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Françoise Hardy non canta più

Si è spenta a 80 anni la cantante, attrice e scrittrice, icona degli anni Sessanta. Di Pino Farinotti.
di Pino Farinotti

Françoise Hardy 17 gennaio 1944, Parigi (Francia) - 11 Giugno 2024, Parigi (Francia).
giovedì 13 giugno 2024 - Focus

Alzi la mano, fra i …. diversamente giovani, chi non ricorda "Tous les garçons et les filles et les filles", la canzone che più di tutte identifica Françoise Hardy. C’era melodia, voce, identità di un’epoca, tenerezza e quella parte di sortilegio non definibile che appartiene a certe opere che si istallano nella memoria, nel sentimento, nella nostalgia. Ci sono canzoni così, non intendo fare un catalogo, che ci portiamo dietro nelle varie fasi della nostra vita. E poi lei, Françoise, così bella, dolce, quasi gracile, così francese. Quando appariva in televisione l’attenzione era alta.

Le ragazze di allora la presero a modello, per lo stile, l’abbigliamento, il gesto. Era il 1962. L’anno che richiama i Beach Boys con il loro singolo, travolgente, "Surfin' Safari", il gruppo pop che contendeva a Bob Dylan l’dea del sogno americano. Da noi Adriano Celentano vince il Cantagiro con "Stà lontana da me". Irrompono Gianni Morandi e Rita Pavone. E lei Françoise, si muoveva fra queste diverse proposte. Un assist gradevole, glielo diede Catherine Spaak, che riprese la sua canzone in italiano, "Quelli della mia età".  A Catherine non mancava fascino e talento. E poi, si può dire che le due avessero qualcosa in comune, un po’ si assomigliavano.

Quegli anni Sessanta erano un bel momento italiano, l’epoca del cosiddetto boom. La guerra persa, la povertà, le paure, le ansie che ne erano seguite si diventavano un ricordo da non evocare. Pochi, ma giravano soldi, gli italiani compravano la Fiat 500 a rate, molti, d’agosto andavano al mare o in montagna, le donne potevano comprarsi un capo elegante, scarpe col tacco alto, a basso costo. Gli stipendi coprivano le necessità primarie delle famiglie. Il cinema italiano si imponeva con la sua Commedia. Erano film come I soliti ignoti o Il sorpasso. E c’era il cosiddetto ballo del mattone. La canzone di Françoise era perfetta. Potevi stringere la partner, provare un approccio. In quel nuovo, quasi felice mondo italiano, la Hardy era un modello bello, ricordabile. In Francia era molto amata e rispettata. E’ stata capace di evolversi e ampliare i suoi interessi. Si è applicata alla psicologia, all’astrologia e al sociale. 

Molti artisti francesi l’hanno presa a modello, si sono dedicati a lei con le loro opere. 
Bob Dylan cita la francese nella poesia "For Francoise Hardy at the Seine’Edge". Jacques Prévert le ha dedicato un testo intitolato "Une plante verte", che ha declamato all’Olympia di Parigi. Robbie Williams ha interpretato la canzone "You Know Me", traduzione in inglese della canzone della Hardy "Voilà". Carla Bruni e Laurent Voulzy interpretano "Tous les garçons et les filles et les filles" a l’Opéra di Parigi.
Sono solo alcuni degli artisti, e delle “sensibilità” che si sono dedicati a Françoise Hardy. Come non ricordarla.

Foto: Repubblica.


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