A sangue freddo

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Un film di Richard Brooks. Con Robert Blake, Scott Wilson, Paul Stewart, John Forsythe Titolo originale In Cold Blood. Drammatico, Ratings: Kids+16, b/n durata 134 min. - USA 1967. MYMONETRO A sangue freddo * * * * - valutazione media: 4,13 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

Psicologia di un serial killer... Valutazione 4 stelle su cinque

di chriss


Feedback: 41524 | altri commenti e recensioni di chriss
martedì 21 settembre 2010

A sangue freddo (In Cold Blood) è un bellissimo film (in bianco e nero) tratto dal romanzo-verità di Truman Capote, un giornalista/scrittore che rimase affascinato da un fatto di cronaca nera avvenuto negli United States of America intorno al 1960. Capote, cresciuto sin dall' infanzia con lo shock della separazione dei genitori, divenne famoso per tale opera, ma la sua vita travagliata lo condusse fino alla morte. In più disse che fu colpito dagli stessi problemi sociali di Perry Smith, uno dei due assassini della famiglia trucidata nel Kansas. Capote ebbe difficoltà ad inserirsi nella vita sociale di allora a causa dei seguenti motivi: madre alcolizzata ed assente, affetto mancato, abbandono, solitudine ed isolamento interiore. Andiamo a dare un' occhiata alla trama del film di Richard Brooks. Perry Smith e Richard Hickock, invece di rispettare la libertà vigilata, decidono di fare un colpo ad Holcomb, in casa di un agricoltore. Una persona, che si trova ancora in carcere, ha informato Richard della presenza di una cassaforte contenenti 10.000 dollari. L' informazione, che si rivelerà del tutto sbagliata, porterà i due criminali ad uccidere quattro persone ed al furto di poco più di quaranta dollari ed una misera radio. Il gesto, apparentemente senza senso (manca il movente), mette subito in moto la stampa (il giornalista Jensen veste in modo fittizio i panni di Capote) e la polizia locale. L' amico di Richard informa gli agenti di un certo colpo in Kansas. Dopo lunghissime indagini, i due malviventi vengono arrestati ed interrogati. Messo sotto torchio, Perry confessa il delitto. Per il gran finale, vi rimando alla visione del film: vi garantisco che non resterete delusi. Quello che mi ha colpito è la psicologia dei due ingenui criminali. Richard è la mente che organizza, mentre Perry è il braccio che esegue l' ordine. In poche parole, a Richard serviva un assassino in grado di eliminare i testimoni in qualunque modo fosse andato a finire il colpo che aveva in mente. Su di lui il regista si sofferma appena, mentre su Perry, che in passato aveva già ucciso, approfondisce di più. Così ho deciso di scrivere 'psicologia di un serial killer'. Premetto che non sono uno psicologo che studia i comportamenti dei criminali. Voglio dire che mi sono dovuto informare su Internet, in modo da spiegare quanto la mancanza d' affetto di una madre per il figlio abbia potuto influire negativamente su tale fatto di cronaca nera. Ebbene, questo film mi ricorda Psyco. Molto vagamente, più che altro per i contrasti del figlio verso la madre. Certo, non a quei livelli: qui non ci sono travestimenti, ma solo tormenti interiori. L' idea che mi sono fatto è riportata qui di seguito. L' affetto dei genitori  influisce molto sul comportamento di un bambino, specie per la sua salute mentale. Un mancato rafforzamento del legame coi genitori o con uno di essi, porterebbe automaticamente ad una 'frattura' interiore. Tale rottura, in prospettiva adulta, potrebbe causare gravi danni psicologici. Molti assassini seriali hanno spesso sofferto la mancanza od addirittura l' abbandono di uno dei due genitori. Inizialmente tenderà ad isolare/mascherare la sua angoscia interiore. Tale angoscia, tuttavia, rimarrà radicata nel suo animo per tutta la vita. Quando crescerà, proietterà tutta la sua rabbia e violenza su di un altro essere umano. In questo caso potrebbe uccidere prima e diventare un serial killer in futuro. Il caso Perry è interessante da un punto di vista psicologico, in quanto la madre (e non il padre) diventa il genitore inadeguato che crea 'la famosa frattura' nella testa del ragazzo. Almeno la metà di tali killer vedrà la madre come un persona distante, fredda ed ossessiva. C' è una scena nel film che prova quello che stò dicendo. Una donna entra in una camera per fare sesso con Richard, il quale non è minimamente influenzato della presenza di Perry. Mentre Richard si spoglia, Perry, davanti ad una foto di famiglia, vede 'sua madre' nella donna che si sta preparando per l' atto. In questa scena si risveglia il suo tormento interiore dell' infanzia. Quella donna che stà con Richard diventa la madre che si fa spogliare da un ragazzo più giovane. E non solo: immagina di essere tornato bambino e di stare sul letto a spiarla con gli altri fratelli. Infine inventa il padre che picchia la madre: una visione angosciante. Nell' infanzia di Perry, la madre alcolizzata si vedeva spesso con uomini più giovani di lei. Mentre gli altri figli si schierano (e fuggono con la madre), Perry si mette dalla parte del padre. Questo fatto segnerà per sempre la sua vita di adulto. Un' altra scena dimostra il suo isolamento mentale. In casa dell' agricoltore, Richard vorrebbe abusare di una donna; Perry entra in camera allontanando l' amico dalla donna: dimostra 'freddezza e diffidenza all' idea dell' abuso sessuale', proprio come avevo detto precedentemente sulla psicologia del serial killer abbandonato dalla madre. Nella terza scena vede la madre montare un cavallo della famiglia che verrà barbaramente uccisa. La scena sembra una proiezione mentale o una specie di visione: ucciderà la famiglia che ha a che fare con i cavalli. Purtroppo per lui, il cavallo della sua visione è montato non da un membro di quella famiglia, ma dalla madre stessa! Eccovi spiegata la frattura insanabile tra i due. L' amarissimo commento del giornalista Jensen chiuderà tutta la vicenda. Il film è da vedere, specialmente per il tormento psicologico di Perry: quasi un altro Psyco! Christian Palmieri...

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arnaco domenica 3 aprile 2016
analisi psicologiche
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Il film successivo (2005) di Bennet Miller "Capote" mostra come Truman Capote abbia approfittato dei continui rinvii della sentenza per approfondire la personalità di Perry e che il suo romanzo, con lo stesso titolo di questo film, sia il risultato di quello scavo psicologico, oltre che una narrazione, in parte autobiografica, dei pessimi rapporti con sua madre. Quindi sicuramente il mancato affetto della madre sta alla base dei disturbi mentali di Perry, ma il flash back che nel film è montato immediatamente prima che Perry sgozzi l'agricoltore (e poi gli spari)è la scena in cui il padre gli punta addosso il fucile e gli dice: "Io sono l'ultima cosa che vedrai, prima di morire". Questo è il ricordo che scatena la sua follia omicida, nei confronti di un altro padre e poi di tutta la sua famiglia.

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