Anno | 2022 |
Genere | Thriller, |
Produzione | Italia |
Durata | 90 minuti |
Regia di | Domenico Croce |
Attori | Carolina Sala, Tommaso Ragno, Marouane Zotti, Giustiniano Alpi . |
Uscita | giovedì 7 aprile 2022 |
Distribuzione | Vision Distribution |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 14 |
MYmonetro | 3,05 su 9 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 23 maggio 2023
Una ragazza si convince che la donna che le abita di fronte sia in pericolo. Un ragazzo la aiuta nelle indagini. In Italia al Box Office Vetro ha incassato 26,7 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Una ventenne vive isolata in casa da anni, chiusa nella propria stanza in compagnia del cane Hiro. Traumatizzata da un evento lontano nel passato, passa le giornate su internet, realizzando splendidi disegni stilizzati e conversando con il padre, un insegnante affettuoso che cucina per lei e chiacchiera spesso e volentieri dall'altro lato della porta. Convinta dal padre, la ragazza apre un account su un social network e poco dopo conosce un ragazzo con il quale diventa amica e comincia ad aprirsi. Contemporaneamente, osservando dalla finestra i vicini, nota strani movimenti, qualcosa di sospetto, forse addirittura un delitto. Anche il padre, in realtà, comincia a comportarsi in maniera strana, facendo sorgere nella ragazza il dubbio che la sua vita non sia come l'ha sempre creduta...
Una stanza, tre personaggi, una finestra che dà sull'esterno: Vetro guarda all'essenza del racconto cinematografico e osa mettere in scena l'ovvio, provando a prendere in contropiede le aspettative dello spettatore.
Una trama fatta di depistaggi porta sovente dove si pensava di arrivare fin dalla partenza. In Vetro la soluzione al mistero che poco alla volta viene a costruirsi conta meno del percorso intrapreso per arrivarci, lungo i sentieri ovvi e insieme impervi che passano ovviamente per Hitchcock (La finestra sul cortile), Polanski (L'inquilino del terzo piano), il cinema che racconta relazioni a distanza (viene in mente da un Cannes di tanti anni fa R U There? di David Verbeek) e l'esperienza di clausura dal mondo (oggi va di moda il termine giapponese per indicare il problema, hikikomori), fino a comprendere addirittura momenti con visioni lisergiche.
L'esordiente Domenico Croce, ingabbiato nella sceneggiatura di Luca Mastrogiovanni e Ciro Zecca, ce la mette tutta a movimentare il più possibile il racconto, giocando propri sulla prevedibilità degli elementi (che qualcosa non torni nei modi di fare del padre, ad esempio, lo si capisce immediatamente) e spezzando in ogni modo possibile la visione della protagonista (interpretata da Carolina Sala, vista di recente nella serie Netflix Fedeltà), tra primi piani, dettagli, posizioni della macchina da presa, campi e controcampi tra un volto e uno schermo, passaggi nervosi e altri al contrario contemplativi, sequenze astratte e altre di violenza improvvisa.
Lo spettatore più attento capisce tutto o quasi, non credendo a una sola parola di ciò che ascolta o cogliendo dietro i toni beneducati dei personaggi maschili l'animo famelico degli animali selvaggi. Proprio la forzata ingenuità della protagonista - e la recitazione mai naturale della Sala, così come quella professionale ma impostata di Tommaso Ragno, straordinaria voce teatrale e radiofonica che al cinema risulta troppo legnosa - fanno emergere per contrasto i volti reali dietro le maschere dei suoi interlocutori e il fumo negli occhi degli eventi oscuri oltre le proprie tapparelle.
Vetro, insomma, non spinge mai a credere a ciò mostra, anche per via di un insistito gioco metalinguistico che mostra a ogni passaggio la propria consapevolezza (i disegni che provano a completare ciò che la ragazza vede, le parole che ritornano e le frasi sibilline per far crescere i dubbi...). Il titolo stesso, che rimanda banalmente a una superficie trasparente e senza asperità, riporta alla piattezza dello schermo digitale, che diventa la vera finestra sul mondo per la protagonista: se il dubbio permane di fronte a ciò che vede dalla sua stanza, finisce per fidarsi dell'amico a distanza e per distruggere la bolla in cui si è autoreclusa.
