che utilizza come strumento di comunicazione. Il sax di Jasmine è un film che saprà parlare agli spettatori che amano un cinema che sa trasformare il dolore in ricercata raffinatezza. Recensione ❯
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Un film fieramente indipendente, dagli intenti genuini ma ondivaghi, che affronta il tema dell'emancipazione femminile. Drammatico, Italia2022. Durata 90 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
La storia di una famiglia italiana in un tempo passato, ma con una maturità sociale che oltrepassa i tempi attuali. Espandi ▽
Anditri, Irpinia, 1919. Donato e Anna De Martino sono una coppia serena che gestisce una fattoria sottratta ai latifondisti e aspetta con ansia un figlio che tarda ad arrivare. Marisa è una giovane donna figlia di padre còrso cresciuta in parte in Corsica, in parte in Sardegna: quando il padre viene ucciso da un'esplosione nella cava dove lavora come spaccapietre Marisa, che ha studiato, viene assunta da Anna per tenere la contabilità della fattoria. Ma presto Donato si innamora della giovane donna e lei di lui, mentre Anna si dispera per il tradimento e per quel figlio tanto desiderato e ancora negato. Forse però sarà possibile creare un'unità famigliare unica, in largo anticipo sui tempi, che soddisferà i desideri di tutti.
I suoi intenti sono genuini, ma la realizzazione del film è ondivaga: da un lato Schettino è animato da uno spirito curioso che viaggia fra il melodramma e la sceneggiata, mantenendo una certa ironia e una certa cura nello stile che ricorda (e omaggia) il cinema muto coevo della storia che racconta, descritta da un cartello iniziale come realmente "accaduta nel Sud all'inizio del secolo scorso".
Lo stratagemma dello Scazzamauriello (una sorta di monaciello locale) cerca di aggiungere un po' di realismo magico ad una storia che mette troppa carne al fuoco. Recensione ❯
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L'amore per la cucina fa incontrare un camorrista e una chef. Espandi ▽
Carmine Giordano è cresciuto a Napoli all'ombra del boss della camorra Pasquale Rizzuto detto "Scimitarra". Il padre di Carmine ha salvato la vita a Scimitarra, e questo è valsa al figlio una protezione costante anche se Carmine è "troppo buono e non ce la può fare" a condurre una vita nel crimine. Dunque il boss lo spedisce a Roma e gli affida la gestione di un ristorante che servirà a riciclare il denaro sporco della camorra. Il ristorante serve solo cibo scongelato e non si cura di fare bene il suo lavoro. Ma Carmine incontra Consuelo, una giovane chef di origine argentina che punta ad ottenere una stella Michelin, e le consegna lo scettro della cucina del ristorante. Lei è bravissima, ma per rientrare nelle spese di un ristorante di lusso ci vogliono tempo e molto, molto denaro: dunque sarà assai difficile per Carmine smarcarsi dalla continua sudditanza con Scimitarra.
Davide Minnella dirige un soggetto di Stefano Sardo, da quest'ultimo anche sceneggiato insieme a Giordana Mari e Gianluca Bernardini, con la collaborazione di Salvatore Esposito che interpreta il ruolo di Carmine.
Ed è proprio Esposito la marcia in più di una storia parecchio improbabile che ha più la dimensione della fiaba che della storia di vita (credibile). Con la sua presenza tranquilla e la sua recitazione minimalista Esposito compensa le implausibilità della storia, evidenti a chi ha recitato per anni in una serie come Gomorra nella quale le dinamiche del crimine organizzato campàno, nonché la sua spietatezza ineludibile, venivano rappresentate con estrema franchezza. Recensione ❯
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Uno spettacolo mirabile e tonitruante che avrebbe voluto e potuto significare molto di più. Thriller, USA2022. Durata 138 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un epico thriller di vendetta che esplora fino a che punto un principe vichingo si spingerà a cercare giustizia per suo padre assassinato. Espandi ▽
Per il suo terzo lungometraggio Robert Eggers si rifà alla storia medievale del principe normanno Amleto, ossessionato dalla vendetta. Un testo adattato prima da Saxo Grammaticus e poi trasfigurato in tragedia da William Shakespeare, con gli esiti che ben conosciamo. Non c’è traccia di Rosencrantz e Guildenstern né di Orazio e Ofelia quindi in The Northman, che si concentra unicamente sulla violenta rivincita di Amleto, contestualizzandola in un verosimile regno vichingo, regolato da tradizioni brutali e intimorito da poteri arcani. Un affresco gigantesco, curato in ogni minimo dettaglio, in cui Eggers si interroga sull’elemento ferino insito nella mascolinità e sui suoi riti di passaggio, e sul confine tra magico e terreno, una zona grigia in cui è la percezione soggettiva a determinare la verità di quel che si osserva. La potenza visiva e l’escalation di sangue sono mirabili, ma il film stupisce assai meno dei precedenti lavori di Eggers, forse smarritosi nella propria compiaciuta autoindulgenza. Recensione ❯
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Una commedia agile e garbata che mantiene una dimensione retrò, nello stile di Lillo e Greg. Commedia, Italia2022. Durata 91 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +10
Una storia che parla di tecniche di seduzione, di vero amore, di frasi da rimorchio che non funzionano mai e del coraggio di essere se stessi in un mondo che dà così tanta importanza alla bellezza. Espandi ▽
