Anno | 2022 |
Genere | Commedia, |
Produzione | Italia |
Durata | 90 minuti |
Regia di | Gabriele Pignotta |
Attori | Gabriele Pignotta . |
Uscita | sabato 16 luglio 2022 |
Tag | Da vedere 2022 |
Distribuzione | Vision Distribution |
MYmonetro | 3,00 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 14 luglio 2022
Un film che affronta la sfida di raccontare una storia ironica ed emozionante attraverso un solo attore in un'unica location dove gli altri personaggi intervengono solo attraverso le numerose telefonate. In Italia al Box Office Toilet ha incassato nelle prime 6 settimane di programmazione 9,6 mila euro e 6,3 mila euro nel primo weekend.
CONSIGLIATO SÌ
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Flavio Bretagna è un businessman in procinto di firmare il contratto più importante della sua vita, ovvero quello che lo tirerà fuori dai debiti accumulati con il padrone di casa e con l'ex moglie Anna, che l'ha lasciato tenendo con sé la loro bambina, Sofia. Sofia sta per compiere cinque anni e Anna insiste perché Flavio, che ha già bucato due compleanni su quattro della figlia, sia presente almeno questa volta. Ma la testa di Flavio è tutta sull'incontro a cui si sta recando in automobile per siglare il famoso accordo. Peccato che lungo la via l'auto si fermi ad una stazione di servizio e lui rimanga intrappolato dentro il bagno: la stazione pare abbandonata, e il geolocalizzatore del cellulare di Flavio, come tutto il suo traffico dati, non funziona in quel luogo remoto.
Basato sulla sua omonima pièce teatrale, Toilet è il "one man show" di Gabriele Pignotta, che l'ha scritto, diretto e interpretato, dialogando in scena solo con una serie di voci al telefono.
L'idea cinematografica ricorda Locke o The Guilty, ma qui più che nel dramma siamo nella tragicommedia ansiogena, un po' come Fuori Orario, dove Martin Scorsese aveva riversato le ansie e le paranoie del maschio urbano di metà anni Ottanta. Toilet si muove invece nella contemporaneità attuale e nella frenesia compulsiva di un mondo del lavoro che assorbe le energie vitali di chi crede di poterlo dominare.
La trama, pur estrema, non smette mai di essere credibile, e coinvolge tante perversioni contemporanee, soprattutto quelle che sembrano facilitarci la vita e dalle quali invece abbiamo finito per dipendere in modo semipatologico: i PIN, i giga, le batterie, i rating degli influencer, ma anche i capricci dei clienti, le insicurezze dei soci, le lungaggine della burocrazia, la lentezza dei sistemi di soccorso. Toilet ci mette davanti alle false sicurezze che possono venire meno in un momento, facendoci regredire allo stato di natura (e di abbandono).
L'interpretazione di Pignotta è un tour de force che, pur all'interno del registro grottesco, non perde umanità e riconoscibilità, poiché virtualmente ognuno di noi potrebbe trovarsi in quel pasticcio surreale le cui volte sono tutto sommato ipotizzabili, benché la loro somma appaia paradossale. Altrettanto efficaci sono le voci con cui Flavio si intrattiene al telefono: Vanessa Incontrada nei panni dell'efficiente segretaria Marta, Lillo in quelli del socio ansioso Roberto, Francesco Pannofino nel ruolo di un maresciallo dei carabinieri e Vanina Marini in quello dell'ex moglie Anna.
La regia di Pignotta è corretta e coinvolgente, mai esagerata o indulgente, e il risultato è un film senza picchi autoriali o grandi sorprese, ma coerente dall'inizio alla fine: una breve parabola sulla necessità di ristabilire le corrette priorità della propria esistenza. E sotto sotto si avverte un tormento personale nascosto, un mea culpa sottotraccia che è il metro di realtà di questa storia sopra le righe ma non al di fuori dello spettro dei viaggi di (auto)conoscenza possibili.
E’ la prima volta, nella mia esperienza cinematografica, che un film sia stato introdotto e chiuso con una performance teatrale da parte del regista e attore Gabriele Pignotta, riuscendo nello stesso tempo a coinvolgere il pubblico, facendolo sorridere, pensare. Con la disponibilità poi all’uscita di raccogliere opinioni, domande. Toilet è un film per niente facile, perché si svolge in gran parte [...] Vai alla recensione »
Flavio Bretagna di buon mattino parte in auto da Roma per raggiungere un suo socio in affari a L'Aquila perché si apprestano a firmare un contratto di lavoro fondamentale per risollevare le sorti della loro azienda, ormai in declino. Si tratta praticamente dell'appuntamento di lavoro più importante della sua vita. Le telefonate dei clienti imperversano, così come i messaggi vocali della segretaria [...] Vai alla recensione »
Alfred Hitchcock ha detto una volta che gli sarebbe piaciuto fare un film tutto ambientato dentro una cabina telefonica. Non l'ha fatto, ma quella tentazione claustrofila, quell'attrazione per il chiuso a cui il mago del brivido aveva dato voce ha preso corpo nel cinema contemporaneo: basta pensare a titoli come In linea con l'assassino o Buried-Sepolto, con Colin Farrell e Ryan Reynolds chiusi rispettivame [...] Vai alla recensione »
Un manager sta per firmare il contratto che salva lui e l'azienda ma per caso finisce rinchiuso nella toilette di un'area di servizio. L'esperienza lo costringe a mettere a fuoco le priorità della vita. Film con un solo attore in scena, pensato e realizzato durante il lockdown, che si inserisce nel filone telefonico, già visto in Locke (il camionista) e Guilty (il poliziotto).
«Nessun cazzo è più duro della vita!». Questa massima profonda sta scritta nel bagno dell'autogrill dismesso nel quale Flavio Bretagna (l'attoreregista-sceneggiatore Gabriele Pignotta), imprenditore sull'orlo del crac, rimane chiuso per una fatalità, proprio mentre sta correndo in autostrada verso un ultimo contratto salvifico. Ma, appunto, quando lui è lì a leggerla il film sta ormai raschiando il [...] Vai alla recensione »