Titolo originale | Le locataire |
Anno | 1976 |
Genere | Commedia |
Produzione | Francia |
Durata | 125 minuti |
Regia di | Roman Polanski |
Attori | Isabelle Adjani, Melvyn Douglas, Bernard Fresson, Roman Polanski, Jo Van Fleet Claude Piéplu, Shelley Winters, Lila Kedrova, Jacques Monod, Michel Blanc, Rufus, Vanessa Vaylord, Helena Manson, Claude Dauphin, Albert Delpy, Marie Christine Descouard, André Penvern, Alain David, Romain Bouteille, Jean-Pierre Bagot, Florence Blot, Charles Schmitt, François Viaur, Raoul Guylad, Josiane Belasko, Jacques Rosny, Maïté Nahyr, Patrice Alexsandre, Serge Spira, Jacky Cohen, Eva Ionesco, Dominique Poulange, Louba Guertchikoff, Jacques Chevalier, Marc Lamole, Alain Frérot, Gerard Pereira, Pierre Donnadieu, Jean-François Gobbi, Arlette Reinerg, Liliane Bertrand, Pierre Fabien, Gérard Jugnot, Josiane Balasko. |
Tag | Da vedere 1976 |
MYmonetro | 3,50 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 29 novembre 2013
Un uomo prende in affitto una casa la cui proprietaria si è uccisa gettandosi da una finestra. Nel condominio l'uomo ha una vita difficile, vessato da un amministratore severissimo.
CONSIGLIATO SÌ
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Trelkovski, modesto impiegato di origini polacche, prende possesso a Parigi di un appartamento la cui inquilina precedente, Simon Chule, si è uccisa buttandosi dalla finestra. O, sarebbe meglio dire, è l'appartamento stesso a prendere possesso dell'uomo. Circondato da inquietanti e grotteschi vicini, Trelkovski scopre nell'appartamento orribili tracce dell'ex-inquilina e finisce progressivamente in un tunnel di follia che lo conduce al totale sdoppiamento di personalità nella ragazza.
Tratto dal romanzo "Le locataire chimerique" di Roland Topor, è il decimo lavoro di Polanski e sicuramente il più kafkiano, grazie alle atmosfere claustrofobiche e grottesche che inchiodano lo spettatore a questo condominio popolato di personaggi che sembrano parenti dei vicini di casa di Rosemary Woodhouse. Una dramma gotico e psicologico sulla diversità e sulla figura dello straniero, interpretato da un Polanski dostoevskijano e interpretabile come metafora e riflessione sull'artista, in bilico tra follia e razionalità estrema e ossessionato da un pubblico volgare e gretto. Come in Rosemary's baby, anche qui il nemico è rappresentato dalla società, il vicinato che complotta contro il protagonista con fare massonico. E Trelkosky, smarrito come un personaggio di Kafka, finisce per diventare una pedina ingabbiata in un sinistro meccanismo più grande di lui, inesorabilmente condannato a un destino beffardo dal quale non riesce a svincolarsi.
Il terrore quotidiano e fantastico e i simbolismi tipici di Polanski si fanno sempre più estremi con lo scorrere del film: dagli inquilini nel bagno ai macabri ritrovamenti all'interno delle pareti (ossessione polanskiana fin dai tempi di Repulsion) si arriva all'inesorabile sdoppiamento di personalità - anche nell'abbigliamento - in Simon Chule. Fotografato dall'operatore Sven Nykvist, capace di prospettive inusuali ed estreme, L'inquilino del terzo piano è uno dei migliori incubi prodotti dalla mente disturbata del regista polacco.
Un uomo prende in affitto una casa la cui proprietaria si è uccisa gettandosi da una finestra. Nel condominio l'uomo ha una vita difficile, vessato da un amministratore severissimo. Un giorno comincia a comportarsi stranamente (per esempio, si veste da donna), finché sembra posseduto dalla personalità dell'inquilina morta (tutta la casa reca tracce strane di lei).
L'INQUILINO DEL TERZO PIANO disponibile in DVD o BluRay |
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L' inquilino del terzo piano è un thriller psicologico geniale ed illuminante, sia per i contenuti espressi ( solitudine, angoscia interiore, claustrofobia, visioni inquietanti, alienazione, sdoppiamento di personalità e follia), sia per i modi con i quali il regista, Roman Polanski, veste magnificamente i panni del protagonista, un modesto [...] Vai alla recensione »
Prendete un uomo qualunque: Trelkovski, per esempio. Un tipo così fa proprio al caso nostro. Di lui sappiamo tutto: modesto impiegato polacco, naturalizzato francese, in cerca di un appartamento a Parigi. Quest' uomo di mezza età ha tutte le caratteristiche di una personalità fragilissima. Mettetelo dentro un palazzo abitato da vicini grotteschi ed assillanti; [...] Vai alla recensione »
The tenant (l' inquilino) è un' opera d' arte: un incubo psicologico che colpisce profondamente nell' anima. A me ha lasciato un forte senso d' amarezza, inquietudine e smarrimento interiore. Il dramma comincia con l' inquadratura di un uomo (Trelkovski?) affacciato alla finestra; l' inquadratura si sposta in basso (vetrata rotta da una caduta), [...] Vai alla recensione »
L' inquilino del terzo piano è davvero un bel rompicapo psicologico. Io credo di aver trovato tre possibili soluzioni dopo aver rivisto alcune scene che lo dimostrano, ma potrebbero essercene delle altre. La prima soluzione è che Trelkovski fosse malato di una malattia mentale. La scena-chiave (67' minuto) comincia a casa di Stella.