Alla loro seconda prova come registi dopo D.N.A - Decisamente Non Adatti, Lillo e Greg uniscono le forze con Eros Puglielli e confezionano una commedia piena di invenzioni visive, costruita sulla fisicità buffa di Lillo e su una serie di gag verbali tipiche del duo protagonista. Come sempre la comicità di Lillo e Greg mantiene una misura di garbo e una ricercatezza superiore a quella della maggior parte delle commedie italiane contemporanee, navigando con una certa agilità le acque pericolose della political correctness e surfando sul body shaming, sui rapporti fra uomini e donne, sulle filosofie esoteriche e su molti luoghi comuni. Purtroppo però Gli idoli delle donne non raggiunge quell’escalation comica che dovrebbe diventare irresistibile, e l’aver affiancato a Lillo e Greg due trentenni nel team di sceneggiatura, Matteo Menduni e Tommaso Renzoni, non ha contribuito in maniera sufficiente a svecchiare una comicità che ha bisogno di trovare nuova linfa vitale nell’agganciarsi alla contemporaneità. Recensione ❯
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Un insistito gioco metalinguistico che si ferma prima delle proprie ambizioni. Thriller, Italia2022. Durata 90 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Una ragazza si convince che la donna che le abita di fronte sia in pericolo. Un ragazzo la aiuta nelle indagini. Espandi ▽
Una ventenne vive isolata in casa da anni, chiusa nella propria stanza in compagnia del cane Hiro. Traumatizzata da un evento lontano nel passato, passa le giornate su internet, realizzando splendidi disegni stilizzati e conversando con il padre, un insegnante affettuoso che cucina per lei e chiacchiera spesso e volentieri dall'altro lato della porta. Convinta dal padre, la ragazza apre un account su un social network e poco dopo conosce un ragazzo con il quale diventa amica e comincia ad aprirsi. Contemporaneamente, osservando dalla finestra i vicini, nota strani movimenti, qualcosa di sospetto, forse addirittura un delitto. Anche il padre, in realtà, comincia a comportarsi in maniera strana, facendo sorgere nella ragazza il dubbio che la sua vita non sia come l'ha sempre creduta...
Una stanza, tre personaggi, una finestra che dà sull'esterno: Vetro guarda all'essenza del racconto cinematografico e osa mettere in scena l'ovvio, provando a prendere in contropiede le aspettative dello spettatore.
Vetro non spinge mai a credere a ciò mostra, anche per via di un insistito gioco metalinguistico che mostra a ogni passaggio la propria consapevolezza (i disegni che provano a completare ciò che la ragazza vede, le parole che ritornano e le frasi sibilline per far crescere i dubbi...). Recensione ❯
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Un film che nasce vecchio, lontano dal fumetto ma anche dai livelli dei due Venom, ai quali vorrebbe ispirarsi. Azione, Fantasy, Horror - USA2022. Durata 108 Minuti.
Uno dei personaggi più enigmatici e tormentati della Marvel, l'antieroe Michael Morbius, arriva sul grande schermo interpretato dall'attore Premio Oscar® Jared Leto. Espandi ▽
Secondo personaggio del Sony Spider-Verse, “il vampiro vivente” vorrebbe seguire le orme di Venom, ma se pur il film è altrettanto semplice e breve, manca completamente di ironia e risulta ancora più indigesto. Morbius è un film che nasce vecchissimo, sembra un supereroe dark di serie B di decenni fa, con una trama ridotta all'osso che per altro poco ha a che vedere con il fumetto. Il Morbius ideato da Roy Thomas e Gil Kane nel 1971 aveva poteri leggermente diversi e soprattutto non ha mai avuto una sorta di fratello. Il film invece non resiste alla più abusata delle formule: mettere il superprotagonista contro una versione specchiata e distorta di se stesso, qui nel modo più plateale possibile. Chi ne esce peggio è il regista Daniel Espinosa, che fin qui si era guadagnato un certo credito ora malamente sperperato in un progetto dalla regia davvero anonima. Speriamo non succeda lo stesso con il prossimo film dello Spider-Verse Sony, Kraven the Hunter, firmato dall'ottimo J.C. Chandor. Recensione ❯
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Un gangster movie animato con un brat pack di cattivi leggendari capitanati dal più cattivo di tutti: il lupo. Animazione, USA2022. Durata 100 Minuti. Consigli per la visione: Film per tutti
Il popolare gruppo di cattivi ha un nuovo obiettivo: diventare un gruppo di buoni. Espandi ▽
Mr. Wolf, Mr. Snake, Mr. Piranha, Mr. Shark e Ms. Tarantula fanno parte di un gruppo di cattivi che vive una serie di entusiasmanti avventure. Il loro nuovo obiettivo è cercare di diventare buoni. Ma è una missione impossibile. Forse. Recensione ❯
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Il cinema di Bay si tinge meravigliosamente di Mélo con una tesissima fuga in ambulanza senza precedenti. Azione, Drammatico - USA2022. Durata 136 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Nell'arco di una giornata sulle strade di Los Angeles, il corso di tre vite cambierà per sempre. Espandi ▽
Michael Bay mette per 24 ore a ferro e a fuoco Los Angeles in una tesissima fuga in ambulanza senza precedenti. Anche per il suo cinema, che si tinge meravigliosamente di mélo. La macchina cinema di Bay sa riflettere su se stessa, se serve anche autocitandosi, magari guardando (come in questo caso) con ironia amorosa al manniano Heat - La sfida, per aggiungere sempre qualcosa di originale all’idea di intrattenimento contemporaneo. In questo senso Ambulance, (falso) remake dell’omonimo e mediocre film danese del 2005 di Laurits Munch-Petersen, intercetta tematiche e umori da mettere in scena in un thriller che sa essere un attimo prima, adrenalinico e mozzafiato, e quello dopo più serio e compassato. In mezzo c’è la solita ironia esibita e scandita da battute in cui si sorride spesso a denti stretti. Recensione ❯
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