La grande guerra |
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Un film di Mario Monicelli.
Con Vittorio Gassman, Alberto Sordi, Bernard Blier, Folco Lulli, Silvana Mangano.
continua»
Guerra,
Ratings: Kids+16,
b/n
durata 129 min.
- Italia 1959.
MYMONETRO
La grande guerra
valutazione media:
4,84
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Un mondo nel film di Mario Monicellidi riccardo-87Feedback: 3651 | altri commenti e recensioni di riccardo-87 |
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lunedì 4 gennaio 2010 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Se non lo avessi visto con i miei occhi non ci avrei mai creduto; se qualcuno mi avesse descritto questo film come ora io lo descrivo mi sarebbe parso impossibile. Questo è un film intramontabile e di cui non ci si stanca mai; chi ha definito il cinema italiano come “un cinema che fa ridere fino a piangere”, deve qui inchinarsi a qualcosa di ancora superiore: questo film arriva a far ridere e piangere al tempo stesso. Più di preciso mi sto rivolgendo ad una delle scene finali in cui Sordi, dopo aver visto morire il suo amico Giovanni (Vittorio Gassman), si rivolge al comandante delle truppe austriache e con voce tremante dice: “aho! Ma che siete matti?! Che si ammazza così la gente?!” il modo in cui Sordi pronuncia queste parole suscitano lacrime e riso al tempo stesso. Il resto del film poi è un susseguirsi senza sosta di scene commoventi – come quando i due (Giovanni Busacca e Oreste Jacovacci) incontrano la moglie – ormai vedova- del loro amico Bordin, morto in un bombardamento sulla loro postazione- e di scene divertenti – come quando Busacca incontra per la seconda volta Costantina (una splendida Silvana Mangano), scena che poi confluirà nel toccante; o ancora la scena iniziale dell’arruolamento di Vittorio Gassman e poi quelle del suo addestramento militare. La frase di Sordi citata all'inizio è una frase di denuncia sull’assurdità della guerra, come la frase del tenente Gallina (Romolo Valli) quando dice “sì, signore, il ponte è nelle nostre mani”, guardando nel contempo il numero di cadaveri, italiani e non, che sono stesi ai piedi e nei dintorni di suddetto ponte- potrei qui citare anche il film di Sergio Leone, “il buono, il brutto e il cattivo”, dove vi è una situazione simile in cui un capitano dei nordisti dice “un punto sulle carte dell’alto comando, che ha deciso che dobbiamo morire tutti … stupido inutile ponte (…) marcirete sotto terra, ma il ponte sarà ancora in piedi”. Il film visto in un’ottica più generale intende mostrare anche, e forse soprattutto, chi sono i protagonisti che impugnano le armi e vanno a morire: e cioè gente semplice, comune, più o meno coraggiosa, ma sempre con le sue debolezze. Manca in questo film- fortunatamente- la figura dell’eroe a tutto campo, sempre spavaldo e moralista, che caratterizza quasi sempre i film americani. Anche i due protagonisti, tratteggiati per tutto l’arco del film come i più vigliacchi, trovano l’eroismo l’uno per rivendicare il proprio orgoglio (Gassman), l’altro per non rendere vana la morte dell’amico (Sordi). L’infinita delicatezza con cui sono trattati i personaggi, mettendo in rilievo innanzi tutto la loro umanità, e l’infinita profondità del messaggio di Monicelli rendono questo film una pietra miliare del cinema italiano e mondiale, ed io posso dire solo altre due parole che mi salgono spontanee dal più profondo del cuore: grazie Mario.
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