L’inquilino del terzo piano è un’inquietante storia di follia, quella di un semplice impiegato (che a tratti ci ricorda il Josef K. kafkiano), figura identificabile nell’immaginario collettivo quale “uomo comune” ed in cui tutti possono rappresentarsi. Trelkovski è un eroe moderno, un personaggio dotato di una particolare sensibilità, circondato [...] Vai alla recensione »
Trelkovski è un uomo solo e la mezza età incalza pure per lui. A prima vista sembrerebbe timido, impacciato ed estremamente vulnerabile. Fragile: così fragile che un barbone gli sfila dei soldi dal portafoglio. E' piccolo, goffo e poco pieno di sé. Di origini polacche, giunge in terra straniera: Parigi, le coeur de la France.
L'inquilino del terzo piano è un film diretto e interpretato da Roman Polanski nel 1976, oltre che da Isabelle Adjani (sono loro due i personaggi di spicco nel film). E' tratto da un romanzo (Le locataire chimérique) ed è uno dei 4 o 5 capolavori del regista polacco naturalizzato francese (gli altri sono, a parer mio: Chinatown, Rosemary's Baby, il Pianista e Tess). La [...] Vai alla recensione »
Se volessimo disporre l'intera filmografia del maestro polacco secondo un gradiente per così dire di "polanskianita" intrinseca, senza alcun dubbio Le Locataire andrebbe a collocarsi tra i suoi film più rappresentativi. E, sì, ci accorgeremmo anche che il polanskiano va volentieri a braccetto con il kafkiano, e questo film ne rappresenta la prova manifesta.
Il tutto è ambientato a Parigi,ma non nella Parigi che siamo abituati a vedere,ma in una Parigi claustrofobica. Il regista,Roman Polanski,riesce ad occludere anche le riprese girate all'aperto,non dando allo spettatore la possibilità di riprendere fiato,neanche per un istante. Il protagonista della pellicola è Trelkovski,impiegato polacco,che si trasferisce nell'appartamento che era stato precedentemente [...] Vai alla recensione »
Dopo l'epico chinatown ,polanski firma un altro capolavoro ,dove l'atmosfera malsana ricorda quella di rosemary's baby.Un inquilino si stabilisce in una casa dove poco prima si e' suicidata una donna .Incontrera' un'amica della medesima, e ricostruira' la sua vita ,convincendosi che gli inquilini siano ossessivi e tentino di portare anch'egli al delirio,e travestendosi [...] Vai alla recensione »
Il film inizia con un timido ritmo, dove un Polansky giovanissimo, interpreta un ruolo di persona buona in cerca di un appartamento. Proprio in questo appartamento avverrà la sua metamorfosi psicologica, con scene che toccano l'horror, il thriller, il giallo. Dopo averlo visto vi verrà voglia di rivederlo per poter capire alcune scene che nella visione del film non avete dato la giusta interpretazione [...] Vai alla recensione »
Mai come in questo film, tratto dal romanzo visionario e surrealista di Roland Topor, L’inquilino chimerico, la colonna sonora, di Philippe Sarde, ha un ruolo così importante e decisivo per la riuscita dell’opera, concorrendo suggestivamente a creare l’atmosfera straniante di ordinaria, mansueta, monotona, civile e perbenista follia che pervade la mente ottusa ed il vivere [...] Vai alla recensione »
Capolavoro di Roman Polanski, forse il film più autobiografico del grande regista, che non a caso interpreta la parte del protagonista. La trama è semplice: un uomo trova un appartamento occupato in precedenza da una donna che ha tentato il suicidio gettandosi dalla finestra, ed alla fine muore in ospedale. Così l'uomo ha la possibilità di occupare l'appartamento, [...] Vai alla recensione »
Inutile mettersi a discutere della trama di questo capolavoro, semplice negli eventi ma incomprensibile nel complesso. Vorrei invece mettere l'accento su alcuni aspetti ricorrenti del Polanski fino a quel momento: fatta eccezione per il noir Chinatown, che ha sicuramente del polanskiano, ma è un prodotto differente (anche perchè è l'unico di questo primi 10 film di cui [...] Vai alla recensione »
Cara dolce Simone Chule, Chule come Trelkovski. La stessa persona , forse. Un condominio che diventa terrore, mille occhi di spia che affliggono la vita di questo povero impiegato immigrato in Francia. Persino fuori dal condominio, al bar , il gioco di oppressione e di nera burla continua. Nemmeno la bellezza e la sensualità di Isabelle Adjani riesce a togliere il cupo alone di mistero [...] Vai alla recensione »
Tratto da un romanzo di Topor Roland, in questo film nessun altro appartamento sarà così ossessivo ed inquietante. Ed è interessante osservare che il regista sia, come spesso accade nei suoi film, attratto dagli ambienti angusti, concedendo di tanto in tanto squarci di vita normale e serenamente noiosa, in contrapposizone con gli incubi che hanno aimé colonizzato la sua stessa vita.
