Sollima torna a raccontare una Roma disperata e crepuscolare in una crime story di forte
impatto. Drammatico, Italia2023. Durata 127 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Stefano Sollima conclude la trilogia romana iniziata con A.C.A.B nel 2012 e proseguita con Suburra nel 2015. Espandi ▽
Dopo essersi affermato anche all'estero come un tecnico dalle mani sicure, capace di dirigere buoni action muscolari, Stefano Sollima torna nella sua Roma. Ne aveva esplorato il sottobosco più oscuro in film come Acab e Suburra, oltre che nella serie che lo ha lanciato, Romanzo criminale. Ma in questa storia di bassa malavita, tra vecchi gangster malmessi e forze dell'ordine corrotte, sullo sfondo di una città in fiamme a un soffio dal post-apocalittico, Sollima trova una delle sue opere più compiute e mature. L'azione senza il cuore e la testa conta poco, e rispetto anche a quanto fatto in passato Adagio beneficia enormemente di un rapporto diverso con il luogo che racconta: è forse la prima volta che si va oltre un certo sensazionalismo sulla Roma in rovina, che sembra sempre sottintendere un facile commento sociale solo perché di moda a livello nazionale. Recensione ❯
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Dopo un colpo in banca andato male, un goffo rapinatore si allea ai due ostaggi per tentare una disperata fuga dalla polizia. Ma l'inaspettato arrivo di una donna con un'incredibile rivelazione cambierà per sempre il corso delle loro vite. Espandi ▽
Un imponente spiegamento di forze dell'ordine assedia l'esterno di una banca del Centro Direzionale. All'interno dell'istituto, kalashnikov spianato e corpetto imbottito di esplosivi ben in vista, 'O Micione tiene in ostaggio un gruppo di persone, dopo che il suo goffo tentativo di rapina è fallito e la situazione gli è pericolosamente sfuggita di mano. Una volta assecondata la richiesta del negoziatore di liberare qualche ostaggio, l'uomo urla all'esterno che il tempo delle trattative è finito e, se entro pochi minuti non gli daranno un'auto per scappare col malloppo, ucciderà uno dei due prigionieri rimasti nell'edificio, un morigerato bancario prossimo alla paternità, e un aspirante imprenditore dalle idee un po' confuse, abituale cliente dell'istituto di credito. Recensione ❯
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Questa è la storia di Borromini, un uomo che si priva di tutto per inseguire un sogno, che si fa tutt'uno con la sua arte. E della sua sfida artistica con Bernini. Espandi ▽
Le controversie tra grandi personalità sono sempre esistite. Se poi i soggetti sono due artisti allora la sfida si fa più interessante. Basta giungere al barocco, per seguire le vicende e le azioni di due grandi personalità: Borromini (1599-1667) e Bernini (1598-1680). Un architetto e uno scultore in gara nella Roma più attiva di sempre dal punto di vista culturale. Una città dove vige il potere in particolare di tre papi che, per più di quarant'anni, si sono susseguiti lasciando tracce importanti alle loro spalle. La Roma di Urbano VIII, Innocenzo X e Alessandro VII rappresenta lo scenario più vivido dal punto di vista culturale del periodo.
Il film di Giovanni Troilo racconta questa storia focalizzandosi sulla personalità dei due artisti, concentrando l'attenzione sulle diverse peculiarità che li hanno poi resi immortali, trattando fragilità e punti forza, enfatizzandone tormenti e talento.
Borromini qui è il più spalleggiato anche dai critici, studiosi e appassionati che intervengono durante la narrazione, rendendo i codici visivi più chiari e poetici. Simbologie e misteri, equilibri e drammaticità, pieni e vuoti, triangoli, quadrati e croci: la narrazione è composta da immagini di opere e architetture speciali. Recensione ❯
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Un film sull'Italia perbene, con bellissime intuizioni di regia e un Albanese come sempre magistrale. Drammatico, Italia2023. Durata 94 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Antonio, dovendo pagare il matrimonio della figlia, scoprirà, suo malgrado, che chi custodisce i nostri tesori non sempre custodisce anche i nostri sogni. Espandi ▽
