Una ragazza chiusa in una stanza vede una donna segregata nel palazzo di fronte: come salvarla? La pandemia non c'entra, eppure si sente: un'opera prima ambiziosa ma fragile. In anteprima al Bif&st
di Lorenzo Ciofani La Rivista del Cinematografo
È come se vivesse in una quarantena perenne, la protagonista di Vetro, l'opera prima di Domenico Croce (già David di Donatello per il cortometraggio Anne, diretto con Stefano Malchiodi) presentata al Bif&st. Probabilmente la storia arriva da lontano, ma la referenza con il nostro tempo è evidente - le riprese sono avvenute in tempo pandemico - e il film avverte quei contraccolpi dell'attualità che già caratterizzavano la fruizione di altre opere italiane come Shadows e Buio.
Senza lasciarsi condizionare dalle corrispondenze volontarie o meno tra finzione e realtà, Vetro prova a scandagliare la psicologia di un'adolescente il cui mondo si limita al perimetro della sua stanza. [...]
di Lorenzo Ciofani, articolo completo (2492 caratteri spazi inclusi) su La Rivista del Cinematografo 30 marzo 2022