Prevedibile. La storia ha uno sviluppo modesto, colpa di Polanski che è un attore mediocre. Egli non riesce a convincere, e questo è grave, perchè tutto ruota intorno a lui. Banale la tesi del diverso che viene espulso dalla comunità conservatrice. Ma la banalità diventa eccessiva per la povertà della seceneggiatura e per la mancanza di sviluppi originali. Vai alla recensione »
polansky riesce a incantare,con il suo film più summatico della sua poetica narrativa.é però un incantesimo di magia nera.La vena grottesca si intreccia a più riprese con il raccapriccio della vicenda,e questo aiuta la visione di chi è facile turbare,ma la cosa che stupisce è il dosaggio esperto che Polansky fa degli elementi costitutivi del suo cinema,paragonabile all'uso disinvolto del colore da [...] Vai alla recensione »
Questo film per me è uno tra i più belli di Polanski. Da vedere assolutamente
Polanski dà il meglio di sé, oltre che come regista come interprete, in questo film difficilmente classificabile. In un clima a tratti kafkiano, a tratti da horror di serie minore e poi di grande raffinatezza stilistica, il giovane Trelkovski prende in affitto un piccolo appartamento la cui inquilina precedente si è suicidata. Il mite travet subisce le pressioni del proprietario [...] Vai alla recensione »
Le gauloise di mais, il pastis, i clochard lungo la Senna, assenza di caffè e di bidé...siamo a Parigi. Tarkoski è un omino gentile ed educato ma si percepisce una certa inquietudine rappresentate dai personaggi che gravitano intorno a lui come sue proiezioni interiori che crea man mano con maggior paranoia nel momento in cui la sua anima, il suo SE, vuole prendere la parola e [...] Vai alla recensione »
Trelkowski, giovane impiegato, decide di prendere in affitto un'appartamento nel cuore di Parigi. Nello stesso appartamento, la precedente affittuaria si è gettata dalla finestra ponendo fine alla propria esistenza. Il protagonista vive un'esistenza tranquilla, a basso profilo, ma alcuni eventi all'interno del palazzo iniziano a turbarlo, tutto gli eventi li conduce al suicidio della [...] Vai alla recensione »
Inquietante capolavoro di Polanski sulla solitudine, l' accettazione/non accettazione del diverso e le ossessioni mentali con un finale criptico e allucinante.
Non è certo fra i migliori lavori di Roman Polanski, qui, si percepisce una certa presunzione affidando il racconto a una sceneggiatura troppo allentata con personaggi caricati a molle cosicchè, le oltre due ore di visione risultano pesanti, un viaggio nella psiche che francamente covince poco. Saluti.
Come in "Rosemary's baby" anche qui il protagonista si trasferisce in un nuovo appartamento. Questa volta, però, Polanski ribalta completamente il significato della storia: mentre Rosemary era vittima di un complotto di cui era la sola a non sapere nulla, Trelkovski crede di essere vittima di una congiura che in realtà esiste solo nella sua testa.
Un Polanski minore, poca cosa nella recitazione. Bella fotografia e buona ambientazione, ma la storia è prevedibile e condotta banalmente.
Un francese di origini polacche fitta un appartemento, ed è molto entusiasta dell'affare, date le difficoltà di trovare casa a Parigi. Ben presto però l'entusiamo comincerà a calare sempre più, venuto a sapere che in quell'appartamento si era precedentemente suicidata una ragazza, e avendo sempre più a che fare con alcuni inquilini del condominio [...] Vai alla recensione »
Trelkovski é omosessuale. Non é capace a dire no. Ordina un Martini quando ha voglia di un caffé. Parla a voce bassa, ha un fare maldestro e si lascia convincere. Dopo aver dato una banconota ad un vagabondo, cammina in uno sterco di cane. Davanti alle immagini di Bruce Lee, Trelkovski non accetta la mano di Stella tra le sue gambe.