Antonio Riva, operaio specializzato in prepensionamento, si reca in banca per prelevare dal conto su cui ha messo tutto ciò che ha. Non si è reso conto di aver tramutato le sue obbligazioni sicure in azioni a rischio, passando da risparmiatore ad azionista su consiglio di quella banca dove gli impiegati erano di famiglia, e che aveva sostenuto lo sviluppo dell’intero paesino sul lago di Lecco dove è nato e cresciuto. Quella banca, poi, mica può fallire, perché se fallisse “andrebbero a gambe all’aria tutti quanti”. Con Cento domeniche, di cui è protagonista, sceneggiatore (con Piero Guerrera) e regista, Antonio Albanese prosegue nel percorso di cinema civile che caratterizza la sua carriera di artista. Il suo intento qui è raccontare un’Italia perbene in via di sparizione, preda delle spietate logiche del mercato e della spregiudicatezza degli istituti bancari, che fanno ruotare il personale nelle filiali locali affinché nessuno possa costruire un rapporto di fiducia con il cliente. Dal punto di vista della regia Cento domeniche è convenzionale, quasi scolastico nelle transizioni fra un scena e l’altra, ma ha anche intuizioni bellissime e in qualche modo visionarie. Recensione ❯
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Un maniaco omicida evade dall'ospedale psichiatrico e si rifugia in un teatro dove stanno provando una commedia musicale ispirata alle sue gesta crimi... Espandi ▽
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Tratto dal romanzo di Bram Stoker, la storia di Dracula raccontata dal maestro dell'horror Dario Argento. Con la novità del 3D. Espandi ▽
La vista di una fotografia esposta a casa di Lucy, che ritrae Mina e Jonathan Harker, sposi felici nel giorno delle nozze, e` la molla che fa scattare la furiosa bramosia del Conte Dracula, che rivede in Mina la reincarnazione della sua amata, Dolingen De Gratz, morta piu` di 400 anni prima. Con l'ausilio delle sue adepte Lucy e Tania, il Conte Dracula riesce a condurre Jonathan Harker e sua moglie nel proprio castello, con la promessa di un lavoro. Ma le reali intenzioni del Conte appaiono subito evidenti: ricongiungersi con il suo eterno amore Dolingen/Mina, eliminando qualsiasi ostacolo glielo impedisca. Inizia cosi` un vorticoso intreccio di violenza, inganno e passione, che sconvolge gli equilibri del piccolo villaggio di Passo Borgo. Solo il sopraggiungere di Abraham Van Helsing (Rutger Hauer), conoscitore del vampirismo e "vecchia conoscenza" del Conte, riportera` la normalita` nella vita del villaggio... ma non prima di una spettacolare ed emozionante sfida finale che vedra` contrapporsi i limiti dell'umanita` e la dannazione eterna. Recensione ❯
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Per vendicarsi della giovane moglie infedele, un diabolico vecchio organizza il proprio suicidio che sarà fatale anche ai due amanti: costoro rimangon... Espandi ▽
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Un cinema che cerca strade diverse. Porta in secondo piano la cronaca per fare spazio ai turbamenti dell'adolescenza. Drammatico, Italia2023. Durata 102 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Veronica, dopo un lungo processo e due anni di prigione per l'omicidio della madre e del suo amante, viene riconosciuta innocente. Ha solo vent'anni e tutta la vita davanti, ma è difficile guardare al futuro. Espandi ▽
Dopo un lungo processo e 22 mesi di prigione, Veronica torna in libertà; è stata infatti scagionata dall'accusa di aver ucciso la madre e il suo amante. Rivede la sua migliore amica Giada e, proprio nella sua prima sera fuori dal carcere, va con lei in discoteca. Sui social escono subito le foto. La ragazza cerca di tornare a vivere una vita normale ma quello che le è successo a ha lasciato dei segni che non si possono cancellare. Ha infatti spesso i giornalisti e i fotografi che la assediano ogni volta che la vedono ed è continuamente osservata se non pedinata, come il giorno in cui è andata al cimitero alla tomba della madre. Assieme a Giada ripercorre tutto quello che è accaduto prima e durante la sera della tragedia, dal rapporto conflittuale con la madre che era spesso severa nei suoi confronti e la svalutava per il suo aspetto fisico, al legame con un padre affettuoso ma assente, fino all'incontro con i ragazzi olandesi della squadra di beach volley che hanno pernottato all'hotel e che lei e Giada hanno frequentato proprio poco prima l'omicidio all'Hotel Holiday. Recensione ❯
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Una regia dal passo lento e gentile per una storia di resistenza umana e solidarietà fra spiriti affini. Drammatico, Italia, Polonia2023. Durata 105 Minuti.
