L'inquilino del terzo piano

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Viaggio nella psiche di Monsieur Trelkovsky... Valutazione 5 stelle su cinque

di chriss


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sabato 21 agosto 2010

L' inquilino del terzo piano è un thriller psicologico geniale ed illuminante, sia per i contenuti espressi ( solitudine, angoscia interiore, claustrofobia, visioni inquietanti, alienazione, sdoppiamento di personalità e follia), sia per i modi con i quali il regista, Roman Polanski, veste magnificamente i panni del protagonista, un modesto impiegato polacco (naturalizzato francese) in cerca di un appartamento a Parigi. Il film è molto più di un incubo insoluto. Si tratta di un viaggio allucinante nella psiche di Monsieur Trelkovsky: il quale, lentamente, si trasforma in Simone (si legge Simon) Choule. E' difficile dare un senso logico a questo capolavoro cinematografico. Ognuno di noi potrebbe fornire molteplici spiegazioni ed interpretazioni, ma non arriverebbe ad un centimetro dalla verità. Ovvero: il protagonista soffriva di allucinazioni o era effettivamente rimasto vittima di un complotto diabolico da parte dei vicini di casa? L' unica spiegazione plausibile che mi sono dato è che egli soffrisse di una qualche malattia mentale. Non ne sono sicuro, data la complessità dei personaggi grotteschi (in primis Trelkovski) che animano la vicenda. L' incubo comincia con l' urlo angosciante e premonitore di Simone ricoverata in ospedale. Se avete il film sotto mano, dategli un' occhiata veloce e cominciate ad osservare come una storia normale si trasformi in follia. Siete pronti? Bene. Ascoltate la risata macabra della donna che fa vedere l' appartamento a Trelkovski: si riferisce chiaramente a Simone che tentava il suicidio. Oppure fate caso a quel che dice il prete in Chiesa durante il funerale della ragazza. Tutto ciò non è inquietante? Fate caso, ora che andate avanti, all' appartamento di Trelkovski: è piccolo, scomodo e buio. La finestra da cui si affaccia è raccapricciante: in basso vede la forma della vetrata sfondata dall' inquilina che lo occupava prima di lui; di fronte scorge il bagno in comune dove i vicini lo fissano in continuazione; ed infine, ancora nel bagno, in una specie di allucinazione perversa, vedrà Simone che si toglie le bende. Osservate i suoi vicini di casa che si lamentano (anche per un piccolo rumore) e che via via diventano sempre più opprimenti. Osservate il bar che frequenta: casualmente si siede nello stesso posto che occupava Simone prima che si fosse gettata nel vuoto. Guardate cosa fanno il proprietario del bar ed il cameriere: il primo gli dà le sigarette Marlboro, il secondo la cioccolata calda. Le stesse identiche cose che prendeva Simone! Ora osservate le facce deformate degli individui con cui ha a che fare Trelkovski man mano che assume le sembianze della defunta. A parte la donna che lo strozza ed altre allucinazioni angoscianti ( la testa di Simone che rimbalza davanti alla finestra o i vicini che lo incoraggiano a gettarsi), c' è una scena in particolare che mi ha colpito. Dopo esser stato investito da due anziani qualunque, fate caso al comportamento di Trelkovski e a quello che vede. Le avete viste? Guardate con il fermo immagine: i due anziani qualsiasi si trasformano nei padroni del suo appartamento! Fate pure caso alle piccole ali di stoffa che sbucano fuori dal corpo dell' uomo. Compaiono per un attimo: le vedete? non vi danno una sensazione di brivido? A me sì! Il film si chiude con l' urlo a squarciagola di Trelkovski. Non a caso, stavolta, la ripresa della telecamera del regista si stringe, sempre più vicino, sulla bocca del protagonista: come a voler rappresentare il buco nero psicotico in cui è stato inghiottito. Per quest' opera cinematografica ci vorrebbero 10 recensioni. Una sola è troppo poco. Il mistero della follia mentale o presunta di Trelkovski rimarrebbe, comunque, sempre insoluta. Questo film avrebbe meritato più di qualche premio importante. Per me è un capolavoro assoluto per come è stato costruito, istante per istante, scena dopo scena. Polanski è stato capace di creare, dal romanzo a cui si è ispirato,  un' angoscia psicologica dietro l' altra senza farci capire completamente il senso del film. Questo è il frutto maturo del genio! Al prossimo incubo psicologico. Firmato Christian Palmieri...

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