La grande guerra |
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Un film di Mario Monicelli.
Con Vittorio Gassman, Alberto Sordi, Bernard Blier, Folco Lulli, Silvana Mangano.
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Guerra,
Ratings: Kids+16,
b/n
durata 129 min.
- Italia 1959.
MYMONETRO
La grande guerra
valutazione media:
4,84
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Capolavoro tragicomico: imperdibile...di chrissFeedback: 41524 | altri commenti e recensioni di chriss |
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giovedì 7 ottobre 2010 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
La Grande Guerra, di Mario Monicelli, è uno dei tanti capolavori del cinema nostrano di quegli anni. E' un film di guerra, vissuta attraverso le avventure di due uomini comuni (anche il contorno non si presenta male, specialmente Bordin, Costantina e Giacomazzi) che non hanno nulla a che vedere con la stessa e che, alla prima occasione, fuggono di fronte alle avversità ostili. Premiato col Leone d' oro al Festival di Venezia nel lontano 1959, venne nominato all' Oscar per il miglior film straniero. L' opera del regista, una commedia tragica (o una tragica commedia) che esalta da una parte la bontà di cuore ed il coraggio e dall' altra la paura e la vigliaccheria, è soprattutto una latente denuncia alla guerra, portatrice di follia, morte ed orrore. La Prima Guerra Mondiale (La Grande Guerra, appunto), scoppiata per motivi economici, politici e sociali, venne combattuta dal 1915 al 1918: provocò milioni di dispersi, feriti e morti. Protagonisti incontrastati di questo magnifico film sono il romano Oreste Jacovacci ed il milanese Giovanni Busacca, rispettivamente interpretati da Alberto Sordi e da Vittorio Gassman, due mostri sacri della commedia all' italiana. Non a caso vinsero entrambi il David di Donatello come migliori attori protagonisti. Anche se preferisco l' Albertone Nazionale (romano come me) nei panni di un vigliacco qualunque, devo ammettere che Gassman si cala benissimo nel ruolo del fannullone. E' memorabile il ghigno di sfida di Busacca al capitano austriaco, che con una battuta infelice lo aveva liquidato con disprezzo. La Grande Guerra, perfettamente ricostruita dal punto di vista storico da Monicelli e da tutta la produzione, si avvale inoltre di un altro cast di grandi attori, a cominciare da Silvana Mangano nella parte di Costantina, una prostituta abbordata di notte dal Busacca. Bravi lo saranno anche Ferruccio Amendola, Romolo Valli, Nicola Arigliano, Bernard Blier e Folco Lulli, solo per citarne alcuni. Ci sono diverse scene comiche che vanno ricordate con piacere: Alberto Sordi che sfotte i presunti prigionieri, che tocca il seno di una donna in procinto di partire o che se la prende con una sentinella amica che gli aveva sparato; infine la gallina che passa dalla parte del nemico con una fucilata e la padella che diventa una groviera. La Grande Guerra è anche la storia di una grande amicizia, nata (male) prima di partire per il fronte. Già dalle prime battute s' intuisce che i due buoni a nulla, anche se completamente diversi, finiranno la loro avventura insieme. Jacovacci e Busacca sono infatti dei lavativi, dei rammolliti, degli scansafatiche, travolti da un evento (gigantesco) che non accettano, che non comprendono e a cui non vogliono assolutamente partecipare. E' emblematica la scena del soldato austriaco che se ne stà da solo e che dovrebbe essere facilmente eliminato dai due amici con una fucilata. Invece di far ciò, esitano troppo, finché qualcun altro non lo fa al posto loro. "Famoje beve almeno prima er caffè", dirà Jacovacci. Per ben due volte riusciranno a scampare al pericolo della morte, sempre in agguato in tali circostante (le trincee). La terza volta non la scampano, anche se sarà diverso il modo di morire. Mentre Busacca affronterà la morte da eroe, redimendo così tutti i suoi peccati, Jacovacci morirà da eroe vigliacco. "Ma che séte matti? aoh, ma che s'ammazza così 'a gente? Io so' un vijacco, lo sanno tutti", dirà Jacovacci prima di raggiungere il suo amico. Il loro modo un pò ambiguo di riscattarsi non sarà del tutto vano. Il film, che avrebbe meritato l' Oscar, è un monumento del nostro amato cinema. Io l' ho conservato nella mia collezione privata. Assolutamente imperdibile. Palmieri Christian...
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