Due sconosciuti alle prese con la propria attività di giardinaggio incominciano a intessere un dialogo profondo. Espandi ▽
Pietro Lorenzi è un professore di lettere in pensione e dopo il divorzio dalla moglie vive da solo in un bell’appartamento romano con un terrazzo che accudisce con cura, dedicandosi alle sue piante. Nell’appartamento di fronte a quello di Pietro si trasferisce una coppia più giovane: Luca, fotografo d’arte contemporanea, ed Eleonora, che ha studiato pittura e disegno all’Accademia ma ad un certo punto ha smesso di creare, “perché non era abbastanza brava”. Luca ed Eleonora custodiscono un dolore segreto e non riescono a parlarsi più: lei pensa che lui la dia per scontata, lui la vede sempre “incazzata col mondo”. Quando Luca parte per preparare una personale a New York, Eleonora e Pietro cominciano a frequentarsi, fra terrazzi e orti botanici, il bar sotto casa e un ristorante d’atmosfera. In un universo artistico più scontato I limoni d’inverno sarebbe la storia di una trasgressione amorosa: ma nella visione delicata e quasi evanescente della regista Caterina Carone è invece una storia di resistenza umana e di solidarietà fra spiriti affini. Anche la fotografia di Daniele Ciprì e le musiche di Nicola Piovani si mettono a servizio di questa visione che racconta un presente sfuggente proprio perché a tutti i personaggi la vita, e la memoria, stanno scivolando via di mano. Recensione ❯
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Due neonati scambiati in culla si ritrovano da grandi scoprendo di aver vissuto l'uno la vita dell'altro. Drammi, scenate, litigi, crisi sentimentali, pasticci a volontà! Espandi ▽
È il 1975 a Palermo. Nel reparto maternità di un ospedale i neonati delle culle numero 7 e numero 8 vengono scambiati. Tommaso e Daniele sono ormai due uomini adulti che vivono la loro vita serenamente all'insaputa l'uno dell'altro: il primo è un mezzo delinquentello, taroccatore e ladruncolo, il secondo è invece un borghese in piena regola, con tanto di fidanzata e soggiorno prolungato all'università di giurisprudenza. Quando i due s'incontrano, scoprendo la verità sulla loro nascita, la loro vita non sarà più come prima. Recensione ❯
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Un film liberamente tratto dal romanzo "L'ultimo capodanno dell'umanità" di Niccolò Ammaniti. Espandi ▽
In un condominio romano un gruppo di persone si organizza per vivere al meglio il capodanno. C'è la donna tradita (la nudissima Bellucci), il marito sado-trasgressivo (Haber) e tanti esempi di umanità grottesca. Sembra tutto bello e normale, ma appena succede qualcosa di imprevisto, quando i freni cadono, allora è un disastro. Tutto diventa incomprensione e anche violenza. Recensione ❯
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Il Vecchio Testamento da Adamo a Isacco. Assistiamo all'assassinio di Abele da parte di Caino, alla torre di Babele costruita da Nimrod e ad altri numerosi episodi della vita di Gesù. Espandi ▽
Colosso mitico-religioso hollywoodiano in salsa italiana con alcune sequenze di alta suggestione spettacolare (l'arca di Noè, la torre di Babele). Recensione ❯
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Marco Bocci controlla bene la messa in scena: con un cast che dà le giuste sfumature e una colonna sonora di grande efficacia. Drammatico, Italia2023. Durata 100 Minuti.
Quattro fratelli, tre maschi e una femmina, si riuniscono, dopo svariati anni di lontananza, per l'improvvisa morte del padre. Espandi ▽
Quattro fratelli (tre maschi e una femmina), che non si incontravano da molti anni, si ritrovano in seguito alla morte del padre. Con il genitore il rapporto non era mai stato buono a causa del suo atteggiamento rigido nei loro confronti, reso tale anche dalla sua passione per la caccia e dal desiderio di trasmetterla ai figli. La villa in cui sono stati bambini è l'unica eredità che resta loro. Dividere in quattro parti il ricavato dalla vendita non risolverebbe a nessuno i rispettivi problemi. Uno di loro fa una proposta che gli altri finiscono con l'accettare.
Marco Bocci alla sua opera seconda mostra una considerevole capacità di controllo di tutti gli elementi della messa in scena nonché del genere che affronta in questa occasione. Trova nel suo cast le giuste sfumature necessarie a caratterizzare i personaggi affidati creando un equilibrio in cui a nessuno è consentito di prevalere ma a tutti viene dato lo spazio necessario.
Ciò che ulteriormente colpisce (e appunto dà valore al film) è l'uso della colonna sonora musicale che, sia sul piano dei brani scritti appositamente, sia su quello dei preesistenti si rivela di grande efficacia. Recensione ❯
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Un affresco corale dal taglio psicologico che emerge nella sua complessità. Ottimo il cast. Drammatico, Italia2024. Consigli per la visione: Ragazzi +13
La serie tratta dal grande classico del'900 di Elsa Morante. Espandi ▽
1938. Il Duce promulga le leggi razziali. Un'anziana insegnante ebrea, prima di morire, svela in una lettera alla figlia, Ida Ramundo, di averla battezzata per evitarle la persecuzione. Anche lei insegnante, Ida è a Roma, vedova e sola, che cerca di educare il primogenito, lo scanzonato adolescente Nino, quando un giorno viene violentata da un soldato tedesco e rimane incinta. In segreto, grazie ad una levatrice del ghetto partorisce Giuseppe, detto Useppe; Ida e la sua "Storia" viaggiano sullo sfondo delle vicissitudini della guerra nel contesto romano: i bombardamenti di San Lorenzo, l'essere sfollati in periferia, il passaggio di Nino dal fascismo all'antifascismo, le deportazioni naziste del ghetto ebraico e la resa.
Una regia sensibile che, come nelle precedenti opere dell'Archibugi tratteggia in modo fine tutti i tipi di relazioni, da quelle più complesse come quelle famigliari a quelle più sporadiche, ma comunque importanti, come le affiliazioni (anche con gli animali domestici) che si creano nella crescita o nelle situazioni di difficoltà. La scelta del cast permette una visione di insieme, un affresco corale che emerge in tutta la sua complessità.
Pregevole, inoltre, una rappresentazione asciutta e articolata che non vuole essere didascalica e si inserisce nel panorama di un certo recentissimo buon cinema italiano che denuncia descrivendo come in Cento domeniche, Palazzina Laf e C'è ancora domani. Recensione ❯
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