La metafora di un mondo post-pandemico è anch'essa ovvia e inevitabile, ma Vetro si ferma in realtà prima delle proprie malcelate ambizioni: la soluzione è già nei dialoghi a inizio film, basta stare all'occhio (e all'orecchio). E quando arriva è una delusione, come forse sarà la libertà che la protagonista scorge oltre il limitato orizzonte dei suoi eventi.
VETRO disponibile in DVD o BluRay |
DVD |
BLU-RAY |
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€14,99 | – | ||
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Se al primo sguardo può sembrare un film neorealista dai colori ipersaturi sulla vita dei teens hikikomori, il claustrofobico «Vetro» concede nel suo fluire più di una sor- presa. Narrando infatti la vicenda di un'anonima Lei che, eremita in camera, scopre a poco a poco la verità su ciò che la circonda, questo film - proprio come il nickname zen della protagonista, Yugen - sconcerta per la «penombra» [...] Vai alla recensione »
A restare chiusi in casa per giorni e giorni ci siamo abituati tutti in questi ultimi anni, eppure ci sono realtà e persone che questa pratica la mettono in atto a prescindere dalla situazione pandemica. Sono conosciuti con il nome giapponese di 'hikikomori' (definizione che ormai è diventata una sorta di termine ombrello per indicare situazioni di estremo isolamento) e vivono chiusi nelle loro camere, [...] Vai alla recensione »
Di Lei, la diciottenne protagonista di Vetro, esordio alla regia di Domenico Croce in sala dal 7 aprile con Vision Distribution, non sapremo mai il nome, ma dalla sua camera, graziosa e accogliente, vedremo la sua storia prendere sviluppi sorprendenti. Quello che inizialmente potrebbe sembrare un innocente coming of age si trasforma in breve in un thriller per poi arrivare a diventare un action dalle [...] Vai alla recensione »
Il tema degli hikikomori - individui, perlopiù giovani, che volutamente si recludono nella propria stanza, evitando ogni contatto con l'esterno - non era finora mai stato affrontato in modo organico dal cinema italiano, perlomeno non in forma di fiction. Ci prova sulla carta, usando la formula del thriller, questo Vetro, film d'esordio di Domenico Croce già presentato in anteprima al Bif&st, in uscita [...] Vai alla recensione »
Nel mondo di Vetro, il più noto motore di ricerca si chiama "Mumble" e il più noto social media è "Community". È un indizio che ci troviamo in un mondo parallelo? O meglio, che qualcuno vuole manipolare la realtà che arriva alla protagonista (una hikikomori reclusa nella sua cameretta)? O semplicemente che non si potevano citare Google e Facebook? Il diavolo è nei dettagli, si sa.
Vetro, opera prima di Domenico Croce (nel 2021 ha vinto il David di Donatello come miglior cortometraggio con Anne), si presenta sin da subito come un film di genere che, al contempo, cerca la propria strada. La luce esterna entra - quasi timidamente e a malapena - dalle fessure delle tapparelle, si accende il ventilatore che fa alzare i bozzetti con cui la nostra protagonista 'vola' e si esprime. Vai alla recensione »
Vetro, dice il regista Domenico Croce, «è un racconto sulla capacità di restare aggrappati a se stessi quando gli affetti intorno scarseggiano. Per questo ho deciso che il punto di vista migliore sarebbe stato quello della "forza interiore" della protagonista, un personaggio invisibile a volte alleato e altre distratto, che osserva silenziosamente ogni movimento dell'altra e spesso si mette in gioco [...] Vai alla recensione »
È come se vivesse in una quarantena perenne, la protagonista di Vetro, l'opera prima di Domenico Croce (già David di Donatello per il cortometraggio Anne, diretto con Stefano Malchiodi) presentata al Bif&st. Probabilmente la storia arriva da lontano, ma la referenza con il nostro tempo è evidente - le riprese sono avvenute in tempo pandemico - e il film avverte quei contraccolpi dell'attualità che [...] Vai alla recensione »